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Autore: sagitta72    28/12/2010    9 recensioni
“ Al momento della stretta di mano i due mi guardano con un sorriso divertito, quasi canzonatorio”….e’ cosi’ che inizia questa semplice fiction dove un’adolescente dovra’ patire perdite, delusioni e amarezze prima di poter finalmente trovare la felicita’ che tanto ha sognato dal primo giorno in cui ….. a voi se perdere un po’ di tempo dietro alla mia prima avventura da singola scrittrice.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10.

 

Un Comportamento Inaspettato.

 

Sdraiata sul letto, apro prima un occhio e poi l’altro; mi guardo intorno e noto che e’ giorno già da un pezzo.  Dalle serrande entra una luce piuttosto forte ed alta e capisco che non e’ certo l’alba. Chiudo gli occhi per capire se ho sognato tutto ieri oppure e’ accaduto realmente, ma l’immagine nitida di Saga ed il suo profumo che ancora e’ presente sui miei capelli, mi fa realizzare che e’ successo veramente. Con il sorriso sulle labbra, scosto le coperte e  con un balzo scendo velocemente dal letto; apro le finestre e inspiro il profumo dello iodio del mare che arriva fino quassù. Per la prima volta, dopo la  morte di mio padre, mi sento serena e spensierata, ci voleva proprio questo ragazzo in un momento come quello che sto passando; sono consapevole che non e’ amore al momento, ma ho bisogno di lui e se davvero mi cerchera’ come ha promesso, di certo io non mi tirerò indietro e manderò avanti finchè va questa storia.

Velocemente mi intrufolo sotto la doccia perche’ ho lo stomaco che brontola e non vedo l’ora di riempirlo di tutte le leccornie che ci sono al mattino in questa casa e che da molto non mangio più. Dopo essermi vestita, esco dalla stanza e mi ritrovo in corridoio insieme a mia sorella Michelle:

 

          Stavo proprio venendo a svegliarti.

          Non ce n’e’ stato bisogno, ci ha pensato lo stomaco; tutto bene? – la vedo un po’ strana

          Si si … sono un po’ stanca perché ho studiato fino a tardi, ieri.

          Per quello non sei venuta con noi?

          Si … se non era perché dovevo andare a trovare la mia ex compagna di classe che ha avuto il bambino non sarei nemmeno venuta a casa … sarei rimasta insieme a Nicole per studiare.

          Già, però devi aver fatto proprio tardi, hai una faccia!!! – nel frattempo, entriamo in cucina ed essendoci solo noi al momento cominciamo a parlare della festa

          Hai conosciuto qualcuno di interessante?

          Te lo devo proprio dire? – le sorrido maliziosa

          Si, soprattutto se me lo dici con quella faccia …

          Si, ho conosciuto un ragazzo … molto attraente, bello da mozzare il fiato, ha uno sguardo ipnotizzante, una passione infuocata … non gli ho resistito – la guardo mentre sorseggio il caffelatte

          In … che … sen-so!! – mi chiede sillabando parola per parola con uno sguardo preoccupato

          In … quel … sen-so – mi diverte la faccia che fa, praticamente ha avuto il cedimento della mascella – tutto a posto?

          Non ho parole … davvero? Dai, racconta ….

          No, qui no, non e’ il luogo adatto … perché non andiamo a pranzo fuori io e te?

          Si!! – lo dice con uno slancio, come se fosse piu’ liberazione che curiosità per quello che dovrei dirle, oggi e’ tutta strana – ottima idea – nel frattempo entra Milo, che si blocca un istante appena ci vede, poi senza nemmeno salutarci, si va a versare il caffe’, mentre mia sorella prosegue – comincio ad andare a prepararmi la roba, così vado poi via direttamente dal ristorante.

 

Senza nemmeno finire la colazione si dilegua, lasciandomi da sola con quell’orso insopportabile che e’ diventato da ieri sera Milo, che nel frattempo, con la coda dell’occhio ha seguito il dileguarsi di mia sorella. Lo guardo mentre si accinge a portare tutto a tavola, dopodiché mi lancia un’occhiata mentre si siede e con un sorriso ironico mi dice:

 

          Avete impegni per pranzo?

