05 SOLO SOFFERENZA
Chelsea- Ma ne sei proprio sicuro?
Sanzo- Certo. Stare qui è solo una perdita di
tempo.
Chelsea- E’ passato solo poco più di un mese…..
non potresti prenderti un po’ più di tempo?- Cercò di insistere.
Sanzo la guardò torvo- Tempo per cosa?
La ragazza abbassò lo sguardo. Sbuffò appena.
Chelsea- E va bene…. Fa quello che vuoi. Ma poi
non voglio più rivederti mezzo moribondo.
Sanzo- Non mi vedrai mai più. Non ti preoccupare.
Chelsea si morse un labbro.
Che cosa si aspettava?
Che sarebbe rimasto lì per sempre?
Sapeva fin dall’inizio che quello non sarebbe
stato possibile.
Ma allora cos’era quella strana sensazione che
sentiva salire dentro di lei?
Solitudine.
Ora….. sarebbe stata nuovamente sola.
Si girò, dando la schiena a Sanzo.
Chelsea- Allora addio.
Uscì dalla casa sbattendo la porta.
Sanzo alzò gli occhi al cielo imprecando.
Non che gli importasse niente di quella mocciosa…
però……..
Tirò un calcio ad una pietra.
Chelsea- AHHHHHH.. CHE MALE!!!!! - Urlò
salterellando da una parte all’altra della stradina nel bosco.
Chelsea- Ma perché devo essere sempre così
idiota?????? ç____ç
Lasciò passare qualche minuto, giusto il tempo che
il suo piede le permettesse di non urlare come una dannata.
Si alzò e riprese a camminare.
Guardò verso il cielo, sospirando.
Fra i rami poteva scorgere qualche nuvola che di
lì a poco avrebbe oscurato la luce del sole.
Si sentiva tremendamente vuota.
Chelsea- Che stupida che sono…- Parlò ad alta voce
come se qualcuno potesse sentirla- Che cosa volevo ottenere?…………………
AHHHHHHHHHHHHHHHHH- Cacciò un urlo per poi tornare a camminare.
Chelsea- Dopo aver urlato mi sento decisamente
meglio ^___^
-Cosa ci fa una bella ragazza da sola nel
bosco?……- un demone le si parò davanti- Non sai che questo è un posto
pericoloso?
Chelsea indietreggiò di qualche passo.
-Dimmi… come ci si sente in questi momenti?
Intendo quando sai che non hai via di scampo?…. Non puoi scappare.. io sono
nettamente più veloce di te!
Chelsea sorrise cinicamente fronteggiando con
sguardo freddo il demone- Ci si sente da schifo. O forse…… dovrei dire
bene…………- abbassò lo sguardo- Io odio vivere. Essere uccisa oggi o domani per
me non fa alcuna differenza.
-Mi stai prendendo in giro????
Chelsea- Assolutamente no. Non farti prendere in
giro dal mio aspetto così spaventato. In cuor mio sono contenta di morire….
Forse… morire è l’unica soluzione che ho per tornare in vita.
-Stai cercando di prendere tempo, l’ho capito! Ma
ora basta…. Mi sono stancato.
Si leccò una mano e poi saltò addosso alla ragazza
che non sembrava dar cenni di muoversi.
Sanzo- CHELSEA!!!!!!
Gli occhi della ragazza sgranarono. Si cacciò da
un lato ma gli artigli del demone la colpirono comunque ad una spalla.
-Chi è che osa disturbare il mio pranzo???- urlò
il demone.
Una pallottola gli sfiorò il viso.
Chelsea- CHE CAZZO CI FAI QUI????- Urlò scattando
in piedi e correndo verso il bonzo.
Sanzo- Non urlare stupida mocciosa. Mi dai sui
nervi.
Il demone saltò contro di loro però fu solo Sanzo
che ingaggiò quella piccola lotta.
Ad un tratto sembrò essere il nemico ad avere la
meglio.
Sanzo fu scaraventato a terra e il demone gli
saltò addosso.
Chelsea- Sa….. Sanzo- Tremava leggermente.
Il bonzo afferrò le mani del demone ma non riuscì
a liberarsi dal peso del suo corpo.
Chelsea- ………… basta…..- Una piccola goccia le
passò il viso.
