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Autore: YamaMaxwell    29/12/2010    1 recensioni
Non c'è più tempo per guardare indietro.... tanto, oramai, non sarà più lo stesso
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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05 SOLO SOFFERENZA

 


Chelsea- Ma ne sei proprio sicuro?
Sanzo- Certo. Stare qui è solo una perdita di tempo.
Chelsea- E’ passato solo poco più di un mese….. non potresti prenderti un po’ più di tempo?- Cercò di insistere.
Sanzo la guardò torvo- Tempo per cosa?
La ragazza abbassò lo sguardo. Sbuffò appena.
Chelsea- E va bene…. Fa quello che vuoi. Ma poi non voglio più rivederti mezzo moribondo.
Sanzo- Non mi vedrai mai più. Non ti preoccupare.
Chelsea si morse un labbro.
Che cosa si aspettava? 
Che sarebbe rimasto lì per sempre?
Sapeva fin dall’inizio che quello non sarebbe stato possibile.
Ma allora cos’era quella strana sensazione che sentiva salire dentro di lei?
Solitudine.
Ora….. sarebbe stata nuovamente sola.
Si girò, dando la schiena a Sanzo.
Chelsea- Allora addio.
Uscì dalla casa sbattendo la porta.
Sanzo alzò gli occhi al cielo imprecando.
Non che gli importasse niente di quella mocciosa… però……..

