Storia classificatasi quinta al contest "Ad ognuno la sua" di lilyblack

Ringrazio infinitamente la giudiciA per il suo ottimo lavoro e per il giudizio! Sinceramente non credevo di superare l'ultima posizione, con dei "mostri sacri" di EFP e miei autori preferiti, come ad esempio Pay, Vogue, Only e tutte le altre, quindi sono stra felice che la storia sia andata bene.
Oltre ogni previsione la mia Ginny è risultata coerente con quella descritta dalla Row perciò non posso che essere contenta per ciò che credevo una storia orrenda (quando mai mi piace ciò che scrivo?)
Basta ciance, vi lascio i giudizi in fondo e spero che vi piaccia questo breve racconto! Solo, se vi piace, ma anche se non vi piace eh, lasciate un commentino per dirmi come vi è sembrata?!
Grazie mille!


 

             Le amiche non si toccano

“Ginny, ti prego fermati!”

Un Hermione Granger trafelata e arrancante, tentava di rallentare la corsa che l’amica stava facendo per le scale della scuola.

“Non ci penso neanche! Ora gliela faccio pagare!” urlò la rossa saltando velocemente su una delle rampe, nel momento in cui questa cambiava direzione, aumentando la distanza fra lei e l’amica.

Quello stupido!

Come aveva osato fare a Hermione una cosa simile!

Gliel’avrebbe pagata cara, mai insultare le amiche di Ginevra Weasley!

“Ginny ti supplico!” piagnucolò la mora due piani sopra di lei, mentre si affacciava alla ringhiera delle scale.

“Non mi hai sentito Herm?” gridò in risposta la ramata, in preda a una furia omicida “se la vedrà con me!”.

Detto questo, iniziò la sua folle corsa verso il parco della scuola, mentre impugnava con forza la propria bacchetta.

Il legno di nocciolo entrò in contatto con le sue dita, trasmettendole la forza di cui aveva bisogno.

La sua anima e quella della bacchetta si intrecciarono, mentre, con passi ampi e veloci, raggiungeva un gruppo di studenti seduti sotto un salice.

“Tu!” ringhiò Ginny, facendo scaturire dalla propria bacchetta scintille rosse poco raccomandabili.

“Tu! Come hai osato fare una cosa del genere a Hermione?” strillò, sentendo la corda di cuore di drago darle manforte all’interno della bacchetta.

Puntò l’arma contro il giovane che aveva di fronte, sentendo quasi il ruggito dell’anima dell’animale, pronto a sputare fuoco da un momento all’altro.

“Io non ho fatto niente!” si discolpò il malcapitato, indietreggiando verso l’albero alle sue spalle, e trovandosi ben presto con le spalle al muro.

Ginny ghignò, muovendo lentamente il medio e l’anulare ad accarezzare il legno scuro.

“Sì certo…” ironizzò poco convinta “e io ci credo anche!”.

Senza distogliere la punta del nocciolo dal suo obbiettivo, la rossa iniziò ad avvicinarsi in modo preoccupante al salice.

“Ti dice qualcosa l’incantesimo Fattura Orcovolante?” chiese dolcemente.

Era quella sua faccia angelica a incutere ancora più timore nel ragazzo.

Sapeva che dietro a quell’espressione apparentemente innocua, stava in realtà una volontà maligna pronta a torturarlo.

“No, ti prego. Non ho fatto niente di male!” piagnucolò lui, tentando di proteggersi come meglio poteva, somigliando sempre più a una tartaruga che tentava di rientrare nel guscio.

“Ah no?” squittì con qualche decibel in più la giovane, muovendo rapidamente la bacchetta contro il povero sventurato

"Mostrum" pensò Ginny, vedendo uscire dalla punta della propria bacchetta esseri spettrali, che svolazzarono verso il nemico.

“Ahhhhh” urlò il ragazzo, attaccato da tali mostruosità, facendo compiacere sia la mandante dell’incantesimo, sia il drago intrappolato nel nocciolo.

Ginny inforcò di nuovo la bacchetta nei pantaloni, rompendo il contatto con l’animale, e si portò di fronte a colui che aveva colpito.

“Sei un mostro!” balbettò questi, tastandosi per avere la certezza di essere tutto intero.

“Questo dovrebbe farti ricordare di non paragonare mai più Hermione a LavLav! Capito Bilius?” sputò soddisfatta la rossa, prima di voltarsi di nuovo per raggiungere il castello.

Infondo tutti lo sapevano.

Ginny Weasley puniva sempre chi maltrattava le sue amiche, compreso suo fratello, e le sue fatture erano impeccabili.