The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Ruki & Kochiyo - Sisters,
Lovers and You
Legenda:
幸千代 = Kochiyo in giapponese, è
associato al PoV di Ruki e Kochiyo stessa.
E qui, ci vuole un ringraziamento grosso come il Giappone a
quella creatura che qui in EFP si faceva chiamare Aredhel Noldoriel, adesso Sundance,
ma che per il mio cervellino a compartimenti stagni è Jo.
Se non tenessi almeno un pochino al rispetto che mi sono
guadagnata, fanciulle mie, vi trascriverei lo scambio di mail (oggetto: kanji oh questi sconosciuti… e vi ho già
detto in che condizioni ero!!!) fra me e Jo quando mi sono resa conto che per
il nome della fidanzata di Ruki NON AVEVO IL KANJI PER IL SEPARATORE!!!!!! *rivive
il panico come se fosse adesso, fa breve training autogeno e si riprende un
minimo*
Per la bontà degli Shichifukujin non le ho più nel pc, sapete
come sono messa con le tentazioni…
Orbene, anche senza vederla, so che si è fatta in cento, non in quattro, per
trovarmelo… non lo ha trovato, me lo ha creato.
Sì, avete letto bene. Aggiungendo che sperava che avesse il
senso voluto.
Bambina mia, come ti ho già scritto subito, per me Kochiyo in kanji si scrive così,
punto. Sfido chiunque a dire il contrario.
Ti sei sbattuta a metà maggio 2010 per farmelo avere e ti
ringrazio pubblicamente solo adesso,
ma se non ci fossi, bisognerebbe inventarti… arigatou. *s’inchina e bacia mano*
30 gennaio 2010
Ruki
Ok, era il caso di affrontare la cosa con la sua illustre fidanzata.
Uruha quel giorno gli aveva praticamente fatto una sauna russa,
approfittando dell’unica pausa caffè della mattinata… l’ennesima, sauna russa. Come se il fatto che si sposasse non fosse
abbastanza, per tutti i Kami-gami.
C’era da sperare che Reita e Aoi non mollassero il sano principio “non
è certo un anello che ti legherà a vita al sottoscritto”.
Su Reita era abbastanza sic… no, su
Hell era sicuro.
Erano le donne che decidevano, beando gli uomini dell’impressione di lasciare
nelle loro mani la barca… in altre parole: Kochiyo era d’accordo con lui. Quindi
non si sarebbero sposati.
Aveva parlato parecchio con la puffetta, anche al telefono, e le idee
di quella donna erano limpide. La pensava come lui, come Kochiyo e come Reita.
Sospirò fermandosi all’ennesimo semaforo. Lui e la famosa “onda verde”
erano inconciliabili, ormai non perdeva neanche più tempo a leggere la velocità
magica da mantenere.
Su Butterfly invece non ci avrebbe scommesso.
Aveva la netta impressione che la fanciulla si fosse semplicemente allineata con l’idea di Aoi.
Cosa che, ovviamente, non escludeva che, come Aoi si fosse reso conto
della cosa, avrebbe potuto rivalutare la propria opinione.
E magari cambiarla.
Ne erano cambiate di cose, in un anno! Dodici mesi prima solo Aoi aveva
gettato le armi davanti a Butterfly, Reita era un single cronico e Kai era in
crisi nera con… con… ah, kuzotare, non importava. A quel punto non aveva
davvero importanza il nome della sua ex.
Si trovò a sorridere al parabrezza.
E dire che una volta superato il trentunesimo compleanno di quel
chitarrista si era sentito quasi al sicuro!
Quasi, perché la nota bastardaggine di Reita era stata come una soffocante
cappa pronta a sommergerli… poi invece era quasi riuscito a far piangere il
vecch… Aoi dalla commozione.
A volte pensava che non ci dormiva la notte per architettarle, invece
era sufficiente che desse voce ai suoi sentimenti per far traballare il mondo.
Lanciò un’occhiata al semaforo che sembrava essersi messo in sciopero
sul rosso.
