POV LEILA
Quando riapri gli occhi mi trovavo
proprio dove desideravo essere, al pensionato Salvatore, sapevo che
quell’ingenuo di Damon mi avrebbe portato li, per farsi aiutare dal fratello.
L: « Chi sei? »
Quel ragazzo
stava per rispondermi quando intervenne lui, l’arroganza fatta a persona,
Damon. Entrò nel salone sorseggiando avidamente un bicchiere di sangue.
L: « A positivo,
il mio preferito »
Affermai
guardandolo decisa, credeva di dare fastidio a me con la sua arguzia, ma sapevo
essere più furba di lui. Anche di 100 volte se ne necessita.
Lui rispose
con uno dei suoi sorrisetti che mi davano fastidio.
S: «Io sono
Stefan Salvatore, piacere di conoscerti»
Mi sorrise,
lui si che era gentile. Sapeva mettere a suo agio le persone con solo lo
sguardo.
L: «Dovresti
prendere da lui. Mi ha riservato un ottima accoglienza mentre tu?? Ah si …. Mi
sei salito in macchina»
Stefan
guardò il fratello, in cerca di una conferma che non tardò ad arrivare
D: «Tu stai
spiando casa mia »
L: «Beh, dovrò
pur cercare qualcuno come me … L’odore di vampiro si sente in tutta la città,
concentrandosi a casa vostra»
Poi
aggrottai le sopracciglia, rendendomi conto di quello che avevo detto. Chi era
lui per rendere conto a me?
L: « E poi che
sto’ a spiegarlo a te! Non sei mica la mia balia, quella mi serviva 520
anni fa! »
S: «Scusalo, lui
è Damon Salvatore»
Non serviva
presentarmelo, ma risposi con un sorriso. Ora mancava da conoscere solo la
famosa Elena Gilbert, quella che era scappata dalle grinfie di Klaus.
Però prima
di continuare a parlare decisi di attuare una piccola vendetta su Damon. Portai
il dito indice della mia mano destra sulla bocca di Stefan per farlo star
zitto.
Chiusi gli
occhi ed entrai nella testa di Damon, facendogli credere che un paletto gli
trapassasse il petto.
Lo vidi
cadere a terra come un sasso, toccandosi il petto.
S: «Beh, devo
dire che è nettamente più forte di te. »
Entrambi
scoppiammo a ridere.
La razione
del ragazzo però non fu delle migliori. Appena si rese conto che non era vero
mi prese per il collo e mi alzò da dove mi trovavo.
D: «Toccami
ancora e giuro che ti impaletto con lo stesso giocattolino che ti ha messo KO
prima»
Con una mano
libera liberai la vestaglia che cadde a terra, rivelando il mio intimo, anche
se avrei ucciso qualsiasi uomo che mi avrebbe visto in quelle condizioni,
dovevo liberarmi.
Fu proprio
questo quello che avvenne, entrambi i fratelli si bloccarono. Damon mi calò a
terra e iniziai a girare intorno al suo corpo segnando ogni parte che si poteva
con un dito.
L: « Damon, ti
consiglio di non sfidarmi. Io ho un altro piccolo potere, è così forte che
logora le persone dentro portandole alla pazzia »
Continuava a
guardarmi con quel suo piccolo sorrisetto che mi stava dando ai nervi. Mi
rimisi la vestaglia da camera e sparì dalla loro vista
D: «Dove cazzo è
andata»
Dovevo pur
cambiarmi, così ricomparvi nel giro di una frazione di secondo.
L: «Hai sentito
la mia mancanza? »
Ricambiai quel suo sorrisetto che
tanto odiavo. Elijah mi aveva detto di entrare in intimità proprio con quello
stupido, dovrò mettere da parte il risentimento.
S: «Scusalo,
caratteraccio. Piuttosto volevamo sapere se conosci il tuo aggressore »
Non riuscì a
rispondere che in casa entrò una ragazza mora, probabilmente lei doveva essere
Elena. Stefan si avvicinò a lei baciandola delicatamente
S: «Parleremo
dopo, lei è Elena Gilbert »
Le sorrisi,
lei era quelle che era scappata dalle grinfie di Klaus. L’osservai dalla testa
ai piedi
L: «Piacere mio. Sono
Leila, puoi chiamarmi anche Ley»
Ricambiò il
mio sorriso, poi si rivolge a Stefan, il suo corpo trapelava emozione. Doveva
dire qualcosa di importante così decisi di stare tranquilla e non interrompere
quell’idillio
E: «Caroline,
Bonnie ed io volevamo fare una festa per Natale. Un grande cenone »
S: «Ottima idea
Elena »
D: «Spero di non
essere compreso nel pacchetto »
Non poteva starsene
zitto! Comparvi davanti a lui in un secondo, incrociando i miei occhi verdi con
i suoi azzurri, potevo soggiogarlo tranquillamente
L: «Zitto, fino a
quando non te lo dico io »
Finalmente
un po’ di silenzio, guardai i due piccioncini incitandoli a continuare, Elena
mi sorrise in segno di ringraziamento
E: «Non possiamo
farla alla pensione perché potrebbero attaccare gli Originali, neanche a casa
mia si può »
Ecco la
famosa ‘botta di culo’, dovevo prendere la palla al balzo. Dovevo fare in modo
che Klaus partecipasse alla festa, almeno così avrei anche scoperto perchè
quello stupido aveva disubbidito agli ordini, pugnalandomi al cuore!
L: «Fatela a casa
mia no? Questi Originals non mi attaccheranno, almeno lo spero»
Scoppiai a
ridere, facevo parte dei loro nemici e non se ne rendevano conto. Così il
cenone di Natale si svolgerà a casa mia. Elena mi abbracciò ringraziandomi
E: «Ottimo, ma
casa tua dove si trova? »
L: «E’ la
villetta infondo la via»
Mi guardò
sorpresa, non capii la sua reazione fino a quando non aprì la bocca
E: «Quella mega
villa? »
Non mi ero
neanche accorta della grandezza della mia casa, infondo vivevo da sola.