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Autore: EsseTi    30/12/2010    0 recensioni
Ha inizio il settimo anno di Harry Potter a Hogwarts: Sirius Black, nella battaglia al Ministero, non è mai morto, e lo stesso Albus Silente non è stato ucciso, ma continua a essere il preside della scuola. Nel corso dell'estate, Silente ed Harry hanno cercato, trovato e distrutto quasi tutti gli Horcrux: solo il serpente Nagini e Voldemort stesso li separano dalla loro vittoria. Intanto, lo scoppio della guerra è alle porte ma - L'istruzione - dice Silente - non deve essere trascurata -. Così, il trio ritorna a Scuola per frequentare l'ultimo anno. Quando però arriva Selene, una ragazza bellissima e misteriosamente inquietante, il mondo che credevano di conoscere viene stravolto e i piani del fato mutano irrimediabilmente. Selene viene dal greco, significa luna. [...]"Questa è Magia Oscura" pensa Harry. [...]- Da che parte stai, eh?! - le urla Hermione, furiosa.[...]- Quella era mia madre...che c'entri tu con mia madre?!?! - Harry urla. Si, Selene non aveva decisamente considerato che l'Occlumanzia le si sarebbe potuta rivoltare contro. Harry non avrebbe mai dovuto sapere cosa c'entrava lei con Lily Potter.[...] - In fondo è mio padre.Non lo voglio morto. Voglio che soffra, come ha distrutto la vita di mia madre...che soffra tanto da chiedere lui stesso di morire - mormora Selene, con una voce fredda che credeva non appartenerle.[...] - Vedi, Harry...io...so fare delle cose...particolari - gli confessa, gli occhi verdi fissi nei suoi.[...]- Dai Remus, parlamene...raccontami la storia della Luna..di Selene.. - lo implora Harry. Remus è agitato, non sarebbe stato giusto dirglielo.[...]- Perchè non vuoi dirmi chi è? - Harry è quasi paonazzo. - Non mentirmi, Sirius, dimmi chi è suo padre! - [...] Harry...è ora che tu sappia una cosa... -. Un profondo rumore dal piano di sotto scuote il moro, che prende Selene per un polso, sorridendo.- Me lo dirai più tardi..adesso è ora di combattere -. Selene scuote la testa: sa già che dopo sarà già troppo tardi.
N.B. Nonostante la bellezza fuori dalla norma, Seleneè un essere umano. Non è un vampiro nè un essere soprannaturale, ma una persona normalissima.
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Un po' tutti, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 15 : Charity Burbage
 

[domenica 5 ottobre ]
- Era ora che voi due tornaste. – dice una voce furiosa.
- Stavi dicendo, Harry? – spezza il silenzio la voce di Selene.
Lo sguardo scuro, furente e irato di Donna White sta osservando i due giovani, completamente zuppi e sporchi di fango. Al suo fianco, Sirius Black ha un’aria per lo più divertita, ma trattiene il sorriso di fronte all’ira della donna dai capelli ramati che l’ha trascinato alla ricerca di sua figlia proprio mentre lui stava cercando il figlio del suo migliore amico. Oh, se ci fosse stato James si sarebbe fatto due grosse risate. Lo sguardo di Harry invece è stranamente vuoto, come se non avesse nulla da pensare mentre guarda Selene alzare le mani come a proteggersi dalle ire della madre.
- Vi ho cercati dappettutto. Avete idea di quanto ci abbiate fatto preoccupare? – li rimprovera.
- Eravamo solo andati a fare una passeggiata nel parco, una mezz’oretta d’aria.. – si giustifica Harry. Selene lo zittisce con una gomitata: ancora una volta, il moro aveva detto la cosa sbagliata, di fronte alla rabbia di una madre come Donna White.
- mamma… - inizia Selene.
- potevate essere dovunque! E’ ora di cena, siete spariti da due ore!!! Avete una minima idea di tutti i pensieri che mi sono passati per la testa! Non eravate da nessuna parte in tutta Hpgwarts, potevano avervi rapito!! Siete degli incoscienti! – continua a urlare la donna. Selene, abituata a simili toni, non fa una piega: la pelle di harry, invece, ha assunto un tono verdognolo per nulla rassicurante.
