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Autore: Ila96    01/01/2011    5 recensioni
"Nick guardava dalla finestra il cielo grigio, annoiato. Fuori diluviava. Strano, pensò, di solito a Los Angeles non piove mai, anzi, si moriva di caldo..."
I Jonas Brothers e Jennifer Calt. Un'amicizia che dura da anni potrà diventare qual'cosa di più? E se Nick si innamorasse della sua migliore amica? E se lei, per scherzo, facesse finta di stare con Joe?
Se volete saperne di più cliccate e iniziate a leggere.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice

In questo capitolo la situazione precipita drammaticamente, ma non disperate.
Sarebbe fantastico se lasciaste anche una piccola recensione.
Buona Lettura!

Quattordicesimo Capitolo

Alle 9.30, finalmente, erano tutti in cucina a fare colazione. Quelle due settimane erano state terribili, ma anche fantastiche. Jennifer era tornata ad essere la vera migliore amica dei Jonas e aveva finalmente capito di essere innamorata (ancora) di Nick.
Il ricordo di sua madre rigida e fredda, coperta da un telo bianco, le dava un senso di amarezza e di vuoto, che veniva scacciato dal calore e dall’affetto della famiglia Jonas. Perché quella era la sua vera famiglia, lo era sempre stata. C’era solo un piccolo particolare: quella sera sarebbe dovuta partire per una nuova vita, a Las Vegas, con suo fratello. Cercava di non pensarci, rimandava il momento in cui avrebbe dovuto fare i conti con la sua coscienza, e si godeva il presente.
Erano tutti seduti a tavola, felici, a gustare i magnifici pan-cake con sciroppo d’acero cucinate da Denise. Kevin e Danielle li avevano raggiunti poco prima per fare colazione insieme. Erano dolcissimi e Jen era davvero felice per loro. Stranamente Joe ed Annie non litigavano, anzi, non si guardavano nemmeno, al contrario di Nick e Jen, che si continuavano a lanciare occhiate e a sorridersi. Non parevano accorgersi che tutti li fissavano. L’unico che non ci faceva caso era Frankie, che approfittava del momento per versarsi  un quantità “leggermente” esagerata di sciroppo sopra una montagna di cibo.
Paul si schiarì la voce, segno che stava per parlare.
-Ragazzi, è successo qual cosa che dovremmo forse sapere?-
Immediatamente Nick, Jen, Annie e Joe urlarono -NO!-
Denise e Paul li guardarono stupiti.
-State bene?-
Frankie rispose per loro.
- Nick e Jen sono fidanzati e Joe ed Annie hanno dormito insieme, tutto qua-
Nick si batté una mano in fronte, scuotendo la testa sconsolato.
- Frankie…-
Paul si rivolse a lui.
- Nick, è vero? Tu e Jen siete fidanzati?-
Fu Jen a rispondere.
-Ecco… Non è che siamo proprio fidanzati…- Nick sussurrò, in modo che potesse sentire solo Jen -Non ancora, almeno- e lei si irrigidì, concludendo la frase con voce tesa -Stiamo insieme-
Denise sorrise felice.
-Questa è una bella notizia! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo!-
Paul annuì, dando un bacio sulla fronte a Jen, che gli sedeva accanto.
Joe e Annie sospirarono, pensando di passarla liscia, invece Denise non risparmiò neanche loro.
-E voi? Anche voi state insieme?-
Joe per poco non si strozzò col succo che stava bevendo.
-No! Certo che no! Io e cuore di ghiaccio? Figurati!-
-E allora perché avete dormito insieme?-
 -A dir la verità all’inizio Frankie era venuto da me perché non riusciva a dormire per il russare del deficiente. Poi, non si sa perché, è venuto anche lui- Rispose Annie, sorridendo malefica.
Paul lo guardò sorpreso.
- Joseph! Sei andato a dormire con Annie senza che lei volesse?!-
Joe fissò Annie malizioso.
-Veramente… io volevo dormire solo con Frankie, ma guarda caso c’era anche Annie e non mi sono potuto più alzare, perché Frankie mi bloccava il braccio-
-Quindi avete solo nello stesso letto?-
-Si, ma senza volerlo l’ho abbracciata-
Annie e Joe sorrisero, lanciandosi un’occhiataccia.  Paul li guardava non capendoci più niente.
-A voi ragazzi non vi comprendo proprio certe volte!-
Scosse la testa come a confermare quello che aveva appena detto. Denise invece osservava compiaciuta i figli e le rispettive compagne, sorridendo soddisfatta.
-Sono davvero felice! Guarda che bella famiglia che ho! Non sapete quanto mi rendete orgogliosa!-
Tutta questa gioia e felicità fu interrotta bruscamente con lo squillo del cellulare di Jen, che per non disturbare si alzò da tavola e andò in sala.
-Pronto?-
- Jen, sono io. Come…come stai?-
Jen chiuse gli occhi imprecando mentalmente.
-Jack! Ciao! Io sto bene! Anzi, non sto bene, sto benissimo!-
-Hai risolto con Nick?-
-Si, certo.-
-Bene, sono appena atterrato a L.A. Sto arrivando, preparati-
-Cosa?!-
-Che c’è?-
-Io…io…-
-E’ successo qual cosa?-
Jen trattenne il respiro e poi sospirò.
-Ehm…ti spiego quando arrivi. La sai la strada?-
-Basta comprare una cartina di Los Angeles. Le case delle star sono indicate lì-
-E’ vero. Ciao…-
-Ciao. A tra poco.-
Jen chiuse la chiamata con mani tremanti. Jack sarebbe arrivato a prenderla. Tra poco. Per portarla via. Niente più Jonas. Niente più Nicholas. Niente più baci e coccole. Niente più lotte sul divano con Joe. Niente più lezioni con Kevin. Niente colazione tutti insieme. Niente più famiglia.



