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Autore: Principessa Purosangue    29/12/2010    1 recensioni
Con Hao e lo Spirit King scomparsi, Yoh e i suoi compagni shamani non possono che tornare alla loro vita di tutti giorni e aspettare. Ma chi? Che cosa?
E poi arrivò Lei, un Angelo dalle sembianze umane.

Cosa c'entra in tutto questo la nuova arrivata in città? E perché Anna si sente così inferiore in sua presenza? Chi, divertendosi, li osserva da lontano giorno dopo giorno? Ma soprattutto: chi è la Dea della Vittoria che muove le fila dei burattini?
Signore e Signori, benvenuti al Teatro dei Tradimenti.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Kyoyama, Hao Asakura, Nuovo personaggio, Ren Tao, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anna non aveva mai amato così tanto essere fra le migliori della classe

CHIEDO UMILMENTE PERDONO.

Lo so che è davvero tanto che non aggiorno, perciò avete tutto il diritto di volermi morta ecc. ma vi prego ricordate che il vostro gesto comporterebbe la mia morte ergo, rimanere con la storia incompleta. v_v” Ora che spero abbiate messo a terra ogni genere possibile d’arma o d’oggetto contundente, vi ringrazio della pazienza che state avendo. *w* Siccome sono in vacanza posso aggiornare più spesso e, infatti, ho già iniziato a scrivere il capitolo cinque! ^O^ Non prometto nulla prima del 2011 tuttavia prima che finiscano le vacanze. :P

E ora le due antichissime recensioni, asd.

Ekiyo: grazie mille! (: Eh, per saperlo dovrai continuare a leggere, purtroppo non svelerò subito chi è colei che ha divorato il cuore di Hao. :D Spero continuerai a leggere!

MingFu2: thank you so much! ^^ Sì, non sai come ti capisco e per questo ti chiedo scusa! T_T Ma aggiornerò prima della fine vacanze forse anche due o tre capitoli perché ho molte idee in testa. ^.-

Yeah, I’m done. u.u

Chiedo nuovamente venia, prometto di farmi sentire almeno UNA volta al mese d’ora in poi! >w< Beh che dire gente, recensite e ditemi che ne pensate. *O*

xoxo

 

Prinny.

 

 

 

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Anna non aveva mai amato così tanto essere fra le migliori della classe. Certo, aveva sempre saputo che ciò gli avrebbe portato vantaggi futuri per quanto riguardava le borse di studio, ma mai avrebbe immaginato che le sue lodevoli prestazioni scolastiche si sarebbero rese utili prima, in un’occasione così “futile” come il denominato viaggio d’istruzione (che tutti sapevano essere solo una settimana di vacanza). Secondo l’andamento generale di ogni alunno, i professori avevano deciso che tutti coloro aventi una media superiore all’otto sarebbero stati esonerati da ogni tipo di uscita istruttiva poiché basate sul programma svolto in classe; diversamente, a coloro con la media dal sei al sette, non era obbligata tuttavia consigliata la partecipazione (e “consigliata” significava essere visti di buon occhio dai professori durante lo scrutinio finale); infine, tutti quelli con la media insufficiente non potevano far altro che attendervi senza pronunciare alcuna lamentela. Kyoyama, ovviamente, fu la prima ad essere esclusa da ogni tipo di attività insieme a Kurohime poiché le migliori della classe ed insieme a loro un ristretto gruppo di persone tra i quali Manta e per 0,02 punti, anche Yoh.

Avendo a disposizione intere giornate di puro riposo, per evitare di perdersi e quant’altro, i ragazzi-secchioni decisero di mettersi d’accordo per le cose da fare. Così, martedì mattina, si ritrovarono tutti nella piscina dell’albergo pronti a godere di quel meraviglioso giorno dal gradevole calore. Inutile descrivere la maestosità, l’eleganza e il comfort di quello che hai loro occhi non poteva che essere un sogno divenire realtà, anche se solo per poco.

 

 

 

Il Teatro dei Tradimenti.

Atto secondo: Vacanza.

- Riflesso -

 

 

 

La bionda capoclasse era distesa a pancia in giù su un lettino con la visiera all’indietro, alla sua sinistra un tavolino affiancato da un altro lettino vuoto. Aveva gli occhi chiusi e per quanto desiderasse dormire, avendo Yoh e Manta a pochi metri da lei in acqua a schiamazzare come oche, sembrava una cosa impossibile.

