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Autore: SHIERU    28/12/2010    6 recensioni
Il Destino...esiste?
Draco non ha risposta a questa domanda ; per questo aspetta.
(HarryxDraco - Alternative Universe)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Deastino

Sono almeno 10 minuti buoni che un ragazzo biondissimo è seduto a gambe larghe sulla banchina della metropolitana.
Pare rilassato, con la schiena appoggiata alla parete, ma i suoi occhi grigi sembrano persi nel vuoto.
Le labbra impercettibilmente aperte si lasciano sfuggire a volte, nuvole di aria calda che si disperdono nella fredda atmosfera invernale.
Non ha voglia di andare a frequentare le lezioni.
Per questo, ogni volta che la carrozza arriva in stazione, lascia che riparta verso la galleria buia senza salirci.
Forse, metaforicamente parlando, rimane inchiodato al marmo della seduta perché sta aspettando qualcosa.
Qualcosa di improvviso, qualcosa di travolgente e inaspettato.
Qualcosa di vero e genuino.
E tutto questo è così intrigante e sconosciuto per lui, che la sua ricerca o la sua attesa, è ormai diventata l’unica ragione che lo spinge ad andare avanti.
E’ così stufo della sua vita.
Costantemente circondato da persone false e meschine che lo compiacciono per paura o per avidità, stregate dall’importanza del nome della sua famiglia e dalle sue ricchezze.
Però lì, seduto ad aspettare il metrò, Draco Malfoy è solamente un ragazzo.
Non ha nome, non ha origine, non ha storia.
E in quell’anonimato si sente sereno, come avvolto da una tranquilla apatia dove non esistono giudizi.
Non deve mantenere il contegno che l’etichetta e il suo status gli impongono.
Può lasciarsi andare ; scomposto e con le mani in tasca, avvolto nella sua giacca a vento.

Malfoy osserva distrattamente il via vai di gente che gli passa davanti ; nessuno fa caso a lui.
Lui però li guarda e gli sembra quasi di registrare i loro movimenti.
Li vede camminare a rallentatore mentre i loro contorni si sfocano e poi, improvvisamente, sfuggono via, quasi frettolosamente.
In questo modo non ha il tempo di rendersi conto della realtà che lo circonda.
Attorno a lui ci sono solo migliaia di uomini senza volto ; un brusio di voci indistinte.
Non riesce a percepirli chiaramente ma, a volte, qualche dettaglio rimane impresso nella sua testa.
Un cappello buffo, un gesto, un colore.
Però non dura che un secondo, immediatamente sostituito da una nuova immagine.
E’ strano pensare che ognuno di loro ha un nome, una famiglia, un lavoro, una vita ; insomma, ognuno di loro possiede un’identità diversa che lo contraddistingue.
Ognuno ha dei gusti, delle preferenze, dei sentimenti e un mondo infinito di altre cose ancora così differenti tra loro e tutto, incredibilmente, si svolge esattamente nello stesso istante.
Nello stesso medesimo momento, noi stiamo vivendo.
Gli capita spesso di perdersi in queste considerazioni.
Forse non sono nemmeno pensieri tanto speciali o ragionamenti poi così profondi, ma nella sua testa queste riflessioni lo fanno sentire inquieto, come se la banalità di questo dato di fatto in realtà nascondesse quesiti molto più grandi di lui ; quesiti senza risposta.

Tutte quelle persone che incontri e che scompaiono prima di essere afferrate, hanno qualcosa da raccontare?
Sono felici?
Cosa stanno provando?
Ognuno di loro ha una vita che non conosci, così come una destinazione.
Ed è strano allora pensare, se ci sono così tante anime diverse sulla terra e se esistono miliardi di possibilità, miliardi di scelte, che cosa ci porta a compiere una selezione?
In che modo decidiamo di essere amici di qualcuno e di odiarne un altro?
Come incontriamo fra tanta gente, la cosiddetta “anima gemella”?
Con quale criterio?
Perché sul nostro cammino incontriamo certe persone piuttosto che altre?
In fondo non possiamo sapere se essi siano per noi, compagnie migliori o più meritevoli di quel ragazzo con le cuffie che sta passando in questo momento o di quell’elegante signorina con la valigetta di pelle.
Se noi siamo così piccoli e insignificanti rispetto all’universo, deve esistere per forza qualcosa di più grande che governi il moto delle cose.