Appoggiò il gomito contro la stretta sporgenza della portiera all’altezza
del finestrino e sbuffò portandosi il dorso della mano davanti alla bocca.
Batté distrattamente l’indice e il medio sulle labbra seguendo il ritmo
della canzone alla radio.
Odiava il traffico. Se esisteva un modo più stupido di perdere tempo, in quel
momento non gli veniva in mente.
Quelle riunioni di sabato mattina erano a dir poco deleterie per la sua già scarsa pazienza… il nuovo tour si
avvicinava a passi da gigante. A luglio sarebbe uscito il singolo nuovo… e
dovevano consegnarlo entro la fine di febbraio…
Quanto sono cambiate le cose in un anno.
Se non altro, Kochiyo era comunque di turno al lavoro, quindi non le
aveva sottratto tempo… e l’indomani sarebbero stati tranquillamente a casa.
Gli altri dovevano organizzare il
suo compleanno e lui e la sua fidanzata necessitavano di un po’ di tempo da
soli.
Era una sicurezza avere addirittura un anno in meno di Reita. Aoi era
l’unico bersaglio di cui disponesse quel bel tipo all’interno del gruppo.
Il semaforo si ricordò finalmente di avere a disposizione ben tre
colori e passò al verde.
Ingranò la marcia e partì.
Pestando, dopo forse due metri, sul freno a causa della fila.
Kso, il sabato va abolito per le
riunioni e le prove. La gente che non lavora si riversa allegramente per la
strada e non cambia un cazzo!! Ma perché non dormono quando possono??
Kochiyo lavorava due sabati al mese a rotazione, un mese il primo e il
terzo e il successivo il secondo e il quarto, se lui era sempre libero quel giorno, tours permettendo, le probabilità di
poter stare insieme, crescevano esponenzialmente!!!
Devo ricordarmi di parlarne con Kai…
magari proprio il giorno del mio compleanno…
Sorrise riprendendo lentamente la marcia verso casa.
I piani dovevano essere progettati e ragionati con astuzia per
funzionare.
Restava da capire come mai era stato Uruha a comunicargli che Kochiyo
stava male a saperlo così legato ad Hell… a sua volta avvisato dalla fidanzata
nonché migliore amica della donna in questione… che poi, rimettendo insieme
tutto quello che gli aveva detto l’amico, non era neanche gelosia stavolta.
Dei, le donne… specie la sua… erano in continua evoluzione, non c’era
astuzia che reggesse.
Questa volta dovrò veramente dar fondo
al mio fascino. Mi serve un piano. Possibilmente geniale.
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Kochiyo
Il sabato a lavorare era eterno.
Doveva ancora vedere un cliente e le vetrine erano state rifatte appena
due settimane prima, in quanto responsabile del reparto non toccava a lei
spolverare… quindi non c’era altro da fare.
Yeijiro apparve improvvisamente. «Puoi prenderti una pausa sigaretta?»
«Vedi qualche cliente da seguire?»
«Anche nel reparto femminile è la stessa solfa, Arisa-sama sta
prendendo in considerazione l’ipotesi di farmi uscire prima e…»
«Arisa è una saggia.»
«… mi ha chiesto di chiederti cosa ne pensi, in quanto responsabile del
reparto maschile.»
«Ci fumiamo una sigaretta e poi vengo con te a parlarle.»
Avvertì una delle commesse sotto di lei che si allontanava per qualche
minuto.
Il concetto che proprio non voleva entrare in testa ai proprietari del
negozio, era che dopo il Gantan, e la spropositata emorragia di denaro che lo
caratterizzava, la gente non aveva voglia di infilarsi nei negozi per un bel
po’. Almeno fino al Kenkoku Kinen No Hi.
Se non altro Ruki era dovuto andare ad una riunione e anche lui avrebbe
liquidato gli impegni in mattinata.
Aveva voglia di starsene un po’ da sola con lui.
«Urupon mi ha giurato che gli parlerà oggi.»
