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Autore: The Red One    27/12/2010    13 recensioni
Il 25 Dicembre 1993 i miei genitori litigarono per la prima volta.
Il 25 Dicembre 2001 i miei si dichiararono “Separati in casa”, per il mio bene.
Il 25 Dicembre 2004 scappai di casa.
Il 28 Dicembre 2004 i miei divorziarono definitivamente.
E poi tutti si chiedono perché odio il Natale.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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"Il Natale serve a ricordare a quelli che sono soli che sono soli,
 a quelli che non hanno soldi che non hanno soldi,
 e a quelli che hanno una famiglia del cazzo che hanno una famiglia del cazzo."

 

 

 

 

25 Dicembre

 

 

Il 25 Dicembre 1993 i miei genitori litigarono per la prima volta.

Il 25 Dicembre 2001 i miei si dichiararono “Separati in casa”, per il mio bene.

Il 25 Dicembre 2004 scappai di casa.

Il 28 Dicembre 2004 i miei divorziarono definitivamente.

 

E poi tutti si chiedono perché odio il Natale.

Io non vorrei odiarlo! No, no io vorrei amarlo come ogni persona di questo mondo, ma non posso. Ogni anno la notte della vigilia piangevo e piangevo perché sapevo che un altro litigio incombeva sulla mia famiglia. Non do la colpa ai miei genitori per questo, ma solo perché non mi hanno risparmiato la pena un po’ prima. Insomma se si fossero separati nel ’94  forse ora sarei con un bambino in braccio a cucinare per mio marito, ma così non è. Sono accasciata sul water a vomitare tutto l’alcol che ho ingerito dopo che è scattata la mezzanotte e un nuovo 25 Dicembre è iniziato. Sono qui in questo monolocale di Chicago e penso a quanto squallida sia la mia vita. Lavoro come cassiera in un centro commerciale, torno a casa la sera e sono sola, mi sveglio il mattino e sono sola, sono sempre e comunque sola. Nel adolescenza ero sempre in un angolo e anche adesso lo sono. Non riesco a trovare uno straccio di ragazzo. Non che sia brutta, ma non mi ci butto mai e finisco per ubriacarmi al solito pub sotto casa.

 

“Mi offro io per lavorare a Natale” dissi alzando la mano.

Tutti gli occhi si puntarono di me colmi di disprezzo. Raramente facevo gli straordinari, anche se ero sola, ma il Natale ero contentissima di farli. “Okay…” borbottò il mio capo e tutti si diressero ai propri armadietti. Jessica mi affiancò e chiese “Ma, Bella, è Natale! Perché vuoi fare straordinario?”.

“E perché non lo dovrei fare, scusa?!” chiesi in tono acido e Jessica si allontanò senza darmi una risposta.

 

Un altro conato mi assalì e dopo essermi svuotata mi accovacciai al pavimento tremante.

La notte la passai così rimuginando su tutta la mia squallida vita tra un conato e l’altro.

Il telefono squillò e io diedi una testata alla vasca per poi alzarmi tutta barcollante. Risposi e la voce di Alice mi svegliò del tutto. Alice era la commessa della profumeria del centro commerciale nonché mia amica. “Bella! Cosa fai oggi?” chiese tutta trillante.

“Vado a lavoro, Alice…” risposi atona.

“Ma Bella è Natale!” trillò adirata. Ecco la prima coltellata al petto del giorno. La data del 25 Dicembre mi rimbombava nel cervello sempre più forte.

“Lo so Alice…” risposi inacidita.

“Ti verrò a prendere alla fine del turno!” trillò Alice felice della sua idea.

“No Alice. Voglio stare sola!” questa volta quasi urlai e Alice sospirò.

“Bella, a Natale non si sta soli!” affermò lei convinta.

“Devo andare…” sussurrai e così chiusi la chiamata senza aspettare una risposta.

Alice. Quel piccolo folletto di vent’anni appena compiuti. Era sempre così felice a differenza di me, ma si ostinava a farmi compagnia. Un po’ ne ero felice, ma non sapevo come comportarmi.

 

Bevvi velocemente un caffè e dopo essermi vestita scesi per le scale in tutta fretta. Salì sulla mia mini e sfrecciai per le strade di Chicago in tutta fretta. In meno di un quarto d’ora arrivai a destinazione.

Quel giorno tutte le persone erano felici e sorridenti e per me ogni sorriso equivaleva ad una pugnalata. Dicevano sempre “Buongiorno signorina!” e “Buon Natale!”. Io facevo un sorriso tirato e passavo al prossimo cliente.

Alla fine del turno, quello delle 13.30, Alice mi assalì fuori dal centro commerciale. Sorpresa dal suo arrivo feci un passo indietro.

“Buon Natale, Bella” trillò lei. Altra pugnalata. Scossi impercettibilmente la testa e feci un sorriso più o meno sincero.

“Edward è arrivato giusto ieri, ma volevo dirtelo di persona.” trillò Alice saltellante. I miei occhi si sgranarono appena sentì nominare Edward.

Avevo un buon rapporto con Edward ed eravamo anche andati a letto una volta, ma non abbiamo mai preso la cosa seriamente e non lo vedevo ormai dal 2005. Era grazie a lui se quell’uragano di sua sorella mi stava vicino perché l’avevo conosciuta grazie a lui. Abitò a Chicago fino a quando non compì la maggiore età e così si trasferì a New York per cercare lavoro.