Quindi…il destino…esiste?

Draco non ha risposta a questa domanda ; per questo aspetta.

Forse, sta aspettando un segno.
E l’attesa, ogni giorno è così lunga che la sua pelle, bianca come la porcellana, per il gelo si è già arrossata intorno alle gote e ai polpastrelli, fin quasi a raggiungere le nocche.
Però sembra quasi che non se ne accorga, né del freddo né di nient’altro, protetto dal suo mutismo isolato.
Un suono però, riesce a catturare la sua attenzione.
Una musica a dire il vero.
Una melodia che gli suona incredibilmente familiare nonostante la senta in quel momento per la prima volta.
Si volta nella sua direzione e realizza che si tratta della suoneria di un cellulare.
A fianco a lui, il proprietario dell’apparecchio si trova in evidente difficoltà ; ha entrambe le mani occupate e in questo modo non riesce a rispondere.
Si guarda intorno leggermente imbarazzato mentre la scatola che tiene in mano oscilla pericolosamente, poi incontra il suo sguardo e sorride gentilmente.
“Mi scusi, non è che potrebbe cortesemente reggermi questo?” domanda porgendogli un’enorme bicchiere fumante di caffè.
Malfoy annuisce e lo prende tra la mani.
La sensazione di tepore sulla sua pelle nuda è piacevole.
Anche osservare quello sconosciuto parlare al telefono è piacevole, ma probabilmente è solo una sua impressione.
Tuttavia si lascia cullare da questa sensazione e senza darsi troppo da fare per nasconderlo, si mette a fissare il ragazzo a poca distanza da lui.
Non è altissimo, ma nel complesso è ben fatto.
Al contrario dei suoi ha dei lineamenti piuttosto marcati e le labbra sottili sono rosse e gonfie, perfettamente disegnate.
Una massa di capelli disordinati color ebano gli incornicia il viso mettendo in risalto un paio di incredibili occhi verdi che, nonostante gli occhiali, spiccano come due smeraldi sulla pelle lievemente ambrata.
Mentre parla dondola un po’ sulle punte dei piedi quasi non riuscisse a stare fermo per troppo tempo e ogni tanto si schiarisce la voce, bassa e roca, annodandosi meglio la sciarpa a righe ocra e amaranto.
Quando chiude la chiamata sbuffa sonoramente, gonfiando appena le guance ; poi infila il cellulare in tasca e si rivolge a Draco sorridendo nuovamente.
“Grazie ancora” dice avvicinandosi.
“Di nulla” risponde il biondo continuando a penetrarlo con il suo sguardo di ghiaccio.
L’estraneo sembra un po’ a disagio.
Forse si domanda come mai il ragazzo non accenni a restituirgli la sua bevanda.
“Se vuoi puoi berlo tu, sembri un po’ infreddolito” azzarda dopo un primo momento di smarrimento.
“Tranquillo, io non ci ho ancora bevuto!” aggiunge ridendo.
Le labbra carnose di Malfoy si tendono impercettibilmente in un sorriso.
Di sicuro nemmeno i immagina di quanto il suo viso si illumini a quel semplice gesto.
Per un attimo le sue iridi plumbee scintillano vive e il forestiero ne rimane incantato, come stregato.
“Grazie” replica sottovoce.
Poi chiude gli occhi e respira l’aroma intenso dell’espresso.
Nemmeno si accorge che il moro si è seduto al suo fianco.
“Posso?” domanda anche se ormai si è già seduto.
Il ragazzo non risponde, si limita invece ad annuire, sorseggiando piano il caffè amaro.
Lo sconosciuto trattiene una risata.
Pensa a quanto sia stupido continuare a insistere di cercare un contatto con una persona che palesemente non ha nessuna voglia di intavolare una conversazione.
Però il profumo di quel ragazzo è un invito troppo allettante per desistere.
“Mi chiamo Harry Potter” si presenta denotando una certa ostinazione.
“Piacere, Draco” sussurra l’altro evitando di specificare il cognome.
“E’ un nome molto bello, originale!” esclama il moro senza farci caso.
Il sopracciglio chiarissimo e sfuggente del suo interlocutore si inarca donandogli un’espressione piuttosto scettica.
“Puoi dirlo, se ti fa ridere” commenta con voce strascicata.
“No, davvero, mi piace” si affretta a rispondere l’altro.
“Significa ‘drago’ o ‘serpente’, deriva dal latino giusto?”
“Già, non è molto lusinghiero in effetti” conferma distogliendo lo sguardo.
“Beh dipende dai punti di vista, io non la penso così…pensa alla costellazione del dragone per esempio…”
Ma Malfoy non lo sta ascoltando.
Normalmente avrebbe detto a quell’impiccione di andarsene e lasciarlo in pace, però stranamente, la cadenza di Harry lo rilassa.
Non comprende il significato delle parole che escono dalla sua bocca ; per lui sono come un’accozzaglia di lettere accostate a caso, è come ascoltare una lingua sconosciuta.
Semplicemente si sofferma sul suono che produce nel suo timpano, al pari di una canzone strumentale.
Un pezzo eseguito con squisita maestria.