Sorrise senza volerlo, «Wow, proprio prima di mezzo fine settimana che
posso passare da sola con lui…»
L’espressione di Yeijiro cambiò. «Oh no…» gemette.
«No, stai tranquilla, scherzavo. Se deve arrabbiarsi perché mi faccio
problemi inutili, è meglio che lo affrontiamo senza interruzioni.»
«Pensi che si arrabbierà?»
«Se fossi in lui, io mi arrabbierei per una cosa del genere.
Onestamente, Yei-chan. Fermo restando che è la
donna di Reita, non sta scritto da nessuna parte che Ruki debba dirmi sempre cosa pensa e cosa prova. So che
si sentono al telefono e non mi da fastidio, anzi. Watashi mo ho chiamato Hell cinque
o sei volte e lei mi chiama o manda sms almeno una volta alla settimana. So
perfettamente quanto è riservato e poco disposto a mettere in piazza i suoi
sentimenti… la prima volta che ha detto di amarmi per poco sono cascata in terra.
Questo sentimento poi, non ha
precedenti. Ero convinta che si fosse affezionato
a Butterfly e Thunder… pensa quanto ho capito di lui.»
«Non prenderla così.»
«E come dovrei prenderla? Dopo quasi quattro anni di relazione di cui
più della metà di convivenza ancora mi comporto come una ragazzina al secondo
appuntamento.» Scimmiottò una isterica «Chi
chiami? Dove vai? Quando torni? Cosa pensi? Perché hai fatto questo? Perché non
hai fatto quest’altro?» Sbuffò, «Sono ridicola, ecco la verità. E dire che
ho pensato che la cazziata di Reita di un anno fa fosse stata la mano dei
Kami-gami. Prendi proprio Hell e Reita. Hell ha vent’anni compiuti da poco più
di un mese. Si è imbarcata in una relazione con un uomo di otto anni più
vecchio di lei, playboy di rinomata fama, e li divide praticamente un emisfero!
Ed è Reita che la cerca in continuazione. Ruki mi racconta che non fa che
scriverle sms, a qualsiasi ora… ed è ragionevole pensare che quando qui è
giorno, a Boston è notte. Come si fa
a legare un uomo così? E senza farlo sentire in trappola… perché conosci Reita,
almeno un minimo, no?»
Yeijiro annuiva.
«Ecco, ci siamo capite. E’ chiaro che una persona riservata come Ruki
sia affascinato da Hell come una falena con la luce. In questo preciso momento
mi chiedo come faccio a non capire, anche se fra due ore avrò accantonato
questi bei discorsi e sarò punto e a capo. Mi è andata di culo che l’ha eletta imouto onoraria sfidando le ire di
Butterfly e Thunder che, se ti fosse sfuggito, battono anche Reita in quanto a
gelosia verso quella ragazza…»
Yeijiro continuava ad annuire.
Peccato che la mia saggezza sia a breve termine:
davanti a quell’uomo sono un inerme ammasso di gelatina.
Tirò l’ultima boccata dalla sigaretta e… «Fra l’altro mi devo ricordare
di comprare le sigarette prima di tornare a casa, sicuro Ruki-chan non ci pensa,
queste riunioni di sabato mattina lo annientano…»
«Le devo comprare watashi mo» disse Yeijiro, «in due ce lo
ricorderemo…»
Scoppiò a ridere, «Impegnandoci…» Spense la sigaretta nel posacenere
pieno di sabbia lì vicino e… «Su, andiamo da Arisa-san adesso. Vediamo se
riusciamo a chiudere almeno mezz’ora prima oggi. Potrei organizzare qualcosa di
speciale per Ruki se arrivo in tempo utile a casa…»
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Ruki
Arrivò a casa molto in ritardo rispetto a quanto aveva preventivato, ma
abbastanza in anticipo per quanto riguardava Kochiyo.
Aveva almeno un’altra ora da passare in negozio.
Aveva sviluppato un piano nel traffico che intendeva mettere in
pratica.