Tirò un calcio ad una pietra.
Chelsea- AHHHHHH.. CHE MALE!!!!! - Urlò salterellando da una parte all’altra della stradina nel bosco.
Chelsea- Ma perché devo essere sempre così idiota?????? ç____ç
Lasciò passare qualche minuto, giusto il tempo che il suo piede le permettesse di non urlare come una dannata.
Si alzò e riprese a camminare.
Guardò verso il cielo, sospirando.
Fra i rami poteva scorgere qualche nuvola che di lì a poco avrebbe oscurato la luce del sole.
Si sentiva tremendamente vuota.
Chelsea- Che stupida che sono…- Parlò ad alta voce come se qualcuno potesse sentirla- Che cosa volevo ottenere?………………… AHHHHHHHHHHHHHHHHH- Cacciò un urlo per poi tornare a camminare.
Chelsea- Dopo aver urlato mi sento decisamente meglio ^___^
-Cosa ci fa una bella ragazza da sola nel bosco?……- un demone le si parò davanti- Non sai che questo è un posto pericoloso?
Chelsea indietreggiò di qualche passo.
-Dimmi… come ci si sente in questi momenti? Intendo quando sai che non hai via di scampo?…. Non puoi scappare.. io sono nettamente più veloce di te!
Chelsea sorrise cinicamente fronteggiando con sguardo freddo il demone- Ci si sente da schifo. O forse…… dovrei dire bene…………- abbassò lo sguardo- Io odio vivere. Essere uccisa oggi o domani per me non fa alcuna differenza.
-Mi stai prendendo in giro????
Chelsea- Assolutamente no. Non farti prendere in giro dal mio aspetto così spaventato. In cuor mio sono contenta di morire…. Forse… morire è l’unica soluzione che ho per tornare in vita.
-Stai cercando di prendere tempo, l’ho capito! Ma ora basta…. Mi sono stancato.
Si leccò una mano e poi saltò addosso alla ragazza che non sembrava dar cenni di muoversi.
Sanzo- CHELSEA!!!!!!
Gli occhi della ragazza sgranarono. Si cacciò da un lato ma gli artigli del demone la colpirono comunque ad una spalla.
-Chi è che osa disturbare il mio pranzo???- urlò il demone.
Una pallottola gli sfiorò il viso.
Chelsea- CHE CAZZO CI FAI QUI????- Urlò scattando in piedi e correndo verso il bonzo.
Sanzo- Non urlare stupida mocciosa. Mi dai sui nervi.
Il demone saltò contro di loro però fu solo Sanzo che ingaggiò quella piccola lotta.
Ad un tratto sembrò essere il nemico ad avere la meglio.
Sanzo fu scaraventato a terra e il demone gli saltò addosso.
Chelsea- Sa….. Sanzo- Tremava leggermente.
Il bonzo afferrò le mani del demone ma non riuscì a liberarsi dal peso del suo corpo.
Chelsea- ………… basta…..- Una piccola goccia le passò il viso.
Fu subito seguita da un’altra…. E un’altra ancora.
La pioggia cominciò a scendere inesorabile.
Sanzo- HN!!!!! ORA TI AMMAZZO!!!- Urlò al colmo della rabbia. Stava per liberarsi quando il demone sopra di lui fu scaraventato sul tronco di un albero.
Il bonzo scrutò allibito la figura che gli si estendeva davanti.
Due occhi stanchi guardavano in direzioni del malcapitato nemico pronto a divorarlo.
Chelsea raccolse come la sua energia nel palmo della mano per poi farne uscire una spada con una strana elsa, piuttosto piccola, che le si adattava perfettamente.
Si gettò sul demone. 
Sembrava aver perso ogni controllo.
Lo colpì ripetutamente conficcandogli l’arma nel petto ormai squartato.
Fu Sanzo però a fermare quell’atto di pazzia sparando al demone e mettendo fine alle sue inutili sofferenze.
Chelsea alzò gli occhi verso di lui- Perché l’hai ucciso così velocemente?
Sanzo- Era un’inutile perdita di tempo.
La giovane si alzò in piedi.
Dalla spada che teneva saldamente in mano colavano pesanti gocce di sangue che si mischiavano col la pioggia.
Sanzo- Sei un demone?
Chelsea- C’è da chiedere?
I loro sguardi sembrano fronteggiarsi per qualche minuto.
Minuto che non passava mai.
Chelsea- Beh…. Non cerchi d’uccidermi?- Ruppe il silenzio abbassando lo sguardo.
Sanzo- Tsk. Non sprecherò il mio tempo con una mocciosetta come te- si girò e iniziò a camminare.
Chelsea alzò lo sguardo- PERO’ I DEMONI VANNO UCCISI! TUTTI!- Urlò- ….. loro… loro portano solo sofferenza e dolore….- strinse i pugni. I suoi occhi smeraldo diventarono come pesanti.
Sanzo tornò indietro.
Istintivamente prese l’harisen e lo tirò in testa alla ragazza che capitombolò per terra- MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO???
Chelsea sgranò gli occhi.
Sanzo- Tsk. Non tutti i demoni sono uguali…. Però hanno una cosa in comune…. Sono stupidi.
Nella parole di Sanzo non riuscì a leggere alcun tipo di odio.
Sembrava quasi che avesse già avuto a che fare con un demone.
Ma come poteva un bonzo aver difeso un demone?
Fece ritornare la spada nella sua mano.
Il suo viso contratto riassunse un’espressione più tranquilla. 
O forse era una faccia disperata.
Il suo corpo fu percosso da mille singhiozzi.
Sanzo non si era mosso di un centimetro.
Continuava a fissarla con aria in apparenza indifferente.
Le ricordava qualcuno anche se non capiva chi………
Chelsea- Ora…. ora hai capito perché la mia casa è isolata dalle altre?!- rise ad una tratto. Ma il suo era un sorriso impaurito e sarcastico.
Sanzo- Loro sanno che tu sei un demone?
Chelsea annuì col capo.
Sanzo- Però non hanno paura di te.
Chelsea- Dicono di no. Però intanto quando la mia famiglia è venuta ad abitare in questo villaggio gli abitanti le hanno costruito una casa in lontananza. Loro hanno detto che era un atto di bontà nei nostri confronti…. Ma in realtà avevano paura.
Sanzo- La paura è dettata dall’ignoranza.– si sedette sotto un tronco di un albero e si accese una sigaretta che aveva acquistato al villaggio.
Chelsea -…………..
Sanzo- In qualunque caso tu non saresti in grado di uccidere nemmeno una mosca….. non vedo come potresti uccidere degli esseri umani.
Chelsea- Non so…… 
Sanzo- Dimmi…. Sei un demone….. ma allora da cosa deriva tutto questo odio verso la tua stessa specie?
Chelsea alzò nuovamente lo sguardo. I suoi occhi si velarono nuovamente. Strinse i pugni come per prendere coraggio.
Chelsea- Sono stati dei demoni a sterminare la mia famiglia…..
Sanzo- …………
Chelsea- Non ho molti ricordi di quella sera ma so soltanto che ci hanno preso alla sprovvista…. Hanno eliminato tutti…… i miei genitori… i miei fratelli….. i miei amici….. tutti i demoni che si trovavano in questo villaggio………. Sono rimasta solo io.
Sanzo- ……….
Chelsea- Però…. Ricordo chiaramente il viso di uno di loro…… Credo fosse stato il capo. Mi guardava con fare soddisfatto mentre trucidava la mia famiglia. Sembrava si stesse divertendo un mondo- Sbattè un pugno contro il terreno- Io……… Quella sera ho giurato che sarei diventata forte e un giorno avrei avuto la mia vendetta…… 
Sanzo- Ma allora perché sei qui?- Chiese a bruciapelo.
Chelsea- Non so…..- si appoggiò alla corteggia di un albero dietro di lei- …. Forse per paura…… 
Sanzo- La paura è inutile. Non può portarti da nessuna parte.
Chelsea- Già…..
Sanzo- Già.