- Scusa mamma, non…avrei dovuto avvisarti ma non credevo di star fuori tutti questo tempo.
- Ti aspettavo per cena. Ho pensato al peggio quando non ti ho visto arrivare, sei sempre stata così puntuale. Ho creduto che...fosse successo qualcosa…sai che non devi fare queste cose, non sopporterei la vita se ti succedesse qualcosa..-
- lo so mamma, scusami… - si giustifica la rossa, il capo chino. Quando cala il silenzio, Sirius Black sente una piacevole sensazione di calore sciogliere il lieve gelo. Batte le mani tra loro, sfregando i palmi.
- Allora…su, non è successo nulla, la prossima volta staranno più attenti, vero ragazzi? Adesso, data l’ora, che ne direste di cenare? Mi ero fatto portare su il cibo per noi, harry, ma dato che gli elfi hanno esagerato, perché non vi unite a noi?...Se, Donna…potremmo dirlo anche a Remus.. –
- Non credo sia una buona idea, sono molto stanca e… -
- Su Donna, non puoi rifiutare..è solo una cena, dopo potrai andare a dormire…su, anche Selene deve aver fame no? –
Donna White sbuffa, sentendosi incastrata.
- D’accordo Sirius. Andiamo.. – cede. Selene tossicchia debolmente, spostando dal viso i capelli sporchi e bagnati.
- Se permettete, vorrei concedermi una doccia…. – dice poi.
- In effetti anche io…vi raggiungeremo tra dieci minuti.. –
- ma.. – inizia a protestare Donna.
- tranquilla mamma, arriverò subito...vai pure…- insiste Selene, stanca. Ha bisogno di una doccia calda, e l’apprensione di sua madre inizia a d irritarla.
Donna White ha un ultimo sguardo per a figlia, prima di abbassare il capo e voltare le spalle per dirigersi verso il buco del ritratto che l’avrebbe condotta fuori: dietro di lei, Sirius Black le poggia una mano sulla schiena, accompagnandola, godendo del breve contatto con la pelle di lei attraverso il pesante maglione che indossa. Non appena il ritratto si chiude alle loro spalle, Donna si scosta con un gesto stizzito, guardando Sirius con odio.
- Non toccarmi. Se ho accettato questa diamine di cena è soltanto perché non avevo una scusa sufficientemente buona per rifiutare. O meglio, l’unica che avevo non era adatta alle orecchie di Harry.-
- è così grave? –
- Non credo possa fargli piacere sapere che la migliore amica di sua madre e il suo padrino si odiano, no? E adesso lasciamo stare. – risponde stizzita.
- Io non ti odio…Donna, io vorrei che noi.. – inizia Sirius, afferrandola per un braccio, ma Donna lo ritrae con uno scatto tremando. Quella stretta, forte, decisa, a sorpresa, le ha fatto paura: immagina un’altra mano, altrettanto forte, repellente, afferrarla, tenerla ferma, violarla con inaudita ferocia.
- Lasciami stare! – gli urla in faccia, gli occhi ardenti. Aveva promesso a se stessa che nessun uomo l’avrebbe mai più sottomessa. – Tu non mi odi Sirius? Con quale faccia hai il coraggio di dirmi una cosa del genere? Nessuno, in tutta la mia vita, nessuno, mi ha mai trattato come hai fatto tu, nessuno mi ha mai guardato con tanto odio, nessuno mi ha mai rimproverato il semplice fatto di esistere!!!!Tu…tu…tu hai distrutto pure quegli ultimi frammenti che erano rimasti della mia vita!!!ma tanto a te che te ne frega no? Chi se ne importa, lui è Sirius Black!!!!! –
- Donna, io ti ho già spiegato il mio errore, ho sbagliato e… - sussurra, ma la rossa davanti a lui è un fiume in piena, il dolore fa da padrone.
