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Autore: PiccolaWriter    27/12/2010    12 recensioni
- Baciami.
[...]
- Cosa? – bisbigliò, quando ebbe riacquistato l’uso della parola.
- Hai capito bene. Baciami, adesso, qui, subito.

Piccolo scorcio Draco/Hermione legato alla mia storia Look at Me.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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“Ti odierò se posso, altrimenti t’amerò controvoglia”

Francesco Petrarca - Ascesa a Monte Ventoso





- Ciao, Granger.
Erano state le sue labbra a sibilare, prima che potesse anche solo pensare di volerle bloccare, o di cucirsele, o di mordersele a sangue.

- Spostati, Malfoy – fece lei, scorbutica, inchiodandolo con uno sguardo deciso, determinato come la sua forza di volontà. Le sue sopracciglia erano aggrottate, tra le braccia stringeva convulsamente dei libri. Sembrava andare di fretta.

- Ti devo parlare – la informò, secco, poggiando il palmo aperto sul marmo della parete antica, bloccandole definitivamente il passaggio. La guardò e pensò, trattenendo un ghigno, che se avesse potuto farlo, il suo sguardo adirato l’avrebbe già ucciso.

- Io no – soffiò, ad un palmo dal suo volto.

Draco vide come la rabbia si agitava, scalciava ed urlava dentro di lei. Vide le sue mani avvinghiarsi ancora di più su quegli innocenti volumi che stringeva tra le braccia. Vide i suoi capelli, ancora lì, intrappolati da quel fermaglio che desiderò sciogliere, ricci e crespi, gonfi d’ira.

- Invece credo di sì.

- Sbrigati, allora. Non ho tempo da perdere.

- Baciami.

Come immense e scure ali d’uccello, le ciglia della ragazza si dispiegarono sui suoi occhi sbalorditi ed immensi. Le sue guance cominciarono a chiazzarsi di rosso, ed il petto, costretto solamente dalla camicetta sottile della divisa, cominciò ad abbassarsi e rialzarsi ritmicamente, agitato. Su e giù, la sua ira aumentava ad ogni respiro, lo capì subito lui, e lo capì anche dalle sue mani piccole strette a pugno, dalle sue labbra dischiuse dall’indignazione, dal sospiro esasperato trattenuto con forza nei polmoni.

- Cosa? – bisbigliò, quando ebbe riacquistato l’uso della parola.

- Hai capito bene. Baciami, adesso, qui, subito.

- Scordatelo – quasi ringhiò lei, con un verso simile a quello di un animale impaurito. Indietreggiò d’istinto. Volgendosi, cercò invano una via di fuga, ma poco dopo si rese conto ch’era una battaglia persa: dietro le sue spalle c’era solo un vicolo cieco.

- Non potrei, nemmeno se lo volessi. Adesso baciami.

Draco fece un passo verso di lei, avvertendo nel contempo il tonfo dei libri che cadevano rovinosamente a terra. D’un tratto, senza che se ne fosse accorto, notò che Hermione aveva già la bacchetta in una mano, la stretta salda e decisa, la cui punta era ovviamente puntata verso il suo petto ampio.

- Mi temi? – chiese lui, cercando di trattenere un sorrisetto.

- No, affatto.

- Allora perché brandisci la bacchetta, in posizione di difesa?

- Mai fidarsi d’una serpe – mormorò lei, assottigliando lo sguardo e riuscendo a colpirlo anche senza aver pronunciato nessun tipo di incantesimo d’attacco.

Quello che Draco sentì fu un male fisico, vero e proprio; fu come ricevere un reducto in piena faccia, un pietrificus totalus dritto verso il cuore. Il ragazzo si fermò, seguito dal suo stesso respiro.

- L’hai detto tu, ricordi? – continuò lei, impassibile, l’espressione adesso più seria, concentrata. Un po’ triste, malinconica.

