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Autore: unleashedliebe    02/01/2011    2 recensioni
- Ragazzi, lei è la modella della quale vi ho accennato prima!- Gli sguardi dei componenti si posarono su di me e mi sentì avvampare. Ringraziai mentalmente tutto il fondotinta sulla mia faccia che permise al rossore di non essere notato. Guardai chi avevo di fronte.. Ali aveva ragione! Rimasi sconvolta da tanta bellezza racchiusa in quei pochi metri quadrati. Dovetti far uso a tutto l’autocontrollo possibile per non far uscir bava dalla mia bocca. Ne avevo visti tanti di belli, lavoravo pur sempre con modelli! Ma loro erano.. indescrivibili! Di una bellezza unica! Mi maledissi in tutte le lingue che conoscevo: assomigliavo a un adolescente in calore, ma ero una “donna in carriera” diciannovenne! .. Così iniziò la mia avventura con la band tedesca. Mai avrei immaginato come questi quattro ragazzi avrebbero sconvolta la mia tranquilla esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai l’orologio: erano le tre e mezza, avevo ancora tempo. Aprì l’armadio alla ricerca di qualcosa che poteva essere definito “elegante”. Dopo mezz’ora di estenuante ricerca estrassi dal fondo del guardaroba un vestito azzurro messo solamente una volta per un servizio fotografico a Parigi: era corto e semplice, arrivava poco sopra al ginocchio, optai per un paio di ballerine celesti, niente tacchi! Scelto l’abbigliamento, feci un lungo bagno. Uscì dalla vasca un’ora dopo, con le mani palmate ormai. Asciugai i capelli lasciandoli ricci e non mi truccai.
Passai il tempo prima dell’appuntamento leggendo il libro della sera prima. Feci un mezzo infarto quando sentì il campanello suonare, ero immersa nelle pagine. Mi guardai frettolosamente allo specchio e scesi di corsa le scale.
Tom Kaulitz era sotto che m’aspettava, appoggiato a una bellissima Cadillac, bello come una statua greca. Fascia in testa per raccogliere le treccine, maglietta larga verde e i soliti jeans. Per quanto fosse insopportabile, in fatto che fosse un ragazzo terribilmente affascinante era innegabile. Io squadrai lui e lui squadrò me, sorrise soddisfatto dal mio vestito ma storse il naso vedendo che non portavo tacchi.
- Buonasera Tom!- lo salutai per prima.
-‘Sera Deike – aveva eliminato il nomignolo, per fortuna!
- Niente guardie del corpo stasera?- domandai.
- No, David mi ha concesso la libera uscita. Da segnare sul calendario guarda!-
- Ehi! Dove andiamo comunque?- chiesi curiosa.
Non rispose,si limitò ad aprirmi la portiera come un gentiluomo. Un gentiluomo col le trecce e i vestiti taglia large. Ridacchiai e mi fissò stranito.
- Che hai fatto oggi di bello? Scommetto che mi hai pensato tutto la giornata!- disse ironico.
- Oh guarda, certamente! Non ho fatto nulla di che, mi sono svegliata tardi, ho mangiato, guardato la televisione, letto un libro e mi sono preparata per uscire. Tu?-
- Dormito fino a tardi, mangiato, guardato la televisione, giocato ai videogiochi e preparato per uscire!-
- Che giornate interessanti!- commentai io ridendo.
- Hai ragione!- rise anche lui. La sua risata mi stordì per un istante: non era la solita risata di scherno o quella sarcastica, era una risata vera, piacevole.
Chiacchierammo piacevolmente lungo il tragitto, si fermò dopo una mezz’oretta di viaggio davanti a un ristorantino molto bello da fuori, con un bel giardino.
- Wow, è un bel posto!- gli dissi sorridendo. Mi sorrise di rimando e si fece indicare il nostro tavolo, ovviamente aveva prenotato tutta la sala! Ci sedemmo nel tavolino più isolato e iniziammo a sfogliare il menù. Io ordinai risotto ai funghi, lui carbonara. Esatto, m’aveva portato in un ristorante italiano! Che carino.
- Ah tieni, questo è una sorta di regalo da parte nostra- disse tirando fuori dalla grande tasca un’ipod nuovo di zecca, lo guardai interrogativa e mi spiegò.
-E’ stata un’idea di Bill, come forse immagini. Ci sono tutte le nostre canzoni, anche quelle dell’album nuovo, vedi di non farle girare, sono in anteprima solo per te!- mi disse allegro. Ringraziai promettendo che l’avrei ascoltato tutto e gli avrei fatto sapere.
- Allora, come ti senti a lavorare con i Tokio Hotel?- domandò divertito.
- Uhm.. è bello! Ho collaborato con altre star, la maggior parte sono maleducate, voi no. Poi mi piace perché vi apprezzo come artisti e, da quanto ho cominciato a conoscervi, come persone- fu la mia sincera risposta.
- Ci fa piacere! Posso farti una domanda? Sei libera di non rispondere- annuì incuriosita.
- Ma.. il tuo lavoro ti piace? Insomma. So che è insolita come domanda ma.. sei diversa dalle altre modelle con cui abbiamo lavorato, loro non mangiavano, avevano sempre il muso e beh.. erano insopportabili!-
Arrossì, a modo suo m’aveva fatto un complimento. Ora toccava la risposta.
- Se devo essere sincera essere una modella per me è un hobby, spero di non dover continuare a lungo.-
- Perché? È un bel lavoro, no?-
- Si, è molto bello: hai la possibilità di viaggiare e di conoscere molte persone. Il problema è che la maggior parte della gente che fa questo lavoro è falsa e doppiogiochista, non sai che discussioni si accendono nei backstage! E si è costantemente sottopressione, bisogna contare tutte le calorie che mangi e essere sempre perfette.-
- Perché continui allora? Se non ti piace.. perché non cambi?- domandò sinceramente curioso. Tante volte mi ero posta la stessa domanda.
-E’ complicato Tom – risposi evitando il suo sguardo.
- Penso di poter capire – insistette lui. Sospirai pronta a raccontare tutto.
- Vedi, ho iniziato per volere di mia madre, lei voleva fare la modella ma, una volta restata incinta, ha dovuto abbandonare tutto. Così non appena diventai abbastanza carina, riversò il suo sogno su di me. Mi portò a tutti i casting, mi mise sotto dieta ferrea, controllava tutto quello che mangiavo e, se sgarravo, potevo saltare un pasto. All’inizio il lavoro mi piaceva, vedevo tutto con occhi nuovo e entusiasti; mia madre voleva lasciassi la scuola e mi opposi con tutta me stessa, non sai che fatica è stato l’ultimo anno: mi svegliavo alle cinque per studiare, andavo a scuola, poi servizi fotografici e sfilate e infine a casa per studiare. Ho frequentato varie scuole, quando ho vissuto in America ho studiato lì, poi anche in Francia e Roma. È stato traumatico sai? Appena ti affezioni a qualcuno spunta fuori un’opportunità di lavoro a cui non puoi rinunciare così sei costretto a iniziare tutto daccapo. Alla fine ho smesso perfino di parlare con le altre ragazze, per evitare di soffrire. Non vedevo l’ora di compire diciotto anni, avevo già comprato casa e tutto. Disgraziatamente scoprì che il mio conto in banca era alquanto scarno, poiché mia mamma aveva speso tutto per comprare varie cose a parer mio inutili. Per questo faccio ancora la modella, appena avrò abbastanza denaro lascio tutto e mi dedico ad altro. Mi piace fare fotografie e sono brava in disegno. Ho anche la patente per il computer, vedi? Una donna dai mille talenti!-
Conclusi il discorso con una battuta per alleviare la tensione che s’era creata.
Mi guardò per un attimo accennando un sorriso, probabilmente stava metabolizzando tutte le parole che aveva sentito, sarà stato uno dei discorsi più lunghi che avessi fatto negli ultimi mesi.

