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Autore: Michelle11    31/12/2010    7 recensioni
"Mi bastava quello in fondo, essere importante per lei, poterla proteggere.. mi bastava, no? Ebbene no. Non riuscivo più a trattenermi dall'attrazione fisica che mi legava a quella piccola donna. E avevo paura di questa voglia tremenda, avevo paura di poter da un momento all'altro saltarle addosso senza accorgermene. Cavolo, è mia sorella!" La storia di Letizia e Michele. Due fratelli, non propriamente tali...
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Mio fratello
4.

Michele


"Michele, che sorpresa pensavo di non rivederti più!" Sara davanti la porta di casa sua mi sorrideva sprezzante. "Sei sola?" "Si, come sempre del resto.." "Bene". Evitando il suo sguardo la spinsi con forza dentro chiudendo la porta alle mie spalle, lei capì al volo e mi porto nella sua stanza. Sfogando tutta la mia rabbia la gettai nel letto e incominciai a spogliarla ferocemente. "Mi fai impazzire Mich.." sussurrò infastidendomi "Stai zitta per piacere". Stava per rispondere quando la penetrai violentemente con due dita e si mise a urlare. Continuai i miei movimenti mentre lei cercava di spogliarmi. Mi staccai spogliandomi da solo. Lei cercò di ribaltare le posizioni e mettersi sopra di me, ma non glielo permisi "No, oggi comando io". Sentivo il suo odore così forte e quasi fastidioso e immaginavo come dovesse essere quello delicato e dolce di Letizia..
Entrai dentro di lei con forza, sempre più velocemente, sempre con più rabbia dimenticando quei pensieri così dolorosi che mi tormentavano continuamente. Sarà anche acida e appiccicosa ma questa ragazza è una dea nel fare sesso. Riuscii a non pensare a niente e venni dopo non molto sul suo seno meraviglioso che non avevo completamente calcolato fino ad allora. Mi sentii meglio, anche se per poco. Mi sdraiai e lei si accocolò accanto a me, non la degnai di uno sguardo sentendomi anche un pò in colpa nei suoi confronti. Cercò di avvicinarsi alle mie labbra per baciarmi, ma non glielo permisi. Le sussurai un flebile "scusa" e vestendomi velocemente uscii da casa sua. Quel sollievo che avevo provato fino a poco prima si era dissolto nel nulla quando, vedendo il suo viso avvicinarsi per baciarmi, la tolsi per mantenere sulle mia labbra il ricordo del dolcissimo sapore di Letizia. Che stupido.
Ma poi cos'è l'amore? Siamo degli animali, bestie che reagiscono a istinti, solo poco più sviluppate. Ma l'amore.. E' una sensazione tremendamente forte, indescrivibile, ci differenzia dagli altri essere viventi. Nasce dentro di noi, cresce e si traduce all'esterno in un gesto, un sorriso, uno sguardo.. Ma se non è possibile esprimerlo, rimanendo all'interno, incomincia a bruciare le pareti ed è lì la fine. Il nostro corpo non ci appartiene più, diventa cenere con il ricordo di un amore. Ma allora se fa così male, perché i nostri anticorpi non lo scacciano come una qualsiasi malattia? E soprattutto perché l'uomo non riesce a farne a meno? Se fa così male perché non riesco a smettere d'amarla? Sono stanco. Tremendamente stanco.
Arrivai a casa senza salutare i miei che mi aspettavano con visi gioviali, correndo nella mia stanza per non incontrarla. Che risposta avrei mai potuto dare alle sue domande? Sentii la sua voce che salutava i miei e nervosissimo seguii il rumore dei suoi passi che si avvicinavano. Bussò alla porta. Merda. "Entra" dissi senza far trasparire emozioni, o almeno provandoci. "Sei arrabbiato?" mi chiese piegando il viso per scorgere l'espressione del mio nascosto tra le mani. Mi sollevai con un sorriso forzato. "E' tutto a posto, ora esci che mi devo cambiare" Sembrò un po' titubante, ma alla fine uscì annuendo. Sapevo bene che non le sarebbe bastato, sarebbe tornata e avrei dovuto affrontarla. Intanto mi cambiai facendo finta di niente e presi l'elettrica per rilassarmi suonando.
Eccola. "Posso entrare?" "Si, certo Letizia" si sedette accanto a me che, fingendo indifferenza, continuavo a suonare."Senti non so cosa sia successo stamattina, il perché te ne sia andato in quel modo, ma se ti ha dato fastidio quel gesto ti chiedo scusa.." mi guardò, ma vedendo che non avevo intenzione di rispondere continuò ".. non mi dare spiegazioni se non ti va, ma ti prego, non essere arrabbiato con me.." La fissai, sbalordito nel sentire quelle parole. Strano. "Vieni qui piccola" L'abbracciai e la sentii tranquilizzare. Mi sarei dovuto sentire meglio in quel momento ma non fu così, un grande blocco all'altezza dello stomaco non me lo permetteva. "Senti..." mi irrigidii, sapevo che non era possibile avesse frenato la sua curiosità. "..Che hai in questo periodo? Sembri molto triste, anche mamma e papà se ne sono accorti..."
