Sono almeno 10 minuti buoni che
un ragazzo biondissimo è seduto a gambe larghe sulla banchina della
metropolitana.
Pare rilassato, con la schiena appoggiata alla
parete, ma i suoi occhi grigi sembrano persi nel vuoto.
Le labbra
impercettibilmente aperte si lasciano sfuggire a volte, nuvole di aria calda che
si disperdono nella fredda atmosfera invernale.
Non ha voglia di
andare a frequentare le lezioni.
Per questo, ogni volta che la
carrozza arriva in stazione, lascia che riparta verso la galleria buia senza
salirci.
Forse, metaforicamente parlando, rimane inchiodato al
marmo della seduta perché sta aspettando qualcosa.
Qualcosa di
improvviso, qualcosa di travolgente e inaspettato.
Qualcosa di
vero e genuino.
E tutto questo è così intrigante e sconosciuto per
lui, che la sua ricerca o la sua attesa, è ormai diventata l’unica ragione che
lo spinge ad andare avanti.
E’ così stufo della sua
vita.
Costantemente circondato da persone false e meschine che lo
compiacciono per paura o per avidità, stregate dall’importanza del nome della
sua famiglia e dalle sue ricchezze.
Però lì, seduto ad aspettare
il metrò, Draco Malfoy è solamente un ragazzo.
Non ha nome, non ha
origine, non ha storia.
E in quell’anonimato si sente sereno, come
avvolto da una tranquilla apatia dove non esistono giudizi.
Non
deve mantenere il contegno che l’etichetta e il suo status gli
impongono.
Può lasciarsi andare ; scomposto e con le mani in
tasca, avvolto nella sua giacca a vento.
Malfoy osserva
distrattamente il via vai di gente che gli passa davanti ; nessuno fa caso a
lui.
Lui però li guarda e gli sembra quasi di registrare i loro
movimenti.
Li vede camminare a rallentatore mentre i loro contorni
si sfocano e poi, improvvisamente, sfuggono via, quasi
frettolosamente.
In questo modo non ha il tempo di rendersi conto
della realtà che lo circonda.
Attorno a lui ci sono solo migliaia
di uomini senza volto ; un brusio di voci indistinte.
Non riesce a
percepirli chiaramente ma, a volte, qualche dettaglio rimane impresso nella sua
testa.
Un cappello buffo, un gesto, un colore.
Però
non dura che un secondo, immediatamente sostituito da una nuova
immagine.
E’ strano pensare che ognuno di loro ha un nome, una
famiglia, un lavoro, una vita ; insomma, ognuno di loro possiede un’identità
diversa che lo contraddistingue.
Ognuno ha dei gusti, delle
preferenze, dei sentimenti e un mondo infinito di altre cose ancora così
differenti tra loro e tutto, incredibilmente, si svolge esattamente nello stesso
istante.
Nello stesso medesimo momento, noi stiamo
vivendo.
Gli capita spesso di perdersi in queste
considerazioni.
Forse non sono nemmeno pensieri tanto speciali o
ragionamenti poi così profondi, ma nella sua testa queste riflessioni lo fanno
sentire inquieto, come se la banalità di questo dato di fatto in realtà
nascondesse quesiti molto più grandi di lui ; quesiti senza
risposta.
Tutte quelle persone
che incontri e che scompaiono prima di essere afferrate, hanno qualcosa da
raccontare?
Sono felici?
Cosa stanno
provando?
Ognuno di loro ha una vita che non conosci, così come
una destinazione.
Ed è strano allora pensare, se ci sono così
tante anime diverse sulla terra e se esistono miliardi di possibilità, miliardi
di scelte, che cosa ci porta a compiere una selezione?
In che modo
decidiamo di essere amici di qualcuno e di odiarne un altro?
Come
incontriamo fra tanta gente, la cosiddetta “anima gemella”?
Con
quale criterio?
Perché sul nostro cammino incontriamo certe
persone piuttosto che altre?
In fondo non possiamo sapere se essi
siano per noi, compagnie migliori o più meritevoli di quel ragazzo con le cuffie
che sta passando in questo momento o di quell’elegante signorina con la
valigetta di pelle.