- Non mi importa!!!! Tu non capirai mai quanto veramente hai sbagliato! Sei un uomo, non puoi sapere cosa vuol dire per una donna donarsi ad un uomo, lasciare che quell’uomo entri dentro di te, fargli spazio con il corpo e con l’anima, sentirlo dentro come una presenza non estranea ma come un naturale completamento, lasciarsi sfiorare, toccare, baciare, lasciare che si prenda il suo piacere…Non puoi sapere quanto sia importante! Come speri di capire cosa significa essere violata, essere vinta da un uomo, sentirlo farti male, internamente, nell’anima, e prendersi il tuo corpo, godendo della tua sofferenza!!!! Sentirlo dentro, che si diverte, e sentire il dolore fisico e morale, vederlo insensibile alle tue lacrime e alle tue preghiere! Non lo sai, che vuoi saperne??E quando avevo cercato di tenere insieme i cocci, tu sei arrivato con un martello a picchiarci sopra! Ti sei divertito? Ti è piaciuto? – parla quasi da sola, urla per le scale, la sua voce rimbomba nei corridoi vuoti.
E Sirius Black non può dir nulla, perché Donna ha dannatamente ragione. Avrebbe potuto tirar fuori le migliori scuse, ma lei avrebbe avuto sempre ragione, in ogni caso: non avrebbe dovuto sperare nemmeno nel perdono. Eppure, negli ultimi anni non aveva fatto che desiderare un suo sorriso, piccolo, ma bellissimo, anche appena accennato: uno di quelli che aveva sempre rivolto soltanto a sua figlia, o a Lily. Uno di quelli in grado di illuminare a giorno una stanza intera e farla risplendere di luce propria. Aveva sperato di poter curare le sue ferite, di insegnarle che gli uomini sono esseri umani, di cancellare in lei il ricordo di quella violenza, evocata costantemente dagli occhi verdi della figlia.
Invece, non si meritava nulla.
- Chiederti perdono anche un milione di volte non sarebbe mai abbastanza… -
- Infatti. – si limita a dire Donna.
- Lo so. E mi ucciderei per tutto questo, te lo giuro. Ma vorrei potessimo instaurare almeno un rapporto civile, Donna. Per Harry, se non altro. – la prega. Donna sembra pensarci, ma in realtà sa già la risposta: non era riuscita a mantenere una promessa con Lily, ma adesso che era tornava, avrebbe fatto di tutto per riparare.
- Per Harry. – concede. Stringe la mano che Sirius le tende, in un muto patto.
 
Aveva sempre amato i suoi capelli: accarezzarli, modellarli, asciugarli con l’asciugamano.
Quella sera aveva avuto poco tempo per prepararsi, e aveva dovuto accontentarsi di un delicato chignon: quando era scesa in Sala Comune, harry era già ad aspettarla ed insieme si erano incamminati verso l’alloggio di Sirius.
- Ho così fame che non ricordo neppure la strada.. –
- Cerca di fare uno sforzo, harry, senza di te ci perderemo! – lo prende in giro la rossa.
Giunti al corridoio del primo piano, la loro attenzione viene catturata da un capannello di curiosi accalcati attorno ad un muro.
- Andate via, non c’è niente da vedere! Sta arrivando il preside, sarà contento di trovare tanta gente fuori dai letti, brutti furfanti! – sibila la voce del Custode. La folla di curiosi non si attenua affatto, nonostante la minaccia.
- Cosa credi sia successo? – chiede Harry, a bassa voce.
- Non ne ho la più pallida idea. – è la risposta della ragazza, che tenta di avanzare. Disturba un ragazzotto dai capelli biondi, colpisce con il gomito una moretta piena di lentiggini, ma alla fine la vede.
Beffarda, sul muro, una scritta rossa urla la sua minaccia.
 
 
LO SAPEVANO TUTTI CHE I BABBANI AVREBBERO PAGATO.
MA PRIMA PAGHERANNO COLORO CHE PORTANO IL SIMBOLO DEL DISONORE
.

 
- Diamine! – si lascia sfuggire la rossa, arretrando oltre la massa di curiosi e trascinando Harry per la manica del maglione, in un angolo.
- Cos.. –
- L’hanno presa. – gli dice soltanto, tirandolo su per le scale, di nuovo verso i piani alti.
