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Autore: giulina    30/12/2010    2 recensioni
C'è Alessandro e c'è Giorgia.
Compagni di banco, amici, nemici e forse anche qualcosa di più.
Dal capitolo 1:
-Toh chi c’è! Castelli credevo tu fossi morto travolto da una valanga di neve laggiù in Trentino! Noto con dispiacere che sei ancora vivo- Scherzò la ragazza sorridendo al moro che le si era avvicinato.
-E no mia cara! Le mie vacanze natalizie sono state bellissime e purtroppo per te non ho subito nessuna amputazione e non mi sono rotto nemmeno un ossicino sciando fra le montagne innevate…-
- ….con le caprette che ti facevano ciao! Senti Heidi hai mica un accendino da prestarmi o laggiù, nella baita del nonno, usate ancora i fiammiferi?!-
Dal capitolo 11:
Sotto a quel portone, con la sola luce dei campanelli accanto a loro a illuminare i loro volti, Alessandro e Giorgia si erano continuati a baciare, incuranti dell’ora e di essere visti da qualche passante.
Baci appena accennati, alcuni più profondi, morsi, risate dai respiri spezzati anche in quel momento così intimo, così loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alessandro Castelli e Giorgia Ceccarini si erano conosciuti in prima superiore.

La ragazza aveva deciso di frequentare il Liceo scientifico Marconi, che distava un centinaio di metri da casa sua, perché era una delle migliori scuole della città che le poteva garantire un’ottima formazione per l’università.

Alessandro invece, aveva semplicemente fatto “ambarabaciccicoccò” fra il Liceo Marconi e il Liceo Classico Niccolini. Per lui le scuole erano tutte uguali, l’una valeva l’altra.

Era il 15 settembre del 2005 quando si incontrarono per la prima volta.

Giorgia aveva appena compiuto 14 anni, i suoi capelli castani erano legati in due lunghe trecce e gli occhi marroni erano privi di trucco ma brillavano di una felicità nuova.

Quella mattina aveva deciso di indossare una gonnella color Kaki con delle calze multicolore ed una maglietta bianca con un buffo leone disegnato sopra.

Emozionata per il suo primo giorno di scuola, aveva corso per le scale grigie della scuola, raggiungendo in un attimo la sua classe al primo piano.

Si era fermata a contemplare la porta bianca davanti a lei in adorazione e poi aveva varcato l’entrata dell’aula vuota correndo ad occupare il primo banco nella fila centrale. Il posto migliore, secondo la ragazza, quello degli sfigati, secondo tutti gli studenti.

Dieci minuti dopo l’aula era praticamente piena.

Tutti i posti erano stati occupati, tutti tranne quello accanto a Giorgia, ma la ragazza non se ne faceva di certo un problema, sarebbe stato più facile concentrarsi sulle lezioni.

Stava per sistemare il suo zaino nella sedia accanto alla sua, quando la porta dell’aula si spalancò all’ improvviso.

Alessandro Castelli 5 anni prima era un ragazzino alto e smilzo, i capelli a spazzola ed il viso ricoperto di acne. Un obrobrio, in poche parole.

-Tu devi essere Castelli, non è vero?- Chiese il professore di storia al ragazzo che se ne stava fermo sulla porta.

-Si professore, scusi per il ritardo-

-Non importa ragazzo, vieni su. C’è un posto proprio qui accanto a…Ceccarini!-

Giorgia sentì il sangue gelarsi nelle vene. L’obrobrio sarebbe stato il suo compagno di banco.

Con una certa riluttanza, prese lo zaino che aveva posato sulla sedia e lo buttò con stizza per terra.

Giorgia cercò di non girarsi alla sua destra per tutta la lezione ma quando si sentì toccare una spalla, dovette distogliere la sua attenzione dal professore che scriveva delle date alla lavagna, per rivolgere lo sguardo al suo compagno di banco.