Forse non proprio geniale, e tanto meno originale, ma aveva già appurato che funzionava… quindi…
Si liberò le mani e si tolse cappotto e berretto appendendoli
diligentemente all’attaccapanni.
La seconda parte del piano
consisteva proprio nel non farle trovare come al solito in giro parti di
abbigliamento…
Riprese i fiori che aveva comprato, rigorosamente rose rosse e bianche,
che costituivano la prima parte del
piano, e si guardò intorno indeciso… dove li poteva appoggiare in attesa di
Kochiyo?
Ok, li posteggio sul divano, tanto mi
apposto qui davanti ad una certa ora.
Si diresse in bagno e chiuse il tappo della vasca, aprendo l’acqua
calda.
L’avrebbe riempita per metà, poi avrebbe finito con acqua bollente più
tardi, in modo da riempirla completamente per l’arrivo di Kochiyo.
Andò all’armadietto a muro che conteneva i vari bagnoschiuma e li prese
tutti, uno ad uno, annusandoli.
Alla fine ne scelse una alla rosa, la fragranza preferita di Kochiyo.
Lo posizionò sul bordo della vasca.
Fiori ok, niente casino in giro ok, bagno
ok… ah sì, candele!
Tornò in sala e andò all’anta dove Kochiyo aveva raggruppato le
candele.
Profumate o no? Facciamo cifra tonda:
alla rosa. A forma di rosa. Perfetto. Sorvolando che è giusto lei che le
compra, sono perfette!
Ne prese una confezione da quattro e, tornando verso il bagno, le aprì.
Le posizionò in modo che non fossero in mezzo quando sarebbero entrati
in vasca, le avrebbe accese all’ultimo momento.
Avrebbe definitivamente chiarito le idee alla sua donna: che differenza
c’era fra imouto, amante… e lei.
Si sollevò in piedi guardando compiaciuto la panoramica.
Quando sarà completamente piena di
schiuma e le candele accese, sarà perfetto.
In quel preciso momento, sentì la chiave girare nella serratura.
Amaterasu, dimmi che è un’allucinazione!
Mi si è fermato l’orologio?? Che ore sono???
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Kochiyo
Fu un’impresa riuscire ad infilare la chiave nella serratura, visti i
pacchetti che aveva fra le mani, ma ci riuscì e aprì.
Non incontrò le solite mandate con cui chiudevano quando uscivano tutti
e due, ma era così occupata a non far cadere niente, che non ci si soffermò.
La chiuse con un movimento del piede restando stoicamente in
equilibrio.
Cosa si faceva per amore…
Fu a quel punto che la sua attenzione si soffermò, inchiodandosi, su qualcosa.
Un mazzo di rose rosse e bianche sul divano.
Rimase a fissarlo stralunata.
Guardò la porta che si era chiusa dolcemente dietro di lei e… concretizzò
in quel momento la mancanza delle mandate.
Non ci credo, è già in casa…
In quel preciso momento, Ruki apparve in fondo al corridoio.
«Itoshii?» chiese a dir poco incredulo «Ma… ma sei in anticipo…»
«Beh… sì… non c’era lavoro e siamo uscite mezz’ora prima… ma anata mo
sei in anticipo…»
Lo vide chiudere gli occhi. «Molto meno di quello che speravo… e io che
fantasticavo di aver concepito il piano perfetto…»
Rientrò nel bagno e tempo cinque secondi uscì di nuovo, avvicinandosi a
lei.
«Beh, ci ho provato…» disse rassegnato. Si avvicinò a lei per baciarla,
«Bentornata a casa itoshii…»
«A… arigatou…»
Si avvicinò al divano e prese il mazzo di rose, «E’ troppo sperare che
tu non lo abbia notato, vero? Pensavo di appostarmi qui davanti ad aspettarti…»
Le tornò davanti, «Facciamo cambio? Io ti do i fiori e tu mi dai i pacchetti?»
propose.
Sentì le lacrime agli occhi, «Volevo farti una sorpresa…»
«Watashi mo itoshii hito.»
