~  Light and Darkness

 

Ichigo era confusa. Correva a perdifiato per arrivare al luogo in cui lei e Masaya si sarebbero dovuti incontrare quel pomeriggio. Peccato che gli alieni avessero avuto la bella idea di creare un Kimero gigante a forma di farfalla per intossicare tutta la città! Si sentiva sfinita, ma doveva correre, doveva arrivare da lui.
L’unica cosa che non la faceva stare tranquilla era Kish. Durante tutto lo scontro avrebbe potuto più di una volta colpirla con i suoi kriss, e avrebbe potuto farle male.
Invece, quando gli si presentava l’occasione, perdeva il suo tempo apparendole dietro e sussurrandole all’orecchio frasi con la sua tipica voce suadente.
Invece che distruggerla, cercava in tutti i modi di farla passare dalla sua parte. Era illogico!
Non capiva neanche lei perché stesse tutto quel tempo a pensare a questo fatto, così cercò di sgombrare la mente.
Nel frattempo aveva anche incominciato a piovere, ma non ci badò. Da lì a poco avrebbe imboccato la via per lo stadio.
Arrivata nello spiazzo si guardò in giro.
- Masaya?
Lui non c’era. Sospettava che non l’avesse aspettata, ma in fondo nutriva ancora qualche speranza.
Si sedette su una panchina con le lacrime che le scendevano calde sul viso, unendosi alle gocce di pioggia.
Un lampo illuminò la notte scura e lei scorse una figura.
Non fece nemmeno in tempo ad alzarsi dalla panchina che la figura le corse incontro e l’abbracciò.
- Ichigo…
Non credeva ai propri occhi, era felice.
-Masaya…mi hai aspettata tutto questo tempo? Scusami, io…
-Shh non parlare…aspettavo da tempo questo momento…
Ichigo arrossì. Sospettava ciò che da lì a poco le avrebbe confessato Masaya. E il suo cuore perse un colpo.
-Io ti amo, Ichigo.
Lui le accarezzò i capelli. Quel semplice contatto fece spuntare le orecchie da gatto della Mew Mew, che si apprestò a sciogliersi dalla presa e a rifugiarsi dietro alla fontana della piazza.
Accidenti! Non ora!
Masaya, per niente scosso, le diede un fazzoletto per asciugarsi e la Mew mew lo usò per coprirsi le orecchie.
- Anche io ti amo! – Gli disse, mentre se ne stava andando.
Allora corse verso di lui e lo abbracciò.
- Ti amo, ti amo, Ichigo…che bello! Al collo hai il mio campanellino! Sei proprio la mia gattina…
Poco più in là, nell’oscurità, Kish li guardava. Pieno di rabbia e d’odio.
- Sbagliato, sudicio umano. Ichigo è la mia gattina…
Con un solo gesto avrebbe potuto mettere fine all’insulsa vita di quell’umano, era già pronto a scattare.
Ma solo il pensiero, che Ichigo lo avrebbe odiato con tutto il suo cuore, lo fece ripensare a quel gesto sconsiderato.
Si limitò a guardarli. Patetici.
Quell’umano si limitava ad abbracciare Ichigo. E faceva bene, perché un altro atteggiamento non lo avrebbe tollerato.
Se fosse stato al suo posto, Kish non ci avrebbe pensato due volte a prendere tra le dita il mento della ragazza, a guardarla negli occhi e a darle un bacio che le avrebbe tolto il fiato.
Decise di non intervenire. Si smaterializzò lontano da quel luogo, nella casa che Tart aveva preso per non destare sospetti tra gli umani. Forse lì avrebbe trovato un po’ di pace.