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Autore: SaraGranger    30/12/2010    1 recensioni
Salve lettori miei cari. Ad essere onesta non ho la più pallida idea di cosa sia questa storia. Mi andava di scriverla e l'ho fatto. Spero che nonostante tutto vi faccia un minimo di piacere leggerla. Troviamo una Hermione fuori dai canoni a cui viene sbattuta in faccia la realtà. Bè cosa aggiungere? Buona lettura e spero abbiate la bontà di lasciare un commento sia buuono che cattivo =D Baci Saridda ^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il piccolo stereo diffonde una dolce musica classica per tutto il piccolo appartamento che ho preso in affitto. Il rumore del mondo fuori dalla finestra viene soppresso da queste soavi note illudendomi che tutto sia scomparso eccetto la mia casa. In salotto chiudo gli occhi e sospiro assaporando quella tanta agognata tranquillità. Apro gli occhi e spegnendo le luci durante il mio passaggio arrivo fino al bagno. Le note arrivano ovattate ma perfettamente udibili creando un’atmosfera di serenità quasi surreale. Per un momento temo di essermi addormentata per la stanchezza e che sia tutto un sogno, mi do un pizzicotto sul braccio facendomi male. Mi do della stupida e sorrido riflettendo su quanto sia effettivamente infantile il mio gesto. Chiudo il rubinetto che ha riempito la vasca. Una densa, bianca soffice nube di sapone ricopre lo strato superficiale di acqua. Dopo la lunga giornata che ho avuto è esattamente questo quello che stavo aspettando. Un bagno caldo e della buona musica di sottofondo. Mi immergo completamente e la musica cessa per qualche istante. Se solo si potessero annullare i pensieri così semplicemente, metterli sottovuoto per non sentirli, sarebbe comodo. Riemergo mentre il freddo della stanza pizzica la mia pelle ora leggermente surriscaldata. Come si fa ad andare avanti così per tutta la vita?

“È un bellissimo lavoro quello di Medimaga” “tu saresti perfetta!” “hai esattamente quello che ci vuol per questo tipo di situazioni”

Si certo, per loro era facile parlare. Cosa gli costa mettere insieme un paio di frasi con il puro scopo di lusingare falsamente e farle uscire dalla bocca? Nulla! Però poi quella che ne paga la conseguenze chi è? Ta-dan ecco la vincitrice signore e signori, si esatto proprio lei, Hermione Jane Granger. Sospiro ancora. Come si può continuare a vedere passare davanti mille e mille occhi che esprimono solo dolore, angosce e sofferenza, come? Vedersi morire tra le mani bambini, donne, uomini per i più assurdi e svariati motivi. Con quale coraggio si può andare avanti? Lo dico io che di morte e sofferenza ne ho vista più di quanto sia umanamente tollerabile già a 17 anni. Con tutte le avventure vissute e provate con Harry e Ron come potevo pensare che un semplice lavoro di continua routine potesse devastarmi in questo modo, lasciandomi a 25 anni più distrutta di quelle famiglie a cui annuncio che un’altra vita è stata prematuramente spezzata. La musica dallo stereo continua ad andare avanti indifferente. Mi immergo di nuovo sott’acqua bagnando i miei capelli che per qualche momento diventano lisci innaturalmente.

Poi qualcosa turba la quiete così poco goduta.

Il telefono inizia a suonare con quella musichetta che non mi era mai piaciuta ma che per pigrizia non avevo mai cambiato. Chi poteva essere a quell’ora? Avevo quasi preso il coraggio di emergere dall’acqua e andare a rispondere quando la segreteria telefonica fu più veloce. “ salve questa è la segreteria di Hermione Granger, se non rispondo è perché sono fuori casa, se avete qualcosa di importante da dire parlare dopo il bip o tacete per sempre” e poi la mia risata, Merlino che brutto messaggio che avevo registrato.