Sorrise senza volerlo, «Tu ci sei riuscito. Arigatou, sono stupende…»
Ruki le tolse di mano tutti i pacchetti e ci posizionò i fiori.
«Questo è solo l’inizio… cosa c’è qui dentro?»
«Beh… il pranzo… ho previsto di arrivare poco prima di te… e dovevo
pensare a preparare anche il bagno, così ho comprato quello che ti piace per
riscaldarlo e…»
Ruki scoppiò a ridere, «Ottimo, al bagno ci ho già pensato io al
cinquanta per cento!» la informò.
Rimase a bocca aperta, poi rise anche lei, e gli saltò al collo con il
braccio libero dai fiori, «Aishiteru!!!»
Un braccio di Ruki le cinse la vita, «Watashi mo…»
Si separò appena da lui per baciarlo e Ruki l’assecondò.
«A questo punto prima mangiamo così non dobbiamo riscaldarlo?» propose
sulle sue labbra.
«Affare fatto itoshii, tanto la vasca è già piena per metà, anche se
l’acqua si fredda…»
«Ci pensa l’altra metà bollente a rimettere le cose in regola…» terminò
lei.
«Era studiata bene, vero?»
«Sì… ma sono comunque felice di stare più tempo con te.»
Ruki sorrise e, dopo averle schioccato un altro bacio, si avviò in
cucina con i pacchetti.
Posò i fiori sul mobile e si tolse il cappotto.
«Kochiyo-chan, hai pensato anche alle sigarette!!!» lo sentì esultare
estasiato.
Scoppiò a ridere. «Ti sei appena ricordato di stare per finirle?»
s’informò riprendendo i fiori e partendo alla caccia di un vaso.
«Non solo, mi è anche tornato in mente che domani è domenica! Che donna previdente!»
Sorrise divertita.
Lo amava anche per questo.
Strano che non avesse trovato il cappotto e il berretto sul divano al
posto dei fiori… quell’uomo di solito ignorava bellamente l’attaccapanni!
Lo raggiunse in cucina con il vaso.
Ruki aveva già apparecchiato e disposto le pietanze in tavola.
«Dammi il vaso, lo riempio io» disse prelevandolo dalla sua mano.
Lei scartò le rose sul ripiano della cucina.
Gambo lungo, come Ruki sapeva che piacevano a lei. Rosse, passione;
bianche, purezza.
Quell’uomo sapeva come farla felice, ormai era assodato.
«Acqua tiepida, vero itoshii?» chiese il suo fidanzato.
«Sì.»
Lo aveva stupito quando lo aveva informato che i fiori non andavano mai
messi in acqua fredda, appassivano prima.
Come lo aveva detto a lui, altri quattro uomini a caso erano stati resi edotti della cosa.
Con una certa soggezione, Ruki l’aveva informata che neanche Kai lo sapeva prima che glielo
dicesse lui.
Lì per lì non aveva capito bene il profondo significato di quella informazione…
poi aveva conosciuto un po’ meglio Kai.
Beh, avere una madre fioraia, aveva molti lati positivi.
Mangiarono allegramente, bevvero il caffè mentre Ruki cominciò
scherzosamente ad allentare la crocchia che le legava i capelli dandole piccoli
baci sulle guance e sul naso, poi il suo fidanzato tornò in bagno a finire di…
sistemare.
Lei rimise velocemente a posto la cucina.
«Itoshii? Sono pronto!» la informò.
Sorridendo si avviò in bagno… e si inchiodò sulla soglia a bocca
aperta.
Wow… sta dando fondo al suo fascino
oggi… e dire che pensavo di trovarlo arrabbiato. Forse Uruha alla fine non gli
ha detto niente…
Persiane socchiuse, schiuma a volontà, candele, Ruki già in acqua.
«Devo uscire dall’acqua per spogliarti, itoshii?» chiese suadente.
Sorrise. «No… rimani pure dove sei…»
Si spogliò lentamente, come piaceva a Ruki.