Se noi siamo così piccoli e insignificanti
rispetto all’universo, deve esistere per forza qualcosa di più grande che
governi il moto delle cose.
Quindi…il
destino…esiste?
Draco non ha
risposta a questa domanda ; per questo aspetta.
Forse, sta aspettando un
segno.
E l’attesa, ogni giorno è così lunga che la sua pelle,
bianca come la porcellana, per il gelo si è già arrossata intorno alle gote e ai
polpastrelli, fin quasi a raggiungere le nocche.
Però sembra quasi
che non se ne accorga, né del freddo né di nient’altro, protetto dal suo mutismo
isolato.
Un suono però, riesce a catturare la sua
attenzione.
Una musica a dire il vero.
Una melodia
che gli suona incredibilmente familiare nonostante la senta in quel momento per
la prima volta.
Si volta nella sua direzione e realizza che si
tratta della suoneria di un cellulare.
A fianco a lui, il
proprietario dell’apparecchio si trova in evidente difficoltà ; ha entrambe le
mani occupate e in questo modo non riesce a rispondere.
Si guarda
intorno leggermente imbarazzato mentre la scatola che tiene in mano oscilla
pericolosamente, poi incontra il suo sguardo e sorride
gentilmente.
“Mi scusi, non è che potrebbe cortesemente reggermi
questo?” domanda porgendogli un’enorme bicchiere fumante di
caffè.
Malfoy annuisce e lo prende tra la mani.
La
sensazione di tepore sulla sua pelle nuda è piacevole.
Anche
osservare quello sconosciuto parlare al telefono è piacevole, ma probabilmente è
solo una sua impressione.
Tuttavia si lascia cullare da questa
sensazione e senza darsi troppo da fare per nasconderlo, si mette a fissare il
ragazzo a poca distanza da lui.
Non è altissimo, ma nel complesso
è ben fatto.
Al contrario dei suoi ha dei lineamenti piuttosto
marcati e le labbra sottili sono rosse e gonfie, perfettamente
disegnate.
Una massa di capelli disordinati color ebano gli
incornicia il viso mettendo in risalto un paio di incredibili occhi verdi che,
nonostante gli occhiali, spiccano come due smeraldi sulla pelle lievemente
ambrata.
Mentre parla dondola un po’ sulle punte dei piedi quasi
non riuscisse a stare fermo per troppo tempo e ogni tanto si schiarisce la voce,
bassa e roca, annodandosi meglio la sciarpa a righe ocra e
amaranto.
Quando chiude la chiamata sbuffa sonoramente, gonfiando
appena le guance ; poi infila il cellulare in tasca e si rivolge a Draco
sorridendo nuovamente.
“Grazie ancora” dice
avvicinandosi.
“Di nulla” risponde il biondo continuando a
penetrarlo con il suo sguardo di ghiaccio.
L’estraneo sembra un
po’ a disagio.
Forse si domanda come mai il ragazzo non accenni a
restituirgli la sua bevanda.
“Se vuoi puoi berlo tu, sembri un po’
infreddolito” azzarda dopo un primo momento di
smarrimento.
“Tranquillo, io non ci ho ancora bevuto!” aggiunge
ridendo.
Le labbra carnose di Malfoy si tendono impercettibilmente
in un sorriso.
Di sicuro nemmeno i immagina di quanto il suo viso
si illumini a quel semplice gesto.
Per un attimo le sue iridi
plumbee scintillano vive e il forestiero ne rimane incantato, come
stregato.
“Grazie” replica sottovoce.
Poi chiude gli
occhi e respira l’aroma intenso dell’espresso.
Nemmeno si accorge
che il moro si è seduto al suo fianco.
“Posso?” domanda anche se
ormai si è già seduto.
Il ragazzo non risponde, si limita invece
ad annuire, sorseggiando piano il caffè amaro.
Lo sconosciuto
trattiene una risata.
Pensa a quanto sia stupido continuare a
insistere di cercare un contatto con una persona che palesemente non ha nessuna
voglia di intavolare una conversazione.
Però il profumo di quel
ragazzo è un invito troppo allettante per desistere.
“Mi chiamo
Harry Potter” si presenta denotando una certa
ostinazione.
