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Autore: _AleAle_    30/12/2010    6 recensioni
SEQUEL DI "There's Just Too Much That Time Cannot Erase"
Ed ecco qui, come promesso, il seguito della storia.
Il Matrimonio di Lily e James, la nascita di Harry, l'Ordine della Fenice e le vite dei nostri personaggi fuori da Hogwarts.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'altra storia, un'altra vita'
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Buooooongiornooooo!!!!

Grazie per aver letto e recensito il capitolo precedente!! :D

Penultimo chap!

Spero vi piaccia!!!!

Bacioni,

Ale

Ps. ULTIMISSIMO CAPITOLO SABATO 1 GENNAIO!!

 

21. L’esame

Il pianto del figlio lo fece svegliare di soprassalto e Sirius si alzò di scatto, sollevando Samuel dalla culla di fianco al letto.

“Ehi ehi ehi” borbottò “buongiorno campione…”

E lui, per tutta risposta, gli sorrise.

Era la fine di giugno, Samuel aveva compiuto tre mesi ed era sano come un pesce.

Era rimasto un po’ di tempo in incubatrice, ma alla fine lo avevano mandato a casa.

Maya non si era più ripresa, continuava a dormire nel suo letto d’ospedale, nonostante il marito e gli amici andassero quasi tutti i giorni a trovarla, a parlarle e a cercare di farla svegliare.

Gli strascichi della guerra di erano quasi esauriti, poiché tutti volevano lasciarsi alle spalle quegli anni bui.

Quasi tutti i Mangiamorte erano stati rinchiusi ad Azkaban, tranne quelli che avevano finto di essere stati costretti a compiere le loro malefatte e quelli che avevano donato montagne di galeoni a destra e a manca.

Peter era stato seppellito, James era stato l’unico a presenziare al suo funerale ed era anche l’unico che andava regolarmente sulla sua tomba.

Ad aprile, Lily aveva scoperto di essere di nuovo incinta e avrebbe partorito a fine anno e, per somma felicità degli amici, Remus aveva finalmente iniziato ad uscire con Ninfadora, sfruttando le uscite ad Hogsmead programmate dalla scuola.

Sirius non riusciva a biasimarli per aver deciso di continuare la loro vita, per aver superato quei periodi di paura in cui erano vissuti per tanto tempo.

Lily aveva momentaneamente abbandonato il lavoro in ospedale, per dedicarsi al piccolo Harry ma anche per aiutare Sirius con Samuel, tenendolo pe esempio quando i ragazzi andavano in accademia.

Proprio quel giorno Felpato e Ramoso avrebbero sostenuto l’esame finale per diventare Auror ma, tutto sommato, Sirius non se ne curava.

Non che non gli importasse di diplomarsi, semplicemente pensava che fosse molto più importante occuparsi del figlio, ma i suoi amici non gli avevano permesso di abbandonare il corso.

Dopo aver preparato il biberon a Samuel ed averlo vestito, il padre di preparò in fretta e uscirono di casa.

Il ragazzo si fermò un attimo fuori di casa, a fissare il cielo azzurro.

C’era stato un tempo in cui era troppo pericoloso attardarsi fuori casa e per colpa di quei pericoli, ora non aveva più la donna che amava.

Sospirando, strinse a sé il figlio e si smaterializzò dai Potter.

 

“Harry! Harry fermati!” gridò Lily subito dopo aver aperto la porta.

Sirius entrò in casa, trovando James che rideva sul divano e lei che correva dietro al figlio che svolazzava sul suo manico di scopa giocattolo.

Vedendo l’amico che sorrideva felice, Felpato si stupì, poiché quando James era sotto pressione cadeva praticamente in uno stato catatonico.

Ma in fondo loro avevano vinto una guerra, un esame sarebbe stato una passeggiata.

La madre riuscì finalmente a togliere la scopa al bimbo, che arrivò con passo malfermo fino al padre, mostrandogli due occhioni da cucciolo.

“Ruffiano…” borbottò quello prendendolo in braccio.

“Ciao Sam” cinguettò Lily prendendo poi in braccio il piccolo Black e lasciando che Sirius si stiracchiasse un po’.

Harry, vedendo la mamma con in braccio un altro bambino, le lanciò uno sguardo geloso e si accoccolò più stretto al padre, scatenando le risate dei tre adulti.

“Maya?” si informò Lily.

Felpato scosse la testa, tornando scuro in volto.

“Dovremmo andare, James” disse poi, per sviare quel discorso che gli faceva male.

Quello annuì, alzandosi e posando Harry a terra, che si dimostrò particolarmente contrariato di scendere dalle braccia del padre.

I ragazzi baciarono i rispettivi figli e James guardò negli occhi il suo.

“Non far impazzire tua madre!” si raccomandò, ricevendo una risatina in risposta.

Diede poi un bacio alla moglie e seguì Sirius fuori, dove poi si smaterializzò.

