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Autore: _Globulesrouge_    30/12/2010    4 recensioni
La ff è ispirata alla serie Tv The Vampire Diaries. Tutti i fatti avvenuti fino alla nona puntata della seconda stagione sono da ritenersi validi, perchè la storia continua appunto da lì per poi evolversi secondo un filone proprio.
Ho cercato di rispettare a grandi linee i caratteri e i modi di fare dei personaggi del telefilm. Il prologo mostra una situazione sconvolgente iniziale da cui si capisce attraverso dei flashback di Elena tutto ciò che è successo dalla nona puntata in poi, per poi riprendere il continuo della storia. Detto così sembra complicato ma vi assicuro che leggendo il tutto apparrà più semplice di ciò che sembra. Il titolo di ogni capitolo sarà il titolo di una canzone che ha a che fare in qualche modo con la trama del capitolo stesso o con una frase detta da uno dei personaggi.
Auguro a tutti buona lettura!
Ringrazio anche Giulia che con le sue bellissime ff mi ha invogliato a scrivere e mi ha fatto conoscere questo sito! Grazie di tutto!
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Salve a tutte quante..sto cercando di aggiornare molto veloce..XD..spero che la storia vi piaccia, in questo capitolo Elena indagherà sulla storia della maledizione e del Sacrifico e piano piano si troverà un senso a tutto (visto che nel telefilm ancora non ce l'hanno dato); buona lettura.