- Non so che dire, insomma. È una situazione di merda, no? Io al posto tuo sarei già esploso. Se non potessi far musica non so come farei, è tutto per me. Devi solo resistere, non ti manca tanto!-
- Già, hai ragione. Immagino già la crisi isterica di mia madre quando le dirò che non voglio più fare la modella!- Ghignai soddisfatta alla visione del’immagine di lei mezza disperata. 
- Come sei perfida!- Esclamò lui, tornammo a ridere come due bambini, la tensione che prima c’era nell’aria s’era completamente disciolta.  Per fortuna!
- Ora parlami un po’ di te, Tom. Insomma, tu sai tutta la mia vita adesso!- chiesi allegra.
- Oh beh.. non saprei cosa dirti! È strano sai? È da tanto che non parlo di me, tutte le persone che conosco sanno già ogni dettaglio della mia vita. Non saprei da dove cominciare..- rispose.
- Parti da quando eri piccolo e vai crescendo, penso che la tua vita sia interessante, insomma.. sei o no Tom Kaulitz, il chitarrista della famosissima band tedesca Tokio Hotel, amato da tutte le ragazzine e idolatrato per la sua eterea bellezza a sensualità?- gli dissi imitando la sua voce alla fine, facendolo ridere.
- Uhm, allora.. i miei genitori si sono separati quando io e Bill avevamo sei anni; mia madre si è poi fidanzata con Gordon, lui ci ha trasmesso la passione per la musica. Ho cominciato a suonare la chitarra fin da piccolo, andavo anche a scuola.. diciamo che non è stato un bel periodo. Eravamo considerati diversi, mio fratello veniva sempre preso in giro per il suo look e io provvedevo a difenderlo, anche.. con le mani! Per fortuna siamo stati notati da Peter Hoffman, ci ha messo sotto contratto. Poco dopo è uscito il singolo moonsoon, e il resto.. è storia- concluse con voce saggia e sapiente. Scossi la testa, era proprio simpatico.
 -E con tuo padre come va?- domandai, in fondo non l’aveva nominato più di tanto. Alla domanda lo vidi rabbuiarsi, perciò cercai di rimediare alla gaffe. – Tom, se non vuoi parlarne fa niente-
- Oh, non preoccuparti, solamente non è uno dei miei argomenti preferiti. Non ho un rapporto con Jorg, mio padre. Lui non ci è mai stato con me, la mia figura di riferimento è sempre stato Gordon. Dopo il divorzio ci vedevamo raramente, il problema è venuto quando abbiamo iniziato a farci conoscere in Europa: eravamo ancora minorenni quindi serviva l’autorizzazione di tutti e due i genitori per ogni apparizione, per questo in quel periodo siamo stati un po’ a contatto. Divenuti maggiorenni non ci siamo quasi più sentiti- disse alzando le spalle.
- Posso capirti, in parte. Anche con mia madre è così, lei c’è stata finchè non ho compiuto la maggior età, poi però sono stata io ad allontanarmi da lei, non il contrario- confessai.
Ci fu un momento di silenzio, non di quelli imbarazzanti. Stavamo riflettendo sulle parole appena sentite. Fu il cameriere a rompere il silenzio, portando i piatti. Cenammo tranquillamente.

- Su, raccontami qualcosa.. qualche aneddoto di quando eravate in tour? Fatti divertenti e cose varie- domandai curiosa di sentire la risposta. Per quel poco che li conoscevo.. potevo immaginare.



 

   
 
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