- Anna dai, vieni anche tu in acqua! Ci divertiamo! - La giovane ignorò completamente l’invito del fidanzato, voltandosi così da prendere frontalmente il sole. - Anna! - Cercò nuovamente di convincerla il moro. Anche questa volta non ottenne risposta bensì un consiglio da parte dell’amico: se voleva passar delle vacanze serene e senza allenamenti di mezzo, era meglio lasciarla stare. Con la coda dell’occhio Anna vide lo shamano fare spallucce e continuare a giocare col compagno di avventure, finalmente sicura di non essere più disturbata. L’idea di entrare in acqua non le dispiaceva, tuttavia aveva una cosa a cui doveva dedicarsi prima: dar vita alla sua pelle di fantasma. Per quanto sapesse di essere una bella ragazza dall’esile fisico, era a conoscenza del fatto di come il suo bikini nero stonasse con la sua pelle dal pallore di un cadavere. E per quanto in molti al posto suo avrebbero usato lo scudo “La pelle bianca è segno di nobiltà”, lei per prima esecrava quel suo particolare: un po’ di colore ci voleva eccome.

Sospirò profondamente chiudendo gli occhi: era davvero stanca. Aveva trascorso una nottata insonne, in particolare l’aveva svegliata l’improvviso arrivo in camera della compagna di stanza  alle prime ore del mattino.

Dove aveva trascorso la notte?

Se già prima non era riuscita a chiudere occhio, di certo l’avvenuta improvvisa della ragazza non allietò la sua insonnia. Sentì improvvisamente lo schiamazzo dei vari compagni placarsi, il che la face aprire gli occhi per verificare la situazione.

In tutto il suo splendore Kurohime Kyrie dall’angelico sorriso e dalle regali movenze, salutava come una dama i presenti con un leggero movimento del capo e un delicato gesto della mano. L’osservò attentamente, catturandone ogni particolare: anche lei indossava un bikini nero, tuttavia assai diverso dal suo. Migliore del suo. Il motivo era singolare, alternativo e allo stesso tempo infantile: dei piccoli teschi bianchi disegnati sui due pezzi ma era di particolare attenzione la parte inferiore, la quale ricordava una specie di micro-minigonna. I lunghi e mossi capelli dalle onde angeliche erano raccolti in una coda di cavallo, alcune ciocche sulle spalle; al collo, una stella a cinque punte.

Rabbrividì per un istante. Quello era lo stemma di Hao.

- Buongiorno a tutti! - Salutò vivace prendendo posto nel lettino vuoto di fianco al suo. Perfetto, pensò ironica.

- Buongiorno Kyrie! - Manta nuotò in loro direzione, appoggiandosi con le braccia al bordo. - Come stai? Dormito bene?

- Beh sì, qualche piccolo inconveniente però poi tutto bene. E voi? - Chiese vedendo avvicinarsi Yoh il quale stava per rispondere, ma fu preceduto dalla voce della fidanzata.

- Piccolo inconveniente come passare la notte altrove invece che nella tua camera d’albergo? - La moretta la guardò sorpresa, il che fece piacere all’itako. Bingo. - Ti ho sentita rientrare questa mattina alle prime luci dell’alba. Eri spossata. Cos’hai fatto di bello tutta la notte? Magari potresti invitare pure noi una sera di queste. - I due ragazzi le guardarono persi. Di cosa diamine stavano parlando? Kyrie sorrise, iniziando a spalmarsi sulle braccia della crema per proteggersi dai raggi solari: a differenza di Anna, lei non aveva bisogno di abbronzarsi. La bionda non capì l’atteggiamento della compagna e ne rimase visibilmente perplessa.

- Non sapevo t’interessassi tanto della mia vita Kyoyama-san. - Rispose dopo alcuni attimi di silenzio. - Ti ringrazio, mi fa piacere sapere che qualcuno si preoccupa per me!

- Non cercare di cambiare argomento, il fatto rimane. Cos’è, eri forse a elaborare qualcosa col nemico? - La moretta rise, tuttavia non vi era cattiveria nella sua risata cristallina.