5-On a Mission

Mentre guidavo verso casa di colei che sarebbe dovuta essere la mia nonna biologica non potevo far altro che pensare a quella scena che così tanto mi aveva scosso; ‘Certo’ pensai tra me e me, ‘Stefan che in mezza giornata da super stolker diventa menefreghista e se ne va allegramente a spasso per il bosco con Caroline senza proferire mezza frase dovrebbe preoccuparmi’.
Continuavo a dirmi quelle frasi, quasi per convincere me stessa che effettivamente le cose stessero andando in quel preciso modo. Tuttavia man mano che andavo avanti per la mia strada mi sembravano frasi sempre più sciocche; non potevo non fare finta che vedere Damon mezzo nudo con Rose non mi avesse scosso…l’aveva fatto eccome; non riuscivo a pensare ad altro! Più volte provai a mascherare il mio fastidio per Damon con la gelosia per Stefan; mi sentivo confusa e affranta. Di certo non potevo lamentarmi perché Stefan aveva fatto amicizia con Care; ero stata io stessa a dirgli di proteggerla, tenerla d’occhio e insegnarle a vivere come un ‘vampiro da società’, lui le aveva procurato l’anello, le aveva insegnato a non perdere il controllo; insomma era il suo mentore.
Ma Damon…. lui non aveva nessun attenuante; fino al giorno precedente Rose mi avrebbe consegnato nelle mani di Elija, fregandosene altamente della mia vita, come poteva lui dopo essere corso a salvarmi andare a letto con lei e accoglierla in casa sua come una vecchia amica?
‘Stupida’ dissi tra me e me ‘sono una stupida, complimenti Elena, per pensare a queste cose prive di senso, non hai preso la strada giusta’ Cominciai a fare retromarcia, ‘doppiamente stupida’, continuai tra me e me, ‘come posso pensare che Damon possa avere dei principi in base a cui scegliere le sue compagne di sesso?’ Pessimo quel ragazzo era davvero pessimo, e io ero fottutamente stupida, così stupida da cercare ogni volta un barlume di umanità in lui. Mi ero promessa e ripromessa di odiarlo per il resto della mia vita, di non concedergli la mia amicizia mai più; eppure sapevo che non era vero, non era stato vero nemmeno un istante; stavo soltanto mentendo a me stessa; spudoratamente.
I miei pensieri si interruppero una volta imboccata la strada che mi aveva descritto Marion; a caratteri cubitali in quel foglietto che avevo stropicciato talmente tanto dal fastidio da non poterne quasi più leggere le indicazioni che vi erano scritte. La strada era sterrata e stretta e conduceva a un lungo viale circondato da siepi ed alti cipressi alla fine del quale c’era una villetta; una casa davvero grande per due sole persone anziane; tutto intorno era circondato da alberi e foresta, tutto sembrava lasciato là, in uno stato di semiabbandono da decenni ormai.
Rimasi un minuto nel silenzio più profondo a pensare perché mi trovavo davanti quella casa, tuttavia mi feci forza, strinsi tra la mano il foglietto che ormai era carta straccia e suonai il campanello.
‘‘Elena!’’ gridò la voce squillante e gentile di Marion, ‘’non credevo saresti venuta così presto a trovarmi, ci siamo trasferiti da poco; qui è ancora così tutto in disordine e abbandonato a se stesso!’’
‘’No è carino’’ dissi io sorridendo, ‘’Sono abituata a ben peggio’’ continuai con tono scherzoso, ma non troppo.
La nonna fu molto gentile con me, parlammo un’ora del più e del meno e mi raccontò molte cose di Isobel da piccola; sentivo che era una donna davvero buona ed ero contenta di aver ancora qualche speranza di ritrovare ciò che desideravo da tanto tempo; una famiglia.
Marion mi mostrò la casa; era un vecchio immobile, in legno, antica; sicuramente una delle prime case risalente agli anni dei fondatori; probabilmente una delle tante case appartenute ai vampiri di Mystic Falls e confiscate dopo quella notte.
‘’Da chi avete comprato la casa?’’ chiesi io; ‘’Dalla signora Lokwood; mio marito conosceva il sindaco ed era alla ricerca di una casa in questa città; già da tempo avevamo meditato di trasferirci qua, ma con la morte del sindaco e tutto ciò che né è derivato siamo stati un po’ rallentati, così alla fine ci siamo decisi a trattare con la moglie e il figlio Tyler e finalmente abbiamo comprato questa vecchia casa!’’.
‘’Qui cosa c’è?’’ Dissi io notando una ripida scala a chiocciola in legno quasi del tutto rotto che andava verso un sotterraneo. ‘’Nulla tesoro’’, disse la nonna con voce decisa; ‘’E’ una sorta di rifugio mistico di tuo nonno, quando è nervoso va a sfogarsi in cantina; chiude sempre tutto a chiave, ancora sei giovane, capirai quanto possono essere strani gli uomini!’’.
Rimasi un momento di silenzio, assorta nei miei pensieri; non so perché ma quel posto mi metteva una curiosità oltre il normale, tuttavia non volevo insistere, non volevo far arrabbiare Marion, l’unica cosa che desideravo è che lei non mi abbandonasse come aveva fatto Isobel.
‘’Vieni qui’’ disse Marion rompendo quel teso silenzio, ‘’Ti faccio vedere un altro dei posti preferiti di tuo nonno; la biblioteca!Ancora è pieno di scatoloni e non abbiamo finito di sistemare, ma troverai tantissimi libri e potrai venire qui a leggere tutte le volte che vorrai!’’ ‘’Wow’’ risposi io cercando di far intendere un certo entusiasmo, ‘’adoro leggere!’’, ‘’Allora cerca qualcosa che ti piaccia’’ disse la nonna facendomi l’occhiolino, ‘’io nel frattempo vado a fare l’impasto per una torta al cioccolato fantastica, sentirai che cuoca che sono!’’.