“Piacere, Draco” sussurra l’altro evitando di
specificare il cognome.
“E’ un nome molto bello, originale!”
esclama il moro senza farci caso.
Il sopracciglio chiarissimo e
sfuggente del suo interlocutore si inarca donandogli un’espressione piuttosto
scettica.
“Puoi dirlo, se ti fa ridere” commenta con voce
strascicata.
“No, davvero, mi piace” si affretta a rispondere
l’altro.
“Significa ‘drago’ o ‘serpente’, deriva dal latino
giusto?”
“Già, non è molto lusinghiero in effetti” conferma
distogliendo lo sguardo.
“Beh dipende dai punti di vista, io non
la penso così…pensa alla costellazione del dragone per
esempio…”
Ma Malfoy non lo sta
ascoltando.
Normalmente avrebbe detto a quell’impiccione di
andarsene e lasciarlo in pace, però stranamente, la cadenza di Harry lo
rilassa.
Non comprende il significato delle parole che escono
dalla sua bocca ; per lui sono come un’accozzaglia di lettere accostate a caso,
è come ascoltare una lingua sconosciuta.
Semplicemente si sofferma
sul suono che produce nel suo timpano, al pari di una canzone
strumentale.
Un pezzo eseguito con squisita
maestria.
“…E la stella più
luminosa è detta ‘Thuban’ che in ebraico significa
‘l’astuto’…”
“…Sai, anche se adesso la stella polare
si trova nella costellazione dell’Orsa Minore, un tempo era proprio Thuban a
fregiarsi di quel titolo.”* conclude voltandosi verso Draco.
Per
tutto il tempo in cui ha parlato il suo interlocutore è rimasto in silenzio,
senza interromperlo una sola volta e senza mostrare il benché minimo segno di
interesse.
Forse - pensa - non gli interessa
l’astronomia.
I due rimangono per un attimo in
silenzio.
Il profilo perfetto di Malfoy rivolto ostinatamente
verso la folla e le iridi color giada di Harry fisse su di
esso.
“Non ti piacciono le stelle?” si arrischia a chiedere
Potter.
Sa benissimo che chiunque al posto suo si sarebbe
educatamente accomiatato, tuttavia non può fare a meno che continuare a
rivolgersi a quello strano ragazzo augurandosi in cuor suo di non essere
scambiato per uno stalker.
Esattamente come previsto, il biondo
non risponde, però, proprio quando aveva perso ogni speranza, la sua voce fredda
e sensuale lo coglie alla sprovvista.
“Secondo te il
destino esiste?” domanda alzando appena la voce.
Così facendo la
nota roca che prima non era riuscito ad afferrare, ora giunge chiara
all’orecchio del moro, stuzzicandolo.
“Come?” ribatte
sconcertato.
“Il destino…secondo te, esiste?” ripete giocando
distrattamente con il bordo di cartone del bicchiere ormai
vuoto.
Il ragazzo sembra riflettere.
Si sistema gli
occhiali tondi sulla punta del naso e si passa una mano tra i ciuffi ribelli,
tirandoli indietro.
“Non ne sono sicuro” risponde
infine.
“Però anche se esistesse, questo non significa che sia
assoluto o inevitabile”
Gli occhi metallici di Draco lo scrutano
con interesse, brillando appena nella penombra.
“Voglio dire, io
credo che ognuno di noi ha davanti a sé più strade e ognuna di queste porta a
una diversa conclusione. Però siamo solo noi, con le nostre scelte, a decidere
quale intraprendere”
“Insomma, siamo noi gli artefici del nostro
destino” si intromette Malfoy.
Un’aria pensierosa lo travolge
addolcendone per un attimo l’espressione dura e
contrita.
“Beh..sì, più o meno” gli concede
Harry.
“Penso che restare ad aspettare che accada qualcosa non
porti a nulla, dovremmo invece alzarci e scoprire il mondo. Dovremmo fare, agire
e in questo modo, scegliere.”
“Aspettare che il fato ci mandi un
segno è inutile” aggiunge.
“Ma anche scegliere di aspettare è una
scelta” ribatte il biondo con serietà.
