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Autore: Fabi_    26/12/2010    8 recensioni
Percy non riesce a credere che Fred sia morto. Cosa deve fare adesso? Cosa può fare?
Doveva reagire.
Sbatteva gli occhi, immobile, incapace di dire qualcosa. Forse stava piangendo. Dovette toccarsi il viso per rendersene conto.
[...] Nella corsa, si accasciò a terra. Le sue memorie venivano violate.

Prima classificata al contest 'La Battaglia di Hogwarts', vincitrice del premio giuria e del premio stile.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Il trio protagonista, Percy Weasley, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia ha vinto il contest ‘La Battaglia di Hogwarts’, indetto da vogue, che ringrazio, e si è aggiudicata anche il premio giuria e il premio stile.

Ringrazio chiunque altro leggerà la storia chi recensirà.

-Autore: Fabi_
-Titolo: Be Proud
-Personaggio Centrale: Percy Weasley
-Personaggio Secondario: Lord Voldemort
-Altri personaggi: Fred Weasley, Harry Potter, Famiglia Weasley
-Genere: introspettivo, generale
-Rating: giallo
-Avvertimenti: one shot 
-Trama: Percy non riesce a credere che Fred sia morto. Cosa deve fare adesso? Cosa può fare?
-NdA: Ho pensato molto al modo giusto per far interagire Percy e Voldemort, non si sa di preciso cosa lui stesse facendo durante la battaglia, ho controllato (potrei aver fatto errori di tempistica, ma spero di no perché mi sono riletta mezzo libro) e ho capito che lui non combatte. In base a quello che ho scritto in effetti potrebbe essere ovunque. Il suo legame con Percy è Nagini (che gli è sempre stata vicina, ma che ho supposto fosse andata a fare un controllo ogni tanto.
Perché Voldemort fa questo? Ho pensato che sia la stessa cosa che ha fatto con Pansy (quando lei gli indica Harry, nella mia testa sono convinta che non parli per volontà propria, ma dopo essere stata convinta a controllare). Ha scelto Percy perché lo conosce di nome, sa che non è sempre stato dalla parte ‘dei buoni’ e che per lui il potere conta.
Spero che si capisca che le parole in corsivo sono i pensieri dei due (a sinistra Percy, a destra Voldemort) e che la parte centrale sono i ricordi di Percy. Le frasi con l’asterisco sono i dialoghi presi direttamente da Harry Potter e i Doni della Morte.

 

 

 giuria primoposto stile

 

Be proud.

 

Un rumore assordante, poi il buio. Percy sentiva un fischio forte nelle orecchie, corse verso il fratello, disteso a terra in una posa innaturale.

Nel panico, gli prese le mani, le lasciò andare e le vide ricadere pesantemente.

È svenuto, è solo svenuto. Lo scosse ancora. Vide gli occhi.

Aperti, vuoti.

“No… no… no! No! Fred! No!”*

 

Percy guardava nel vuoto, nulla catturava la sua attenzione, ogni cosa si era spenta appena Fred se n’era andato.

Fino a pochi giorni prima non l’avrebbe detto possibile.

Credeva che non avrebbe più rivisto la sua famiglia, soprattutto, non immaginava che gli sarebbe importato di loro, ma ora che toccava il corpo ancora tiepido di Fred, tutto il resto era diventato niente.

Era perso nel rimbombo che sentiva intorno. Urla, qualcuno correva.

“Percy, su, dobbiamo muoverci”.*

Si doveva svegliare.

Doveva reagire.

Sbatteva gli occhi, immobile, incapace di dire qualcosa. Forse stava piangendo. Dovette toccarsi il viso per rendersene conto.

Si osservò la mano, tentando di metterla a fuoco.

Aveva appena ritrovato la sua famiglia. Perdere suo fratello così non era accettabile.

Una voce lo scosse, una voce conosciuta.

“Percy! Non puoi fare nulla per lui! Dobbiamo andare…*”

‘No’, urlò, ma forse nessuno sentì quel grido disperato. Doveva proteggerlo, non poteva lasciare lì il suo corpo.

Arrivarono le Acromantule. Percy era immobile. Sentiva gli altri combattere, ma non riusciva a muoversi. Non faceva che sbattere gli occhi.

Sentì delle mani spostarlo.

Lentamente si stava risvegliando da quello stato d’incoscienza. Meccanicamente aiutò Ron e Harry a spostare Fred.

Voci… “Andiamo, ora”*, forse era Harry.

Percy sbatté di nuovo gli occhi.

Questa volta mise a fuoco qualcuno: “ROCKWELL”*, non era lui a muoversi, era la sua anima, che lui aveva messo a tacere troppe volte.

Weasley.

Finalmente gli sembrava un nome degno di essere pronunciato a testa alta, a voce alta.

Per chi stai combattendo?

Nella corsa, si accasciò a terra. Le sue memorie venivano violate.

 

La spilla di Prefetto.

Percy la custodiva gelosamente. Tutti consideravano normale il suo esserlo diventato.

Perché? Aveva faticato molto, ma loro sembravano non apprezzarlo abbastanza.

 

Dov’erano i riconoscimenti che ti spettavano?

Perché non ti hanno festeggiato?

Ti giudicavano?

Perfettino!

Non ti amavano. Tutti sopravvalutano l’amore. Cos’è in fondo?

Solo un modo per alleviare le sofferenze che derivano dai propri fallimenti.

Tu non sei uno che fallisce.

Non hai bisogno di loro.

Lacrime.

Lacrime, solitudine.

Portami Potter.

Non posso. Non voglio.


Sentì una risata nella sua testa. Era il mostro, quel Voldemort che lui aveva ingenuamente e inconsapevolmente aiutato, collaborando con il ministero.