Lo vide rimanere a fissarla in silenzio.
Quell’uomo le aveva aperto le porte del suo cuore, della sua casa e
della sua vita.
Si meritava una cassaforte chiusa tutta per sé.
Si sfilò le mutandine per ultime e le lasciò cadere a terra. «E’ calda
l’acqua?» chiese.
«Sì.»
Si sciolse i capelli e si avvicinò al bordo.
Entrò con cautela, abituandosi al calore dell’acqua.
Si acquattò davanti a lui e prese posto sedendosi fra le sue gambe.
Ruki con pochi gesti le bagnò completamente i capelli e la strinse a
sé.
«Perdonami.»
Pensò di aver capito male, si voltò appena verso di lui, fissandolo incredula.
«Per cosa?» non riuscì a trattenersi.
Sono ufficialmente confusa.
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Ruki
A quel punto, due erano le cose: o Uruha lo aveva difeso a spada
tratta, convincendo fra l’altro
Kochiyo, e si era scordato di avvisarlo… o stavolta
la sua fidanzata era veramente fuori dai gangheri e aspettava il momento più
opportuno per fargliela pagare, cullandolo con un’apparente tranquillità.
Preferiva optare per la prima ipotesi.
Non era mai successo che Kochiyo usasse la loro intimità come arma
contro di lui, magari piantandolo sul più bello… ma poteva sempre succedere.
Si rendeva conto che ancora dava molte cose per scontate con lei e
quella donna non se lo meritava, non dopo che si era adeguata ai suoi ritmi, non
dopo che lo aveva accettato con le sue luci e le sue ombre… non dopo che aveva
accettato senza riserve di essere la sua amante prima, la sua compagna poi.
Kochiyo resse il suo sguardo per tutto il tempo che le occorse per
spogliarsi e, alla fine, fece cadere in terra le mutandine. Rosa, ovviamente.
Gli aveva permesso di riempirle i cassetti con quello che gli piaceva o
lo eccitava.
«E’ calda l’acqua?» s’informò a bassa voce.
«Sì.»
La vide sciogliersi i capelli, avvicinarsi alla vasca, scivolarci
dentro e prendere posto contro di lui.
Le bagnò completamente i capelli, sapendo quanto le piaceva che
profumassero di rosa… poi diede voce alla sua ansia e al suo senso di colpa.
«Perdonami.»
Kochiyo sussultò, si
voltò di scatto verso di lui e lo fissò sbalordita. «Per cosa?»
Distolse lo sguardo
dal suo.
Aveva già deciso di far finta di nulla, di passarmela
per buona senza discutere.
«Ho parlato con Urupon oggi.»
Stavolta smise di respirare. Un attimo.
«E non sei arrabbiato?» chiese in un sussurro.
Ho capito male.
Tornò a guardarla, «Arrabbiato? Tu dovresti essere arrabbiata, non io.»
Kochiyo lo fissava ancora.
Vide delle lacrime fare capolino dai suoi occhi.
Scosse la testa, «Sono io che mi faccio problemi assurdi. E’ stupido
pensare che tu debba dirmi tutto quello che ti passa per la testa. Ci sono
arrivata solo oggi, mentre ero al lavoro. Sei legato ad Hell da qualcosa di
particolare e non hai fatto niente per nasconderlo, né a me né a Reita, che è
il ragazzo di Hell. Solo questo avrebbe dovuto tranquillizzarmi. Kso, mi sento
baka a parlarne con te adesso e…»
La baciò.
Il sollievo era troppo.
Kochiyo rimase un attimo immobile, poi lo assecondò, muovendosi
lentamente si sistemò contro di lui, voltandosi quasi completamente.
«Tu hai il diritto di sapere
cosa mi frulla in testa, Kochiyo» soffiò
sulle sue labbra. «Tu, sei l’unico
elemento di una categoria a parte nella mia vita. Tu, hai diritti che nessuno altro ha. Neanche i miei genitori o gli
uomini che ritengo miei oniisan. Tu,
sei tu. Non una compagna o un’amante
o una imouto. Sei la mia compagna e
la mia amante, ma dopo l’essere… tu. Kami-gami, dimmi che capisci cosa
voglio dire, perché non trovo altre parole.»
