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Autore: _Miss_    28/12/2010    5 recensioni
"L'amicizia può battere l'amore? E l'amore può battere l'amicizia? Tanti sono gli interrogativi che si formano nella testa di Hannah ripensando al suo passato. E poi quella telefonata. Il suo migliore amico. O chiamarlo l'unico amore della sua vita? Il passato, dopo quasi tre anni, torna a farle visita. Ed è un pò scomodo e un pò piacevole. Lui, Robert, è diventato un attore di grande successo. E lei, a fatica, è riuscita a superare gli anni addietro: vero e proprio inferno. E ora che si sono ritrovati.... cosa accadrà?" Questa è l'introduzione della mia prima fanfiction su Robert Pattinson. La vita di Hannah è molto difficile e lentamente s'intreccerà, di nuovo, nella vita di Robert completamente differente dalla sua. Quell'amore che Hannah prova sarà ricambiato? Leggere per sapere come si concluderà la storia tra i due!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ritardo.. quanto ritardo! Ho scritto questo capitolo il giorno di Santo Stefano sul letto della casa dove ho passato le feste di Natale &co e vale a dire, il letto di mia cugina.
Vi rendete conto di dove e quando mi viene l'ispirazione per questa storia? Sempre nei momenti e nei posti più improbabili.

Ho scritto di getto, vi avverto. E ho preferito non "riordinare le idee" in un certo senso perché sono sempre stata del parere che la prima stesura è quella giusta. Inoltre DEVE apparire confuso.

 Vi ricordate come avevamo lasciato Hannah? Con un punto interrogativo: influenza o un "baby Pattinson" come molti l'hanno definito.
Beh, ora lo scopriremo, e vi ripeto, se è confusionario è perché ho scelto che fosse così. Chi ha letto il capitolo prima della pubblicazione ha detto che rende, e spero sia così anche per voi! :) 

Qui, le risposte alle recensioni.
Sempre mille grazie a tutti coloro che seguono la storia.. 127! GRAZIE! E un altro immenso grazie va alle 69 persone che mi hanno inserito tra le autrici preferiti.

Ora però, vi lascio al capitolo! :) 

 

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CAPITOLO 37
Quante Cose Al Mio Risveglio!

Dopo le coccole di Robert mi sono addormentata. E ora, al mio risveglio, mi sento un sacco confusa. Ho la testa che mi fa malissimo e il senso di nausea è lì, un peso sullo stomaco che mi fa correre ancora una volta in bagno.
Quando esco dal bagno chiamo a gran voce Robert, rientrando in camera. Un foglio sul comodino cattura il mio sguardo.
Un brutto presentimento si fa largo nella mia mente. Con mano tremante afferro quel foglietto.
“Amore scusa se non ti ho svegliata e salutata come si deve. Sono partito per Cannes. Devono presenziare ad una premiazione dove sono candidato. Scusa davvero. Avevi un sonno davvero disturbato, ti agitavi tanto e non ti ho svegliata. Scusa ancora. Ti amo. Chiamami quando ti svegli. Voglio sapere come stai. Ti amo.”
Sbattei un pugno sul comodino facendo cadere a terra la sveglia digitale a cui diedi un calcio. Giusto per sfogarmi contro qualcosa.
Per quale dannato motivo non mi ha svegliato? Se lo prendo giuro che lo gonfio di schiaffi, o pugni. E me ne sbatterò altamente del parere delle sue fan se sul suo volto vi resterà qualche cicatrice o qualcosa del genere.
La nausea sembra essersi dissolta nel nulla. Sento solo tanta rabbia fluire alle mie membra. Vorrei prendere a pugni qualcosa pur di sfogarmi.
Allora apro il cassetto del malcapitato comodino e lo chiudo di scatto. Ma un particolare ha catturato la mia attenzione.
Lo riapro con cautela stavolta. Sento il cuore balzarmi in gola mentre apro il cassetto con una lentezza esasperante, rivelandomi cosa c’è al suo interno.
Focalizzo quel particolare nel momento esatto in cui la mia mente e le mie dita hanno iniziato un conto alla rovescia. In cui i ricordi si schiariscono per non lasciare spazi a dubbi.
Afferro titubante la scatola delle pillole anticoncezionali. E la apro. Mi segnavo sempre con scrupolo i giorni dell’arrivo del ciclo e quando prendevo queste maledette pastiglie.
E tutto si ferma al giorno prima della mia partenza improvvisa per Vancuover.
E tutto torna a tutte le volte che ho fatto l’amore con lui. Senza le dovute precauzioni. Convinta che avessi preso la pillola.
Mi siedo sul letto e torno a fare due conti. Sono sempre stata puntuale come un orologio. Come ho fatto a non pensarci prima?
Due mesi fa ho avuto il mio ultimo ciclo mestruale. Un mese e mezzo fa sono partita per Vancouver dove ho fatto sesso con il mio ragazzo senza alcun freno.
Sono incinta di un mese e mezzo, allora.
Mi abbandono sul materasso e afferro il telefono componendo il numero di mia cugina Elisa.
-Pronto?- mi risponde dopo il primo squillo.
-Puoi venire per favore? Ho bisogno di te. E di test di gravidanza.- sputo le parole come fossero veleno. Non so che pensare. Non sto pensando. Non sto elaborando il tutto. Voglio solo appurare se le mie supposizioni si riveleranno giuste oppure il contrario.
-Cosa? Tesoro stai bene? Hai appena detto test di gravidanza?- posso immaginare lo sconcerto che c’è sul suo viso in quest’istante.
-Si. E ti prego, vieni subito.- chiude la chiamata e so che sto accogliendo la mia preghiera. 