- Ah, era dunque lì che volevi giungere Kyoyama-san? - La guardò dolcemente prima di finire di spalmarsi la crema sulle gambe ambrate. - Se è per quello, non preoccuparti capoclasse, non è da me che ti devi proteggere. Piuttosto dalla ragazza riflessa allo specchio, lei si che può essere pericolosa. - Anna s’irrigidì, cercando di capire cosa si nascondesse fra la sua sensuale voce e il suo rompicapo di tradimenti silenziosi. - Alle volte sa essere ciò che non vogliamo ma siamo. Fa’ attenzione a lei, non a me. - E così dicendo si alzò e si buttò in acqua, lasciando incredula la ragazza e ancora più persi di prima il piccolo Manta e uno dei ragazzi preferiti a titolo di Shaman King.

Passarono il resto della mattinata normalmente, ignorando le segrete rivelazioni che nell’aria erano apparse quella mattinata baciata dal sole. Prima di pranzo, quando ormai tutti iniziarono a ritirarsi nelle loro stanze per lavarsi e dirigersi al ristorante del super lussuoso hotel, Yoh si avvicinò alla fidanzata ancora stesa sul lettino, l’aria visibilmente assopita.

- Anna? - La ragazza aprì gli occhi e non fece nulla per nascondere il fastidio provocatole dal giovane che subito si pentì dello spensierato gesto. - Scusa, non volevo svegliati, però è ora di andare. - Iniziò. - E poi volevo anche dirti che ho intenzione di chiamare gli altri non appena torneremo a casa. - Catturò così l’attenzione della biondina che gli chiese con lo sguardo di proseguire. - Da quando è arrivata Kyrie... Non so, sono successe cose troppo strane. So che in realtà non ci sono esempi concreti, perché oltre all’apparizione di Hao non è successo nulla di sospetto, però... Lo sento. - La giovane annuì piano, facendogli capire di comprendere. E lo comprendeva eccome, anche lei si sentiva così dall’arrivo di Kurohime. Non accadeva nulla, eppure era come se accadesse tutto.

- D’accordo. Però meglio avvisare uno per volta, non voglio ritrovarmi la casa piena come lo era prima dello Shaman Fight o giuro che vi ammazzo tutti.

 

 

 

- Allora così è deciso! Ci ritroveremo tutti qui per le 18:30! A dopo ragazzi! - Così Manta salutò il resto dei compagni che iniziarono in gruppetti a dirigersi verso le diverse direzioni della città. Rimasero insieme a lui sono Yoh, Anna e Kyrie la quale stava per andarsene, ma fu prontamente fermata dal moretto.

- Anche tu a fare shopping sfrenato? - Domandò curioso. La giovane rise piano, scuotendo il capo.

- Affatto. Sono alla ricerca di qualche negozio di souvenir, magari anche di qualche bel portachiavi.

- Ti piacciono i portachiavi? - La sorpresa di Manta fu incompresa dalla moretta che annuì.

- Sì, parecchio. Non sono il mio hobby ma diciamo che ne ho diversi a casa. - Spiegò, vedendoli scambiarli sguardi complici. - Qualcosa non va?

- No, è che tu non puoi saperlo ma Anna va matta per i portachiavi! - Le disse Yoh facendo così infastidire la fidanzata. Odiava avere interessi in comune con la ragazza dalle morbide fattezze.

- Davvero? Che cosa carina! - Parlò delicata, dolce, la sua voce e la sua risatina da bambina si trasformavano in miele nel condotto che separava il padiglione auricolare e il timpano.

Era deliziosa.

Anna si voltò di scatto, dando a notare l’astio nei suoi confronti.

Erano due persone completamente diverse.

Lei fredda, insensibile, acida, correva del ghiaccio fra le sue vene, azzurri erano i suoi globuli. Kyrie era infantile, tenera, gentile, aveva la carne che sapeva di zucchero filato. Due cose diverse non potevano essere comparate: non si può scegliere fra dolce e salato, non si può dire di no alla luna senza volere un po’ di sole, non si può preferire sempre il bianco al nero.

Allora perché sentiva di dover abbassar il capo in sua presenza?

Prese a camminare lentamente seppur le sue gambe ardessero per correre lontano da quell’entità così infernale al tatto eppure così nobile agli occhi.

- Ho detto qualcosa che la potesse incomodare? - Il tono puro e innocente della ragazza fece eco nelle loro anime, domandandosi se poteva esistere davvero un essere dotato di tale candore.

