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Autore: Pwhore    26/12/2010    1 recensioni
Sally è una comune ragazza di sedici anni. A parte il fatto che è orfana e la sua famiglia è costituita solamente da lei e dal fratello, Holden.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Eccoci arrivati!» annunciò Billie allargando le braccia. «Il mini-market!». Poggiò i pugni sui fianchi e si guardò attorno con aria soddisfatta. «Avanti infermiera, troviamo qualcosa che faccia sentire meglio la nostra amica.» continuò esaltato. Mike lo guardò e sorrise. «Come vuole lei, dottore» acconsentì. «D'accordo allora! Pronti, partenza, via!» gridò il moro alzando le braccia e correndo verso gli scaffali straripanti di roba colorata.

                                                                        * * *

Sally giaceva sul divano in uno stato di semi-trance. Aveva gli occhi aperti ma non riusciva a vedere niente a parte strane figure sfocate che si muovevano velocissime. In quanto a sentire, beh... Le arrivavano alle orecchie dei rumori indistinti provenienti dalla cucina e sentiva un leggero brusio di sottofondo salire dalle scale. Era quasi sicura di aver sentito la voce di Holden, ma sapeva che ormai lui non c'era più. Si tirò faticosamente a sedere e cercò di riacquistare il pieno controllo di se e di ciò che la circondava. La stanza continuava a girare e la sensazione di pesantezza che le opprimeva gli occhi non accennava a lasciarla. Chiuse nuovamente gli occhi doloranti e cercò di calmarsi. Per quanto ne sapeva, il dolore non faceva quell'effetto. Deglutì e cercò di ricordare se avesse assunto qualcosa di strano la sera prima o quello stesso giorno. Il mal di testa se n'era andato, in compenso, e ora stare sul divano in quel modo non le faceva più venire voglia di suicidarsi. Ma non riusciva proprio a ricordarsi niente di strano, di insolito o semplicemente di bell'aspetto che avesse potuto ingerire prima di sentirsi così. Si morse l'indice e si mise in una posizione comoda, che le stimolasse la memoria o  che le desse anche solo un po' di sollievo alla schiena. Delle ore che susseguirono il suo pianto isterico, solo il vuoto. Che cosa aveva fatto? Non aveva la minima idea di cosa potesse essere successo.

