Capitolo tre
Il mattino seguente a Boston ...
Erano le
otto e Kaori si svegliò; quella notte l'aveva passata in bianco ed era riuscita
a prendere sonno solo verso le cinque di mattina. Si alzò, si fece un bagno
rilassante (era nervosissima e non capiva il perché) e dopo una ventina di
minuti uscì. Decise di mettersi una gonna che le arrivava poco sopra il
ginocchio, scarpe con il tacco a spillo e una camicetta bianca con i primi due
bottoni sbottonati. Si rimirò allo specchio e si piacque; non sapeva perché si
fosse vestita così, lei le minigonne non le metteva mai, però dopo un anno che
non si vedevano, aveva intenzione di far capire a Ryo che era diventata una
donna, e che donna. Sorrise alla sua immagine riflessa e iniziò a preparare i
bagagli; erano le nove e mezzo e lei era pronta, il suo aereo sarebbe partito
alle dieci e mezza e quindi decise di avviarsi un po’ in anticipo.
Nel frattempo ...
- Ehi ... ehi ragazzi svegliatevi - nel furgone di fronte casa di Kaori i
killer si erano un attimo assopiti.
- Che vuoi - chiese uno.
- Guardate, finalmente sta uscendo da casa, di certo per andare a prendere
l'aereo -
- Era ora, non pensavo che tenere d'occhio quella ragazza sarebbe stato così
noioso, in due settimane non è uscita neanche per andare a fare la spesa -
- Bando alle chiacchiere, il tragitto da qui all'aeroporto dura mezz'ora,
quindi abbiamo poco tempo per farla uscire di strada e far credere che sia
stato un incidente -
- Ok, mettiamoci al lavoro - e così come Kaori uscì dal garage loro partirono.
Dieci minuti dopo ...
Kaori guardò lo specchietto retrovisore - Ma ... ma allora non mi sono
sbagliata, quelli mi stanno proprio seguendo - quando era uscita di casa le era
sembrato che un furgoncino grigio la stesse pedinando e così aveva deciso di
fare un po’ di svolte improvvise e si era accorta che, pur di seguirla, aveva
rischiato un incidente - E ora che faccio? Devo cercare di seminarli - iniziò a
prendere delle stradine molto strette e che poca gente conosceva ma il furgone
continuava a pedinarla. A un certo punto vide un passaggio a livello che stava
per abbassarsi e decise di rischiare il tutto per tutto: premette l'acceleratore
a tutta forza e mise la quinta, se non ce l'avrebbe fatta, vuol dire che era
arrivata la sua ora.
All'interno del furgone ...
L'uomo alla guida vide cosa aveva intenzione di fare Kaori - Ma forse è
impazzita non ce la farà mai -.
- Continua a seguirla, se non ce la fa dobbiamo essere sicuri che muoia -
- Ma così rischiamo anche noi di fare una brutta fine -
- Ho detto di continuare, se non finiamo bene il lavoro faremo lo stesso una
brutta fine-
- E' quasi arrivata allo sbarramento ... ma che fa, l'ha rotto. Dannazione è
passata poco prima del treno, e ora? -
- E ora andiamo all'aeroporto, non la dobbiamo far partire -
- Hai ragione, se arriva a New York e si ricongiunge con Saeba sarà molto più
difficile farli fuori - e così si diressero all'aeroporto.
10:20am aeroporto di Boston ...
- Dannazione, per colpa di quel furgone ho rischiato di perdere il volo -
Kaori finalmente era riuscita ad arrivare all'aeroporto. Era appena entrata
quando sentì una brusca frenata - Che succede? - si girò verso le porte
scorrevoli e ...
- Eccola li, muoviamoci, non deve prendere l'aereo - i tre killer erano appena
arrivati e l'avevano vista.
Kaori iniziò a correre verso il check in, se fosse riuscita a passarlo, forse
era salva, anche se non riusciva a capire come avessero fatto a raggiungerla, a
meno che... - Ma certo, tenevano sotto controllo tutti i miei spostamenti -.
- Ragazzi dobbiamo muoverci, se arriva al check in non potremo fare più nulla -
Kaori continuava a correre, mancavano pochi passi al check in quando uno
dei tre killer riuscì ad afferrare la sua valigia - Dove vai bellezza -
Alla donna non resto scelta - Vado a prendere un aereo - lasciò la valigia e
ricominciò a correre.
- Maledizione, non pensavo che ci avrebbe lasciato la valigia, dobbiamo
muoverci -
- Guarda che è troppo tardi, ormai ce l'ha fatta - e infatti una Kaori sorridente
sorpassava il controllo e si dirigeva verso l'entrata dell'aereo, si girava
verso di loro e, prima di entrare gli rifilava una linguaccia - Cosa facciamo?
-
- Ovvio, prendiamo anche noi un aereo per New York - .
Ore 11:30am uffici FBI New York ...
Una ragazza dai capelli rossi si avvicinò al banco informazioni -
Buongiorno, sono l'agente Makimura del reparto antidroga, volevo sapere se
l'agente Angel è in servizio questa mattina. Ecco qui il mio tesserino -
L'uomo controllò i suoi dati e, dopo essersi accertato dell'identità della
ragazza si aprì in un sorriso dicendo - Benvenuta agente Makimura, come mai
così presto noi l'aspettavamo dopodomani? -
- Si lo so ma volevo far conoscenza prima con i miei colleghi della sezione
antiterrorismo -
- Capisco. Allora, mi faccia controllare ... ah, oltre che con Angel lei farà
coppia anche con Saeba, in bocca al lupo -.
- Perché? - chiese Kaori ingenuamente, poi pensandoci però si ricordò del
"piccolo" difetto che aveva Ryo.