“…E la stella più luminosa è detta ‘Thuban’ che in ebraico significa ‘l’astuto’…”
“…Sai, anche se adesso la stella polare si trova nella costellazione dell’Orsa Minore, un tempo era proprio Thuban a fregiarsi di quel titolo.”* conclude voltandosi verso Draco.
Per tutto il tempo in cui ha parlato il suo interlocutore è rimasto in silenzio, senza interromperlo una sola volta e senza mostrare il benché minimo segno di interesse.
Forse - pensa - non gli interessa l’astronomia.
I due rimangono per un attimo in silenzio.
Il profilo perfetto di Malfoy rivolto ostinatamente verso la folla e le iridi color giada di Harry fisse su di esso.
“Non ti piacciono le stelle?” si arrischia a chiedere Potter.
Sa benissimo che chiunque al posto suo si sarebbe educatamente accomiatato, tuttavia non può fare a meno che continuare a rivolgersi a quello strano ragazzo augurandosi in cuor suo di non essere scambiato per uno stalker.
Esattamente come previsto, il biondo non risponde, però, proprio quando aveva perso ogni speranza, la sua voce fredda e sensuale lo coglie alla sprovvista.

“Secondo te il destino esiste?” domanda alzando appena la voce.
Così facendo la nota roca che prima non era riuscito ad afferrare, ora giunge chiara all’orecchio del moro, stuzzicandolo.
“Come?” ribatte sconcertato.
“Il destino…secondo te, esiste?” ripete giocando distrattamente con il bordo di cartone del bicchiere ormai vuoto.
Il ragazzo sembra riflettere.
Si sistema gli occhiali tondi sulla punta del naso e si passa una mano tra i ciuffi ribelli, tirandoli indietro.
“Non ne sono sicuro” risponde infine.
“Però anche se esistesse, questo non significa che sia assoluto o inevitabile”
Gli occhi metallici di Draco lo scrutano con interesse, brillando appena nella penombra.
“Voglio dire, io credo che ognuno di noi ha davanti a sé più strade e ognuna di queste porta a una diversa conclusione. Però siamo solo noi, con le nostre scelte, a decidere quale intraprendere”
“Insomma, siamo noi gli artefici del nostro destino” si intromette Malfoy.
Un’aria pensierosa lo travolge addolcendone per un attimo l’espressione dura e contrita.
“Beh..sì, più o meno” gli concede Harry.
“Penso che restare ad aspettare che accada qualcosa non porti a nulla, dovremmo invece alzarci e scoprire il mondo. Dovremmo fare, agire e in questo modo, scegliere.”
“Aspettare che il fato ci mandi un segno è inutile” aggiunge.
“Ma anche scegliere di aspettare è una scelta” ribatte il biondo con serietà.
“Può darsi, però non sarebbe più divertente scegliere di fare qualcosa di più entusiasmante dell’aspettare?”
“Mi sembra strano se dici così, che tu sia rimasto ad aspettare ancora la metro…ne sono già passate due e non ti sei mosso”.
A quella frase i denti bianchi di Potter si allineano perfettamente in un sorriso.
“Ho scelto di restare a parlare con te, non sto aspettando niente” confessa con semplicità.
“Io invece stavo aspettando” spiega l’altro gettando un occhiata alle luci sopra le loro teste.
“E cosa aspettavi?”
“Che qualcuno mi offrisse un caffè” risponde con un ghigno.