          Si, andiamo fuori a mangiare. Come mai già sveglio? Di solito Camus ti deve buttare giù dal letto – sorrido al pensiero delle battaglie domenicali.

          Stavolta gli ho concesso il lusso di non disturbarsi – bevendo il caffè, mi osserva seriamente e, sono sicura di quello dico, linciandomi quasi con lo sguardo – da sole?

          Direi di sì – sostengo il suo sguardo indagatore anche se mi mette molto in agitazione – perché?

          Così – fa il gesto con la mano – tanto per chiedere … non posso?

          Certo che puoi, ma lo hai chiesto in modo così strano – mi alzo per posare la tazza

          Perché? E’ una domanda come le altre … - poi, leggendo il quotidiano – ti ha dato fastidio? Scusami … non volevo essere maleducato.

          Nessun fastidio – affermo lentamente, sorpresa dai suoi modi, poi provo a  capire che cavolo ha da ieri – e’ che sei un po’ strano da ieri e non capisco i tuoi toni, scusami tu.

          Strano? … beh capita ogni tanto di avere la luna storta … non credi? –   punta nuovamente quegli occhi azzurri sui miei, sono così freddi che non riesco a sostenere il suo sguardo – mentre, invece, tu oggi sei più pimpante del solito .. mi fa piacere, ti stai riprendendo!

          Si … e’ così … poi ieri mi sono divertita, i vostri amici sono stati molto simpatici.

          Non ne dubito – mi sorride.

          Buongiorno – Camus fa la sua entrata come  mio salvatore inatteso, mi sentivo quasi prigioniera dello sguardo di Milo.

          Buongiorno cugino, hai visto, stamattina ti ho risparmiato la solita lotta

          In effetti … devi essere  messo proprio male – Camus guarda me un po’ accigliato – tutto bene?

          Io si – sostengo il suo sguardo – me ne vado, ciao, buona domenica.

          Perché?  Non rimani a pranzo con noi? – mi chiede, seguendomi con lo sguardo mentre esco.

          No – risponde per me Milo – le due sorelline vanno a pranzo fuori … chissà quali misteri si devono confidare da non poterlo fare qui

          Sai qual’e’ il problema? – mi fermo e mi volto a guardarli freddamente – che anche se ti dicessi che vogliamo stare un po’ sole, visto che non ci vediamo mai così spesso, voi non lo capireste comunque …  non sapete che significhi il rapporto “fraterno” – giro i tacchi e, furibonda per i suoi modi scortesi, a mio avviso ingiustificati, me ne vado da mia sorella.

 

Mi sto seriamente scocciando del loro modo di porsi nei miei riguardi, sono pur sempre un essere umano e la figlia della moglie di Nicholas, pertanto come io porto rispetto a loro per educazione, che anche loro facciano altrettanto con me, altrimenti finisce male, ora basta! Stanno esagerando;  piu’ che altro Milo: e’ indisponente e maleducato, gliene dirò quattro appena ne trovo l’occasione.

Come programmato, andiamo a pranzare al ristorante di un nostro carissimo amico, nonché figlio di una delle vittime dell’incidente in cui morì nostro padre.  Le racconto tutto quello che e’ accaduto alla festa e lei, con aria sognante, mi confessa che le piacerebbe poter provare l’ebbrezza di una passione così forte; non che non abbia avuto le sue esperienze, anzi, e’ contenta di ciò che ha avuto, ma mi spiega che un amore passionale come quello da me  raccontato l’ha visto solo nei film. Naturalmente le spiego che non deve parlare di amore, tra me e lui e’ accaduto perché si è creata quell’alchimia speciale irresistibile, ma da lì a chiamarlo amore e’ un po’ troppo presto. E proprio mentre ne  parliamo, ecco che il mio cellulare prende a squillare, lo tiro fuori dalla borsetta ed un sorriso si allarga tra le mie labbra: e’ Saga. Il cuore prende a battere all’impazzata e cercando di contenere un tono di voce moderato, rispondo alla chiamata. Mia sorella mi osserva divertita e ascolta tutta la conversazione attentamente; quando chiudo la comunicazione, mi chiede velocemente:

 

          Allora?

