Play.
Il
piccolo stereo diffonde una dolce musica classica per tutto
il piccolo appartamento che ho preso in affitto. Il rumore del mondo
fuori
dalla finestra viene soppresso da queste soavi note illudendomi che
tutto sia
scomparso eccetto la mia casa. In salotto chiudo gli occhi e sospiro
assaporando quella tanta agognata tranquillità. Apro gli
occhi e spegnendo le
luci durante il mio passaggio arrivo fino al bagno. Le note arrivano
ovattate
ma perfettamente udibili creando un’atmosfera di
serenità quasi surreale. Per
un momento temo di essermi addormentata per la stanchezza e che sia
tutto un
sogno, mi do un pizzicotto sul braccio facendomi male. Mi do della
stupida e
sorrido riflettendo su quanto sia effettivamente infantile il mio
gesto. Chiudo
il rubinetto che ha riempito la vasca. Una densa, bianca soffice nube
di sapone
ricopre lo strato superficiale di acqua.
Dopo la lunga giornata che ho avuto è
esattamente questo quello che
stavo aspettando. Un bagno caldo e della buona musica di sottofondo. Mi
immergo
completamente e la musica cessa per qualche istante. Se solo si
potessero
annullare i pensieri così semplicemente, metterli sottovuoto
per non sentirli,
sarebbe comodo. Riemergo mentre il freddo della stanza pizzica la mia
pelle ora
leggermente surriscaldata. Come si fa ad andare avanti così
per tutta la vita?
“È
un bellissimo lavoro quello di Medimaga” “tu
saresti
perfetta!” “hai esattamente quello che ci vuol per
questo tipo di situazioni”
Si
certo, per loro era facile parlare. Cosa gli costa mettere
insieme un paio di frasi con il puro scopo di lusingare falsamente e
farle
uscire dalla bocca? Nulla! Però poi quella che ne paga la
conseguenze chi è? Ta-dan
ecco la vincitrice signore e signori, si esatto proprio lei, Hermione
Jane
Granger. Sospiro ancora. Come si può continuare a vedere
passare davanti mille
e mille occhi che esprimono solo dolore, angosce e sofferenza, come?
Vedersi
morire tra le mani bambini, donne, uomini per i più assurdi
e svariati motivi.
Con quale coraggio si può andare avanti? Lo dico io che di
morte e sofferenza
ne ho vista più di quanto sia umanamente tollerabile
già a 17 anni. Con tutte
le avventure vissute e provate con Harry e Ron come potevo pensare che
un
semplice lavoro di continua routine potesse devastarmi in questo modo,
lasciandomi a 25 anni più distrutta
di
quelle famiglie a cui annuncio che un’altra vita è
stata prematuramente
spezzata. La musica dallo stereo continua ad andare avanti
indifferente. Mi
immergo di nuovo sott’acqua bagnando i miei capelli che per
qualche momento
diventano lisci innaturalmente.
Poi
qualcosa turba la quiete così poco goduta.
Il
telefono inizia a suonare con quella musichetta che non mi
era mai piaciuta ma che per pigrizia non avevo mai cambiato. Chi poteva
essere
a quell’ora? Avevo quasi preso il coraggio di emergere
dall’acqua e andare a
rispondere quando la segreteria telefonica fu più veloce.
“ salve questa è la
segreteria di Hermione Granger, se non rispondo è
perché sono fuori casa, se
avete qualcosa di importante da dire parlare dopo il bip o tacete per
sempre” e
poi la mia risata, Merlino che brutto messaggio che avevo registrato.
Chiunque
avesse chiamato non doveva dirmi nulla di importante
infatti non lasciò nessun messaggio in segreteria. Mi dico
che avranno
sbagliato numero. Di nuovo nella tranquillità del mio bagno
mi immergo nel
silenzio. Il CD di musica nello stereo ha suonato la sua ultima canzone
e ora
tace, come tutto. La
quiete è quasi
palpabile, pressa contro le orecchie diventando quasi fastidiosa,
quasi.
L’orologio in cucina continua a ticchettare, mi devo
ricordare di aggiustare
l’orario, è sempre 10 minuti avanti. Fa quasi
paura tutta questa assenza di
rumore. Non mi
sorprenderei di veder
spuntare qualcuno all’improvviso che urla BUUU facendomi
saltare il cuore in gola.
Odio tutto questo silenzio. Proprio io che ai tempi della scuola non
facevo che
rifugiarmi in biblioteca per tranquillità, io che guardavo
un po’ schifata i
gemelli che facevano baccano presentando una nuova merendina marinara.
