Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Raissa    10/12/2005    8 recensioni
"Quando vorrebbe essere l'unica che lo capisce, l'unica che lo sa far sorridere. Con parole solo loro, con sorrisi rotti da nuove ferite, ma ancora così caldi da saper lenire il dolore più fresco." Senza senso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le occhiate ad Harry non diminuiscono.

L'intera sala grande sembra pensare solo a lui, spinto su un palcoscenico, illuminato solo da un occhio di bue. Un semplice Harry dagli occhi opachi che mescola il suo latte.

Oh Harry.

E questo è il momento. Quando vorrebbe essere l'unica che lo capisce, l'unica che lo sa far sorridere. Con parole solo loro, con sorrisi rotti da nuove ferite, ma ancora così caldi da saper lenire il dolore più fresco.

"Latte?"

Una parola così banale che resta sospesa a mezz'aria, ma così tanti ricordi.

Una fuga in cucina, lui e lei soltanto, ed un tè fumante preparata in fretta da Dobby tra le dita gelate. Piove fuori, lo si vede dalla finestra incantata nel sotterraneo, dai vetri tremolanti per la furia di una pioggia che sembra voler spezzare il loro incanto.
"Latte?" Chiede lui, e lei scuote la testa. In qualche modo diventa l'argomento per parlare di loro, delle loro infanzie e di tutti quei tè delle 5 bevuti l'uno senza l'altra in mondi così lontani fra loro. Ed ora è il simbolo di quella serata, la 'parola d'ordine'. Solo loro.

Un sorriso triste può comunque illuminare.
Se lo ricorda.
La paura affiorata al pensiero di essere patetica nel sapere a memoria ogni sua parola svanisce come uno stormo di corvi dispersi nella nebbia.
Guardarlo sollevata perchè ancora una volta quello che c'è tra loro ha vinto. Qualsiasi cosa sia, ha vinto. Contro l'imbarazzo, contro chi li guarda malevolo, contro le maledizioni che le colpiscono, contro chiunque. Contro qualunque cosa.

Non distolgono lo sguardo. Hermione si scusa per l'intera sala con gli occhi grandi dalla piega triste ed Harry accetta col suo muto silenzio.
E' Ron ad interromperli. Arriva con un bacio sulla guancia di lei, come vento gelido da una porta spalancata in pieno inverno a rovinare l'atmosfera felice di una stanza calda. Sbianca, arrossisce. Gli occhi di Harry, sono ora persi da un'altra parte.
Non ci guarda mai.
Il saluto di Ron che la riporta agli anni precedenti, quando stavano insieme, loro due, e quello era il loro pudico buongiorno. E' rimasto come un'abitudine innocente, ma che grava come un'ombra, ora. Sibolo di un amicizia che non è mai stata rovinata, simbolo di un'intimità che c'è stata.
Ma Harry non ci ha mai guardati.
Ogni scusa per non vedere.

···

Starsene sul sentiero a leggere, perchè forse Harry passerà di là.
Indossare il ciondolo che avevano comprato insieme a Hogsmeade, mentre Ron scontava una punizione, solo perchè sa che vedendolo si avvicinerà e lo tocchera. La sfiorerà.
Sotterfugi per trovarlo e farsi trovare, toccarlo e farsi toccare. Nell'innocenza.

Fare carte false per una sua carezza.
Organizzarsi per passare tempo con lui, far coincidere i loro orari.
Studiare fino a tardi sul divano perchè poi si finirà con lui poggiato sul suo grembo, in pace col mondo e con se stessi, parlando di niente, di sè e di tutto.