          Allora che?

          Stasera a quanto pare vi vedete!

          Si, ha detto che poi deve partire per qualche giorno, va da suo fratello che si deve operare a un ginocchio, si e’ fatto male giocando a hockey.

          Mannaggia, quasi quasi rimango ad aiutarti a prepararti per la serata …

          Non ti disturbare, un jeans ed una maglietta vanno piu’ che bene, in fondo mi ha conosciuta così.

          E … Camus?

          Cosa c’entra ora lui, Michelle?

          Non fare finta con me … ti e’ passata?

          Non proprio, ma tanto non posso fare altrimenti …. Lui e’ innamorato di un’altra

          Quindi – mia sorella abbassa lo sguardo un po’ sofferente – e’ solo per quello che hai deciso di rinunciare … non perché mamma potrebbe dire qualcosa essendo il figlio di Nicholas?

          Mamma? … e che problemi mi dovrei fare con lei? La vita e’ mia ed io amo chi voglio … se fosse potuto essere Camus non mi sarei fatta nessun problema … -  mia sorella non mi guarda – Michelle? …. Ma che hai?

          Niente .. – mi sorride – nulla … stavo pensando a te e a mamma … non mi vuoi dire perché non riesci a conviverci serenamente?

          Siamo qui per parlare di altro, non di lei, vuoi che ci roviniamo il pranzo?

          Ok d’accordo …

 

Sono sicura che mia sorella mi avrebbe voluto dire qualcos’altro, ma ha cambiato subito discorso parlando di come lei e Nicole passano i pomeriggi liberi e che non vedono l’ora che anche io vada da loro, quando inizierò l’università. Non oso ancora dirle che non ho intenzione di studiare alla loro stessa facoltà, almeno non fino a quando non ho le risposte che desidero. So già che rimarranno male ma io ho vedute più ampie per il mio futuro e se riesco ad avverare questo sogno, almeno da qualche parte riuscirò a sentirmi realizzata. Finito di pranzare, passeggiamo un po’, dopodiché lei torna al suo dovere di studente, mentre io mi ritiro a casa a prepararmi per la serata. Fortunatamente non c’e’ nessuno; mi infilo sotto la doccia e mi rilasso pensando alla serata che mi aspetta. Una volta uscita, mi vesto semplicemente con un abitino, per accontentare mia sorella, che prima di andarsene si è raccomandata sul vestiario, un paio di sandali e un golfino leggero per la tarda serata, dopodiché scendo e vado in soggiorno dove trovo tutti quanti a prendere il solito aperitivo prima di cena. Alla mia vista, mia madre si sorprende e mi guarda da capo a piedi, mentre io le comunico che passerò la serata con amici in un pub e che forse farò un po’ tardi. Ormai essendo maggiorenne non e’ che può privarmi della libertà che ha dato anche alle mie sorelle, ma si raccomanda solo di andare piano con la macchina e di fare attenzione.  Accetto di buon grado la sua ramanzina, saluto tutti e me ne vado, non prima di aver scorso l’occhiata malefica di Milo, mentre il suo caro cugino si limita ad augurarmi una buona serata

 

      **********************************************************************************

 

Sdraiati sul fianco con le gambe aggrovigliate e  stretti l’uno all’altra, io e Saga, dopo aver atteso che i nostri respiri si calmassero, parliamo della sua partenza:

          Ma quanto starai via?

          Penso tutta la settimana … non di piu’, anche perché qui ho da fare … - mi sorride

          Poverino … si deve operare e tu lo tratti così

          Gliel’ho detto di non esagerare quando gioca a quell’idiota … ma lui vuole strafare … ben gli sta.