Kevin stava per ritornare in cucina. Era salito un secondo per andare in bagno. Quando entrò in salotto si blocco di colpo. Jen era al centro della stanza, in piedi, il volto coperto dai capelli e le mani tremanti.
- Jen, che hai?-
Appena la ragazza alzò leggermente lo sguardo capì tutto. Le si avvicinò cauto.
-Era Jack?-
Un -Si- appena udibile uscì dalle labbra rigide di Jen. La sua espressione non tradiva nessuna emozione. Impassibile.
-Che ti ha detto?-
Lei lo guardò, con gli occhi lucidi e lo sguardo tremante.
- Kev, non…non costringermi a… risponderti-
D’istinto l’abbracciò, protettivo. Per un attimo Jen rimase rigida e distaccata, trattenendo il fiato. Non voleva piangere. Non voleva mostrare quanto era debole, ma sentendo le braccia di Kevin che la stringevano forte non ce la fece e le lacrime iniziarono a cadere da sole, inarrestabili. Si aggrappò a lui come se fosse un’ancora. In effetti era un’ancora, la sua ancora di salvataggio. Iniziò a singhiozzare e Kevin le diede delle leggere carezze sulla schiena.
-Shh… tranquilla piccola…-
-Io…io non…-
-Ho capito…shh…-
-Non voglio essere abbandonata-
-Non ti abbandoneremo, lo prometto-
Jen sorrise tirando su col naso.
-L’avevi detto anche l’altra volta…-
 
Flashback 
 Un ragazzo e una ragazzina di poco più che 13 anni se ne stavano in salotto, abbracciati. La ragazzina piangeva, il ragazzo le sussurrava parole dolci all’orecchio.
-Non voglio che partiate!-
- Jen, ascolta. Non ti lasceremo mai. Non ti abbandoniamo.-
-Lo sai benissimo che vi dimenticherete di me-
-No, non pensarlo nemmeno-
-Lo giuri?-
-Lo giuro-
 