Dieci minuti è già a casa mia.
Non mi chiede di Robert. Forse si era anche dimenticato che era qui, a Roma.
Mi passa semplicemente la busta della farmacia.
-Devi fare la pipì su ognuno di questi. Ne ho presi diversi… sai, per sicurezza.- annuisco soltanto e mi fiondo in bagno.
Seguo le istruzioni comuni a tutti questi aggeggi e seduta sul water aspetto i risultati. Sento lo sguardo di Elisa sulla mia testa abbassata.
-Mi spieghi qualcosa, benedetta cugina?- si decide infine a chiedermi qualcosa.
-Hai ragione. Penso di essere incinta. Ho un ritardo di due settimane e qualche giorno. Non ho preso la pillola da quando sono partita per Vancouver. Ho fatto l’amore con Robert. E quindi, come dicevo all’inizio della frase, penso di essere incinta.- dico guardandola negli occhi. Non so cosa mi aspetto. Non so cosa mi aspetta. So solo che vorrei mettere fine a tutta quest’attesa che mi sta logorando il fegato.
Fegato. Stomaco. Tra qualche minuto anche i reni? O forse il pancreas.
-Tesoro è passato il tempo.- m’informa lei inginocchiandosi di fronte a me.
-Non vuoi sapere dov’è Robert?- chiedo. Voglio che il tempo passi. Eppure voglio allo stesso modo non dover vedere quei risultati.
Diventare madre è sempre stato il mio sogno. E al solo pensiero già m’immagino con un figlio, maschio o femmina che sia, in braccio mentre io gli sorrido.
E diventare madre a 20 è sempre stata una di quelle cose da cui rifuggivo. Lui ha 24 anni. È un attore di fama mondiale. Non riesco a vederlo io, figuriamoci come può crescere un figlio.
Mi sembra tutto surreale. Penso di stare dormendo e mi pizzico un braccio che però fa male. Altro dolore da aggiungere alla lista.
-Ho visto il biglietto.- mi risponde lei e si alza. –Vedo io o vedi tu?-
-Fai tu.- non reggerei mai.
La vedo controllare uno ad uno quei bastoncini. Li confronta con il foglietto illustrativo e non riesco decifrare la sua espressione. Non è mutata di un secondo.
-Allora?- la incalzo quando li posa tutti nel bicchiere.
-Sono tutti positivi, Hannah.- la guardo confusa. Significa che sono davvero incinta, allora? –Significa che sei incinta.- risponde alla mia muta domanda e sento i miei occhi improvvisamente aridi.
Vorrei piangere. Ma perché?
È forse una brutta cosa aspettare un bambino?
No. È il dono più bello che Dio ci può dare.
Ed è davvero facile diventare genitori a 20 anni? E lui a 24?
Si. Lo è. Soprattutto per la nostra situazione.
Sono felice di aspettare un figlio? Un figlio dall’uomo che amo?
Si. Lo sono.
E lui sarà felice di essere papà?
Non lo so. E sarà dura dirglielo. Non ho mai sondato il terreno. So che vuole bene ai bambini ma non ha mai mostrato il desiderio di volerne.
Rispondo alle mute domande che mi sono posta rendendomi conto che non il fatto in se di essere incinta a 20 anni che mi spaventa, quanto la sua reazione.
-Han? Vuoi qualcosa da bere?- mi chiede Elisa apprensiva.
-Grappa?-
-Direi che nelle tue condizioni non si può bere alcool.- risponde scoccandomi un’occhiataccia.
-Condizioni! Non sono mica malata!- ribatto prontamente.
-Sei già entrata nella fase giusta. Tutte le donne incinte danno questa risposta!-
-Ma quei test sono sicuri al 100%?- chiedo sorvolando su quello che lei ha detto.
-Non lo so. Anche se tutti hanno dato lo stesso risultato. Però…- la vedo illuminarsi e guardare che ora è. –Sono le 18. Ho un mio amico che lavora dove fanno le ecografie. A fine turno possiamo andare, lo chiamo io.- la guardo con gli occhi fuori dalle orbite. –Si. Facciamo così, vestiti che io intanto lo chiamo. Almeno siamo sicure!- parla in modo concitato, com’è solita fare e non posso far altro che obbedire ai suoi ordini. 