          E’ piu’ piccolo?

          No …

          Allora e’ piu’ grande … portagli rispetto!!! – lo sgrido divertita

          No …

          No che?

          Non e’ piu’ grande e non e’ piu’ piccolo … e’ il mio gemello.

          Ah che bello! Deve essere divertente avere un gemello

          Dipende dai casi e dai momenti; era bello quando ci scambiavamo le ragazze – ammicca, poi vedendo i miei occhi sbarrati, sorride – non temere, con te non succedera,’ sei solo mia, questi giochini  li facevamo  solo al liceo

          Che disonesti, povere ragazze.

          No non preoccuparti, non hanno patito – sorride divertito

          Gia’ e’ vero, avevano il loro psicologo di fiducia … ahahaha … divertente!!!

          Anzicchè divertirti tanto a prendermi in giro, vedi di studiare tutta la settimana quanto devi, perche’ da sabato mattina ti voglio tutta per me, per tutto il week end. Hai tutto il tempo per inventarti una scusa per dormire fuori casa … non accetto un no.

          Ventiquattro su ventiquattro tra i piedi mi vuoi – al suo assenso, sorrido – d’accordo … vedrò cosa posso fare .. ma dove mi porti?

          Qui ….

          Ma che gentile, mi aiuti a studiare? – lo guardo ironica

          A dire il vero no, ma se proprio devo …

          Mi vieni a prendere direttamente a scuola?

          Si , sarebbe un problema?

          No affatto.

          Bene …

Mi ribalta sotto di se e mi fa capire che la conversazione e’ finita, per cui avvolta dal suo abbraccio mi lascio trasportare in un bacio mozzafiato che non dandomi tregua, mi trasporta insieme a lui in un altro meraviglioso incontro passionale.

 

Come programmato con Saga, la settimana successiva mi impegno più del dovuto nello studio: esco  dalla stanza solo il tempo necessario per mangiare, aiutandomi ad evitare di incontrare Camus e Milo, per fortuna: primo perché meno vedo Camus, meglio è, non so il motivo, ma mi lascia come un senso di colpa dentro di me ed io in colpa verso di lui non devo sentirmi; poi perché evito i continui sguardi glaciali da parte del cugino, che ogni volta che li incontro mi lasciano sempre con un senso di ansia allo stomaco.

Riesco a trovare la scusa di andare da una vecchia compagna del precedente liceo e mia madre non  fatica  molto ad acconsentire, probabilmente rincuorata anche dal fatto che sto reagendo alla morte di mio padre.

Il sabato mattino, terminate le lezioni mi incontro con lui, come previsto e subito andiamo a pranzo fuori. Poi decide di portarmi a fare un giro sulla sua barca a vela; inutile dire la mia sorpresa nello scoprire questo suo magnifico hobby. Passiamo così tutta la giornata in mare, nei dintorni di Fort Lauderdale, piccolo paradiso nei dintorni di Miami consigliato e apprezzato proprio da coloro che amano la vita in barca. Abbiamo impiegato il nostro tempo libero in diverse attività concludendo la giornata con un abbondante spuntino in alto mare, dopodiché abbiamo passeggiato per le vie di questa meravigliosa parte di paradiso terrestre e una volta tornati sulla barca, invece di ripartire,  ha deciso di fermarsi per la notte. Che meraviglia, un’esperienza indimenticabile e forse anche troppo per una che, come me, fino ad ora aveva vissuto di sogni e film romantici: questa invece e’ realtà. Mentre dorme accanto a me, coperto fino ai fianchi dal lenzuolo, lo osservo attentamente; non posso fare a meno di pensare a quanto grazie a lui ora stia meglio. Questa settimana devo compilare la domanda per l’università e avere lui accanto a me, mi fa dubitare su ciò che prima avrei voluto fare. Gli accarezzo involontariamente il braccio presa dai miei pensieri, e al mio tocco lui si sveglia:

          Come mai non dormi? – sussulto appena, non mi aspettavo si svegliasse

          Nessun problema per me … ma dimmi qual’e’ il tuo?