- Beh, diciamo che ha un debole per le belle donne - il ragazzo alzò lo sguardo
dal computer e quello che vide lo lasciò di stucco.
- Ah si - quella piccola donna aveva in mano un martello gigantesco che pesava
almeno 10t.
L'uomo subito riabbassò lo sguardo e cambiando discorso: - Comunque il signor
Saeba oggi non è venuto al lavoro -.
- Ah, e come mai - il martello era scomparso e lei era tornata la dolce ragazza
di prima.
Il ragazzo un po’ più tranquillo rispose - Ha chiamato questa mattina dicendo
che si è ammalato, però se vuole le posso dare il suo indirizzo -.
Kaori ci pensò su, lei il suo indirizzo ce l'aveva perché glie lo aveva dato
Umi, ma a Ryo come lo avrebbe spiegato?Questa era la soluzione adatta - Si
grazie mille - e si annotò la via - L'agente Angel invece? -
- Guardi, sta scendendo in questo momento le scale, è quel signore biondo -
Kaori si girò per vederlo e rimase a bocca aperta "Mamma che
schianto!" pensò. Subito dopo però l'immagine di Ryo le si sovrappose
nella mente e lei si mise a ridere.
Il ragazzo dietro al bancone la guardò incuriosito. Kaori si giro - Grazie
mille, arrivederci - e allontanandosi per raggiungere il suo obbiettivo rifletté
"Posso provare attrazione per chiunque ma lui rimarrà sempre dentro di
me", e ancora sorridendo si avvicinò a Mick Angel.
Stesso momento in una palazzina di New York al settimo piano ...
Un uomo dai capelli neri si stava facendo una doccia e, mentre
canticchiava, pensava "Quella ragazza stavolta mi sentirà, come le è
saltato in mente di prendere un aereo tutta sola quando sa che quelli
dell'Unione potrebbero tenerla ancora sotto tiro? Però sono contento che venga,
tanto avevo deciso che il prossimo mese sarei andato io in Giappone per vedere
come stava, non mi fido di Saeko".
Uscì dalla doccia, si avvolse in un asciugamano e poi andò in camera - Ah, è
quasi mezzogiorno, il suo aereo dovrebbe arrivare a minuti, e meglio che mi
vesta così quando mi chiamerà per vederci sarò già pronto - e così iniziò a
ispezionare l'armadio. Si sentiva eccitato come un bambino, ma decise di non
soffermarsi troppo su quel'emozione.
In un bar di New York ...
- Hai detto di chiamarti Kaori giusto? - Mick era seduto con una sventola
di ragazza nel bar vicino la sede dell'FBI e un dubbio lo stava assillando-
- Si -
- E hai detto che hai bisogno del mio aiuto -
- Esatto -
- Scusami Kaori posso farti una domanda? -
- Certo, dimmi pure -
- Per caso, mica sei Kaori Makimura che abita in Giappone e che è amica di Ryo
Saeba? -
Kaori lo guardò sbalordita "Possibile che Ryo gli abbia parlato di me?
". In quel momento lei arrossì.
Mick se ne accorse e disse sottovoce - Lo sapevo, una sventola del genere non
poteva cercare proprio me -.
- Scusa, ha detto qualcosa? - No non ho detto nulla. Allora Kaori, per prima
cosa diamoci del tu, ormai ti conosco come le mie tasche, Ryo non fa altro che
parlare di te -.
- Davvero? - Mick vide la ragazza illuminarsi di un sorriso stupendo e le
piacque ancora di più, emanava dolcezza e serenità da tutti i pori.
- Si davvero, per lui sei molto importante, sei la sorella del suo migliore
amico -
- Ah - Kaori si rabbuiò un momento, poi tornò sorridente e cambiò discorso -
Senti mi devi dare una mano -
- Di cosa si tratta? - e così Kaori raccontò tutto a Mick, e dopo un quarto d'ora
... - Che casino, ma tu lo sai che dopo aver ucciso Umi, Ryo se la prenderà
anche con te e Saeko? -
- Si Mick, lo so, ma non potevo fare altrimenti - e qui sospirò - Lui mi stava
tenendo all'oscuro di tutti, e per evitare che Saeko mi dicesse qualcosa non
aggiornava neanche lei. Mi ha costretta -
- Ok, comunque sappi che nel tuo racconto c'è una cosa sbagliata -
- In che senso scusa? -
- Nel senso che il nostro reparto non ha chiesto aiuto all'antidroga di Boston
-
- Non ho capito, ma Umi ... -
- Umi ti ha mentito, ha mandato il tuo curriculum al mio capo - Kaori era
incredula - A lui è piaciuto e così ha chiesto la tua assunzione. L'unico punto
su cui Umi non ha voluto transigere era di metterti in coppia con noi -.
- Scusa ma tu quindi sapevi del mio arrivo? -
- Assolutamente no, il mio capo non mi ha voluto dire il nome della persona che
ci aveva affiancato -
- Io giuro che a Umi lo uccido. Ma ora come faccio a raccontare tutto a Ryo -
- Non ti preoccupare ora ci penso io - e iniziarono a preparare un piano.
Casa Saeba ore 12:15am ...
Era un quarto d'ora che Ryo non faceva altro che camminare avanti e
indietro per la stanza; Kaori ormai doveva essere arrivata all'aeroporto ma non
lo aveva ancora chiamato "Speriamo che non le sia successo nulla". A
un certo punto sentì qualcuno bussare alla porta.
- Ma chi sarà a quest'ora? - andò ad aprire e rimase a bocca aperta. Gli si era
parato davanti il più bell'angelo che avesse mai visto.