Chiunque avesse chiamato non doveva dirmi nulla di importante infatti non lasciò nessun messaggio in segreteria. Mi dico che avranno sbagliato numero. Di nuovo nella tranquillità del mio bagno mi immergo nel silenzio. Il CD di musica nello stereo ha suonato la sua ultima canzone e ora tace, come tutto. La quiete è quasi palpabile, pressa contro le orecchie diventando quasi fastidiosa, quasi. L’orologio in cucina continua a ticchettare, mi devo ricordare di aggiustare l’orario, è sempre 10 minuti avanti. Fa quasi paura tutta questa assenza di rumore. Non mi sorprenderei di veder spuntare qualcuno all’improvviso che urla BUUU facendomi saltare il cuore in gola. Odio tutto questo silenzio. Proprio io che ai tempi della scuola non facevo che rifugiarmi in biblioteca per tranquillità, io che guardavo un po’ schifata i gemelli che facevano baccano presentando una nuova merendina marinara. I gemelli, Fred. Scuoto la testa e decido di terminare questo bagno, i pensieri hanno preso una brutta piega. Il freddo mi avvolge del tutto prima che riesca ad infilarmi l’accappatoio di soffice tessuto azzurro. Guardandomi allo specchio ho il viso un po’ sciupato e i capelli stranamente ordinati e piatti. Non faccio in tempo ad assimilare questi pensieri che il silenzio viene spezzato ancora. Ma non è il telefono questa volta, qualcuno bussa. Qualcuno sta bussando alla mia porta, alle 10 di sera? Un vicino a cui è finito il sale? Impossibile, tutto il palazzo è consapevole che a casa mia non c’è mai nulla che si avvicini anche lontanamente al cibo. Il toc toc sul legno si ripete, il visitatore non demorde. Ma chi può essere? Ancora in piedi davanti allo specchio sento il bussare ripetersi e questa volta anche il campanello suona. “Oddio santa ragazza vai ad aprire così lo scopri chi è” dice una voce nella mia stessa. Bene ora parlo anche con me stessa, la follia inizia a farsi sentire. Infilo le mie pantofole con l’orsacchiotto rosa risalenti al tempo dell’ultimo anno ad Hogwarts e arrivo davanti alla porta. Il campanello suona ancora e non avendo lo spioncino dal quale sbirciare posso solo aprire la porta per sapere chi è l’invitato sconosciuto.

La porta gira silenziosa sui suoi cardini e un ragazzo mi trafigge con i suoi occhi. Merlino ci mancava solo lui stasera.

-Granger- mi saluta con un cenno del capo e un mezzo sorriso canzonatorio rivolto alle mie pantofole- mi sa che te ne regalerò un paio nuovo a Natale Mezzosangue-

Ignoro il suo commento, sarebbe impossibile trovare qualcosa che gli vada bene in tutto il mio guardaroba.

-cosa fai qui? Non ci dovevamo vedere stasera- ribatto. Lui è ancora fuori dalla porta e io ho poche intensioni di spostarmi.

-suvvià Granger non sei contenta di questa bella sorpresa?- il sorriso canzonatorio di sposta dalle mie pantofole alla mia faccia corruccia e stanca.

-tua moglie ti ha dato di nuovo buca?- incrocio le braccia e alzo un sopracciglio sfidandolo a controbattere.

-uno stupido club del libro- mi risponde disinvolto superandomi ed entrando in casa come se io non esistessi, il mio sguardo lo fissa incattivito- o su Granger lo troveresti stupido anche tu, tante donne riunite in un salotto a parlare di quanto coraggioso sia stato il protagonista di un romanzo piuttosto che carpirne davvero il significato nascosto tra le righe- ora è il suo di sopracciglio che mi sfida. È sempre così tra di noi, una sfida dopo l’altra senza time out intermedi.

-non è bello che tu dica certe cose su tua moglie- cerco una via trasversale per non dargli ragione sulla stupidità del club.

-se sapessi cosa dice lei su di me non la penseresti ancora così- chiudo la porta mentre il divano cigola sotto la mole di Draco che si è buttato a peso morto.

-Malfoy io credo che per stasera dovresti tornare a casa da tuo figlio e farti una bella dormita- mi stringo nel mio accappatoio che non sembra dare alcun imbarazzo a lui.

-mio figlio è a dormire a casa di Blaise, a quanto pare lui e sua figlia hanno un certo feeling- sorride sornione e nel suo sguardo riesco quasi a leggere “tale padre, tale figlio”.

-ha solo 10 anni!!- mi sembra incredibile quello che cerchi di insinuare lui.

-e allora? Io ne avevo uno più di lui quando ho iniziato- alza le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo che un bambino di 10 anni inizi a flirtare piuttosto che giocare con in soldatini. Chiudo gli occhi scuotendo la testa, è inutile continuare questa discussione, ne perderebbe solo la mia sanità mentale.