Trenta minuti dopo siamo nella sala d’aspetto. E io non riesco a crederci. Non può essere davvero.
-Elisa?- si affaccia dalla porta un ragazzo, sui 26 anni forse, che sorride a mia cugina.
-Checco!- si alza dalla sedia e lo abbraccia. –Lei è mia cugina. Dobbiamo vedere se è incinta o no.- mi indica e io improvvisamente arrossisco ma mi alzo comunque in piedi.
-Certo, vieni pure.- mi sorride gentile e non posso far altro che ricambiare. 

-Io però non posso prepararti una cartellina.- mi dice dopo che mi ha fatto distendere su una brandina e scoprire la pancia.
-Non è importante.- dico soltanto.
-Comunque come ti chiami?- continua con la sua aria gentile.
-Hannah. E ho 20 anni. E se sono incinta non so come la prenderà il mio ragazzo che vive oltreoceano. È strana la mia situazione, Checco. Non so come comportarmi. Vorrei avere una palla di vetro.-
-Ehi ragazza! Frena! Ti avevo chiesto solo il nome.- sorride bonario e rilascio un sospiro. Continuo a non sapere come mi sto sentendo in questo momento.
Getto un’occhiata di sbieco allo schermo alla mia destra ma non riesco a distinguere niente. Non sono mai stata molto interessata alla medicina e quindi, com’è anche giusto che sia, non so neppure interpretare un’ecografia.
-Allora ragazza, dammi qualche minuto e ti dico con esattezza l’esito, ok? Anche se credo ci vogliano degli esami del sangue per esattezza. Anche se come ha detto Elisa, sei incinta di quasi due mesi, si dovrebbe capire anche da qui.- annuisco alle sue parole. –Prendi pure quei tovaglioli di carta e pulisciti.- faccio come mi dice ed esco dalla stanza raggiungendo Elisa che mi abbraccia.
-Tranquilla, tesoro. Se sei incinta sarà una bella cosa. Avrà una zia fenomenale come me, lo sai? È un bene per lui o lei!- e scoppiò a ridere trascinando me sulla panca.
-E Robert? Che dirà lui?- la guardo negli occhi esternando per la prima volta una delle mie preoccupazioni.
-E lui sarà un bravo papà.- non mi guarda in volto.
-E se non volesse avere il bambino?- si volta di scatto trucidandomi con i suoi occhi.
-I figli non si fanno da soli. E se è vero che ti ama come dice, ne sarà felice.-
-Ma noi non avevamo programmato un figlio. Lui come lo crescerà? E io? Non lavoro, come farò?- ormai il mio cuore si era convinto dell’idea che dentro di me una vita stava prendendo vita.
-Smettila! Ma ti rendi conto delle paranoie che ti stai facendo? Forse no, Han. Io dico che se adesso Checco esce da lì e ti dice che sei incinta devi sorridere. Dobbiamo festeggiare!- dice con esultanza.
-E se invece esce da lì e dice che non sono incinta?- le rispondo dopo qualche attimo.
-Festeggiamo comunque così le tue paranoie non diventano realtà!- abbozza la risposta non essendone convinta. Ma arriva Checco a toglierci dall’impiccio. Ha un sorriso che non so decifrare.
-Allora?- io ed Elisa ci alziamo subito.
-Allora qui dice che tra otto mesi circa sarai mamma.- lo guardo e sul mio viso si dipinge un semplice sorriso.
Elisa mi abbraccia di lato e sento che qualche lacrima è sgorgata dai miei occhi soltanto quando raggiunge le mie labbra secche.
-Auguri, ragazza.- mi fa lui porgendomi i foglietti con l’ecografia.
Le afferro con mani tremanti e le apro. Provo a capire qualcosa ma vedo tutto scuro con delle cose bianche. Non distinguo nulla.
-Ora non si vede proprio niente. Tra qualche settimana invece credo che tu possa vedere tutto con più chiarezza.- mi spiega lui e mi butto su di lui abbracciandolo.
-Grazie, grazie davvero.- lui mi sorride e mi allontano da lui arrossendo.
Mamma. Io sarò mamma.