-Hey Pippi ce l’hai mica una penna?- Le chiese Alessandro vedendo le orecchie della ragazzina colorarsi di un rosso acceso e gli occhi ridursi a due piccole fessure. Ora mi picchia, pensò Alessandro.

-Come mi hai chiamato?- Chiese Giorgia in un sussurro glaciale.

-Ehm..Pippi? Assomigli a Pippi calzelunghe- Le rispose il ragazzino sorridendo.

Giorgia sentì pruderle le mani. Aveva voglia di dare un bel picchio a quel brufolo ambulante.

La verità era che Giorgia per tutta la durata delle medie era stata soprannominata “Pippi la strana” dai suoi compagni di classe, soltanto per le sue treccine e per le sue calze colorate.

Molte volte si era nascosta in bagno durante le lezioni, a piangere, sfogando tutto il suo malessere nelle lacrime che non poteva versare a casa.

-Non ho una penna….brufolo-

Alessandro si girò shoccato verso la ragazzina al suo fianco, arrossendo.

-Hey! Come mi hai chiamato piccola streghetta?-

-Brufolo! Sordo che non sei altro!- Gli rispose saccente Giorgia guardando il viso del ragazzino tingersi di tutte le tonalità.

-Non importa, non la voglio la penna da una scema come te! Che per di più indossa delle ridicole maglie con delle scimmie sopra!-

Giorgia aprì la bocca indignata, si girò verso il professore che continuava la sua spiegazione incurante della lite tra i due ragazzini, prese il suo astuccio e rovesciò tutto il suo contenuto sulla testa di Alessandro.

-è un leone, brutto idiota!-

-Idiota a me?! Gallina!-

Continuarono ad offendersi finche il professore non si accorse della lite in corso e li spedì entrambi fuori dalla classe.

 

 

Proprio come fece esattamente cinque anni dopo.

Il professore in questione era il professore Balluchi, insegnante di storia e filosofia.

Per gli studenti del Liceo Marconi, il professore Giorgio Alfonso Balluchi oltre ad essere un professore competente e con una spiccata personalità, era anche il loro “zietto”.

Per ben due anni di fila era stato nominato professore dell’anno, superando anche il professore di arte, Michele Capozza, che dava dieci a tutti i suoi studenti.

Il professor Balluchi era un ometto sulla sessantina, dai pochi capelli sulla testa e con un paio di occhiali a fondo di bottiglia sul naso troppo grosso.

Camminava leggermente gobbo per i corridoi, con la sua fedele sigaretta Wiston tra le dita e si fermava nel piccolo cortile dietro l’edificio a fumare insieme a qualche ragazzo. Era una bravissima persona, in poche parole.

Tutti, però, sapevano anche che il loro caro professore se si arrabbiava….erano cazzi.

Proprio come successe quella mattina di inizio gennaio.

-Castelli, Ceccarini!!! Porco demonio ma cosa devo fare per farvi chetare due minuti eh??? Siete due rompicoglioni unici, nella mia carriera scolastica nessuno mi ha mai fatto incazzare come voi! Non voglio vedere le vostre brutte facce per almeno mezz’ora! Andate fuori su, andate a fare una bella passeggiatina, a cazzeggiare come fate sempre voi giovani d’oggi!-

Giorgia e Alessandro si alzarono a testa bassa dal loro banco ed uscirono imbarazzati dall’aula.

-Sei un idiota Castelli!- Lo aggredì Giorgia entrando in bagno per cercare di ripulire la maglia bagnata di succo alla mela che le aveva tirato addosso il compagno.

-Io? Sei stata tu ad offendere il mio defunto cane definendolo “una piccola bestiaccia pelosa, simile ad una scimmia del Togo, proprio come il suo padrone!”- Alessandro scoccò un’occhiata indignata alla ragazza che si sistemava i capelli scompigliati al piccolo specchio sulla parete e si sciacquò il viso.

-Hai mai sentito parlare di opinione? Bè era una mia opinione!!!- Gli rispose Giorgia sistemandosi i capelli in una coda alta.

Il ragazzo la raggiunse da dietro ed entrambi si misero a fissare il loro riflesso.