Passarono seduti sotto gli alberi alcune ore.
La pioggia era cessata e aveva lasciato il posto ad un piccolo bagliore emanato dalla luna.
Sanzo si era fumato tutto il pacchetto di sigarette.
Guardò Chelsea che si era addormentata.
Il suo viso era stanco.
Si alzò e la prese in braccio facendo attenzione a non svegliarla.
La porto nella sua casetta e la mise a letto.
“Ma guarda che mi tocca fare!”
Chiuse dietro di se la porta e si diresse verso il camino, ancora leggermente caldo.
Stette qualche istante a guardare il fuoco scoppiettare nel suo interno.
Non si ricordava dell’ultima volta nella sua vita che si era fermato vicino ad un camino a riflettere con calma.
Forse non era mai successo.
Ricordava ben poco di se stesso.
Ma quel poco gli faceva capire la tremenda solitudine che provava nella sua vita.
C’era però un piccolo particolare che non riusciva proprio a ricordare….. sentiva che quel particolare era importante…….. era come una piccola luce nel suo cammino.
Socchiuse appena gli occhi.
“Sanzo!”
Il bonzo aprì di scattò gli occhi e si alzò in piedi.
Girò lo sguardo per tutta la stanza ma non vide nessuno.
Aprì lentamente la porta della camera di Chelsea ma lei stava riposando profondamente.
E poi la voce che aveva sentito era di un ragazzo.
Una voce a lui conosciuta.
Si tirò qualche pugno in testa ma questo servì solo ad aumentare il dolore che già sentiva.
“Quanto odio questa situazione…… TSK!!!!!!!”

 

 

 



****************** *******************
Goku- Sanzo……. Sanzo……..
Si rigirava nel letto.
La tremenda scena di quella notte gli si parava nuovamente di fronte.
Goku- Sanzo……..
Continuava a dire il suo nome nel sonno.
Un sonno tinto del colore scarlatto.
*Due mani che perdevano il controllo e attaccavano chiunque capitasse a tiro.
Una di queste che trapassava il corpo di un compagno.
Poi questo che si accasciava a terra ma che riusciva a far tornare il controllo al demone privo di senso della ragione.
Il nemico che coglieva nuovamente l’occasione per attaccare.
Un corpo che cade nel vuoto.
E poi……..*
Goku- SANZO!!!!!!!!!!!!!!
Il giovane si alzò di scattò.
La sua fronte era imperlata di sudore.
Passò una mano su di essa per asciugarla.
Prese il cuscino e se le mise in faccia spingendo.
Voleva soffocare tutto il dolore che stava sentendo.
Ma soprattutto voleva far smettere le lacrime che avevano ripreso incessanti a scendere.
Hakkai era riuscito a fermare appena in tempo Gojio che voleva entrare nella stanza della piccola scimmia.
Hakkai- E’ meglio se lo lasciamo solo….. Non lo aiuteremo certo compatendolo.
Gojio- Ma non possiamo lasciarlo soffrire così!
Hakkai- Noi…. non possiamo fare niente- strinse i pugni- Siamo inutili in questa situazione.
Gojio tirò un pugno al muro ed entrò nella sua stanza sbattendo la porta dietro di se.
Hakkai si lasciò cadere per terra appoggiando la schiena al muro.

*….. e poi….. poi solo sofferenza*



 

 



Continua………….

  
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