 

E il verdetto é: il babyPattinson c'è!

Allora, avete capito il perché di tutta quella confusione? Insomma, una si sveglia il pomeriggio e dopo essere stata male non trova il suo ragazzo che si è preso cura di lei. Si accorge di avere un ritardo, fa i test di gravidanza e pure l'ecografia grazie all'amico di Elisa...

E' AMMESSO che sia confusa e non riesca a fare un pensiero coerente. No?

Quanto a Robert lui torna di tornare a Roma. Vi spiego, io sono onniscente in quanto sono l'autrice di tutte queste menti. Comunque, lui è dovuto partire improvvisamente per Cannes, che è in Francia. Non è lontanissima da Roma. Quindi conta di fare quello che deve fare e poi tornare da lei, per quel giorno, massimo due, che gli sono rimasti.

Io comunque vi avverto come ho fatto in My Crazy Life!, dopo questo capitolo non terrò conto di quello che è veramente accaduto nelle vite degli attori. O altrimenti sarei assoggettata e non potrei continuare come dico io! :)

Con la speranza che questo capitolo vi sia piaciuto, vi saluto e vi auguro BUON ANNO NUOVO!

Ah no! Sono ancora qui. Vi pubblicizzo due mie nuove storie originali.

Non Volevo Innamorarmi

Non nego di sognare l’amore. Quell’amore che c’è nei libri, che ti fa mancare il fiato ogni volta che vedi il tuo lui o che ti fa arrossire ogni volta che lui ti fa un complimento. Lo sogno. Ma sono certa che non esiste quel tipo di amore. Secondo la mia teoria, chiamiamola così, l’amore esiste solo per pochi. E bisogna mettere in gioco se stessi per farlo nascere, per mantenere vivo il sentimento. E non fa per me. Io non sono disposta a mettere in gioco me stessa per un qualcosa che non è certo e che mai lo sarà. Non voglio soffrire. Diciamo pure che sono molto auto protettiva nei miei confronti.
Viola Castelli sogna l'amore ma non ci crede fino in fondo. Vede solo il lato doloroso, quello che fa soffrire. Le sue amiche le ripetono che deve vivere, che "non deve precludersi la possibilità di essere felice".
Ma riuscirà un affascinante giovane inglese, Andrea Smith, trasferitosi da poco in Italia, a far sciogliere il suo cuore duro solo all'apparenza?

Over The Rain

Storia scritta a quattro mani da emy cullen e _Miss_. Due ragazzi che vivono a Londra e che si conoscono in modo del tutto inaspettato. Due caratteri forti che si scontreranno. Cosa succederà?
“Tranquilla. Pensavo fossi venuta qui per le lezioni di Anatomia.” Disse lui senza voltarsi. E il mio sguardo cadde sul suo fondoschiena fasciato da un paio di semplici boxer neri.
Feci leva sul mio buonsenso per distogliere la mia attenzione dai suoi glutei niente male e cercai di non soffermarmi sulle sue gambe o sulla sua ampia schiena. Nuda anch’essa.
“Niente Anatomia. E scusa, ma non potresti metterti un pantalone, qualcosa? Non è nel mio interesse vederti…” Cercai di far uscire fuori la mia voce in modo sicuro. Tutto, purché si vestisse.
“Mmm… ti scandalizzi a vedermi? Le ragazze normali fanno la fila pur di venire con me.”

 

Sono tutte due del genere romantico. Vi consiglio anche le storie della mia socia emy cullen  e della ragazza che beta Non Volevo Innamorarmi, _yoYo_

Con la speranza che ci diate un'occhiata, e magari dite a me e anche alle mie colleghe se le storie vi piacciono, vi auguro davvero BUON 2011!

   
 
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