Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    02/01/2011    5 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lo ammetto, volevo mettere un altro capitolo prima. Poi però ho realizzato che vi avevo fatto aspettare troppo. Buona lettura, ci vediamo infondo alla pagina ;)

La mia Gala

Stavo da schifo, sul serio. Robert sembrava fosse partito da due mesi piuttosto che due settimane con quella là e mi mancava terribilmente. Aveva promesso di farsi vivo e stava mantenendo la sua promessa, solo che io mi rifiutavo di rispondere alle sue chiamate: avevo troppa paura che avesse deciso di stare con Kristen. Gli avevo detto che se avesse preso una decisione l'avrei voluto sapere, ma ad un certo punto mi ero autoconvinta che era meglio vivere nella menzogna fino alla fine delle riprese. E nonostante non gli rispondessi, lui ogni giorno continuava a chiamarmi.
Oltretutto i miei voti a scuola risentivano tantissimo del mio malumore attuale: avevo letteralmente smesso di studiare e anche di allenarmi con le Clovers, ero diventata uno stupido robot.
< Dovresti chiamarlo > mi disse Jenny ridestandomi dai miei pensieri, mentre il professore di spagnolo ci stava riconsegnando i compiti.
< A che scopo? Se al telefono dovesse dirmi che ha preferito Kristen a me, io… >
< Non puoi nemmeno struggerti così! > ribatté alterata, mostrandomi il voto del mio compito < è la seconda F che prendi nel giro di due giorni, bisogna che tu reagisca >
< Da quando in qua controlli la mia media? > domandai con acidità: non volevo prendermela con Jenny, ma non avevo bisogno di una balia.
< Da quando ti stai lasciando andare > rispose con un sussurro mentre il professore stava passando vicino a noi.
< Non mi importano i voti >
< E non ti importa nemmeno di non essere ammessa all'esame? Non ti importa di perdere un altro anno di scuola >
L'esame, l'ultimo stadio prima di lasciarmi alle spalle il liceo e tutto ciò che lo riguardava. Davvero non mi importava trascorrere un altro anno lì dentro?
< Certo che mi importa >
< E allora vedi di impegnarti di più > continuò dopo che suonò la campanella < ho biologia ora, ci vediamo a pranzo >
Le sorrisi e rimisi con lentezza il libro di spagnolo nella mia borsa, mi alzai dal banco, riconsegnai il compito al professore e uscii dalla classe.
< Michelle? > mi richiamò Rodriguez < puoi fermati qui? Non ho lezione e ho bisogno di parlarti >
< A dire il vero avrei storia e non posso fare tardi > risposi mentendo: l'ultima cosa che volevo era vedere il suo sguardo deluso e sentire un'ennesima ramanzina.
Rodriguez si passò una mano sotto il mento coperto da un accenno di barba e sospirò.
< Ti farò una giustificazione, voglio parlare con te > continuò rimettendosi a sedere sulla sua sedia e, sospirando, rientrai in classe, chiusi la porta e mi appoggiai nel banco difronte alla cattedra < mi spieghi che cosa ti è successo? Sei una delle studentesse migliori del mio corso e ora mi fai questo scherzo? Come me la spieghi questa insufficienza? >
< Vede, prof…non sto molto bene in questo periodo, ultimamente ho la salute cagionevole e non riesco a studiare come si deve, e quindi… >
< Davvero pretendi che io creda a questa balla? > domandò interrompendomi < avanti, Waldorf, non prendiamoci in giro. Davvero non ti interessa essere ammessa agli esami finali? Davvero non ti importa ripetere un altro anno di liceo? >
< L'altra volta sono stata bocciata per le troppe assenze per motivi di salute >
< Sì, lo so, ma io sto parlando di adesso. Vuoi essere bocciata? >
< Ovviamente no >
< E allora mi spieghi perché la F di questo compito e in quello di biologia, letteratura inglese e la D in chimica? >
< Prof…non è un bel periodo questo > ammisi mentre abbassavo la testa.