I
gemelli, Fred. Scuoto la testa e decido di terminare questo bagno, i
pensieri
hanno preso una brutta piega. Il freddo mi avvolge del tutto prima che
riesca
ad infilarmi l’accappatoio di soffice tessuto azzurro.
Guardandomi allo
specchio ho il viso un po’ sciupato e i capelli stranamente
ordinati e piatti.
Non faccio in tempo ad assimilare questi pensieri che il silenzio viene
spezzato ancora. Ma non è il telefono questa volta, qualcuno
bussa. Qualcuno
sta bussando alla mia porta, alle 10 di sera? Un vicino a cui
è finito il sale?
Impossibile, tutto il palazzo è consapevole che a casa mia
non c’è mai nulla
che si avvicini anche lontanamente al cibo. Il toc toc sul legno si
ripete, il
visitatore non demorde. Ma chi può essere? Ancora in piedi
davanti allo
specchio sento il bussare ripetersi e questa volta anche il campanello
suona.
“Oddio santa ragazza vai ad aprire così lo scopri
chi è” dice una voce nella
mia stessa. Bene ora parlo anche con me stessa, la follia inizia a
farsi
sentire. Infilo le mie pantofole con l’orsacchiotto rosa
risalenti al tempo
dell’ultimo anno ad Hogwarts e arrivo davanti alla porta. Il
campanello suona
ancora e non avendo lo spioncino dal quale sbirciare posso solo aprire
la porta
per sapere chi è l’invitato sconosciuto.
La
porta gira silenziosa sui suoi cardini e un ragazzo mi
trafigge con i suoi occhi. Merlino ci mancava solo lui stasera.
-Granger-
mi saluta con un cenno del capo e un mezzo sorriso
canzonatorio rivolto alle mie pantofole- mi sa che te ne
regalerò un paio nuovo
a Natale Mezzosangue-
Ignoro
il suo commento, sarebbe impossibile trovare qualcosa
che gli vada bene in tutto il mio guardaroba.
-cosa
fai qui? Non ci dovevamo vedere stasera- ribatto. Lui è
ancora fuori dalla porta e io ho poche intensioni di spostarmi.
-suvvià
Granger non sei contenta di questa bella sorpresa?- il
sorriso canzonatorio di sposta dalle mie pantofole alla mia faccia
corruccia e
stanca.
-tua
moglie ti ha dato di nuovo buca?- incrocio le braccia e
alzo un sopracciglio sfidandolo a controbattere.
-uno
stupido club del libro- mi risponde disinvolto
superandomi ed entrando in casa come se io non esistessi, il mio
sguardo lo
fissa incattivito- o su Granger lo troveresti stupido anche tu, tante
donne
riunite in un salotto a parlare di quanto coraggioso sia stato il
protagonista
di un romanzo piuttosto che carpirne davvero il significato nascosto
tra le
righe- ora è il suo di sopracciglio che mi sfida.
È sempre così tra di noi, una
sfida dopo l’altra senza time out intermedi.
-non
è bello che tu dica certe cose su tua moglie- cerco una
via trasversale per non dargli ragione sulla stupidità del
club.
-se
sapessi cosa dice lei su di me non la penseresti ancora
così- chiudo la porta mentre il divano cigola sotto la mole
di Draco che si è
buttato a peso morto.
-Malfoy
io credo che per stasera dovresti tornare a casa da tuo
figlio e farti una bella dormita- mi stringo nel mio accappatoio che
non sembra
dare alcun imbarazzo a lui.
-mio
figlio è a dormire a casa di Blaise, a quanto pare lui e
sua figlia hanno un certo feeling- sorride sornione e nel suo sguardo
riesco
quasi a leggere “tale padre, tale figlio”.
-ha
solo 10 anni!!- mi sembra incredibile quello che cerchi di
insinuare lui.
-e
allora? Io ne avevo uno più di lui quando ho iniziato- alza
le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo che un
bambino di 10 anni
inizi a flirtare piuttosto che giocare con in soldatini. Chiudo gli
occhi
scuotendo la testa, è inutile continuare questa discussione,
ne perderebbe solo
la mia sanità mentale.
Quando
li riapro lo trovo davanti a me a pochi centimetri dal
mio viso, butto un mezzo strillo presa dallo spavento.
