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Autore: Pharmakon    02/01/2011    0 recensioni
Quindi, comunque io ed Alessia Roncati abbiamo in comune tre cose.
La neve, le mosche ed i topi bianchi.
[Ispirata al libro "Io e te" di Niccolò Ammaniti.]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io e lei.





1.

Mi sono perso a fissare la serratura della cantina; dal letto, con la pancia che modella il materasso ed il peso che schiaccia ogni speranza di ripresa, suppongo sia anche un po' arrugginita. Rimanda ad un principio di speranza, perché è un buco abbellito nel muro, che serve a chiudere ed aprire – ed io ho le chiavi. Questo potere mi rende euforico come il fabbro che ha costruito quella serratura ed ha posto il suo sigillo, che conta poco senza una chiave. Non ci entra nemmeno un dito, per poter assorbire il mondo che c'è dietro restando qui.
Dentro.
Ho appena scoperto di abitarmi.

Quando cambio posizione, annoiato da tutta la morbidezza della serata, preferisco il muro; poggio spalle e nuca e spero con tutto me stesso che prima o poi possa fondermi col mio impedimento: io sono un bambino normale, il mio unico problema è l'essere separato – da quel fuori dove Alessia ride piena di neve tra i capelli.
Anche il muro è bianco; solo, il fatto che sia solido rimanda tutto alla realtà di questa mia situazione: mi separa, mi chiude, mi isola – ma io sono un eroe tenuto prigioniero dal mio gemello cattivo, che mi ha rinchiuso qui. Io volevo svelare il segreto – il segreto delle mosche bianche.

Il muro rimane, sto incollato con le spalle alla realtà ed è tutto quello che si vede; il nulla che c'è nella mia testa compone favole, riesco a capirmi. Non mi piace, in realtà.
Non sono nemmeno così tanto coraggioso da strapparmi la pelle, alzo la testa: me ne vado. Se per quel buco della serratura non ci passa un dito, ci passerà il fiato – mi ripeto.
Soffio e rido – io comando il vento, una bufera di neve si scaglia sul rifugio in alta montagna e restiamo lì bloccati: io, Alessia, Oscar Tommasi, Dobosz ed il Sumero a contorcerci le mani per quel poco di calore scomparso dal viso.
Poi uno di noi avvista qualche merendina e la cioccolata e la prendiamo a ridere. Alessia ha poi freddo, ma con quei suoi occhi chiari è troppo stanca per cercare una coperta, ed io ne ho una addosso. Così la dividiamo tra le risate ed i morsi e ci guardiamo le labbra.
Roncati ha delle belle labbra - “Capelli biondi da accarezzare e labbra rosse sulle quali morire”, canto. L'ultima volta che ho ascoltato questa canzone, era attraverso il muro della mia camera.
Mia madre rideva insieme alla radio, con quei programmi che decidono di riportare in vita cantanti morti come Battisti: così non sembrano poi tanto lontani. I suoni forse annullano le distanze: io sentivo la sua voce ridente da dentro la mia camera; con la porta chiusa e senza chiave: così tutti i respiri passavano ed io potevo vivere.

È come quando distinguo la voce della bionda all'uscita di scuola: un muro intorno ce l'ho sempre e la serratura è la bocca.
Sarebbe divertente essere una piccola casa con le rotelle, una specie di robot per topi da laboratorio – sono bianchi anche loro.
Quindi, comunque io ed Alessia Roncati abbiamo tre cose in comune.
La neve, le mosche ed i topi bianchi.













Dopo aver letto "Io e te", di Niccolò Ammaniti (consigliato da un amico, precisamente Lupus XD) ieri mi è venuta voglia di scrivere una specie di spinoff su Lorenzo ed Alessia, sulle mosche - e poi sulle mosche bianche. Ora, non so ancora precisamente che genere è e se sono scaduta nell'OOC (spero di no!). Così, giusto perché, al solito, mi annoio.

Ad ogni modo, vi consiglio di leggere il libro, è molto semplice, ma bellissimo - anche se la raccolta può essere letta come un'Originale. (: Alla prossima.
  
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