Lo stava fissando piangendo.
La vide annuire piano. Poi sempre con più convinzione. «Ho capito.
Perdonami.»
«Perché non mi hai chiesto spiegazioni se la cosa ti ha in qualche modo…?»
«Avevo paura che ti arrabbiassi… è stupido farsi problemi per…»
Appoggiò la fronte contro la sua chiudendo gli occhi. «Credevo che
fossi tu, quella arrabbiata con me. Continuo a dare per scontate cose che non
lo sono… ma me ne accorgo in ritardo.»
Fu la bocca di Kochiyo a cercare la sua.
Fu quel corpo a terminare il movimento iniziato poco prima e la sentì
mettersi a cavalcioni su di lui.
«Aishiteru…» gli soffiò sulle labbra.
La cercò sotto l’acqua, avvicinandola di più a sé, il fiato già corto.
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Kochiyo
Rimasero abbracciati dopo aver fatto l’amore.
Lei aveva semplicemente appoggiato la testa sulla spalla di Ruki e si
era abbandonata contro di lui… che l’aveva tenuta a galla.
Realizzò improvvisamente che Ruki le stava bagnando i capelli con
l’acqua insaponata.
Strusciò il naso contro il suo collo.
«Potremmo farci una doccia veloce per toglierci il sapone di dosso…»
mormorò il suo fidanzato «e poi…»
Sorrise. «Poi?»
«Potremmo riprendere il discorso in camera…»
«Aishiteru.»
«Watashi mo.»
Staccò il naso dal suo collo e cercò i suoi occhi.
Amava quando non aveva le lenti a contatto che li nascondevano.
Ruki rispose al suo sguardo.
Lentamente cercò con la mano sotto l’acqua il tappo per far svuotare la
vasca… e accidentalmente, trovò
altro.
Ruki sobbalzò.
«Ops, itoshii… gomen…»
«Per cosa, esattamente?» s’informò sornione con voce di nuovo roca.
Con una lenta carezza riprese la ricerca del tappo e lo trovò.
«Ti ho urtato» rispose innocente.
«Sentiti libera di urtarmi quando vuoi.»
Scoppiarono a ridere.
Ruki la tirò in piedi e l’abbracciò per baciarla. «Prima ci facciamo la
doccia e prima…»
«… potrò urtarti di nuovo.»
«Credo che qualche ammaccatura te la lascerò watashi mo… ci pensi che
sei sola con me fino a domani sera?»
Riuscirono a lasciare la vasca ed entrare nella doccia.
«Ci pensi che sei solo con me fino a domani?»
Lo vide scoppiare a ridere.
«Ci voleva…» mormorò sulle sue labbra.
L’acqua cominciò a cadere.
«Ci voleva proprio…» convenne.
«Sei bellissima.»
«Anata mo.»
«Tu lo sei di più.»
Cominciarono a sciacquarsi a vicenda.
«Non è vero.»
«Lo è. Ti ho detto che la prima volta che ti ho visto sono rimasto
abbagliato, vero?»
«Sì, me lo hai già detto.»
«La divisa che ti costringono ad indossare è a dir poco inguardabile,
itoshii… ma a te sta bene.»
Scoppiò a ridere, rammentando le paranoie che aveva avuto quando, per
la prima volta, Ruki le aveva detto che quella divisa era orrenda.
«Per tua informazione, ho provato a suggerire di fare la divisa rosa,
ma…»
«Spero che ti abbiano detto di no. Tu vestita di rosa sei assolutamente
irresistibile. Quindi, ti vesti di rosa solo se ci sono io con te.»
«E’ gelosia, questa?» lo punzecchiò.