Rodriguez sospirò ancora una volta e si alzò dalla sedia posizionandosi difronte a me.
< I periodi brutti sono all'ordine del giorno, ma non per questo bisogna abbattersi >
< È difficile concentrarsi nello studio e fingere che vada tutto bene quando si sta male >
< Stai parlando con uno che ha tentato il suicidio quando la fidanzata la mollato due mesi prima del matrimonio >
Alzai la testa e lo guardai con occhi sgranati.
< Lei? > domandai sorpresa.
< Esatto, io. Vedi, ogni persona ha i suoi problemi e i suoi momenti no. Ma con l'aiuto delle persone che tengono a te riesci ad uscire dal baratro. Se c'è l'ho fatta io, puoi farcela benissimo tu. Non credi? >
Sorrisi appena e mi passai una mano dietro al collo.
< Ultimamente non sono più sicura di niente >
< Ti va di raccontarmi cosa ti è successo? >
< In poche parole? La persona che amo mi ha detto che non è sicuro della nostra storia. Ha detto che mi ama, ma non sa cosa prova per la tipa di cui era innamorato prima di conoscermi >
Rodriguez incrociò le braccia al petto e sporse il labbro inferiore.
< Quindi tu ti stai lasciando andare per una relazione? >
< Non per essere stronza, ma credo che lei sia l'ultima persona a dover parlare > ribattei seccata.
< E su questo non posso che darti ragione. Ma lasciamo almeno dirti un'ultima cosa: sei giovane, Michelle, e se non funzionerà con questo ragazzo, ne incontrerai un altro pronto a farti felice. Ma non devi assolutamente abbatterti, devi reagire. Tira fuori la grinta che hai mostrato di avere più volte e sono sicuro che uscirai a testa alta da questo problema >
Sorrisi e mi allontanai dal banco.
< Gracias, prof >
< De nada >
< Ora mi farebbe quel permesso? >
< Sì, certamente >
Rodriguez tornò dietro la scrivania, prese un foglietto e ci scribacchiò sopra la giustificazione prima di consegnarmelo. Dopo avermelo riconsegnato mi avvicinai alla porta per uscire dalla classe.
< Ah, prof? >
< Sì? >
< Non è che mi annullerebbe il compito e me lo farebbe rifare? >
Mi guardò fisso per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.
< Non pensarci nemmeno, signorina Waldorf. Anzi, preparati perché la prossima volta ti interrogherò >
< Su questo argomento? >
< No, sulla letteratura >
< Ma non è giusto! > piagnucolai.
< La vita è ingiusta > rispose sorridendo.
Lo guardai negli occhi e scossi la testa sorridendo.
< Lei è perfido. Ma è anche il migliore prof di questa scuola. Però è perfido! >
< Soavi parole per le mie orecchie! E ora vada, signorina Waldorf, non vorrei che il professor Simpson se la prenda più del dovuto >
< Certo, e…la ringrazio >
< Non ringraziarmi, è stato un piacere. Ma ti prego, non dire in giro quello che ti ho confessato >
< Il suo segreto è al sicuro con me. Arrivederci >
Uscii dalla sua classe più serena di prima e pochi secondi dopo mi scontrai con miss Olivia. Okay, il mio malumore era tornato.
< Ma che bella sorpresa! Fingi di lamentarti con Rodriguez per saltare l'interrogazione di storia? > domandò con voce stridula.
< Ma tappati quella fogna, Taylor > sbottai dandole una spallata e mi incamminai verso l'aula di storia.
< Oh, a proposito! Mi dispiace della tua rottura con Robert >
Mi immobilizzai di colpo e le prestai attenzione.