- Chi? – la voce di harry è quasi terrorizzata.
- Charity Burbage. –
- Chi?? – Selene si ferma in mezzo al corridoio, tenendo stretta tra le dita la bacchetta.
- L’insegnante di babbanologia. –
- come fai a saperlo? –
- Al primo piano c’è la sua aula, e poi non hai letto il messaggio? “Prima pagheranno coloro che portano il simbolo del disonore.” Lei insegna ai purosangue ad amare i babbani, ed è un disonore. –
- Potrebbe essere lo scherzo di qualche idiota. –
- Oppure il messaggio di un mangiamorte. –
- Dobbiamo andare da Silente. –
- Mentre tu salirai le scale, harry, Charity Burbage sarà già morta. – lo ammonisce lei, salendo di nuovo per le scale. Cammina così velocemente che Harry fa fatica a seguirla.
- Che vuoi fare? – le urla dietro.
- Andare a prenderla. –
- ma sei impazzita? Non abbiamo idea di dove si trovi, e abbiamo bisogno di aiuto! –
- non abbiamo tempo da perdere. –
- Ti vuoi fermare?! – la strattona Harry. – Dobbiamo dirlo a Silente, avviserà l’ordine! Prima che riusciamo a uscire dai confini della scuola lOrdine sarà già tre passi avanti a noi! –
Finalmente Selene si ferma, prendendo fiato.
- E allo andiamo, harry, per una volta voglio fidarmi di te. – E inizia di nuovo a camminare velocemente, nel verso opposto, verso l’Ufficio del preside.
- Perché ce l’hai tanto a cuore? –
- Perché è un essere umano nelle mani di un folle. Non ti basta? – gli risponde. Harry la segue, a distanza, la milza dolorante, ma lei non sembra stanca, anzi, è animata da un’energia invidiabile.
Prima di giungere a destinazione, i due incontrano il preside per le scale.
- harry, Selene…che piacevole sorpresa! –
- professore, hanno preso la Burbage! Dobbiamo salvarla! –
- Suvvia, calma Harry, mi sembri un po’ accaldato. Non gradiresti una tazza di the? – gli domanda il preside, con l’aria più rilassata del mondo.
- ma professore…! – boccheggia il moro, stupito. Gli ha appena detto che un’insegnante della sua scuola è in pericolo di vita, e lui si preoccupa del the.
- La accettiamo volentieri una tazza di the, professore. – sibila Selene, con una leggera gomitata a Harry, che immediatamente si zittisce.
- Seguitemi, prego… - lo invita il preside. Harry capisce immediatamente che il posto in cui stanno andando non è il noto ufficio dalla forma rotonda: stanno salendo troppo in alto. Harry non ha il coraggio di dir nulla, e neppure Selene sembra avere una ragione sufficientemente importante per spezzare il silenzio. Giunti al settimo piano, un Harry più stupito che mai segui il professor Silente nella Stanza delle Necessità.
Dentro c’è molta gente: il signor Weasley, Sirius, Donna White, Fred e George Weasley, Fleur e Bill Weasley, Remus Lupin insieme a Tonks, Malocchio, Kingsley: e nessuno di loro aveva un’aria rassicurante.
Dopo l’ingresso del preside, tutti coloro che si erano alzati in sengo di saluto, tornano rumorosamente a sedersi.
- harry! E’ bello vederti… - saluta il signor Weasley.
- Avremo tempo dopo per i convenevoli Arthur. Silente….perchè ci siamo trovati a questo punto? – interviene malocchio, l’occhio blu elettrico più vivace che mai. Silente, nella poltrona a capotavola che era andato ad occupare, ha l’aria molto stanca, sembra addirittura più vecchio del solito. Tiene le mani incrociate, poggiate sul tavolo, e le spalle curve sembrano sostenere il peso del mondo.