E così in un batter d’occhio rimasi sola in una biblioteca enorme, piena di libri; molti libri erano lì forse da secoli, altri erano negli scatoloni, altri ancora in dei sacchi di palstica o buttati a raffica nel pavimento.
Una scatola rossa, più grande delle altre attrasse subito la mia attenzione; ‘’questa deve essere del nonno’’ pensai tra me e me, ‘’E’ ancora imballata e quindi fa parte degli oggetti del trasloco; non può essere dei Lokwood!’’.
Cominciai a togliere libri su libri dallo scatolone, scaraventandoli quasi a terra presa dalla frenesia, finchè non vidi un enorme libro che catturò il mio sguardo come due magneti si attraggono l’un l’altro.
Il libro aveva la copertina rossa, di pelle, un po’ invecchiata, ma ancora in ottimo stato; c’erano delle scritte gotiche d’oro in rilievo, le toccai; potevo sentire il metallo freddo diventare tiepido al tocco delle mie dita….aprii il libro, era scritto a mano, in gotico anch’esso. Sia il contenuto del libro che il titolo in copertina erano scritti in una lingua a me incomprensibile, una lingua antichissima probabilmente; continuai a sfogliare il libro, freneticamente, pagina dopo pagina alla ricerca di qualcosa di comprensibile, finchè non trovai un disegno in bianco e nero; mostrava una giovane donna legata con una bambina ad un albero; di fronte a lei c’era un uomo legato a un albero anch’esso, i due erano l’uno davanti all’altro; si guardavano con gli occhi pieni di dolore, si sporgevano in avanti, come a volersi toccare l’un l’altro, ma non erano abbastanza vicini da potersi sfiorare. Mi soffermai sul viso della donna; piangente, pieno di dolore; sussultai guardandolo, mi sentii tremare; quella donna aveva il volto identico al mio e a quello di Katherine; ‘’Non può essere lei’’ dissi sottovoce con il cuore in gola; riuscivo a sentire il tremito nelle mie mani e nelle gambe; afferrai il libro e mi recai al piano di sotto ancora tremante.
‘’Marion’’ dissi quasi urlando; ‘’puoi dirmi cosa c’è scritto in questa copertina?Cosa dicono queste scritte d’oro?’’ la nonna mi guardò perplessa: ‘’E’ latino tesoro, non so cosa significhi, tuo nonno ama comprare questi libri antichi, è fissato e un po’ superstizioso, ma tu non dovresti leggere queste cose; quando tornerà Andrew se vuoi potrai chiedere a lui!’’
‘’Forse conosco qualcuno che conosce il latino e potrebbe tradurmelo..’’ dissi io senza crederci nemmeno poi così tanto…’’Posso prenderlo in prestito fino a domani?’’
‘’Puoi prendere quello che vuoi’’ disse la nonna con il naso tutto sporco di farina continuando ad impastare il dolce… ‘’Ok, grazie mille Marion, ci vediamo domani!’’, ‘’Ma non vuoi assaggiare il dolce?’’ disse la nonna con voce dolce… ‘’No grazie, mi è passata la fame, vado un attimo da una persona e torno da te prima possibile!’’.
Uscii dalla casa di corsa, quasi sbattendo la porta; avevo il cuore in gola e le gambe tremanti, quel dipinto e quelle scritte gotiche mi facevano avvertire dei lunghi e lenti brividi che percorrevano la mia spina dorsale.
Afferrai il cellulare dalla borsa, chiamai un numero che oramai sapevo a memoria; Stefan.
‘’Stefan ha lasciato il telefono a casa dolcetto, te l’ho già detto…ancora è fuori con quella bella bionda svampita e non fanno ritorno…’’, ‘’ahaha, bella battuta Damon’’ continuai io con il telefono in vivavoce per non infilarmi in uno di quei fossi che circondavano il vialetto che conduceva a casa della nonna, ‘’infatti volevo proprio te!’’, ‘’Allora perché chiami Stefanuccio tuo?’’, ‘’Hai il cellulare spento Damon’’ ‘’perché non voglio essere disturbato!’’ continuò lui con la sua solita voce innervosente.
‘’Chiedi a Rose se conosce il latino, credo sia abbastanza vecchia da saperne tradurre qualche frase!’’, ‘’Ha detto di si…ma perché melo chiedi?Non hai capito che abbiamo da fare?’’,’’Ahah, forse non mi interessa!Missione compiuta!Credo di aver trovato qualcosa che fa al caso nostro….Vestitevi e fatevi trovare in una tenuta più decente dell’ultima volta che sono venuta, tra cinque minuti sono tra voi!’’ conclusi riagganciando il cellulare mentre intravidi dallo specchietto retrovisore il mio sorrisetto vagamente soddisfatto…


**Credits Song: ‘’On a mission’’ Gabriella Cilmi



RINGRAZIAMENTI:
A GIULIA E SONIA: grazie mille davvero del sostegno che mi date sempre...vi sto conoscendo sempre meglio e siete davvero fantastiche!
A GABBE:grazie tantissimo del tuo interessamento alla storia e dei tuoi commenti entusiasti è grazie alla gente come te che scrivo ancora!
A OKKIDACERBIATTA:grazie mille anche a te per tutti i commenti e l'entusiasmo, siete davvero fantastiche!!
A TUTTI COLORO CHE SEGUONO LA MIA STORIA O CHE LEGGONO NEL SILENZIO: grazie mille davvero di cuore e comunque sappiate che se volete dare un consiglio, un commento, una opinione per me è importante e mi aiuteranno a crescere.Grazie a tutti.
-Gloria-
  
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