Fu subito seguita da un’altra…. E un’altra ancora.
La pioggia cominciò a scendere inesorabile.
Sanzo- HN!!!!! ORA TI AMMAZZO!!!- Urlò al colmo
della rabbia. Stava per liberarsi quando il demone sopra di lui fu scaraventato
sul tronco di un albero.
Il bonzo scrutò allibito la figura che gli si
estendeva davanti.
Due occhi stanchi guardavano in direzioni del
malcapitato nemico pronto a divorarlo.
Chelsea raccolse come la sua energia nel palmo
della mano per poi farne uscire una spada con una strana elsa, piuttosto
piccola, che le si adattava perfettamente.
Si gettò sul demone.
Sembrava aver perso ogni controllo.
Lo colpì ripetutamente conficcandogli l’arma nel
petto ormai squartato.
Fu Sanzo però a fermare quell’atto di pazzia sparando
al demone e mettendo fine alle sue inutili sofferenze.
Chelsea alzò gli occhi verso di lui- Perché l’hai
ucciso così velocemente?
Sanzo- Era un’inutile perdita di tempo.
La giovane si alzò in piedi.
Dalla spada che teneva saldamente in mano colavano
pesanti gocce di sangue che si mischiavano col la pioggia.
Sanzo- Sei un demone?
Chelsea- C’è da chiedere?
I loro sguardi sembrano fronteggiarsi per qualche
minuto.
Minuto che non passava mai.
Chelsea- Beh…. Non cerchi d’uccidermi?- Ruppe il
silenzio abbassando lo sguardo.
Sanzo- Tsk. Non sprecherò il mio tempo con una
mocciosetta come te- si girò e iniziò a camminare.
Chelsea alzò lo sguardo- PERO’ I DEMONI VANNO
UCCISI! TUTTI!- Urlò- ….. loro… loro portano solo sofferenza e dolore….-
strinse i pugni. I suoi occhi smeraldo diventarono come pesanti.
Sanzo tornò indietro.
Istintivamente prese l’harisen e lo tirò in testa
alla ragazza che capitombolò per terra- MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO???
Chelsea sgranò gli occhi.
Sanzo- Tsk. Non tutti i demoni sono uguali…. Però
hanno una cosa in comune…. Sono stupidi.
Nella parole di Sanzo non riuscì a leggere alcun
tipo di odio.
Sembrava quasi che avesse già avuto a che fare con
un demone.
Ma come poteva un bonzo aver difeso un demone?
Fece ritornare la spada nella sua mano.
Il suo viso contratto riassunse un’espressione più
tranquilla.
O forse era una faccia disperata.
Il suo corpo fu percosso da mille singhiozzi.
Sanzo non si era mosso di un centimetro.
Continuava a fissarla con aria in apparenza
indifferente.
Le ricordava qualcuno anche se non capiva chi………
Chelsea- Ora…. ora hai capito perché la mia casa è
isolata dalle altre?!- rise ad una tratto. Ma il suo era un sorriso impaurito e
sarcastico.
Sanzo- Loro sanno che tu sei un demone?
Chelsea annuì col capo.
Sanzo- Però non hanno paura di te.
Chelsea- Dicono di no. Però intanto quando la mia
famiglia è venuta ad abitare in questo villaggio gli abitanti le hanno
costruito una casa in lontananza. Loro hanno detto che era un atto di bontà nei
nostri confronti…. Ma in realtà avevano paura.
Sanzo- La paura è dettata dall’ignoranza.– si
sedette sotto un tronco di un albero e si accese una sigaretta che aveva
acquistato al villaggio.
Chelsea -…………..
Sanzo- In qualunque caso tu non saresti in grado
di uccidere nemmeno una mosca….. non vedo come potresti uccidere degli esseri
umani.
Chelsea- Non so……
Sanzo- Dimmi…. Sei un demone….. ma allora da cosa
deriva tutto questo odio verso la tua stessa specie?
Chelsea alzò nuovamente lo sguardo. I suoi occhi
si velarono nuovamente. Strinse i pugni come per prendere coraggio.
Chelsea- Sono stati dei demoni a sterminare la mia
famiglia…..
Sanzo- …………
Chelsea- Non ho molti ricordi di quella sera ma so
soltanto che ci hanno preso alla sprovvista…. Hanno eliminato tutti…… i miei
genitori… i miei fratelli….. i miei amici….. tutti i demoni che si trovavano in
questo villaggio………. Sono rimasta solo io.