Sospirai con un misto di sollievo e dispiacere. Stavo facendo stare male tutti. "Niente, dovete stare tranquilli, è solo un periodo un pò no!" abbozzai un sorriso. Lei abbassò lo sguardo. "Mi fa male vederti così, rivoglio il mio Mich..." Mi si sciolse il cuore. "Fidati, non vorresti sapere il perché." mi lasciai sfuggire con tono duro, ma lei non ne sembrò turbata "Io... Credo di aver capito Michele.." rimasi immobile, stando ben attento a controllare le mie reazioni "Ti sei innamorato vero? Di quella... Sara" storse la bocca pronunciando quel nome, a quanto pare non le piaceva. Mi uscì una risata isterica "Per l'amor di Dio no!" poi incrociando il suo sguardo aggiunsi "Non di lei." Stavo sbagliando, sentivo quanto fosse facile in quel momento leggermi negli occhi ciò che cercavo di nascondere da tanto tempo, ma non ebbi il coraggio di distogliere lo sguardo e, stranamente, neanche lei lo fece. Poi scosse la testa, come per riappropiarsi delle proprie facoltà e mi afferrò una mano, stringendola forte tra le sue esili dita. "Vorrei me ne parlassi" disse improvvisamente con determinazione "Non è il caso, non insistere" feci scivolare la mia mano dalla sua stretta e tornai alla chitarra. Sentivo il suo sguardo addosso mentre mi alzavo e la posavo nella sua custodia lentamente. Mi voltai deciso a mandarla via, ma mi bloccai guardandola. Aveva impresso in viso un sorriso malizioso e tremendamente sexy e lo sguardo che lo accompagnava era ancora peggio. Che stava facendo? Deglutii quando si avvicinò a me lasciando scivolare le dita sui contorni dei mobili. Stavo immobile e non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Sembravo un uccello incantato dal suo predatore e terrorizzato da ciò che sarebbe successo dopo. Anche se a quel punto sarebbe diventata lei la preda. "Che cosa.." Rise soavemente e posò un dito sulle mie labbra per farmi tacere. "Credi davvero non mi sia accorta del modo in cui mi guardi? Di cosa succede lì sotto.." indicò i miei pantaloni "..ogni volta che mi avvicino.. troppo" concluse alzandosi sulle punte per sfiorare con le labbra il mio orecchio. Resistetti dall'istinto di tirarla verso di me e baciarla sentendo la voce di mio padre che ci avvertiva che lui e la mamma stavano uscendo. Eravamo soli. La guardai, i suoi occhi erano accesi da una strana luce. Non capivo. Dov'era finita la Letizia dolce e innocua? Rabbrividii quando iniziai a rimettere tutti i pezzi al loro posto. Le occhiate incuriosite che ultimamente mi indirizzava, quel bacio che non era assolutamente finto, il suo strusciarsi, a questo punto non casuale, quando ci abbracciavamo. Rise della mia espressione sconvolta. "Da quando lo sai?" mi sembrava inutile e sciocco mentire. "Quando abbiamo dormito insieme, tu.. pronunciavi il mio nome nel sonno.. E' stato piacevole" per, un attimo tornò la mia Letizia "Mi piaceva provocarti, ma.." il suo sorriso si spense e sospirò "Non sopporto vederti soffrire Mich, non ci riesco proprio" Si avvicinò a me appoggiando la testa sul mio petto, rimasi immobile per seguire il discorso "Sapere che la causa del tuo dolore sono io è ancora peggio e ti chiedo scusa per il mio comportamento imperdonabile" La strinsi, arrabbiato per come mi aveva preso in giro, ma incapace di trattarla male. "E ora? Ora cosa potrebbe cambiare? Perché tutto questo? Ti sembra possa farmi stare meglio? No, non è così" Il mio intento era quello di sembrare arrabbiato ma le mie parole furono solamente un lungo lamento appena udibile. Si staccò da me, quanto bastava per fissarmi negli occhi. "Può cambiare tutto Mich" E mi baciò. Rimasi fermo sapendo che non mi sarei trattenuto a lungo. Poi risposi al bacio, più ardentemente di quanto avrei dovuto. La presi dai fianchi e la strinsi a me, sentii il suo corpo, protagonista dei miei sogni, combaciare perfettamente col mio. Staccammo le labbra per riprendere fiato, i suoi occhi erano ancora chiusi e un piccole gemito uscì dalla sue labbra. Mi avvicinai al suo collo e lasciai una piccola scia di baci umidi fino a raggiungere l'orecchio che torturai mordendolo "Sei bellissima" le sussurrai. Fu più o meno in quell'istante che la situazione precipitò. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta e in uno scatto impercettibile mi trovai a petto nudo, baciandomi indietreggiava tirandomi verso il letto.  Le mie mani erano dappertutto sul suo corpo, sapevo di dovermi fermare ma nessuna cellula del mio corpo voleva obbedire. "Letizia.." cercai di richiamarla, ma lei capovolse le posizioni e mi spinse sul letto. "Michele?" sussurò in tono ironico e tremendamente sexy. "Cosa.." "Zitto, voglio fare l'amore con te, non c'è niente da spiegare" Tremai a quelle parole. E ritornai sopra di lei, la spogliai fissando il suo corpo meraviglioso che per quella notte sarebbe stato mio. Baciai ogni minima parte della sua pelle, inebriandomi del suo profumo, adorando il suo sapore, compiacendomi di ogni suo gemito di piacere sapendo, purtroppo, che presto mi sarei svegliato da quell'incredibile sogno.
 


Niente è impossibile.
 
  
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