-sai
che non avevo mai notato quanto stessi bene in
accappatoio- la sua mano mi sfiora una guancia, poi il collo, poi la
spalla
cercando si fare scivolare il tessuto azzurro. Ha le dita
straordinariamente
fredde. Come succede ogni volta il mio cuore inizia a galoppare,
maledizione!
-non
mi hai mia vista in accappatoio- ribatto cercando di
rimanere lucida mentre la sua mano continua un’incessabile
corsa verso il mio
fianco sottile.
-quale
terribile mancanza- sussurra con la voce leggermente
roca.
Non
può succedere di nuovo, avevo promesso che sarebbe finita.
Non voglio essere la sua puttanella da andare a trovare quando la
moglie è
troppo occupata per pensare ai doveri coniugali. Lui incarna tutti i
difetti
che odio in un uomo, arrogante, presuntuoso, tutto ciò che
vuole riesce ad
averlo, traditore, un pessimo padre. Eppure non riesco a capire come
ogni volta
finisco col lasciarmi trasportare dal suo odore così buono e
maschile. Mi
allontano scivolando via dalla sue braccia che nel frattempo mi avevano
stretta
accarezzandomi la schiena.
-Malfoy
vai via. Oggi non è serata, non mi va e credo non mi
andrà per un bel po’ di tempo-
Non
si scompone, è già la terza volta che gli faccio
un
discorso del genere ma ovviamente la mie parole equivalgono ad un
granello di
sabbia in un deserto. Questa volta però è
diverso, si certo, come le altre
volte.
-Granger,
Granger, lo sai anche tu che non è vero, vogliamo
perdere tempo in una discussione che, sappiamo entrambi, non ha alcuna
ragione
di esistere o possiamo saltarla direttamente? Magari se ti va ne
facciamo una
versione ridotta- mi ferisce il suo modo di giocare con quello che gli
dico. A
dire il vero tutta questa situazione mi ferisce, mi uccide lentamente
ma non
riesco ad uscirne. Lo guardo mentre leggermente annoiato aspetta un
verdetto
che già conosce. È inutile illudersi di qualunque
cosa. Io non sono niente per
lui se non un contenitore dove sfogare le sue voglie. Credo che
finalmente dopo
tutti gli anni che ci conosciamo abbia davvero trovato il modo di
umiliarmi.
Vedermi ai suoi piedi mentre cerco di resistere sapendo che è tutto
inutile. Usarmi e poi andarsene
lasciandosi dietro solo il torpore di una scopata e il profumo costoso
regalatogli
dalla moglie cornificata. Sono passata da studentessa modello,
lottatrice dalla
parte dei buoni e ottima lavoratrice a studentessa modello, lottatrice
dalla
parte dei buoni, ottima lavoratrice e disperata donna che vende il suo
corpo
cercando affetto nell’uomo che non la ama. Come si
può? Io Hermione Granger
innamorata di Draco Malfoy, e non il ragazzino Malfoy ma la versione
adulta con
tanto di moglie e figlio a carico. Come mi sono ridotta così?
-tua
moglie sospetta dei nostri incontri?- la domanda lo coglie
di sorpresa. Mi sento quasi compiaciuta.
-forse, perché
cosa ti
cambia?-
-non
ti senti in colpa a fare questo a tua moglie, a tuo
figlio?- lo vedo innervosirsi.
-Granger-
si avvicina e mi afferra il polso stretto, troppo
stretto- cosa stai cercando di dirmi? Che mia moglie non si merita
questo? Che
non amo mio figlio? Ti stai facendo prendere dai sentimentalismi
Mezzosangue,
dopo due anni? Te li faccio passare subito. Di mia moglie me ne importa
poco o
niente è stato un matrimonio di convenienza e
l’unica cosa buona che ne uscita
è stato mio figlio. Dici che non lo amo? Cerco di essere
sempre presente quando
ha bisogno e di non fargli mancare nulla, non so cosa significa essere
un bravo
padre, non ho punti di riferimento quindi sto provando a modo mio. No
Granger,
non puoi rinfacciarmi nulla, tradisco come quasi tutti gli uomini al
mondo, tu sei
solo la mia troia e devi stare solo zitta. Inizi a diventare scomoda e
impicciona, sai che ti dico? Che forse mi hai pure stufato. Ti avevo
scelto perché
eri una donna forte, non ti sei mai piegata, tu eri Hermione Granger la
saputella che mi aveva sempre tenuto testa, e ora che cosa sei?