Lily, con Samuel tra le braccia, si girò verso Harry, trovandolo che la fissava speranzoso.

Lei allora sbuffò e scosse la testa, poi gli restituì la scopa.

Il bambino allora scattò in piedi barcollando un po’ e, trionfante, inforcò il manico ricominciando a svolazzare per casa.

 

Così come aveva predetto Alastor Moody quasi due anni prima, erano solo in undici coloro che avrebbero sostenuto l’esame.

Durante la mattinata, i candidati avrebbero sostenuto quello teorico, nel pomeriggio quello pratico.

Quando entrarono nell’aula, fu come essere tornato ai MAGO.

Undici banchi erano divisi in due file e, essendo così pochi, erano posti a grande distanza l’un l’altro.

Saremo fantastici, come sempre.

La risata divertita di Sirius risuonò nella testa di James, ai tempi in cui erano ad Hogwarts e non avevano nessun problema al mondo.

Avreste potuto applicarvi un po’ di più, piuttosto.

Il solito rimprovero di Remus si fece sentire, mentre entravano nella Sala Grande per sostenere i loro ultimi esami scolastici.

Eddai Lunastorta, Felpato ha ragione, prenderemo in massimo come ai GUFO, vedrai.

La sua risposta spensierata lo riportò alla realtà, rendendosi conto di chi mancasse in quel ricordo.

Remus, se non mi aiuterai sarò di certo bocciato!

Lo squittio di Peter si fece sentire debole e lontano e James sorrise involontariamente.

Gli mancava il suo amico e, per quanto avesse rischiato di togliergli la cosa che amava di più al mondo, il suo Harry, non aveva smesso di volergli bene.

Così, pensando ai suoi Malandrini, prese il foglio con le domande ed iniziò a scrivere.

 

“Allora Felpato? Come è andata?” chiese Ramoso quando l’amico uscì.

Quello rispose con una scrollata di spalle.

“Una passeggiata”.

In quel momento, uscirono dalla stanza anche Dawlish ed un altro ragazzo, che stavano borbottando di non aver mai sentito nominare i Lethifold.

Mentre aspettavano i risultati, furono tutti sistemati in un’aula, dove l’insegnante sarebbe andato a comunicare chi era passato alla prova pratica e in che ordine l’avrebbero sostenuta.

James ora era nervoso, Sirius continuava ad essere indifferente.

Alla fine, arrivò il professore.

“Passano alla seconda prova James Potter, Sirius Black, Elisabeth Culkin, Connor Dawlish, Annabelle Pittson e Nick Coleman. Le coppie saranno Potter-Black, Dawlish-Pittson, Culkin-Coleman. Per gli altri ci rivediamo a settembre”.

I ragazzi scartati se ne andarono sconsolati, tranne quello che aveva parlato con Dawlish che gli sparò uno sguardo truce.

“Bene” continuò il professore “Potter, Black, i vostri test sono stati i migliori. Comincerete voi”.

I due si fecero avanti, seguendo un altro professore che aveva fatto loro ceno di uscire dalla stanza.

Senza fiatare, James e Sirius si recarono nella palestra sotterranea, dove gli avevano detto che si sarebbe tenuta la prova finale.

“Dentro il bosco finto” spiegò loro un terzo insegnante “ci sono cinque Auror professionisti che tenteranno di fermarvi. Se sarete voi a bloccare loro, verrete promossi”.

E non disse loro altro, perché dopotutto non c’era nulla capire.

Colpire o essere colpiti.

Non appena si addentrarono tra gli alberi, la porta scomparve alle loro spalle e tutto divenne buio, come se fosse notte.

“Che dici Sirius? Ci dividi…”

Stupeficium!”

L’incantesimo provenne da un albero dietro di loro, e fecero giusto in tempo a buttarsi a terra per evitarlo.

James si nascose dietro un cespuglio piuttosto folto, l’altro dietro un masso.

Si guardarono e annuirono, per poi andare uno in una direzione e uno nell’altra.

Si ritrovarono alle spalle dell’Auror e con un doppio schiantesimo lo atterrarono, scoprendo un ragazzo che doveva avere solo pochi anni più di loro.

“Meno uno…” commentò Sirius.

Continuarono a camminare, trovandosi davanti ad un piccolo lago.

“Ma dai!” esclamò James “Questo non c’era!”

Incantesimo espansivo irriconoscibile…” spiegò l’amico.

“Sai Sir? Sei noioso ultimamente, sembri Remus…” sbottò allora l’altro.

“Lo so…” rispose lui, spento come era sempre stato negli ultimi mesi.

“Sirius” lo fermò James “Maya si riprenderà, ne sono certo”.

L’altro annuì, poco convinto.

In quel momento, un fruscio proveniente da pochi metri dietro di loro lo fece voltare.