I due ragazzini di cinque anni prima erano cambiati notevolmente.

Giorgia era alzata ed il suo corpo si era modellato mettendo le curve al punto giusto anche se lei affermava che le sue maniglie dell’amore sembravano più due portoni.

Le trecce erano state sostituite ed i capelli si erano leggermente scuriti, così come gli occhi che erano marcati con una leggera linea di matita nera.

Alessandro invece era diventato proprio un bel pezzo di manzo. Dall’obrobrio al manzo, pensò Giorgia, proprio un bel cambiamento.

Infatti la pelle del ragazzo ora era priva di imperfezioni, i capelli erano leggermente allungati e scompigliati, ma sempre quel colore scuro tanto familiare alla ragazza.

Il suo fisico era anche quello cambiato e le spalle magre e ossute avevano lasciato spazio ad un paio più formate e larghe che davano un insolito senso di protezione.

-Fai schifo- Disse Giorgia guardando il ragazzo con un mezzo sorriso.

-“La gelosia più la scacci e più l'avrai!”- Canticchiò il ragazzo affacciandosi alla piccola finestra del bagno e accendendosi una sigaretta.

-”L’egocentrismo se ce l’hai non lo scaccerai!”-

-Ceccarini non sai fare le rime. Rassegnati!- Le disse Alessandro sorridendo mentre osservava una classe fare lezione.

-Stai zitto caprone!- Giorgia gli si avvicinò e gli rubò la sigaretta dalle labbra facendo un tiro.

-Hai il marchese?- Le chiese Alessandro rammentando la conversazione che aveva avuto con la ragazza qualche settimana prima.

-No ma probabilmente sono in ovulazione, sono molto acida in questi giorni-

Alessandro scoppiò a ridere indicando il succo con cui era sporcata la sua maglietta.

-Acida??? Tesoro te hai dei seri problemi di rabbia e frustrazione. Ti dovresti far vedere da qualcuno o fare della…sana attività fisica, non so se mi hai capito-

Le rispose ammiccando esageratamente.

-Sei te che aumenti la mia frustrazione- Le disse Giorgia fingendo di non aver ascoltato l’altra parte della frase.

Alessandro si allontanò dalla finestra e si stiracchiò le braccia indolenzite, sbadigliando.

-Se vuoi possiamo fare un giretto nell’aula di biologia. Vuoi vedere che ti faccio passare la frustrazione?!-

Giorgia spense la sigaretta sul cornicione e la buttò di sotto nel piccolo giardinetto, scusandosi con madre natura.

-Ma perché proprio nell’aula di biologia? Cioè è piena di robe..schifose, vetrini, soluzioni, i tavoli sono di acciaio e quindi freddi stecchiti. Anche nei film da quindicenni allupati in ogni maledetto liceo c’è duecento ripostigli ed altrettante aule vuote a disposizione come nido per coppie in calore!-

Alessandro guardò Giorgia stupito dal suo discorso e la prese per mano uscendo dal bagno in tutta fretta.

-Cosa stai facendo Sandrino?- Gli chiese preoccupata la ragazza che veniva trascinata su per le scale del secondo piano.

-Andiamo a cercare un ripostiglio! Se come hai detto te, ogni liceo ha il suo ripostigli, noi lo troveremo!-

-Ma nemmeno se ci fosse Narnia!- Giorgia puntò i piedi per terra e liberò la presa dalla mano del ragazzo.

-Castelli stamani mi sono alzata alle 6 per ripassare fisica, mi sto addormentando in piedi. Fai l’uomo e accompagnami a prendere un caffè alla macchinetta invece di ciarlare a vanvera-

Alessandro alzò gli occhi al cielo e prese a scendere le scale per raggiungere il primo piano. Peccato, il ripostiglio l’avrebbe cercato un’altra volta.

Giorgia si avvicinò a Pina, la macchinetta del caffè e selezionò un caffè lungo.