Spiazzato da quella risposta Harry aggrotta le folte sopracciglia per poi scoppiare in una risata cristallina.
“Allora adesso non hai più motivo di aspettare” considera con ironia.
Draco si limita ad abbozzare a sua volta un sorriso, poi si alza, butta nel cestino il cartone vuoto e con le mani in tasca, rimane in piedi, di fronte al moro.
“Dove ti portano oggi le tue scelte?” chiede.
Sul suo viso si delinea una smorfia strafottente che, invece di risultare sgradevole, si dimostra invece piuttosto provocante.
“Purtroppo a nulla di eccitante, devo andare a casa a sistemare alcune faccende a casa, prima di iniziare l’università.”
“Ho appena traslocato e domani è il mio primo giorno”
“Quale università?” domanda l’altro incuriosito.
La Queen Mary London University, facoltà di Astronomia e Astrofisica”
“Che classe?”
“Seconda B…perché, la conosci?”
“No”
Il ghigno del biondo si allarga, se possibile, ancora di più, sulla scia della sua bugia.

“E’ arrivata la metropolitana. Faresti meglio a prenderla stavolta” gli consiglia spostandosi giusto il necessario per permettergli di alzarsi.
Il moro, confuso, gli da ragione e si avvia verso la vettura.
In effetti è abbastanza in ritardo con le sue commissioni e benché la compagnia fosse stava piacevole adesso doveva proprio andare.
Perso tra questi pensieri le porte automatiche si chiudono davanti a lui al suono della sirena.
Attraverso il vetro riconosce la figura slanciata di Malfoy, immobile a pochi metri dalla riga gialla.
Si concentra prima sugli occhi e poi sulle labbra scarlatte, come a volerle imprimere nella memoria.
Poi, mentre la carrozza si appresta a lasciare il binario, vede queste ultime muoversi lentamente.
Sorpreso si concentra per cercare di leggere il labiale, sforzandosi di comprendere il messaggio.
Forse ha capito male, però adesso non c’é più tempo
per verificarlo.

“Ci vediamo domani Harry”

Draco, sorride, stavolta con dolcezza.
Sicuramente, l'indomani, avrebbe avuto voglia di andare a scuola.

 

 

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*Una stella polare è una stella visibile ad occhio nudo che si trova approssimativamente allineata con l'asse di rotazione di un pianeta, indicandone i poli celesti.
La stella polare per antonomasia è quella che nell'attuale epoca precessionale indica il polo nord celeste della Terra, ovvero α Ursae Minoris, nota anche come Polaris.
Nel corso della storia sono state diverse le stelle a fregiarsi del titolo di stella polare, da Vega a Thuban passando per γ Cephei ; questo perché l'asse di rotazione terrestre compie una traiettoria circolare (precessione) sulla sfera celeste nell'arco di 21000 anni circa ; il fenomeno prende il nome di precessione dell'asse terrestre.  (Fonte : Wikipedia)

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Salve a tutti!^^
che dire…spero che questa One-shot vi sia piaciuta!
Era un po’ di tempo che volevo scriverla e finalmente sono riuscita nel mio intento **
Mi auguro di non essere andata troppo OOC, anche se mi rendo conto che probabilmente l’ho fatto XD
Però tanto è una Alternative Universe, quindi sono giustificata…no? *si guarda attorno* XD
Beh, alla prossima! un bacio <3

Shieru

  
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