- E’ stata una grande perdita. Charity Burbage è stata la migliore insegnante di Babbanologia degli ultimi 50 anni qui ad Hogwarts. Come potete vedere, nessuno è infallibile, men che meno questo povero vecchio. Charity Burbage è sparita nel nulla, nel tardo pomeriggio: tre ore dopo, ha fatto la comparsa sulle mura della nostra scuola quel messaggio in vernice rossa. Vi ho convocati immediatamente, Malocchio, ma Charity sembra svanita nel nulla: nonostante le vostre accurate ricerche, siamo giunti ad un punto morto. Non credo ci sia altro da aggiungere: è la guerra, anche se nessuno di noi vorrebbe trovarsi qui a viverla. Donna White, per esempio. – fa una pausa, indicando la rossa, a pochi posti di distanza – potrebbe trovarsi in qualsiasi altro posto, ma anche la sua vita è in pericolo. Sirius, Remus, Ninfadora…potrei continuare ed elencare milioni di altri nomi non qui presenti, ma tutte le nostre vite si trovano in pericolo finchè questa guerra è in corso. – conclude l’anziano preside. Selene si muove inquieta sulla sedia, incrociando lo sguardo della madre: improvvisamente, ha voglia di tornare in Francia. Ha paura di questa guerra, ha paura per sé e per Harry, per Draco e per Severus, per ogni volto in quella stanza, per sua madre: è troppo piccola, troppo debole. Eppure, se lui volesse, la troverebbe anche in francia: è andata a cercarla pure a Diagon Alley. Certo, avrebbe potuto rovinare tutto: la migliore amica di Lily Potter, Lord Voldemort non poteva non pensare che probabilmente la protezione di Lily fosse estesa, che anche Donna potesse nascondergli Harry come Petunia Durdsley.
Eccome se lo pensava, Severus le aveva raccontato tutto: se si fosse fatto scoprire a fare la spia, non ci sarebbe stato perdono. E Selene non era disposta a dirgli addio: nonostante tutto, Seversu sembrava convinto che non sarebbe vissuto a lungo, che sarebbe morto per Lily. Furtivamente, con un piccolo gesto della mano, Selene asciuga una lacrima: non può mostrarsi debole, ci ha messo anni e anni a costruirsi quella maschera, quel muro impenetrabile, non poteva adesso distruggerlo con una lacrima, di fronte alla possibilità di non essere più illuminata dal sorriso di Severus, che in fondo, era come un padre. La rossa però, è poco fortunata: Donna intercetta quella lacrima, e immediatamente smette di preoccuparsi per sé. Fosse stato per lei, sarebbe morta subito, pur di mettere fine a quella vita che, negli ultimi vent’anni, era stato solo un inferno: ma c’era Selene, e la propria vita, Donna l’avrebbe conservata per l’eternità per lei, per sostenerla. Glielo aveva detto sua figlia: “sei l’unica persona che ho al mondo”.
Donna si non faceva che maledirsi ogni giorno: dava la colpa a quell’uomo spregevole per averle segnato irrimediabilmente la vita, ma in realtà lei aveva rovinato la vita di sua figlia ben più di quanto non avesse fatto quell’uomo. Era stata lei a farla vivere nell’angoscia della violenza, a metterle davanti la figura di un uomo che non aveva mai visto e farglielo odiare, solo per avere qualcuno con cui provare disprezzo, per vergognarsi un po’ meno. Sempre lei l’aveva relegata in casa, costretta a prendersi cura di una madre che era più in peso, l’aveva resa di ghiaccio, impenetrabile, schiva, soltanto per la paura che lei potesse amare tanto il mondo esterno da abbandonarla. Che senso avrebbe avuto la vita di Donna senza sua figlia? E le aveva rovinato la vita. Se adesso il mondo la odiava, se non aveva amici all’infuori di Draco Malfoy, se nessuno la sopportava, se nessuno rompeva quella corazza…era tutta colpa sua.
E poi c’è Harry: non appena è entrata nella sua vita, Donna è stata in grado di rovinarla. Lo vede come guarda sua figlia, e sa cosa significa quella profezia. Il destino ha deciso di far incontrare le strade di Donna e Lily non per rendere migliore la vita di Donna con quell’angelo dagli occhi verdi, no…ma per salvare il mondo da quella stessa creatura che le vite delle madri le aveva distrutte. E con la sua testardaggine, Donna White voleva tenerli lontani: inculcava nella mente di sua figlia l’idea che Harry non potesse essere suo amico, la trattiene quanto più possibile lontano da lui, gliela rende antipatica, difficile, sperando che lui possa rinunciare e dividere le loro strade. Tutto quello che in diciassette anni è riuscita a fare, però, è far amare nonostante tutto sua figlia da harry e farla odiare dal resto del mondo.