Alice mi ordinò di salire sulla mini e seguirmi e io accettai in silenzio. Arrivammo a casa sua in poco tempo e Jasper, il fidanzato di Alice, ci venne incontro insieme ad Edward.

Inevitabilmente alla sua vista fui accecata. Crescendo era anche migliorato in bellezza e di molto direi.

“Bella!” esclamò lui sorridendomi quando scesi.

“Edward.” borbottai intimidita. Alice rise di una risata cristallina e spensierata e poi gridò “Buon Natale!” e tutti scoppiarono a ridere. Tutti tranne me. Edward era l’unico che sapeva perché odiavo tanto il Natale e appena vide la mia reazione smise di ridere. Io gli sorrisi abbassando lo sguardo e mi incamminai verso il portone della casa di Alice e Jasper.

“Cioccolata calda?” chiese Alice sorridente, come sempre. Annuì in silenzio e mi andai a sedere sul divano insieme ad Edward. Gli sorrisi e strinsi le ginocchia a me.

 

“Allora, cosa mi racconti?” domandai a Edward.

“Mi sono appena laureato e ho appena troncato una relazione durata quasi tre anni…te?” disse Edward con se nulla fosse.

“Sono cassiera nel supermarket del centro commerciale. Abito in un monolocale squallido. Insomma come mi hai lasciato solo con più solitudine in corpo.” dissi con un tono che sfiorava l’ironia. Mi guardò con uno sguardo rammaricato e non proferì parola.

“Almeno tu che sai il motivo non guardarmi in quel modo!” esclamai esasperata. Quando Edward stette per ribattere arrivò Alice con in mano la cioccolata calda. Me la gustai per molto tempo mentre tutti gli altri la finirono quasi subito. Alice andò verso l’albero e prese tre pacchetti. Ne porse uno ad ognuno. Il primo ad aprilo fu Edward e ricevette un Ipod nuovo visto che il suo si era rotto. Jasper ricevette un piccolo portatile. Era arrivato il mio turno e io le sorridevo intimorita. Lo scartai e dentro c’era un libro. “Mi hai regalato il diario di Bridget Jones?!” risi per quasi mezz’ora, ma poi notai un particolare. Come segna libro c’era una collanina di oro bianco. Il ciondolo era un cuore liscio anche esso di oro bianco con una piccola incisione sul retro. ‘Ti voglio bene. Alice ’. commossa abbracciai spasmodicamente la mia amica che rideva felice. Guardai verso la finestra e il bianco mi accecò. Tutto ero coperto da uno strato spesso di neve bianchissima.

Mi girai verso Edward e lui sorrise. “Avevamo freddo!” mimò lui con le labbra, ripetendo la mia scusa quando Alice ci trovò a letto insieme e io risi di gusto.

Non capivo come quella giornata infernale stesse diventando sempre più piacevole, ma non potevo di certo lamentarmi!

 

“Dai andiamo a giocare!” gridò Alice appena si accorse della neve.

Ci imbacuccammo tutti e poi uscimmo dalla casa precipitandoci nel giardino. La battaglia di palle di neve inizio quasi subito e io mi schierai con Alice per una battaglia all’ultima palla di neve. Una volta colpì Edward in pieno viso e quando mi avvicinai per chiedere scusa lui me ne tirò un'altra ridendo.

Alla fine vincemmo noi…forse perché Jasper voleva far vincere la sua Alice.

Ridemmo felici e diedi il cinque ad Alice, ma quel bel momento fu interrotto da una palla di neve in pieno viso.

“Edward!!!” urlai.

“Scusa, non volevo Bella! Scusa!” disse Edward, facendo passi indietro.

“Puoi cominciare a correre!” gli urlai contro. Lo rincorsi per tutto il giardino e quando riuscì ad acchiapparlo gli saltai sopra facendolo cadere. Risi e i nostri visi si avvicinarono molto. Edward sorrideva raggiante e, dopo essersi passato una mano fra i capelli, i suoi occhi verdi mi penetrarono. “Bella…” sussurrò prima di avventarsi sulle mie labbra. Quel bacio da prima dolce divenne frenetico e passionale, con molta lingua. Ansanti, ci staccammo e appoggiai la fronte alla sua.

“Mi innamorerò presto di te…e questa volta non andrò più via.” sussurrò Edward sulle mie labbra. Quelle parole mi riempirono il cuore e una piccola lacrima mi solcò il viso. Edward la scacciò via con il pollice e io gli diedi un bacio casto per poi sussurrare: “Lo credo anche io…”.

Edward mi sorrise sereno e mi offrì la mano per alzarmi.

Andammo verso Alice che mi sorrise sinceramente felice per poi gridare: “Pupazzo di neve gigante!” .

Ridemmo tutti di gusto e felici ci mettemmo all’opera.

 

Il 25 Dicembre 2008 l’amore tra me ed Edward cominciò a sbocciare.

Il 25 Dicembre 2010 ci sposammo.

Il 25 Dicembre 2011 nacque nostra figlia, Renesmee.

 

Writer's corner:

Questa One Shot è nata il 26 Dicembre.

Guardavo fuori dal finestrino mentre i miei discutevano e allora mi è venuta in mente questa cosa strana.

Un racconto che può infondere speranza nei cuori dei lettori o almeno lo spero.

Una piccola recensione mi farebbe molto piacere e insomma spero solo che vi sia piaciuta.

Ringrazio la mia amica Mela_ per avermi sostenuto e per avermi spinto a pubblicarla.

  
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