“Può darsi, però non
sarebbe più divertente scegliere di fare qualcosa di più entusiasmante
dell’aspettare?”
“Mi sembra strano se dici così, che tu sia
rimasto ad aspettare ancora la metro…ne sono già passate due e non ti sei
mosso”.
A quella frase i denti bianchi di Potter si allineano
perfettamente in un sorriso.
“Ho scelto di restare a parlare con
te, non sto aspettando niente” confessa con semplicità.
“Io invece
stavo aspettando” spiega l’altro gettando un occhiata alle luci sopra le loro
teste.
“E cosa aspettavi?”
“Che qualcuno mi offrisse
un caffè” risponde con un ghigno.
Spiazzato da quella risposta
Harry aggrotta le folte sopracciglia per poi scoppiare in una risata
cristallina.
“Allora adesso non hai più motivo di aspettare”
considera con ironia.
Draco si limita ad abbozzare a sua volta un
sorriso, poi si alza, butta nel cestino il cartone vuoto e con le mani in tasca,
rimane in piedi, di fronte al moro.
“Dove ti portano oggi le tue
scelte?” chiede.
Sul suo viso si delinea una smorfia strafottente
che, invece di risultare sgradevole, si dimostra invece piuttosto
provocante.
“Purtroppo a nulla di eccitante, devo andare a casa a
sistemare alcune faccende a casa, prima di iniziare l’università.”
“Ho appena traslocato e domani è il mio primo giorno”
“Quale università?” domanda l’altro
incuriosito.
“La
Queen Mary London University, facoltà di
Astronomia e Astrofisica”
“Che classe?”
“Seconda
B…perché, la conosci?”
“No”
Il ghigno del biondo si
allarga, se possibile, ancora di più, sulla scia della sua
bugia.
“E’ arrivata la metropolitana.
Faresti meglio a prenderla stavolta” gli consiglia spostandosi giusto il
necessario per permettergli di alzarsi.
Il moro, confuso, gli da
ragione e si avvia verso la vettura.
In effetti è abbastanza in
ritardo con le sue commissioni e benché la compagnia fosse stava piacevole
adesso doveva proprio andare.
Perso tra questi pensieri le porte
automatiche si chiudono davanti a lui al suono della
sirena.
Attraverso il vetro riconosce la figura slanciata di
Malfoy, immobile a pochi metri dalla riga gialla.
Si concentra
prima sugli occhi e poi sulle labbra scarlatte, come a volerle imprimere nella
memoria.
Poi, mentre la carrozza si appresta a lasciare il
binario, vede queste ultime muoversi lentamente.
Sorpreso si
concentra per cercare di leggere il labiale, sforzandosi di comprendere il
messaggio.
Forse ha capito male, però adesso non c’é più tempo per
verificarlo.
“Ci vediamo domani
Harry”
Draco, sorride,
stavolta con dolcezza.
Sicuramente, l'indomani, avrebbe avuto
voglia di andare a scuola.
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*Una stella polare è una stella
visibile ad occhio nudo che si trova approssimativamente allineata con l'asse di
rotazione di un pianeta, indicandone i poli celesti.
La stella polare per
antonomasia è quella che nell'attuale epoca precessionale indica il polo nord
celeste della Terra, ovvero α Ursae Minoris, nota
anche come Polaris.
Nel corso della storia sono state diverse le stelle a
fregiarsi del titolo di stella polare, da Vega a Thuban passando per γ Cephei ; questo
perché l'asse di rotazione terrestre compie una traiettoria circolare (precessione) sulla sfera celeste nell'arco
di 21000 anni circa ; il fenomeno prende il nome di precessione dell'asse
terrestre. (Fonte : Wikipedia)
...
Salve a tutti!^^
che dire…spero
che questa One-shot vi sia piaciuta!
Era un po’ di tempo che volevo scriverla
e finalmente sono riuscita nel mio intento **
Mi auguro di non essere andata
troppo OOC, anche se mi rendo conto che probabilmente l’ho fatto XD
Però
tanto è una Alternative Universe, quindi sono giustificata…no? *si guarda
attorno* XD
Beh, alla prossima! un bacio <3
Shieru
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