                                                                          * * *

«Yeeeeh!» gridò Billie lanciandosi per i corridoi semi-deserti, guidando il suo fidato carrello. Sembrava un bambino in un negozio di caramelle, e in effetti quello era proprio il reparto dei dolciumi. «Mike! Guarda qui! Corri!» diceva ammaliato. Mike lo seguiva con pazienza, svolgendo il ruolo dell'attento genitore. Diede un'occhiata allo scaffale che gli stava davanti. Strabordava di caramelle, gomme e dolci coloratissimi con sopra scritte varie, tutte rigorosamente allegre e intonate col tipo di cibo che rappresentavano. Mike prese in mano un pacchetto di verdure di gomma e lo guardò accigliato, poi decise di raggiungere Billie. Il moro gli stava tendendo un maxi-pacco di dolcetti vari di tutte le forme e di tutti i colori. «Qua in mezzo ci dovrà per forza essere qualcosa che le possa piacere!» esclamò. Mike annuì e indicò il carrello. «Forza, ficca dentro.». Billie scattò e ci lanciò dentro la sua nuova scoperta, che finì sopra il pacco di caffè di Mike. «Quella roba finirà per ucciderti.» scherzò. «Almeno ha un buon odore, non come le tue sigarette.» replicò l'altro. Billie fece una smorfia rassegnata e gli diede ragione. «Ad ogni modo, compriamole delle piccole coca-coline al limone.» propose. «Billie, non stiamo facendo la spesa secondo i tuoi gusti.» gli ricordò l'amico. Il moro fece finta di offendersi e mise il broncio. «Guarda che lo so! E' solo che è triste mangiare da soli.» disse guardando il cibo da lui desiderato. Mike alzò gli occhi al cielo e fece segno di mettere il pacco nel carrello. «Andiamo, sentimentalone.» disse, invitandolo a seguirlo. «Qui troveremo senza dubbio qualcosa che ci possa aiutare.» concluse, avviandosi verso la parete vicina alla fine del corridoio. Billie lo seguì trotterellando, lanciando occhiate affamate ai prodotti più appariscenti. Improvvisamente desiderò di non essere una persona costretta a badare alla propria linea, preso dalla bellezza di tutte quelle cose che voleva ma non poteva mangiare. Mike dal canto suo, guardava tutte quelle confezioni con distacco, come se l'ultima cosa che desiderasse fosse mangiare quello che contenevano. Billie lo guardò ammirato. Lui non riusciva a smettere di sbavare vicino a tutti quei dolcetti, mentre il suo amico se ne fregava altamente. Eppure, quando erano piccoli, tutti e due amavano le cose zuccherine e piene di coloranti.  Si chiese perché Mike fosse cresciuto, mentre lui continuava ad essere lo stesso ama-vaccate di trent'anni prima. Scrollò le spalle e decise che non era importante, dopodiché fece una breve corsa per raggiungere il biondo, che l'aveva ormai lasciato indietro. Diede un'occhiata al carrello e notò che si era riempito di poco rispetto a qualche minuto prima. «Che cosa stai guardando?» gli domandò. «Guarda, Bill, queste sono sigarette finte.» gli fece notare l'amico. «Sì, lo so, non sono scemo.» ribatté piccato. «Be', questi sono filtri alla fragola. Che ne dici di provare?» gli chiese guardandolo negli occhi. Billie tacque per qualche secondo, guardando prima i filtri rosei, poi Mike ed infine le sigarette. «Almeno questi non danneggeranno la tua voce.» gli disse il biondo. Il moro sospirò e gli prese il pacchetto dalle mani. «Almeno trova qualcosa che non mi dia la nausea il 90% delle volte.» rispose. Mike ammiccò un sorriso e si mise a cercare qualcos'altro. «Ehy, questo sembra figo!» esclamò il moro agguantando un pacchetto blu. «Mmm, mirtillo...» disse, leggendo le didascalie. «Okay, questo va bene» annunciò lanciando l'oggetto alle sue spalle. «Bene. E ora ripartiamo alla ricerca di qualcosa di buono e carino!» esclamò allegro. «Alla carica!» urlò, beccandosi un'occhiata spaventata da una cliente appena arrivata. Mike si massaggiò la fronte e partì tranquillamente all'inseguimento dell'amico, che lo aveva abbandonato assieme al carrello. «Ho come l'impressione che il bambino dentro di lui abbia tramortito la sua parte seria.» mormorò scuotendo la testa. Raccattò il pacchetto di filtri, che aveva mancato il bersaglio di una decina di centimetri ed era andato a finire vicino alla parete sinistra, e lo ficcò nel carrello con aria distratta. Cercò di immaginare la sua vita senza Billie. Niente, non ci riusciva. Tutto quello che gli era capitato di buono era successo grazie all'amico, e non riusciva a pensare alla propria esistenza se quel nanetto combinaguai non fosse esistito. Guardò i filtri e pensò a Billie. Non voleva che morisse. Desiderò ardentemente che il moro non avesse mai fumato una sigaretta, temendo che a lungo termine quelle cose malefiche potessero portarglielo via. Sospirò e si morse il labbro, cercando di sembrare allegro. Non voleva assolutamente guastare il divertimento all'amico. Scosse leggermente la testa e lo raggiunse. ''Diavolo, quest'atmosfera mi fa pensare sempre al peggio'' pensò. Assunse un'aria da finta persona seria e sbirciò oltre la spalla di Billie. Il giovane era indeciso sulla marca di patatine da prendere e continuava a guardare prima uno poi l'altro pacchetto. Dopo una lunga riflessione, lanciò tutti e due nel carrello e riprese a camminare. «Vedi, Mike, per scegliere cosa comprare c'è bisogno di una grande capacità di riconoscere i pro e i contro, e, modestamente, io ne ho molta.» disse con aria di importanza. Mike lo fissò, indeciso su cosa ribattere, e tacque. Al che Billie si girò di scatto, dicendo: «Non mi pare di averti sentito concordare.». Il biondo rise, irritando l'altro. «Vabbe', siccome sono superiore ai tuoi giochetti da invidioso, ti perdono.» disse magnanimo il giovane. «Avanti, dimmi 'grazie'.». Mike lo guardò alzando le sopracciglia e lo ringraziò. «Bene. Era il minimo.» concluse il moro con fare altezzoso. Mike alzò nuovamente gli occhi al cielo e lo superò. Per lui fare la spesa con Billie era uno spasso, anche se gli altri clienti probabilmente non la pensavano allo stesso modo. Si grattò il naso e prese la rincorsa. Dopodiché saltò sul carrello e si lasciò trasportare in giro per il corridoio, mentre Billie cominciava a rincorrerlo ridacchiando. Erano già stati cacciati da così tanti supermercati che ormai si comportavano come se quella per loro fosse la cosa più normale del mondo, a discapito dei clienti e del personale del negozio di turno. Le loro mogli ci si erano già rassegnate, quindi loro non vedevano perché preoccuparsene e continuavano a divertirsi. E poi, alla fine, dalle star ci si aspettano scemenze del genere, no? Stavano solo dando alla stampa qualcosa di cui parlare. E con questo pretesto, si divertivano come matti, dimenticando per un po' Sally e le sue disavventure.
   
 
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