          Cosa te lo fa pensare?

          Dovresti essere stanca dopo la giornata che abbiamo passato, senza parlare dell’ultima parte –sorride malizioso

          Pensavo ad una cosa … una scelta che devo fare la prossima settimana – mi sdraio a pancia in giù abbracciando il cuscino

          Sarebbe? – si appoggia sul gomito

          Devo decidere quale indirizzo seguire e dove andare.

          Ebbene?... hai qualche dubbio?

          Diciamo che non l’ho mai avuto, e’ una scommessa con mio padre che mi piacerebbe portare avanti.

          Me lo vuoi dire qual’e’? – mi scosta una ciocca dalla spalla, accarezzandomi la pelle nuda.

          Non voglio seguire la facoltà che tutti si aspettano … economia, voglio fare giurisprudenza … - sorrido vedendo lo stupore nei suoi occhi – voglio diventare il legale dell’azienda di mio padre … non voglio studiare nella stessa università delle mie sorelle, o meglio, la metterò come seconda scelta … vorrei andare … ad Harward!

          Fai sogni di gloria, piccola!!! Brava, fai bene, devi volere il meglio dalla vita. …

          L’ho sempre voluto, pero’ ora  …. – mi vede incerta e capendo subito, diventa molto serio e temo quel suo sguardo

          No Kate, non farlo … non rinunciare ai tuoi sogni per me e nemmeno per nessun altro … chiaro!! – mi fa sedere sul letto e mi prende il viso tra le mani – tu devi raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissata …

          Si ma e’ molto lontano … noi non …

          Ho detto ne’ per me ne’ per nessun altro …. La vita e’ tua; non puoi cambiare i tuoi programmi per colpa di altri … te ne pentiresti, fidati … quello e’ il tuo futuro assicurato ed io invece un incognita … non sappiamo come potrebbe andare. … capisci quello che ti voglio dire?

          Si … ma mi mancheresti molto … e’ da tanto tempo che non sto così bene con me stessa.

          Il modo si troverà … se e’ solo questo il problema. – mi accarezza il volto – promettimi che non modificherai i tuoi piani … - al mio assenso – e non fare la furba, non ci crederei nemmeno se lo vedessi che non ti hanno accettato.

          E’ difficile entrare, lo sai.

          Non per te, da quello che ho visto – poi mi abbraccia e ci stendiamo sul letto – ora dormi un po’, domani sveglia presto, abbiamo altri giri da fare!!!

E dopo avermi scoccato un bacio in fronte , mi stringe a se e comincia ad accarezzarmi lentamente la schiena, le sue braccia confortevoli riescono a farmi stare bene e a rilassarmi. Questo ragazzo esercita un potere straordinario su di me, ha la capacità di tranquillizzarmi in un nanosecondo e  difatti in pochissimi istanti mi fa cadere preda del mondo dei sogni.

Come accennatomi da lui, il giorno dopo partiamo di nuovo per un’altra giornata in barca. Decide di portarmi al largo e di fare immersioni. Sono un po’ spaventata, perché non ho mai sperimentato questo tipo di sport, ma accanto a lui, devo ammetterlo, mi sento sicura, pertanto mi lascio trascinare in questa esperienza a dir poco allucinante, sì perché se non sono impazzita io credo che sia impazzito lui a sopportare le mie crisi di ansia da apnea, impossibili da avere, visto e considerato che le bombole fungono da ossigeno. . Per un istante ho pensato seriamente che Saga mi volesse lasciare sul fondo, ma poi vedo che  tutte le volte se la ride di gusto, ma mi aiuta senza battere ciglio;  meno male, morire soffocata non e’ certo la fine che vorrei fare.