Incarceramus!” esclamarono all’unisono, prima di essere colpiti.

Si avvicinarono al cespuglio, trovandovi dietro un uomo e una donna legati come salami.

“Spiacente” commentò James, con il sorriso sulle labbra.

Everte statim!” gridò una voce alle spalle, spedendolo a terra.

Sirius riuscì a difendersi con un Protego, per poi disarmare l’Auror che c’era di fronte a lui.

La donna cercò di riappropriarsi della sua bacchetta, ma James, rialzatosi, fu più veloce e la colpì con un Levicorpus, appendendola al soffitto.

I due si batterono il cinque, sentendo poi qualcun altro alle loro spalle.

“Malocchio!” esclamò James.

“E bravi Potter e Black, speravo proprio di essere io a giudicarvi” commentò lui, rigirandosi la bacchetta tra le mani.

Nessuno dei due abbassò la guardia, pur avendo di fronte un loro amico.

In quel momento era solo un insegnante, l’ultimo ostacolo prima del diploma.

Infatti, Moody poco dopo alzò lo sguardo e spedì con un incantesimo Non Verbale un lampo rosso, e Sirius per non essere colpito dovette lanciarsi dietro il cespuglio, lo stesso dove c’erano i due Auror legati.

James invece rimase a fronteggiare l’uomo, che nel frattempo gli aveva ricordato “VIGILANZA COSTANTE!”.

Sirius, da dietro le foglie, capì che l’unico modo per battere Moody sarebbe stato coglierlo di sorpresa, così fece l’occhiolino all’amico e si trasformò in Felpato.

Il grosso cane nero passò tra gli alberi e arrivò dietro l’Auror anziano, mentre i due duellavano.

Quando gli fu alle spalle, abbaiò così forte da coglierlo di sorpresa, e a James bastò quel millesimo di secondo per colpirlo con un Petrificus Totalus, facendolo cadere a terra.

Sirius tornò sé stesso nello stesso istante in cui le luci si accendevano e tre professori li raggiungevano con il sorriso sulle labbra, pronti a nominarli entrambi Auror.

 

“Promossi!” esclamò festante James entrando in casa.

Lily era seduta sul divano e cullava il piccolo Samuel impegnato a fare i suoi gorgoglii.

Sirius, alle spalle dell’amico, andò a dare un bacio ad Harry che giocava con dei piccoli giocatori di Quiddich e prese poi in braccio il figlio.

“Noi andiamo, grazie Lil…” disse.

“Ma dai Sirius! Resta a festeggiare, chiamiamo anche Remus” lo pregò James.

“Grazie, ma voglio andare in ospedale…” rispose lui, salutandoli e uscendo.

 

Il Reparto Riservato del San Mungo non aveva più segreti per lui, da quando aveva iniziato ad andarci tre mesi prima.

Conosceva tutte le stanze, gli infermieri, i medi maghi.

Nella stessa camera di Maya, per ironia della sorte, c’erano anche Alice e Frank, tanto che ormai era consueto incrociare Augusta Paciock con Neville al seguito, tornati in Inghilterra dopo la caduta di Voldemort.

“Ciao Mei…” sussurrò Sirius sedendosi accanto alla moglie.

Il ragazzo appoggiò Samuel accanto al braccio della madre, che vi si accoccolò di buon grado, lasciando il padre per l’ennesima volta con le lacrime agli occhi.

Aveva iniziato a portare il figlio in ospedale pochissime settimane prima, sperando che almeno lui potesse smuoverla, ma non era cambiato nulla.

“Sai, oggi sono ufficialmente diventato Auror” disse, parlando praticamente da solo “se fossi qui, ora staremmo festeggiando…”

Lei rimase immobile, come se nulla fosse.

“Ci manchi sai, a tutti e due…” continuò “…sono certo che Samuel vorrebbe conoscere sua madre”.

Il bimbo alzò una manina, arrivandò chissà come a toccare il viso della mamma.

Un singhiozzo sommesso uscì da Sirius prima che lui potesse fermarlo, anche il figlio la rivoleva.

“Vuole conoscerti anche lui…” borbottò.

E in quel momento accadde.

Successe in un microsecondo, ma lui era più che certo di non essersi sbagliato.

La sua mano si era mossa.

Prese il figlio in braccio, stringendo con la mano le dita della  moglie.

“Mei, torna da noi” sussurrò.

Il suoi occhi si mossero.

Il ragazzo si abbassò, fino ad arrivare all’altezza del suo orecchio.

“Amore, noi ti stiamo aspettando” mormorò, sperando come mai aveva fatto in vita sua.

“Lo so…” borbottò una voce flebile, incredibilmente lieve.

Lui alzò lo sguardo, trovandola sveglia, gli occhi fissi nei suoi.

Sirius la baciò di slancio, e fu come se il suo cuore tornasse a battere di nuovo.

Era tornata da lui.

  
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