Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: hopeyou    26/12/2010    0 recensioni
Sei qualcosa di così concreto e contemporaneamente qualcosa di così astratto. Mi sei davanti e mi abbracci, ma è come se stessi abbracciando l'aria, soltanto il puro frutto della mia immaginazione, ma io ti sento..tu sei qui. Non so se svegliarmi o meno, non voglio perderti. Apro gli occhi per istinto, e davanti a me non c'è nessuno. Ma come? Prima c'eri tu! Chiudo gli occhi e riappari..ma cosa succede? "Cosa sei?" chiedo. Accarezzo il suo braccio ed ho la pelle d'oca. Nel buio della mia camera, sembra che stessi parlando da sola. "Sono quello che vuoi tu" rispose.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“No fermo!” mi allontanai di scatto da Ben, ma cosa gli era preso?
“Dai non volevo farti nulla, volevo solo un bacetto” andò dietro di me e mi abbracciò calorosamente. Io non potei rifiutare e mi abbandonai alle sue braccia che mi stringevano sempre di più.
“Ma io non volevo baciarti Ben” dissi girandomi.
I miei occhi incrociarono i suoi e rimasi come ipnotizzata, le sue labbra rosee e carnose mi invitavano, lui passò freneticamente la lingua tra esse per inumidirle. Mi girai e mi staccai da quell’abbraccio, poco dopo arrivò Has con la sua macchina e salimmo insieme. Mi sedetti al posto avanti e feci uno sguardo alla mia amica come per dirle ‘dopo ti racconto tutto’, lei annuii e premendo il piede sull’acceleratore partimmo per andare in discoteca, intanto Ben se ne stava buono al suo posto e mi sorrideva facendo riflettere la sua immagine allo specchietto dello sportello.
Appena udii una frenata brusca capii che eravamo arrivati. Scesi dalla macchina sotto l’occhio di 5 ragazzi che cominciarono a fischiare ed i fischi aumentarono quando anche la Has scese dalla vettura.
Ben si occupò di chiudere la macchina e raggiunse me e la mia amica che eravamo già entrate e ci eravamo già sedute al bancone.
Ordinammo un white russian e un vodka & martini. Noi andavamo sempre pesante in certe sere con l’alchool, forse perché avevamo passato una giornata pesante e volevamo farci cadere tutto addosso come una doccia fredda o forse perché almeno per un breve lasso di tempo volevamo dimenticare.
Finimmo il primo giro in due minuti, ne ordinammo un altro che anch’esso non durò molto, fino a quando non arrivammo al quarto giro.
Avevo bevuto troppo quella sera…
“Andiamo a strusciarci contro il palo dai” dissi con voce strana e nasale, mentre la testa girava e la mente vagava altrove.
“Si dai” mi rispose Has prendendomi per mano e ci buttammo in mezzo alla folla.
Cominciammo a dare delle leggere spinte per passare e appena arrivammo a quell’asta metallica e gelida lo afferrammo e cominciammo a strusciarci sopra, sentendo la nostra pelle rabbrividire al contatto. Davanti a me c’era Ben che mi guardava stralunato, in effetti aveva l’espressione giusta sul volto.
Come può una ragazza timida e sensibile come me fare quelle cose?
Mi misi a novanta gradi e cominciai a passare il palo tra le mie natiche, sentendo commenti non molto carini che mi urlavano alcuni ragazzi. Ben mi prese per un polso e mi portò al privè, mi strattonò buttandomi sul divano…
”Che c’è?” chiesi sdraiandomi su di esso e prendere il mio seno tra le mani come se fosse una sottospecie di invito al mio sesso, “merda voglio scoparti” rispose.
Si gettò su di me a capofitto, quelle tre parole mi fecero accapponare la pelle. Ma perché non impazzire almeno una sera? Mi misi su di lui a cavalcioni e cominciai a strusciarmi sentendo Ben fremere sotto il mio esile corpo, le sue mani afferrarono le mie natiche che strinse ed un gemito sonoro trapassò le mura del privè.
“Dio, ti voglio!” fremette ancora e diede una forte spinta al mio bacino, sentendo la parte colpita formicolare. “Eh dai merda, io sono qui” dissi allargando le braccia come per dire ‘prendimi daii!’.
Lui mi catapultò sotto di lui, cominciò a spogliarsi velocemente e con me fece la stessa cosa, passando le mani sulle mie cose magra e calde mugugnai qualcosa alla carezza.
Pian piano ci unimmo, facendoci scappare gemiti e versi, su quel insulso divanetto rosso.
Sentii il mio cellulare squillare, osservai l’ora..
“Merda!” esclamai, era mio padre.
Non mi chiamava mai e proprio mentre ero in un rapporto sessuale in un privè mi chiamava. Ben si tolse uscendo da me immediatamente..
“Pronto?”, la voce dura di mio padre si fece sentire dal mio telefonino ed anche Ben la udì..
“Trorna a casa..dobbiamo parlare di una cosa importante, c’è anche tua madre!” disse e chiuse la chiamata facendomi rimanere perplessa con il ‘tuuu,tuuu’ del cellulare che suonava continuamente nel mio orecchio.
“Scusa..” mi vestii velocemente sotto gli occhi di Ben. Presi la borsa e scappai senza neanche salutare Has. Corsi verso casa e mi ritrovai i miei aspettarmi sull’uscio della porta, mi guardavano severamente e mi fecero entrare facendomi accomodare sul divano del salotto. Li guardai in volto..non avevano una bella espressione.
 

  
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