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Autore: FedeSpuffy    29/12/2010    2 recensioni
In un edificio di Manatthan tre uomini erano comodamente seduti in una stanza buia difronte ad un proiettore che in quel momento mandava le immagini di un uomo - Il vostro compito è quello di ucciderlo-.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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capitolo 3

Capitolo tre


Il mattino seguente a Boston ...

Erano le otto e Kaori si svegliò; quella notte l'aveva passata in bianco ed era riuscita a prendere sonno solo verso le cinque di mattina. Si alzò, si fece un bagno rilassante (era nervosissima e non capiva il perché) e dopo una ventina di minuti uscì. Decise di mettersi una gonna che le arrivava poco sopra il ginocchio, scarpe con il tacco a spillo e una camicetta bianca con i primi due bottoni sbottonati. Si rimirò allo specchio e si piacque; non sapeva perché si fosse vestita così, lei le minigonne non le metteva mai, però dopo un anno che non si vedevano, aveva intenzione di far capire a Ryo che era diventata una donna, e che donna. Sorrise alla sua immagine riflessa e iniziò a preparare i bagagli; erano le nove e mezzo e lei era pronta, il suo aereo sarebbe partito alle dieci e mezza e quindi decise di avviarsi un po’ in anticipo.

Nel frattempo ...

- Ehi ... ehi ragazzi svegliatevi - nel furgone di fronte casa di Kaori i killer si erano un attimo assopiti.
- Che vuoi - chiese uno.
- Guardate, finalmente sta uscendo da casa, di certo per andare a prendere l'aereo -
- Era ora, non pensavo che tenere d'occhio quella ragazza sarebbe stato così noioso, in due settimane non è uscita neanche per andare a fare la spesa -
- Bando alle chiacchiere, il tragitto da qui all'aeroporto dura mezz'ora, quindi abbiamo poco tempo per farla uscire di strada e far credere che sia stato un incidente -
- Ok, mettiamoci al lavoro - e così come Kaori uscì dal garage loro partirono.

Dieci minuti dopo ...

Kaori guardò lo specchietto retrovisore - Ma ... ma allora non mi sono sbagliata, quelli mi stanno proprio seguendo - quando era uscita di casa le era sembrato che un furgoncino grigio la stesse pedinando e così aveva deciso di fare un po’ di svolte improvvise e si era accorta che, pur di seguirla, aveva rischiato un incidente - E ora che faccio? Devo cercare di seminarli - iniziò a prendere delle stradine molto strette e che poca gente conosceva ma il furgone continuava a pedinarla. A un certo punto vide un passaggio a livello che stava per abbassarsi e decise di rischiare il tutto per tutto: premette l'acceleratore a tutta forza e mise la quinta, se non ce l'avrebbe fatta, vuol dire che era arrivata la sua ora.

All'interno del furgone ...

L'uomo alla guida vide cosa aveva intenzione di fare Kaori - Ma forse è impazzita non ce la farà mai -.
- Continua a seguirla, se non ce la fa dobbiamo essere sicuri che muoia -
- Ma così rischiamo anche noi di fare una brutta fine -
- Ho detto di continuare, se non finiamo bene il lavoro faremo lo stesso una brutta fine-
- E' quasi arrivata allo sbarramento ... ma che fa, l'ha rotto. Dannazione è passata poco prima del treno, e ora? -
- E ora andiamo all'aeroporto, non la dobbiamo far partire -
- Hai ragione, se arriva a New York e si ricongiunge con Saeba sarà molto più difficile farli fuori - e così si diressero all'aeroporto.

10:20am aeroporto di Boston ...

- Dannazione, per colpa di quel furgone ho rischiato di perdere il volo - Kaori finalmente era riuscita ad arrivare all'aeroporto. Era appena entrata quando sentì una brusca frenata - Che succede? - si girò verso le porte scorrevoli e ...
- Eccola li, muoviamoci, non deve prendere l'aereo - i tre killer erano appena arrivati e l'avevano vista.
Kaori iniziò a correre verso il check in, se fosse riuscita a passarlo, forse era salva, anche se non riusciva a capire come avessero fatto a raggiungerla, a meno che... - Ma certo, tenevano sotto controllo tutti i miei spostamenti -.
- Ragazzi dobbiamo muoverci, se arriva al check in non potremo fare più nulla -
Kaori continuava a correre, mancavano pochi passi al check in quando uno dei tre killer riuscì ad afferrare la sua valigia - Dove vai bellezza -
Alla donna non resto scelta - Vado a prendere un aereo - lasciò la valigia e  ricominciò a correre.
- Maledizione, non pensavo che ci avrebbe lasciato la valigia, dobbiamo muoverci -
- Guarda che è troppo tardi, ormai ce l'ha fatta - e infatti una Kaori sorridente sorpassava il controllo e si dirigeva verso l'entrata dell'aereo, si girava verso di loro e, prima di entrare gli rifilava una linguaccia - Cosa facciamo? -
- Ovvio, prendiamo anche noi un aereo per New York - .
 
Ore 11:30am uffici FBI New York ...