La giornata, come quella precedente, passa fin troppo velocemente e glielo faccio notare, mentre lui sta attraccando lo yacht alla banchina. Mi aiuta a scendere e mi propone di andare da lui, a mettermi in sesto, prima di tornare a casa. Naturalmente, inutile dire che una volta da lui, prima di prepararmi, abbiamo rifatto appassionatamente l’amore, non c’e’ modo migliore di salutarsi e ripromettersi di vedersi molto presto. Una volta pronti, usciamo ancora per andare a mangiare una pizza, dopodiché mi accompagna con la sua macchina fino a scuola dove ho lasciato la mia auto. Prima di scendere mi saluta dolcemente, baciandomi più volte ed io lo lascio fare, sperando che non smetta mai, però purtroppo il tempo scorre. Cavallerescamente mi accompagna fino all’auto, mi apre la portiera e mi promette che mi chiamerà presto; so che lo farà, mantiene sempre le sue promesse.  Un ultimo saluto e via, alla volta della tanto amata dimora Gaillard; più mi avvicino e più mi invade il senso di nausea e angoscia. Mi dispiace tanto per Nicholas, non merita questo mio astio, ma purtroppo quella casa non l’ho mai sentita mia e non ci posso fare nulla se non riesco ad accettare di vivere con loro, sotto quello stesso tetto.

Molto scocciata prendo il borsone e lascio, gentilmente,  le chiavi al maggiordomo che mi porta l’auto nella rimessa. E’ già mezzanotte inoltrata e faccio piano mentre entro in casa, non voglio svegliare nessuno e  non voglio nemmeno far sentire la mia presenza se qualcuno ha deciso ancora di stare sveglio. Peccato però che qualcuno a mia insaputa era dietro alle tendine del salone, al buio, ad aspettare, almeno così mi e’ parso, il mio arrivo, perché mentre passo quatta quatta una voce impastata mi sorprende:

 

          Finalmente sei arrivata … hai preso questa casa per un albergo?

          Ma chi …? – sussulto e mi volto di scatto, ma non vedendo nessuno accendo una delle applique e noto dall’altra parte della stanza la figura che avanza piano verso di me – Milo!! Mi hai spaventata, ma sei impazzito? Che ci fai al buio?

          Mi rilassa … - dal bicchiere pieno che ha in mano, beve un sorso,  fermandosi qualche metro da me – a te invece rilassano molto le giornate fuori di qui a quanto pare? Sei così in splendida forma … non ho mai visto uno sguardo così sereno e rilassato sul tuo viso … devi essertela spassata molto bene -  e continua ad ingurgitare il contenuto del bicchiere.

          Ci vuole poco per stare bene fuori di qui … - poi l’osservo meglio – sei ubriaco?

          Che ti importa? – e va a versarsi ancora da bere

          Hai qualche problema, per caso? – infierisco io, vedendo che beve, in un solo sorso, metà dell’altro bicchiere che si e’ versato

          Hm .. –sorride sarcastico mentre mi guarda – cos’e’, ha insegnato anche a te a psicoanalizzare gli altri? – con questo capisco che si riferisce a Saga; non c’e’ più alcun dubbio, non so come ma lo ha scoperto, ma non gli darò la soddisfazione.

          E’ meglio che vada a dormire – faccio per muovermi, ma come un folle mi blocca in un istante, facendomi voltare verso di lui e sbattendomi contro il muro.

          No … tu adesso fai un po’ di compagnia anche a me! –sibila

 

Saldamente, mi tiene ferma contro la parete e dai suoi occhi sembra escano fuori scintille incandescenti; per la prima volta, lo ammetto, mi sta facendo terribilmente paura: che cosa vuole? Che faccio? Braccata in quel modo non riesco ne’ a pensare ne’ a muovermi, arriverà qualcuno a salvarmi?

 

Scusate il ritardo ma con le feste di mezzo non sono riuscita ad accontentarvi prima e colgo, anche se in ritardo, l’occasione per augurarvi Buone Feste .

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e … su Milo che dire … in effetti il suo comportamento lascia un po’ da pensare, ma … bisogna attendere ancora un pochino per capire il perché. Un caro saluto a tutti quanti. A presto. Ciaooooooooooo

   
 
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