«Puoi giurarci.» Lo vide sorridere mentre una sua mano scivolò fra le
sue gambe «Per il matrimonio della tua migliore amica, dovrò trasformarmi in
una guardia del corpo…» aggiunse soddisfatto… avendo probabilmente registrato
il brivido che l’aveva scossa da capo a piedi. «E ora che ci penso, prima ci
sarà il matrimonio di Kai e Thunder…»
«Sono… sono sicura che te la caverai alla grande…» articolò in qualche
modo.
Ma perché gli basta così poco per
accendermi?
Lo vide annuire. «Direi che siamo sciacquati sufficientemente.»
«Direi watashi mo.»
In un attimo l’acqua era chiusa e lei, fuori dalla doccia, dentro
l’accappatoio.
«Non credo avrò la pazienza di far asciugare i capelli, itoshii…»
bisbigliò Ruki improvvisamente.
Anche il semplice asciugarla diventava una scusa per toccarla.
幸千代 Φ 幸千代 Φ 幸千代
Ruki
«Non credo avrò la pazienza di far asciugare i capelli, itoshii…» si
sentì in dovere di avvertirla, visto cosa era successo al cuscino l’ultima
volta.
La risposta di Kochiyo fu un bacio che per poco non li fece finire
distesi in terra proprio lì, nel bagno.
La sollevò da terra e andò verso la camera.
E quello era solo l’inizio.
Quella donna lo accendeva come un fiammifero.
«Rammento che l’ultima volta avevamo trovato una soluzione per non
inzuppare il cuscino…» gli soffiò nell’orecchio prima di disegnarne le linee
con la lingua.
«Sa… sarebbe?»
«L’alto e morbido tappeto ai piedi del letto…»
La scarica di adrenalina che lo invase gli tolse il respiro.
«Potrebbe essere un po’ duro per la tua schiena…»
«Facciamo una prova… se poi è troppo duro… la prossima volta stai tu
sotto…»
Rise.
Non riuscì a trattenersi.
La carica erotica della sua donna riusciva sempre a stupirlo.
«Affare fatto itoshii…»
______________________________________________
NOTE:
Onda verde: per chi non ha la patente non significa niente, forse
ispira un mare pieno di alghe.
E’ in pratica una serie di semafori, spesso su rettilineo, con segnate
accanto ai colori le velocità espresse in km/h.
Se rispetti la velocità che è illuminata al tuo passaggio, sei sicuro
di non doverti fermare al semaforo successivo in quanto esso sarà di sicuro
verde.
Fra me e voi: non ne ho mai visto uno su suolo italiano…
Un po’ di festività giapponesi
(ringraziate le nostre commesse):
Gantan: la festa del Capodanno, 1 gennaio, ovviamente
Kenkoku Kinen No Hi: anniversario della Fondazione della Nazione, 1
febbraio
Pargoletta Mya: … hai ancora voglia di tirare un cartonato in faccia
a Ruki? XD
Uso il casco aperto perché quelli integrali mi danno noia. Non mi
sembra di avere abbastanza aria.
Ho visto le ultime foto… e se le ho viste. E se le ho viste. *censured*
Ultimamente non ascolto altro che loro e i Versailles.
Fra l’altro (parentesi out of topic, come si suol dire) l’ultimo
singolo dei Versailles mi ha lasciata inerme sulla sedia. Destiny -The Lovers-. Se ti
capitasse a tiro…
Hai passato un bel Natale?
TheResurrection: … che ne dici di Ruki in questo capitolo? Gli
perdoniamo l’attentato ai gioielli di famiglia di Uruha della scorsa shot? XD
Mi piacciono le ultime canzoni. Se devo essere sincera Shiver mi aveva
un po’ preoccupata, perché non mi era arrivata subito al cuore come al solito.
Aoi è bello, non ce n’è. E visto che conto 35 anni e ½, per me non è neanche
vecchio! XDDD
Spero il tuo Natale sia stato piacevole.
Approfitto di questo aggiornamento per augurarvi un felice 2011 bimbe.
E concludo con 2 parole che oggi mi rendono ballistica: Tokyo Dome.