Guardati! Lavoratrice
di giorno e MIA puttana di notte. Ho pietà di te o almeno di
quello che di te è
rimasto. Hai ragione è meglio se me ne vado stasera
è passata a me la voglia, e
non me ne verrà per un po’ di tempo- le sue parole
di rabbia mi feriscono. Sapevo
di essere meno di niente per lui ma sentirselo dire dritto in faccia fa
più
male di quel che credevo. Mi lascia il polso con violenza e fa un passo
lontano
da me.
-forza
vuoi metterti anche a piangere ora? Eh? Distruggi tutto
il rispetto che hai per te stessa, se ne hai ancora almeno!-
è fuori di testa,
furibondo come mai. Ho paura. Non reagisco, rimango ferma, il polso
stretto
nella mano e lo sguardo perso. Ha ragione in quello che dice, non
riesco a pensare
altro. Forse è per questo che mi sono
innamorata di lui. Sapevo che sarebbe stato sincero anche se in maniera
crudele. Non ha mai avuto peli sulla lingua e per quanto la
verità possa fare
male non hai mai temuto di dirla. Sapevo che no mi avrebbe mai potuto
illudere.
Mi
fissa. La rabbia nei suoi occhi è leggermente scemata. Come
risvegliandomi da un brutto sogno capisco fino a dove mi sono spinta.
Sono dovuta
arrivare sull’orlo del precipizio prima di capire che stavo
per cadere. Raddrizzo
la schiena e chiudo meglio l’accappatoio. Il mio sguardo
è cambiato lo posso
fisicamente percepire senza guardami in uno specchio, lo vedo riflesso
nel suo.
-hai
ragione Malfoy. Siamo, anzi sono, andata troppo oltre. Ho
preso una strada senza accorgermi che non ero abbastanza attrezzata-
prendo un
bel respiro- credo sia giunto il momento di porre fine a tutto questo-
I
suoi occhi, impossibile decifrarli. Impassibile come sempre
raccoglie la giacca.
-sono
contento che finalmente hai capito. Questa è Hermione
Granger- la porta si apre e chiude lasciandolo fuori. Per un momento
torna la
tranquillità che avevo tanto cercato questa sera. Ora non la
voglio più. Il panico
mi assale e in un attimo la porta si apre ancora. Le mie pantofole
atterrano
senza creare rumore sulle scale di marmo freddo. La sua schiena mi
appare all’improvviso
alla fine dell’ultima rampa. E quasi fuori e il gelo di
questo Gennaio mi
artiglia le gambe scoperte.
-MALFOY
ASPETTA!!- si gira e i suoi occhi ora si riescono a
leggere. Sorpresa e qualcos’altro di innominabile. Dolore
forse?
Cercando
di non essere troppo maldestra lo raggiungo e in
pochi passi. Le basse temperature non sembrano toccarlo dato che la
giacca è
buttata su una spalla invece che essere indossata.
-Malfoy
prima che te ne vada volevo dirti una cosa- rimane
zitto. Il silenzio quale subdola arma naturale- nonostante tutto
io… si io mi
sono innamorata di te e se tu oggi non mi avessi sbattuto in faccia la
realtà
probabilmente sarei rimasta nel mio torpore per sempre, quindi in un
certo
senso grazie e ti amo- il mondo è strano io sto ringraziando
l’uomo di cui sono
innamorata perché mi sta lasciando dopo avermi usata per due
anni.
-sappi
Granger che anche io mi ero affezionato a te, ma di
quella te che era scomparsa da tanto tempo, non potevo permetterlo. La
Granger
che mi ha preso il cuore è ricomparsa da 10 minuti scarsi e
io per questo sono
grato a chiunque ci sia lassù. Non è
un’ addio Mezzosangue ma un bentornata. Le
nostre strade probabilmente non si incroceranno più ma
almeno me ne vado con la
consapevolezza di averti ritrovata- si gira e se ne va, per quanto non
so
dirlo. Potrei rivederlo domani come potrei non incontrarlo mai
più. Non un
saluto ha chiuso il suo discorso perché tutto non
è concluso. Non c’è un ciao o
un arrivederci che possa adeguarsi a questa situazione. Mi sono
innamorata del
mio nemico che dopo avermi fatta perdere mi ha riportato
all’inizio ma con un
bagaglio in più: lo consapevolezza che è facile
perdersi e abbandonare se
stessi lungo la strada, più difficile è capirlo e
porre rimedio. Cosa dovrei
pensare in questo momento io? A parte che mi mancherà non
riesco a formulare
altro se non, me le regalerà lo stesso le nuove pantofole a
Natale?