- No, non credo. - Mentì Yoh conoscendo benissimo la coinquilina-allenatrice-fidanzata. D’altronde, come spiegarle che non c’era cosa che la biondina di lei non odiasse? - Forse però è il caso di lasciarla sola. - Costatò, prendendo la direzione opposta. Manta annuì e raggiunse l’amico, entrambi nell’attesa di essere poi congiunti dalla ragazza che invece rimase immobile, assorta nella direzione in cui era sparita poco prima la compagna di stanza. Scosse il capo e, guardando i giovani poco distanti, sorrise gentilmente.

- Forse è proprio il caso di non lasciarla sola. - Sussurrò prima di correre via, sentendo la voce dello shamano urlarne il nome.

 

Non importa ciò che la sua mente dica, è il suo cuore che sta proteggendo.

 

La trovò intenta a osservare diversi portachiavi appesi al muro, studiandone la forma, il colore, cercandone forse uno che le trasmettesse qualcosa. Entrò piano e si avvicinò con passo felpato, ben conscia di essere già stata scoperta.

- Che ci fai qui? - Il tono gelido non la stupì per niente e semplicemente si mise in piedi di fianco a lei, gli occhi rivolti ai numerosi oggetti graziosi presenti nel negozio.

- Quello che fanno tutti, cerco un qualcosa per me oppure da portare ai miei cari. - Anna non rispose, semplicemente continuò a guardare i portachiavi.

Di nuovo quella sensazione, pensò. Accanto a Kyrie era tutto così... Detestava ammetterlo, ma ogni cosa era serena. Seppur si sentisse al quanto strana in sua presenza, forse aveva sbagliato, inferiore non era del tutto giusto come aggettivo per descriverne la percezione, tuttavia era l’unico con il quale si ritrovava.

Si sentiva... Compresa? Qualcosa di simile. Protetta? Forse. A suo agio? Non era poi così lontano.

Ritorno alle origini? Totalmente.

Vide la ragazza alzarsi sulle punte e fare uno sforzo immane per raggiungere un portachiavi appeso nel lato più lato, per poco non perse l’equilibrio ma sorprendentemente riuscì a non cadere.

- Yay, preso! - Esultò felice, quasi avesse vinto la lotteria. - Guarda, non lo trovi fantastico? - L’itako lo guardò distratta, quasi ne fosse obbligata, anche se dentro la curiosità era immensa. Si trattava di un portachiavi avente una forma particolare: una fiamma nera. Al centro vi era disegnato una stella a cinque punte di legno intinto di rosso, sotto la seguente sequenza: 12 H & 12 K.

- Bello, non trovi? - La capoclasse guardò altrove, rispondendo con un leggero accenno del capo. Non che fosse brutto ma ciò che aveva attirato la sua attenzione erano i numeri e le iniziali. Cosa ci trovava la moretta d’interessante in una cosa del genere? La vide avvicinarsi entusiasta alla cassa, porgendo l’oggetto in questione.

- Ah, non mi sarei mai aspettata di poter vendere questo portachiavi! - Rise l’anziana donna, sorridendo poi alla ragazza dall’infantile aspetto. Kyrie strabuzzò gli occhi, non comprendendo le parole della donna.

- Cos’ha di male questo portachiavi?

- Assolutamente niente mia cara. Solo che, devi sapere, è un oggetto che ho ritrovato casualmente in riva al mare16 anni fa’, in un pomeriggio fra la seconda e la terza settimana di maggio; da allora l’ho tenuto nella speranza di poterlo vendere eppure nessuno mai l’aveva nemmeno guardato, per questo si trovava nell’angolo più altro e invisibile all’occhio umano, io stessa spesso l’ho perso di vista. Mi stupisce che qualcuno l’abbia notato e decida di comprarlo, specialmente se con tali incisioni. - La ragazza sorrise guardando il portachiavi in mano alla signora.

- Io l’ho notato subito, non saprei nemmeno spiegarle come, però me ne sono sentita attratta e l’ho preso. Ammetto non comprendere tali litografie, tuttavia mi sento da esso richiamata. Tutto qui. - Porse i quindi i soldi all’anziana signora che impacchettò l’oggetto, posandoglielo fra le mani quasi fosse un prezioso pezzo d’antiquariato.

- Abbine cura giovane fanciulla. - Kyrie rispose con un cenno del capo e un visibile, seppur leggero inchino che trafisse gli occhi color pece della Kyoyama.

Aveva il portamento di una Principessa.

   
 
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