Trovare conforto in un calore magico davvero, che non sembra provenire da nessuna parte se non dall'affetto reciproco o dallo stare così vicini. Non c'è fuoco nel camino, niente, ma si sta bene comunque e si può parlare. Avvolti nei loro maglioni più comodi, uno contro l'altra. A casa.
Sembra che sia così da sempre, sembra un rito che dall'infanzia si ripete. Abbracciarsi come gemelli nella culla in comune si ritrovano come succedeva quando erano nel grembo della stessa madre e non pensare a niente.
Si riesce a dire di come sia difficile essere così, sotto l'occhio del riflettore o semplicemente una insopportabile so-tutto, si riesce a mostrare se stessi, come si è, deboli.
Mostrare ad un altro la via diretta per il proprio cuore, sapendo che non lo spezzerà mai, perchè l'ha già spezzato senza saperlo.
E l'abbraccio, la voce bassa di Harry. Che non fa sentire scoperti, nè vulnerabili. Neanche lei che si ansconde dietro maschere e silenzi, che si chiude in se stessa. Ma non con lui. Harry che conosce qualcosa di lei, che sa leggere i versi di poesie arcaiche scritti nei suoi occhi.
Saranno i colori, sarà l'atmosfera. Un brusio a far da sfondo a pensieri e considerazioni, le uniche gocce di spontanea verità che si concedono, ma solo tra loro.
Perchè se il mondo sapesse, crollerebbe.
Se il Mondo Magico conoscesse le paure di Harry Potter, perderebbe ogni speranza. Il loro scudo contro l'oscurità che si spezza come ogni altro adolescente. Uno dei tanti. Normale.
L'innocenza di Harry che la fa sentire protetta, la sincerità nel suo sguardo, la semplicità dei suoi pensieri.

Ed è questo che ama. Questo e tutto il resto. Dal suo ridere per gli scherzi di Ron al suo dedicarsi alla sua Firebolt in modo quasi maniacale.
Come una bambina povera con la sua unica bambola, che le pettina i capelli e inventa per lei storie in mondi fatti di fiori e caramelle.
Unica chiave per fuggire dalla realtà.

Dal suo abbracciarla alla sua gelosia.
Oh, sì che lo ricorda lo sguardo a quel Ballo del Ceppo. Gelosia, rabbia e dispiacere.
Lo stesso che lei stessa nascondeva mentre lo ascoltava parlare di Cho. Lo nascondeva dietro bugie. A chi scrivi? A Viktor, aveva risposto, sperando di rivedere quel barlume di sentimento dietro quegli occhi. Cercava di scavarvi a fondo dentro, quasi disperata, mentre con la piuma terminava di riempire un ordinario modulo, l'ennesima ordinazione di ingredienti per pozioni via gufo.
E nel frattempo ricordava quel sogno che l'aveva scossa.
Lei davanti allo specchio, una lei diversa. Così diversa da come si vede di fronte allo specchio, così diversa nello specchiarsi. Un vestito semplice e bello, appena indossato, ancora slacciato. I capelli da un lato ed il famoso ciondolo a penderle dal collo. Harry arriva e le chiude l'abito guardandola dallo specchio. L'abbraccia, le poggia il volto sulla spalla e la stringe e lei è solo sua.
Si era svegliata con le braccia a cingersi i fianchi, il collo piegato come nel sogno, ed una sensazione di calore là dove, nella sua mente, Harry si era poggiato per esserle così vicino da sembrarle inseparabile da lei.
Ama pensare a lui. Ama ricordarlo in pigiama come vestito elegante, ama pensarlo sempre, in qualunque modo.
Pensarlo con dolcezza, il più che può, ma talvolta anche diversamente.

Pensare all'Harry uomo. L'Harry cresciuto che desidera, l'Harry dalle mani forti ed il corpo muscoloso. Un Harry come un dio di bronzo, la pelle scura da assaggiare, morbida e liscia da toccare. Un Harry da cui farsi accarezzare, un Harry dagli occhi scuri per il piacere, per la passione. L'Harry dominato dagli istinti.

Ed arriva a sentirsi sporca perchè così lontana dalla realtà.
Sporca come un assassina, e quasi impazzisce in quei momenti. La Lady Macbeth del dramma shakespeariano, che si strofina le mani per il senso di colpa. Sangue o fango, reale o immaginario, semplicemente le sue mani sono impure e la sua anima macchiata. Se solo lo toccasse, contaminerebbe il suo candore.

Purezza.
Se c'era
una parola con cui poteva descrivere il loro rapporto era quella, la stessa che avrebbe usato per parlare di acqua di sorgente o di occhi limpidi e sinceri.
Ma gli occhi di lui non lo erano, rocce coperte da edera rigogliosa, ma il suo sguardo, la sua voce, le sue mani, sì. Mani toccate e strette e tenute calde tra le sue. Affetto e calore o semplicemente bisogno. Di toccare, di sentire, di sentirsi. Di averlo in qualche modo, se non nel cuore, almeno in un abbraccio.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Raissa