Kevin la scostò leggermente per guardarla negli occhi.
-Io non mi sono dimenticato di te. Noi non ci siamo dimenticati di te-
-Sono ancora la tua piccolina?-
Kevin sorrise a quella frase. Avevano circa 7 anni di differenza e Jen l’aveva sempre considerato una specie di papà. Ovviamente un padre molto giovane. Di certo Kevin non faceva nulla per smentire la cosa. Anzi, lui adorava Jen, ma in un modo diverso da Joe e Nick. Mentre Joe la condizionava e la incoraggiava in tutto quello che faceva, che fosse un’azione ragionevole o meno, e Nick semplicemente l’adorava, lui sapeva stare in disparte, nell’ombra, e uscire al momento giusto, quando Jen aveva più bisogno di lui. Kevin le proibiva di frequentare cattive compagnie, la educava secondo buoni principi e la sosteneva nei momenti brutti. Non le diceva bugie. Preferiva mille volte raccontare la verità, per quanto crudele che fosse, e confortarla dopo.
-Ma certo che sei ancora la mia piccolina- rispose dondolandola lentamente. Jen si staccò un poco, sorrideva.
-D’accordo papi, torniamo di là-
Appena entrarono in cucina tutti ammutolirono, fissandoli. Fu Annie a parlare.
-Che succede?-
Jen non rispose e corse subito di sopra. Kevin rispose secco.
-Ha chiamato Jack. Tra poco viene a prenderla-
Nick sbatté il pugno sul tavolo, facendo rovesciare un bicchiere di latte. Denise provò a dire qual cosa, ma inutilmente.
-Tesoro…-
Nick si alzò da tavola e uscì di casa, sbattendo violentemente la porta. Kevin gli corse dietro. Annie fece per raggiungere Jen, ma Joe la bloccò e andò lui.

 


 
Joe era davanti alla porta della camera degli ospiti. Camminava avanti e indietro, agitato. Non sapeva come comportarsi. Doveva entrare e abbracciarla, scoppiando a piangere a sua volta? Doveva sbattere la porta infuriato e urlargli contro, rischiando di peggiorare la situazione? Oppure doveva seguire il suo istinto? Optò per l’ultima opzione.
Schiuse leggermente la porta, cauto.
-Sorellina?-
- Joe…-
Quando aprì del tutto la porta vide Fefè seduta sul letto, a gambe incrociate, che sfogliava un vecchio album fotografico. Sorrise. Quello era il loro album, l’album che racchiudeva la loro amicizia. Lì erano conservate tutte le foto di quando erano piccoli, di quando la vita era semplice e felice, di quando il problema più grande era allacciarsi le scarpe.
Era compito suo sistemarlo e aggiornarlo ogni volta.
Le si avvicinò, accomodandosi accanto a lei.
-L’hai trovato?-
-Non pensavo che ci fosse ancora-
-Come potremmo buttarlo?-
Jen si voltò verso di lui, sorridendo e piangendo insieme.
-Hai aggiunto delle nuove foto!-
-Le hai viste? Ti piacciono?-
Per tutta risposta lo abbracciò ridendo.
-Certo che mi piacciono!-
Joe la allontanò un poco.
-Lo sai che ti detesto così grande?-
-E perché?!-
-Non sei più, diciamo… piccolina, non posso più strapazzarti come una bambola-
Jen scoppiò a ridere davanti alla faccia seria di Joe.
-Ma Danger! Ovvio che non sono più piccola, ho 16 anni, quasi 17!-
Joe sorrise imbarazzato, felice di averle tirato su il morale.
-Però posso ancora fare una cosa-
-E quale?-
-Il solletico!!-
Si gettò su di lei, acchiappandola per i piedi e trascinandola giù dal letto.
-NO! Joe, ti prego!-
- Ohh SI!-
-No!-
Jen si divincolò e riuscì a scappare dalla camera, rifugiandosi sulle scale, ma Joe fu più veloce e la bloccò contro il muro.
-Presa…-
Jen tornò seria e gli occhi luccicarono con le lacrime che premevano per uscire.
- Joe?-
-Si?-
-Questa è la nostra ultima volta per giocare-
Joe deglutì, cercando di sorridere.
-Ma certo che no!-
-Invece si-
-Lo giuro-
-Che cosa?-
-Che nella nostra prossima pausa, se sarò a corto di ragazze da rincorrere, ti chiamo-
Jen scoppiò a ridere, tirandogli una pacca sulla spalla.
-Molte grazie! Si tratta così la propria sorellina?-
-No, peggio-
La sollevò e se la caricò sulle spalle, correndo di sotto.
- Joe! Mollami subito!-
-Ancora in piscina?-
-NO!-
Rise di gusto e l’avrebbe buttata davvero in acqua se il campanello non avesse suonato. 