Vicino ad harry c’è Sirius: anche qui, tutta colpa sua. La prima volta che l’aveva visto, che le era stato presentato, era marzo: Donna aveva già il pancione di sette mesi ed era accoccolata sulla poltrona davanti al camino, nel salotto di casa potter. Dalla finestra vedeva la propria casetta, adiacente a quella di Lily e James. Non appena Sirius l’aveva vista le aveva sorriso, in un modo che aveva riscaldato tutta la stanza: per un attimo, Donna si era persino convinta che non tutti gli uomini fossero creature spregevoli. Mezz’ora dopo, quando James gli aveva raccontato tutta la storia, quegli occhi avevano sputato l’odio più feroce, distruggendo quel debole calore che Donna aveva sentito. Si erano incontrati in quello stesso salotto altre due volte, e si erano scontrati duramente, con gli insulti di lui a quella creatura che Donna portava in grembo: alla fine, aveva deciso di non andare più da Lily, aveva paura di quello sguardo. Nei sedici anni seguenti, quello sguardo l’aveva perseguitata tutte le notti, quasi quanto il ricordo di quella notte: tornata ad Hogwarts, non credeva lo avrebbe rivisto tanto presto. Quegli occhi, erano sempre belli come ricordava: e facevano ancora dannatamente male. Nonostante le sue scuse, i suoi sguardi, i suoi tentativi, Donna era stata irremovibile: quella ferita non si era ancora rimarginata. Ed era stato proprio in quel momento, quando aveva respinto Sirius con ogni fibra del proprio corpo, che si era resa conto, dopo 17 anni, di essere stata la rovina di sua figlia: se non si fosse comportata così, adesso sua figlia sarebbe stata la ragazza più solare e amata del mondo. Si, lei che criticava tanto Lucius malfoy per aver rovinato la personalità di Draco, aveva scoperto non avere proprio nulla meglio di lui.
Era una persona spregevole. E avrebbe dovuto cercare il modo migliore per spiegarlo a sua figlia.
  
Angolo dell’autrice: che dire. Questo capitolo non è che mi convinca tanto, forse l’ultima parte salva il tutto. Dato che il nostro prossimo appuntamento sarà all’anno nuovo, ne approfitto per fare i miei migliori auguri per l’anno nuovo a tutti coloro che si trovano a passare di qui, chi per sbaglio, chi per leggere, chi per farsi due risate con una schifezza o chi semplicemente non ha nulla da fare.
Un ringraziamento particolare va alla mia nuova commentatrice.
Hayley Black: credimi, mi hai fatto morire con le tue recensioni, sono troppo divertenti!xD
Sono contenta che la storiati piaccia, quando leggerai questo commento vuol dire che avrai finito di leggere anche gli altri capitolo e sarai arrivata fin qui, e spero che le cose, soprattutto riguardo Sirius, siano più chiare. Anche la personalità di Selene si va delineando. Mi fa piacere anche che ti sia piaciuta la storia della dea e della guerra in Messico: l’ho inventata di sana pianta dopo aver letto delle tre sorelle (Selene, Artemide ed Ecate) e l’idea di una bella guerra, con Selene paladina dei lupi mannari, mi è piaciuta: l’ho cambiata tre volte prima di scriverla, ma lla fine sono rimasta soddisfatta. =) Quanto a Selene-Harry, nel’ultimo capitolo che hai commentato c’era un bacio, che, come vedrai, non è stato momentaneamente riconfermato xD e Ronron ed Herm? No no, devono restare liberi…ho ottimi piani per loro xD Dopo aver scritto un poema, ti lascio, con i miei auguri di buon anno, e spero di leggere presto qualche altro tuo commento.
Un bacio a tuttiiii a presto!
S. 

   
 
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