Anche lei, forse, si stava perdendo nei ricordi di quella prima notte? Di quelle notti, ed altre, altre notti ancora?

- Piccola Grifondoro – bisbigliò, cauto – non sempre ciò che dico è vero. Ma in questo caso, sai, devo ammettere che il mio consiglio era davvero saggio. Mai fidarsi d’una serpe – ripeté dopo, freddo, per poi tornare lentamente ad assumere un’espressione greve.

Lei annuiva piano col capo, lentamente. Forse solo per condiscendenza.

- Lasciami andare adesso, Malfoy.

- Mi chiamavi Draco.

Hermione fece un passo verso di lui, puntando sempre la bacchetta al centro del suo petto.

Come sei bella quando sei determinata come adesso. Pronta a tutto, battagliera fino all’ultimo. Caparbia.

- Quella notte non ero in me. E neanche dopo. Non ero io.

Draco si ritrovò a ridere. Dal suo tono poco sicuro, da quel flebile tremolio della voce, gli sembrò chiaro che volesse solamente auto-convincersene.

- Ma eri tu quella che, quella notte, si è avventata su di me.

Il suo sussurro tagliente le fece digrignare i denti dall’irritazione.

Il tuo sguardo è ferito? Oppure è solo l’ombra di un pentimento, quello che si può intravedere nelle viscere delle tue iridi scure?

- Eri tu quella che, senza troppi complimenti e scuse, ha cominciato a spogliarmi, a baciarmi, ad ansimare, ad invocare il mio nome, a pregarmi di...

- Basta! – proruppe lei, le guance ormai divenute pura porpora.

- Perdizione. È questo che cerchi da me, quando ti comporti a quel modo? Mi vuoi solo di notte, ma di giorno fai come se non ti conoscessi, come se non mi avessi insegnato ormai a riconoscere a memoria ogni tuo più nascosto lembo di pelle nuda - sussurrò, la voce improvvisamente arrochita.

La punta lignea della bacchetta premette più forte sulla giugulare del biondo che, con la sua solita sprezzante sfacciataggine, si esibì in un perfetto sorriso da schiaffi.

- Non cerco niente. Non voglio più niente, specialmente da te. Non ho bisogno di niente, non ho bisogno di te! – esclamò la ragazza, accostandosi di più al corpo di Draco, come se, mettendosi più vicina alle sue orecchie, sarebbe riuscita ad imprimergli meglio nella mente quelle due parole che poi sibilò con asprezza: – io ti odio.

- Sappiamo entrambi che non è vero.

- Hai ragione: odiare è eufemistico. Quello che provo verso di te è ben peggiore.

Uno strano lampo gelido attraversò gli occhi perlacei del ragazzo. Agendo come se non avesse ancora la bacchetta di lei pericolosamente premuta sul collo, la prese per le spalle, facendole battere la schiena sul muro scabro e freddo.

- Ed io ne ho bisogno, invece, lo capisci? Ho bisogno del tuo odio. Ho bisogno fisicamente di te, anche del male che mi fai! - ringhiò lui, preda della rabbia che gli faceva tremare le mani, strette ancora sulle sue spalle sottili - Sarebbe già qualcosa, rispetto a questo silenzio che mi contorce le budella. Mi servono i tuoi commenti taglienti... mi servono i tuoi occhi che mi squartano l’anima, mi serve il tuo sorriso antipatico, la tua risata fuggevole. Mi serve il dolore che mi fai provare. Mi fa sentire vivo, fatto di carne! - annaspò.

Il suo ansimo disperato riecheggiò nel corridoio vuoto.

- Sono ormai due settimane che mantengo la mia promessa. Due mesi di astinenza da te - sussurrò lei, gli occhi rivolti al pavimento - pensavo servisse a farmi dimenticare, invece no, non ho dimenticato niente. Non ho dimenticato.

Draco non poté impedirsi di sorridere amaramente, nonostante tutto.

- Ti odio quando fai così, lo sai?
   
 
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