Una ragazza dai capelli rossi si avvicinò al banco informazioni - Buongiorno, sono l'agente Makimura del reparto antidroga, volevo sapere se l'agente Angel è in servizio questa mattina. Ecco qui il mio tesserino -
L'uomo controllò i suoi dati e, dopo essersi accertato dell'identità della ragazza si aprì in un sorriso dicendo - Benvenuta agente Makimura, come mai così presto noi l'aspettavamo dopodomani? -
- Si lo so ma volevo far conoscenza prima con i miei colleghi della sezione antiterrorismo -
- Capisco. Allora, mi faccia controllare ... ah, oltre che con Angel lei farà coppia anche con Saeba, in bocca al lupo -.
- Perché? - chiese Kaori ingenuamente, poi pensandoci però si ricordò del "piccolo" difetto che aveva Ryo.
- Beh, diciamo che ha un debole per le belle donne - il ragazzo alzò lo sguardo dal computer e quello che vide lo lasciò di stucco.
- Ah si - quella piccola donna aveva in mano un martello gigantesco che pesava almeno 10t.
L'uomo subito riabbassò lo sguardo e cambiando discorso: - Comunque il signor Saeba oggi non è venuto al lavoro -.
- Ah, e come mai - il martello era scomparso e lei era tornata la dolce ragazza di prima.
Il ragazzo un po’ più tranquillo rispose - Ha chiamato questa mattina dicendo che si è ammalato, però se vuole le posso dare il suo indirizzo -.
Kaori ci pensò su, lei il suo indirizzo ce l'aveva perché glie lo aveva dato Umi, ma a Ryo come lo avrebbe spiegato?Questa era la soluzione adatta - Si grazie mille - e si annotò la via - L'agente Angel invece? -
- Guardi, sta scendendo in questo momento le scale, è quel signore biondo -
Kaori si girò per vederlo e rimase a bocca aperta "Mamma che schianto!" pensò. Subito dopo però l'immagine di Ryo le si sovrappose nella mente e lei si mise a ridere.
Il ragazzo dietro al bancone la guardò incuriosito. Kaori si giro - Grazie mille, arrivederci - e allontanandosi per raggiungere il suo obbiettivo rifletté "Posso provare attrazione per chiunque ma lui rimarrà sempre dentro di me", e ancora sorridendo si avvicinò a Mick Angel.

Stesso momento in una palazzina di New York al settimo piano ...

Un uomo dai capelli neri si stava facendo una doccia e, mentre canticchiava, pensava "Quella ragazza stavolta mi sentirà, come le è saltato in mente di prendere un aereo tutta sola quando sa che quelli dell'Unione potrebbero tenerla ancora sotto tiro? Però sono contento che venga, tanto avevo deciso che il prossimo mese sarei andato io in Giappone per vedere come stava, non mi fido di Saeko".
Uscì dalla doccia, si avvolse in un asciugamano e poi andò in camera - Ah, è quasi mezzogiorno, il suo aereo dovrebbe arrivare a minuti, e meglio che mi vesta così quando mi chiamerà per vederci sarò già pronto - e così iniziò a ispezionare l'armadio. Si sentiva eccitato come un bambino, ma decise di non soffermarsi troppo su quel'emozione.

In un bar di New York ...

- Hai detto di chiamarti Kaori giusto? - Mick era seduto con una sventola di ragazza nel bar vicino la sede dell'FBI e un dubbio lo stava assillando-
- Si -
- E hai detto che hai bisogno del mio aiuto -
- Esatto -
- Scusami Kaori posso farti una domanda? -
- Certo, dimmi pure -
- Per caso, mica sei Kaori Makimura che abita in Giappone e che è amica di Ryo Saeba? -
Kaori lo guardò sbalordita "Possibile che Ryo gli abbia parlato di me? ". In quel momento lei arrossì.
Mick se ne accorse e disse sottovoce - Lo sapevo, una sventola del genere non poteva cercare proprio me -.
- Scusa, ha detto qualcosa? - No non ho detto nulla. Allora Kaori, per prima cosa diamoci del tu, ormai ti conosco come le mie tasche, Ryo non fa altro che parlare di te -.
- Davvero? - Mick vide la ragazza illuminarsi di un sorriso stupendo e le piacque ancora di più, emanava dolcezza e serenità da tutti i pori.
- Si davvero, per lui sei molto importante, sei la sorella del suo migliore amico -
- Ah - Kaori si rabbuiò un momento, poi tornò sorridente e cambiò discorso - Senti mi devi dare una mano -
- Di cosa si tratta? - e così Kaori raccontò tutto a Mick, e dopo un quarto d'ora ... - Che casino, ma tu lo sai che dopo aver ucciso Umi, Ryo se la prenderà anche con te e Saeko? -
- Si Mick, lo so, ma non potevo fare altrimenti - e qui sospirò - Lui mi stava tenendo all'oscuro di tutti, e per evitare che Saeko mi dicesse qualcosa non aggiornava neanche lei. Mi ha costretta -
- Ok, comunque sappi che nel tuo racconto c'è una cosa sbagliata -
- In che senso scusa? -
- Nel senso che il nostro reparto non ha chiesto aiuto all'antidroga di Boston -
- Non ho capito, ma Umi ... -
- Umi ti ha mentito, ha mandato il tuo curriculum al mio capo - Kaori era incredula - A lui è piaciuto e così ha chiesto la tua assunzione. L'unico punto su cui Umi non ha voluto transigere era di metterti in coppia con noi -.
- Scusa ma tu quindi sapevi del mio arrivo? -
- Assolutamente no, il mio capo non mi ha voluto dire il nome della persona che ci aveva affiancato -
- Io giuro che a Umi lo uccido. Ma ora come faccio a raccontare tutto a Ryo -
- Non ti preoccupare ora ci penso io - e iniziarono a preparare un piano.

Casa Saeba ore 12:15am ...

Era un quarto d'ora che Ryo non faceva altro che camminare avanti e indietro per la stanza; Kaori ormai doveva essere arrivata all'aeroporto ma non lo aveva ancora chiamato "Speriamo che non le sia successo nulla". A un certo punto sentì qualcuno bussare alla porta.
- Ma chi sarà a quest'ora? - andò ad aprire e rimase a bocca aperta. Gli si era parato davanti il più bell'angelo che avesse mai visto.


   
 
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