Mentre aspettava la sua droga da Pina la spacciatrice,rimase a fissare le scritte a carattere cubitali sul muro davanti a lei.

In quelle frasi, scritte con degli Uniposca dai colori improponibili, si poteva scoprire davvero molte cose, come ad esempio che un certo Matteo in 5 A era un grandissimo cornuto e che andare a letto con lui sarebbe stata una perdita di tempo, che Marta, la biondona in classe sua, era una grandissima vacca e che Alessandro Castelli, il suo amato compagno di banco, era talmente figo che molte se lo sarebbero fatte sulla scrivania della preside.

-Oh mio dio! Tutte mi amano in questa scuola! Anche te mio dolce bignè alla crema?- Giorgia finse di non ascoltare la domanda del moro posta con quel tono da finta prima donna che le faceva venire il vomito e sorseggiò la sua bevanda.

Intanto Alessandro aveva preso un pennarello dalla cattedra delle custodi e si era messo a scrivere sul muro.

 

328 22 45 432 chiamatemi tesori, sono a vostra completa disposizione”

 

Giorgia buttò un’occhiata al muro e si rimise a camminare per i corridoi lasciando la checca di Alessandro a fissare compiaciuto il muro.

-Pippi vieni qui e dammi un bel bacino!- Alessandro trotterellò vicino a Giorgia che con una certa eleganza ignorava la presenza accanto a lei.

Camminarono per il corridoio deserto mentre tutti gli studenti erano nelle loro classi a fare lezione.

Uscirono fuori, sulle scale d’emergenza, e si sedettero su uno scalino nonostante il freddo pungente che avvertivano.

Erano seduti accanto e guardavano davanti a loro la città che sembrava piccolissima, in un momento intimo, solo loro, che nessuno poteva rovinare….

-Ho una fame non ci vedo più! Mi mangerei uno gnu intero-

Nessuno a parte Alessandro Castelli.

Giorgia sorrise e con ancora il bicchierino di caffè tra le mani si mise a canticchiare una canzone nota a tutti e due, visto che un giorno la loro professoressa di italiano li aveva buttati fuori dalla classe proprio perché la stavano cantando mentre la donna spiegava il terzo canto della Divina Commedia.

-When you try your best but you don't succeedddd when you get what you want but not what you needddd. when you feel so tired but you can't sleepppp. Stuck in reverseeee!-

Si misero a ridere sentendo i loro acuti non molto intonati e si lasciarono andare a quella risata che li colse di sorpresa.

-Ti ricordi la faccia che fece la Bacci quando sentì la nostra performance?-

Le chiese Alessandro sorridendo.

-Certo! Incominciò ad urlare di cacciarci dalla scuola mentre sbavava come un San Bernardo. Fu una scena incredibile- Rispose Giorgia mescolando con il bastoncino di plastica lo zucchero che era rimasto sul fondo del bicchiere.

Alessandro guardò Giorgia seduta accanto a lui ed appoggiò la testa sulla sua spalla lasciandola impietrita.

-Castelli c-cosa fai?-

-Ho un attacco di coccolite quindi stai zitta ed assecondami- Giorgia si zittì lasciando che il calore del corpo del ragazzo la riscaldasse mentre il vento freddo di gennaio li faceva rabbrividire.

L’obrobrio, pensò Giorgia sorridendo mentre i capelli del ragazzo le solleticavano il collo scoperto, sto abbracciando l’obrobrio.

 

 

 

 

 

Buon pomeriggio e Buon Natale ( in ritardo) a tutti!

Ebbene si! Ho deciso di continuare questa One-shot e proprio oggi mi è venuta l’ispirazione giusta.

Alessandro e Giorgia li adoro. Sono una coppia nata per caso ma insieme li trovo davvero carini ( complimenti Giulia, ora ti elogi anche da sola).

Spero che questo capitoletto vi piaccia e se proprio volete eh, lasciatemi una recensione così mi dite cosa ne pensate!

Un bacione e Buon anno a tutte voi e alle vostre famiglie!!

   
 
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