Quando li riapro lo trovo davanti a me a pochi centimetri dal mio viso, butto un mezzo strillo presa dallo spavento.

-sai che non avevo mai notato quanto stessi bene in accappatoio- la sua mano mi sfiora una guancia, poi il collo, poi la spalla cercando si fare scivolare il tessuto azzurro. Ha le dita straordinariamente fredde. Come succede ogni volta il mio cuore inizia a galoppare, maledizione!

-non mi hai mia vista in accappatoio- ribatto cercando di rimanere lucida mentre la sua mano continua un’incessabile corsa verso il mio fianco sottile.

-quale terribile mancanza- sussurra con la voce leggermente roca.

Non può succedere di nuovo, avevo promesso che sarebbe finita. Non voglio essere la sua puttanella da andare a trovare quando la moglie è troppo occupata per pensare ai doveri coniugali. Lui incarna tutti i difetti che odio in un uomo, arrogante, presuntuoso, tutto ciò che vuole riesce ad averlo, traditore, un pessimo padre. Eppure non riesco a capire come ogni volta finisco col lasciarmi trasportare dal suo odore così buono e maschile. Mi allontano scivolando via dalla sue braccia che nel frattempo mi avevano stretta accarezzandomi la schiena.

-Malfoy vai via. Oggi non è serata, non mi va e credo non mi andrà per un bel po’ di tempo-

Non si scompone, è già la terza volta che gli faccio un discorso del genere ma ovviamente la mie parole equivalgono ad un granello di sabbia in un deserto. Questa volta però è diverso, si certo, come le altre volte.

-Granger, Granger, lo sai anche tu che non è vero, vogliamo perdere tempo in una discussione che, sappiamo entrambi, non ha alcuna ragione di esistere o possiamo saltarla direttamente? Magari se ti va ne facciamo una versione ridotta- mi ferisce il suo modo di giocare con quello che gli dico. A dire il vero tutta questa situazione mi ferisce, mi uccide lentamente ma non riesco ad uscirne. Lo guardo mentre leggermente annoiato aspetta un verdetto che già conosce. È inutile illudersi di qualunque cosa. Io non sono niente per lui se non un contenitore dove sfogare le sue voglie. Credo che finalmente dopo tutti gli anni che ci conosciamo abbia davvero trovato il modo di umiliarmi. Vedermi ai suoi piedi mentre cerco di resistere sapendo che è tutto inutile. Usarmi e poi andarsene lasciandosi dietro solo il torpore di una scopata e il profumo costoso regalatogli dalla moglie cornificata. Sono passata da studentessa modello, lottatrice dalla parte dei buoni e ottima lavoratrice a studentessa modello, lottatrice dalla parte dei buoni, ottima lavoratrice e disperata donna che vende il suo corpo cercando affetto nell’uomo che non la ama. Come si può? Io Hermione Granger innamorata di Draco Malfoy, e non il ragazzino Malfoy ma la versione adulta con tanto di moglie e figlio a carico. Come mi sono ridotta così?

-tua moglie sospetta dei nostri incontri?- la domanda lo coglie di sorpresa. Mi sento quasi compiaciuta.

-forse, perché cosa ti cambia?-

-non ti senti in colpa a fare questo a tua moglie, a tuo figlio?- lo vedo innervosirsi.

-Granger- si avvicina e mi afferra il polso stretto, troppo stretto- cosa stai cercando di dirmi? Che mia moglie non si merita questo? Che non amo mio figlio? Ti stai facendo prendere dai sentimentalismi Mezzosangue, dopo due anni? Te li faccio passare subito. Di mia moglie me ne importa poco o niente è stato un matrimonio di convenienza e l’unica cosa buona che ne uscita è stato mio figlio. Dici che non lo amo? Cerco di essere sempre presente quando ha bisogno e di non fargli mancare nulla, non so cosa significa essere un bravo padre, non ho punti di riferimento quindi sto provando a modo mio. No Granger, non puoi rinfacciarmi nulla, tradisco come quasi tutti gli uomini al mondo, tu sei solo la mia troia e devi stare solo zitta. Inizi a diventare scomoda e impicciona, sai che ti dico? Che forse mi hai pure stufato. Ti avevo scelto perché eri una donna forte, non ti sei mai piegata, tu eri Hermione Granger la saputella che mi aveva sempre tenuto testa, e ora che cosa sei? Guardati! Lavoratrice di giorno e MIA puttana di notte. Ho pietà di te o almeno di quello che di te è rimasto. Hai ragione è meglio se me ne vado stasera è passata a me la voglia, e non me ne verrà per un po’ di tempo- le sue parole di rabbia mi feriscono. Sapevo di essere meno di niente per lui ma sentirselo dire dritto in faccia fa più male di quel che credevo. Mi lascia il polso con violenza e fa un passo lontano da me.