Retrovie, questa era la posizione del loro signore.

Codardo, pensava, avanti i fanti, come in ogni guerra.

Chi era, Percy, un fante? Un Mago sacrificabile?

Urlò la sua rabbia a Voldemort, urlò quel nome nella sua mente, sicuro che fosse la cosa giusta da fare, quella che i Maghi avrebbero sempre dovuto fare.

Vieni qui, Voldemort!

Perderete.

La voce sicura e fredda di Voldemort, fece gelare Percy.

Probabilmente era solo un gioco per lui, chissà quante volte gli era stato vicino senza che se ne rendesse conto.

Aveva sentito parlare dei Legilimens, credeva che fosse necessario un contatto per violare la mente di qualcuno, invece in quel momento Percy non vedeva il mostro.

Sentiva il suo dolore, tutte le sue convinzioni, aperte, profanate, derise.

 

Era seduto sul suo letto, Fred e George entrarono nella stanza: “Perce, partita?”

“Sparite, ho da fare”, la tipica risposta che usava dar loro, seccato, nervoso.

 

Non avevi tempo per loro, ti sentivi diverso.

 

Voldemort rideva nella sua testa e Percy continuava a lottare con le lacrime.

 

Portami Potter, confido in te, Weasley.

Un altro ricordo:

Percy si vide intento a convincere Harry.

“Aiuta il ministero”.

 

Non ci sei riuscito, e dire che era semplice.

Non sempre voi Purosangue siete utili.

 

Le lettere dei suoi, arrivavano ogni settimana.

Percy le ammucchiava in un cassetto della scrivania. Un giorno, le trasferì tutte in una scatola.

 

Non hai coraggio, perché le hai tenute se non intendevi leggerle?

Non volevo buttarle.

Non hai bisogno di loro, posso darti potere.

Non mi serve più ormai.

Ora sono sveglio.

 

Percy l’aveva già provato, il potere, non gli mancava affatto.

Il coraggio, questo cercava.

Qualcuno per cui combattere, per cui morire. Questo aveva.

Portami Potter, o mi prenderò anche te.

NO!

 

Un urlo da dentro, Percy si accasciò di nuovo a terra. Voleva combattere.

I Mangiamorte erano ovunque.

Vide Nagini di fronte a lui. Ecco qual era il punto di contatto.

Prese fiato e si alzò in piedi, stordito, sentiva ancora gli echi delle risate del mostro nella mente: “Expelliarmus”, urlò, il serpente schivò il primo colpo, puntando veloce contro di lui, il ragazzo continuava a scagliare incantesimi, qualcuno lo aiutò.

Il mostro lo aveva lasciato.

 

Avrebbe continuato a proteggere la sua famiglia.

Avrebbe lottato fino alla fine, se necessario. Percy Weasley non si era mai messo in gioco fino a quel giorno.

Era ora che cominciasse a fare qualcosa di buono anche lui.

La coda di Nagini colpì Baston, che sbatté contro il muro. Percy centrò il serpente con un incantesimo, facendolo fuggire.

Tese la mano a Oliver, sofferente a causa del colpo appena subito.

 Sorrise e prese fiato. La battaglia poteva essere lunga, ma lui era sicuro di stare facendo, per una volta, qualcosa di cui essere fiero.

Qualcosa per cui la sua famiglia avrebbe finalmente potuto amarlo. 

 

 

Riporto anche il giudizio:

1°Classificata 
Fabi_ “Be Proud”
 

-Grammatica: 9.9/10 
-Stile e Lessico: 10/10 
-Originalità: 15/15 
-IC: 15/15 
-Attinenza ai personaggi scelti: 10/10 
-Giudizio personale: 10/10 

Totale: 69.9/70 

Per quanto concerne la parte grammaticale, l’unica cosa che ti ha penalizzata è stato un errore di battitura (‘sei’ al posto di ‘dei’). Per il resto, non è presente alcun errore. 
Lo stile è... quasi magico, direi. Mi piace il modo in cui Voldemort s’intromette con prepotenza nella mente di Percy, come le due linee di pensiero si intersechino, cosa che rende la lettura scorrevole, piacevolissima e... beh, quasi emozionante. 
Ottimo anche il lessico, i toni utilizzati esprimono benissimo lo stato d’animo del ragazzo, il fluire continuo dei suoi pensieri, la sua stessa confusione ed insofferenza. 
Non ci sarebbe niente da dire sull’originalità: hai scelto un modo sublime per far interagire i due personaggi, impensabile e abbastanza realistico, oltre che assolutamente ben reso. 
La caratterizzazione di Percy è davvero buona, gli hai dato un certo spessore, giustificandone ogni singolo processo mentale e mettendolo di fronte ai suoi fantasmi, in modo tale da farlo reagire come poi effettivamente ha fatto. Di contro, Voldemort si presenta nel suo aspetto più tipico, come un Diavolo tentatore, subdolo e meschino, tenta di giocare con la confusione del ragazzo. 
Va da sé che, data l’impostazione stessa della storia, sia perfetta l’attinenza ad entrambi i personaggi. Protagonista è certamente Percy, ma del resto Voldemort stesso è basilare ai fini della narrazione. 
Una storia splendida. Penso di aver letto una buona parte delle tue fanfiction, e posso dire senza ombra di dubbio che questa è la migliore. L’ho letta quasi con il fiato sospeso e l’ho amata, dalla prima all’ultima riga. C’è angoscia, c’è tristezza e c’è empatia nei confronti di Percy, il tutto scritto in modo assolutamente lodevole. 
Ottimo lavoro davvero, bravissima! 


   
 
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