< Prego? >
Olivia sorrise e si avvicinò a me, prendendo dalla sua borsa dei fogli. Li presi in mano e vidi che erano tre scatti appartenenti al sito Celebuz.com, che ritraevano Robert e Kristen di sera. Erano tre foto molto chiare: nella prima le mani di Robert erano appoggiate sui fianchi di Kristen, mentre lei aveva le mani sui suoi capelli e con la sua poca forza lo aveva attirato verso di sé e si stavano baciando, la seconda li ritraeva mentre si stavano scambiando un abbraccio appassionato, mentre nella terza avevano le fronti appoggiate e stavano sorridendo. Avevo le prove.
< Oh, forse non ne eri al corrente! > esclamò recitando e si riprese le foto < ci vediamo in giro, Waldorf >
Olivia girò l'angolo e mi lasciò in mezzo al corridoio, immobile e con lo sguardo fisso sulla mia mano ormai vuota, mentre lottavo con tutte le forze per non scoppiare a piangere.
Mi ripresi dopo qualche minuto, tirai fuori il cellulare dallo zaino e cominciai a pigiare con rabbia sui tasti.

Hai scelto lei?” gli scrissi con velocità sovrumana e gli spedii il messaggio.
In quel momento suonò la campanella e il corridoio si riempì di studenti.
< Hey, tutto okay? > domandò Jenny avvicinandosi.
Non le risposi e presi a camminare verso la palestra. Avevo deciso che dopo due settimane mi sarei allenata di nuovo con le Clovers.
< Ciao, capo! > esclamò Sarah sorridendo < allora sei ancora viva! >
< Mi vedi camminare e respirare, no? > ribattei sgarbatamente < scusa, Sarah. Ho problemi con Robert e di certo l'ultima cosa che devo fare è essere sgarbata con te >
< Ti va di parlarne? Io sono brava ad ascoltare >
< No, scusa > risposi mentre mi infilavo la divisa della squadra.
< Okay, se ti va di parlarne io sono qui >
Mi sorrise e dopo aver preso la bottiglietta d'acqua si avvicinò alla porta.
< Sarah, aspetta! > esclamai < sì, voglio parlarne >
Tornò indietro e si sedette accanto a me.
< Ti ascolto > disse sorridendomi.
< Kristen Stewart è tornata alla carica. Ha detto a Robert che lo ama e che vuole stare con lui. E lui ora è confuso >
< Confuso? > domandò sgranando gli occhi.
< Sì >
< Ma come è possibile? Lui stravede per te! Dovevi vedere come ti guardava quando siamo usciti dopo la partita con le Toros: era come se ti avesse visto per la prima volta, non ti toglieva gli occhi di dosso >
< Beh ora, a quanto pare, è cambiato tutto >
< Non necessariamente. Da quello che mi hai detto tu, con Kristen era solo sesso. Ora lui è confuso, perché aveva aspettato tanto per sentirsi dire quelle parole e adesso le ha finalmente ottenute. Ma fidati, non preferirà mai Kristen a te. Sarebbe da pazzi farlo! >
< Perché? Kristen è una sua collega, è molto meno timida di me… >
< Sciocchezze, lo sai anche tu > ribatté la mia amica.
< Io lo amo, davvero. Ed è per questo che ho paura. Lui mi cerca tutti i giorni, ma io non gli rispondo. E Olivia mi ha mostrato delle foto piuttosto intime di loro due >
< Sei sicura siano attuali? >
< Sì >
< Vedrai che c'è una spiegazione. Ora è meglio andare o il coach si incazza di brutto >
< Ti raggiungo subito > risposi mentre mi facevo un'alta coda di cavallo e poco prima di uscire dallo spogliatoio guardai il cellulare, ma non c'erano messaggi di risposta.
< Capitano! > esclamò Megan e immediatamente tutta la squadra e il coach si voltarono a guardarmi.
< Michelle! > esclamarono le ragazze correndo ad abbracciarmi.