-forza vuoi metterti anche a piangere ora? Eh? Distruggi tutto il rispetto che hai per te stessa, se ne hai ancora almeno!- è fuori di testa, furibondo come mai. Ho paura. Non reagisco, rimango ferma, il polso stretto nella mano e lo sguardo perso. Ha ragione in quello che dice, non riesco a pensare altro. Forse è per questo che mi sono innamorata di lui. Sapevo che sarebbe stato sincero anche se in maniera crudele. Non ha mai avuto peli sulla lingua e per quanto la verità possa fare male non hai mai temuto di dirla. Sapevo che no mi avrebbe mai potuto illudere.

Mi fissa. La rabbia nei suoi occhi è leggermente scemata. Come risvegliandomi da un brutto sogno capisco fino a dove mi sono spinta. Sono dovuta arrivare sull’orlo del precipizio prima di capire che stavo per cadere. Raddrizzo la schiena e chiudo meglio l’accappatoio. Il mio sguardo è cambiato lo posso fisicamente percepire senza guardami in uno specchio, lo vedo riflesso nel suo.

-hai ragione Malfoy. Siamo, anzi sono, andata troppo oltre. Ho preso una strada senza accorgermi che non ero abbastanza attrezzata- prendo un bel respiro- credo sia giunto il momento di porre fine a tutto questo-

I suoi occhi, impossibile decifrarli. Impassibile come sempre raccoglie la giacca.

-sono contento che finalmente hai capito. Questa è Hermione Granger- la porta si apre e chiude lasciandolo fuori. Per un momento torna la tranquillità che avevo tanto cercato questa sera. Ora non la voglio più. Il panico mi assale e in un attimo la porta si apre ancora. Le mie pantofole atterrano senza creare rumore sulle scale di marmo freddo. La sua schiena mi appare all’improvviso alla fine dell’ultima rampa. E quasi fuori e il gelo di questo Gennaio mi artiglia le gambe scoperte.

-MALFOY ASPETTA!!- si gira e i suoi occhi ora si riescono a leggere. Sorpresa e qualcos’altro di innominabile. Dolore forse?

Cercando di non essere troppo maldestra lo raggiungo e in pochi passi. Le basse temperature non sembrano toccarlo dato che la giacca è buttata su una spalla invece che essere indossata.

-Malfoy prima che te ne vada volevo dirti una cosa- rimane zitto. Il silenzio quale subdola arma naturale- nonostante tutto io… si io mi sono innamorata di te e se tu oggi non mi avessi sbattuto in faccia la realtà probabilmente sarei rimasta nel mio torpore per sempre, quindi in un certo senso grazie e ti amo- il mondo è strano io sto ringraziando l’uomo di cui sono innamorata perché mi sta lasciando dopo avermi usata per due anni.

-sappi Granger che anche io mi ero affezionato a te, ma di quella te che era scomparsa da tanto tempo, non potevo permetterlo. La Granger che mi ha preso il cuore è ricomparsa da 10 minuti scarsi e io per questo sono grato a chiunque ci sia lassù. Non è un’ addio Mezzosangue ma un bentornata. Le nostre strade probabilmente non si incroceranno più ma almeno me ne vado con la consapevolezza di averti ritrovata- si gira e se ne va, per quanto non so dirlo. Potrei rivederlo domani come potrei non incontrarlo mai più. Non un saluto ha chiuso il suo discorso perché tutto non è concluso. Non c’è un ciao o un arrivederci che possa adeguarsi a questa situazione. Mi sono innamorata del mio nemico che dopo avermi fatta perdere mi ha riportato all’inizio ma con un bagaglio in più: lo consapevolezza che è facile perdersi e abbandonare se stessi lungo la strada, più difficile è capirlo e porre rimedio. Cosa dovrei pensare in questo momento io? A parte che mi mancherà non riesco a formulare altro se non, me le regalerà lo stesso le nuove pantofole a Natale?

  
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