Nick era uscito sbattendo la porta. Non sapeva come sentirsi. Dentro di lui la rabbia cresceva, facendolo impazzire dal dolore. Perché l’amore era così difficile? Perché tutto sembrava contrapporsi tra lui e Jen? Il mondo era ingiusto! La vita era ingiusta! Prese le chiavi di una macchina a caso e uscì dal cancello principale. Chi se ne frega dei paparazzi. Aveva bisogno di calma e pace. Quasi senza accorgersene si ritrovò al porto. Tutto era azzurro, tempestato di vele bianche. Scese dall’auto e si calcò i Ray-Ban per il sole. Sospirò.
“Sembrava tutto così perfetto, tutto così magico. Questa mattina mi sono sentito…felice! Che vocabolo stupido da usare. Cavolo, Nick! Scrivi canzoni e l’unica parola che riesci a trovare per descrivere l’estasi più totale è felice? Sei messo male. Io e Jen ci conosciamo da una vita, era la mia migliore amica e mi sarei messo volentieri con lei se me l’avesse chiesto, non che lo volessi come lo voglio adesso, più che altro l’avrei fatto perché ci stavo bene, ma adesso è diverso. Lei è diventata così… bella e così…”
Scosse la testa e s’incamminò per i pontili. Non sapeva dove stava andando, né perché fosse lì. Si guardò intorno. Era circondato da yacht costosissimi, mai usati probabilmente. La gente ricca spende soldi inutilmente. Molte barche gigantesche, di quelle dove vengono organizzate feste per vip e gente altolocata, non hanno mai lasciato il porto. Non hanno nemmeno mai acceso il motore.
“Come io e Jen. Ho potuto solamente baciarla! Mi viene subito portata via! In teoria noi non abbiamo nemmeno una relazione. Cazzo! Forse è meglio così, forse non è destino”
Si bloccò, sbalordito.
“Ho detto cazzo?!”
Rise nervoso.
“Lei è perfetta per me, ma non ha nessuna caratteristica richiesta: non ama stare al centro dell’attenzione, è molto timida e si lascia condizionare troppo dagli altri. Forse è per questo che la amo. Perché non è la mia ragazza ideale, perché al mattino non si preoccupa di avere i capelli fuori posto, perché esce di casa anche in pigiama ed è bellissima comunque.”
Sorrise ricordando il bacio di quella mattina, probabilmente il bacio più bello della sua vita.
“Che ironia la vita! Mi sono innamorato della mia migliore amica, che è il contrario di quello che ho sempre desiderato nelle ragazze! Ma non vorrei cambiare niente, è tremendamente perfetta”  
Sentì dei passi dietro di sé. Si voltò.
Kevin era a qualche metro da lui, piegato sulle ginocchia e col fiatone.
- Kevin, tutto ok?-
Il fratello si ricompose e sorrise, prendendo fiato.
-Ho fatto- inspirò –una corsa!-
-Hai corso da casa a qui a piedi?!-
-No! Ho preso la macchina.-
-E allora perché sembri stanco morto?-
-Ho corso per tutto il porto, non sapevo dove ti eri fermato e non è piccolo il posto-
Nick sorrise. Kevin avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui e Joe. In effetti Kevin avrebbe fatto qualsiasi cosa per chiunque. Bastava chiederglielo.
-Tu sei matto!-
Fu la volta del maggiore di sorridere.
-Bella scoperta!- fece una pausa e poi continuò con voce premurosa  -Come stai?-
Nick si scompigliò i ricci.
-Beh… Non bene-
-Penso che dovresti parlare con Jen -
Nick lo guardò, sentendo la rabbia rimontare feroce.
-Lo so! Lo so benissimo!- abbassò lo sguardo e la voce si fece quasi tremante -Io…io non voglio che se ne vada!-
Kevin gli si avvicinò.
-Lo so, anch’io voglio che resti, ma non può-
La voce di Nick si fece spezzata.
-Perché?-
-Perché lei ha una vita lontano da noi. Ha suo fratello, ha degli amici, deve andare a scuola…-
-Non sono dei motivi sufficienti!-
-Si, invece-
-Lei potrebbe restare con noi…vivere con noi…Jack la potrebbe venire a trovare…Potremmo farla studiare privatamente!-
-E’ una possibilità, ma senza il consenso di Jack non possiamo-
A quella frase Nick sollevò di scatto il viso. Ora sapeva cosa doveva fare. Si mise a correre verso l’auto, più veloce che poteva. Doveva fare in fretta. Doveva essere a casa prima dell’arrivo di Jack.
Kevin si voltò guardandolo sconsolato.
-Perché sono il fratello maggiore?!- prese fiato, preparandosi a correre -Aspetta!-

   
 
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