Sanzo- ……….
Chelsea- Però…. Ricordo chiaramente il viso di uno
di loro…… Credo fosse stato il capo. Mi guardava con fare soddisfatto mentre
trucidava la mia famiglia. Sembrava si stesse divertendo un mondo- Sbattè un
pugno contro il terreno- Io……… Quella sera ho giurato che sarei diventata forte
e un giorno avrei avuto la mia vendetta……
Sanzo- Ma allora perché sei qui?- Chiese a
bruciapelo.
Chelsea- Non so…..- si appoggiò alla corteggia di
un albero dietro di lei- …. Forse per paura……
Sanzo- La paura è inutile. Non può portarti da
nessuna parte.
Chelsea- Già…..
Sanzo- Già.
Passarono seduti sotto gli alberi alcune ore.
La pioggia era cessata e aveva lasciato il posto
ad un piccolo bagliore emanato dalla luna.
Sanzo si era fumato tutto il pacchetto di
sigarette.
Guardò Chelsea che si era addormentata.
Il suo viso era stanco.
Si alzò e la prese in braccio facendo attenzione a
non svegliarla.
La porto nella sua casetta e la mise a letto.
“Ma guarda che mi tocca fare!”
Chiuse dietro di se la porta e si diresse verso il
camino, ancora leggermente caldo.
Stette qualche istante a guardare il fuoco
scoppiettare nel suo interno.
Non si ricordava dell’ultima volta nella sua vita
che si era fermato vicino ad un camino a riflettere con calma.
Forse non era mai successo.
Ricordava ben poco di se stesso.
Ma quel poco gli faceva capire la tremenda
solitudine che provava nella sua vita.
C’era però un piccolo particolare che non riusciva
proprio a ricordare….. sentiva che quel particolare era importante…….. era come
una piccola luce nel suo cammino.
Socchiuse appena gli occhi.
“Sanzo!”
Il bonzo aprì di scattò gli occhi e si alzò in
piedi.
Girò lo sguardo per tutta la stanza ma non vide
nessuno.
Aprì lentamente la porta della camera di Chelsea
ma lei stava riposando profondamente.
E poi la voce che aveva sentito era di un ragazzo.
Una voce a lui conosciuta.
Si tirò qualche pugno in testa ma questo servì
solo ad aumentare il dolore che già sentiva.
“Quanto odio questa situazione…… TSK!!!!!!!”
****************** *******************
Goku- Sanzo……. Sanzo……..
Si rigirava nel letto.
La tremenda scena di quella notte gli si parava
nuovamente di fronte.
Goku- Sanzo……..
Continuava a dire il suo nome nel sonno.
Un sonno tinto del colore scarlatto.
*Due mani che perdevano il controllo e attaccavano
chiunque capitasse a tiro.
Una di queste che trapassava il corpo di un
compagno.
Poi questo che si accasciava a terra ma che riusciva
a far tornare il controllo al demone privo di senso della ragione.
Il nemico che coglieva nuovamente l’occasione per
attaccare.
Un corpo che cade nel vuoto.
E poi……..*
Goku- SANZO!!!!!!!!!!!!!!
Il giovane si alzò di scattò.
La sua fronte era imperlata di sudore.
Passò una mano su di essa per asciugarla.
Prese il cuscino e se le mise in faccia spingendo.
Voleva soffocare tutto il dolore che stava
sentendo.
Ma soprattutto voleva far smettere le lacrime che
avevano ripreso incessanti a scendere.
Hakkai era riuscito a fermare appena in tempo
Gojio che voleva entrare nella stanza della piccola scimmia.
Hakkai- E’ meglio se lo lasciamo solo….. Non lo
aiuteremo certo compatendolo.
Gojio- Ma non possiamo lasciarlo soffrire così!
Hakkai- Noi…. non possiamo fare niente- strinse i
pugni- Siamo inutili in questa situazione.
Gojio tirò un pugno al muro ed entrò nella sua
stanza sbattendo la porta dietro di se.
Hakkai si lasciò cadere per terra appoggiando la
schiena al muro.
*….. e poi….. poi solo sofferenza*
Continua………….