< Ma guarda, il figliol prodigo è tornato! > esclamò il coach con sarcasmo < forza, signorine, facciamo dieci giri di corsa! Megan, parti per prima >
< Certo, coach >
Megan cominciò a correre e la seguimmo a ruota. Partii per ultima e cercai con lo sguardo il coach, che mi ignorò.
< Più veloci, ragazze! Sarah, alza quelle ginocchia! >
< Da quando è diventato così acido? > domandai ad Emily una volta che la raggiunsi.
< Da quando hai smesso di allenarti > rispose lanciandogli un'occhiata.
< Signorine, questo è un allenamento o un salottino? Volete anche dei biscotti? > ci chiese sarcasticamente il coach.
< Stronzo > borbottai piano, ma Emily mi sentì e rise.
Dopo i dieci giri ci fece fare vari esercizi con la palla per migliorare la nostra coordinazione e gli ultimi dieci minuti ci dividemmo per fare una partita
< Wow, era da una vita che non facevo una sudata del genere! > esclamò Megan due ore dopo mentre stavamo camminando verso lo spogliatoio.
< Michelle, fermati qui un momento > disse il coach.
< Mi dica >
< Mi hai profondamente deluso, devo dirtelo. Non so per quale motivo hai abbandonato gli allenamenti in queste ultime due settimane e non mi interessa saperlo. Hai abbandonato la squadra ed è inaccettabile. Il capitano deve sempre esserle leale. Tu te ne sei andata senza una parola. Pensi di essere stata corretta? >
< No, coach > risposi con la testa bassa.
< Non deve più accadere, sono stato chiaro? >
< Sì, coach >
< Michelle, non sto scherzando: un altro passo falso e sei fuori dalla squadra . E ora togliti dalla mia vista >
Presi la bottiglietta che avevo lasciato sulla panca e ritornai muta verso lo spogliatoio: per avermi detto di togliermi dalla sua vista dovevo averlo fatto davvero incazzare di brutto.
< Cosa voleva il coach? > domandò Megan.
< Mi ha detto che se vi lascio ancora una volta senza dire niente mi sbatte fuori dalla squadra e che è molto deluso dal mio comportamento >
< E dire che sei la sua preferita! > intervenne Emily.
< L'ho fatto incazzare di brutto. Ma…ragazze, davvero, mi dispiace avervi abbandonate. È solo che questo è davvero un periodo di merda, ed io non… >
< Non preoccuparti, non ci devi alcuna spiegazione > mi interruppe Charlotte abbracciandomi < sei perdonata > continuò stringendo l'abbraccio.
Sorrisi e ricambiai la stretta: odiavo dare spiegazioni, le mie amiche lo sapevano benissimo e per questo mi rispettavano sempre. Le adoravo.
< Ragazze, io ora vado. Ci vediamo domani! > esclamò Vanessa.
< Ci vediamo domani, Vane > risposi sorridendole e ricambiò entusiasta: conoscevo Vanessa e sapevo bene che aveva bisogno di essere rassicurata, doveva avere la certezza che non le abbandonassi una seconda volta.
Una volta rimasta sola mi sedetti sulla panca, tirai fuori l'orologio dal borsone e guardai il cellulare: sul display non lampeggiava niente di niente.
< Basta, sono stufa! Fanculo a Robert, a tutto! > sbottai infilandomi la tuta una seconda volta e uscii dallo spogliatoio.
Guidai fino alla spiaggia, parcheggiai la macchina e poi cominciai a correre, arrabbiata come non mai: avevo il diritto di ricevere una risposta e lui si stava comportando scorrettamente. Così, mentre il mio mp3 suonava Jump dei Simple Plan, aumentai la velocità, desiderando come non mai di abbandonare tutto e di dimenticare…e perché no, magari di saltare anche!
Dopo qualche chilometro mi accorsi di essere inseguita da un tizio con la macchina fotografica tra le mani.
< Un momento, fermati! > esclamò il tipo mentre continuava a corrermi dietro.
Fino a quanto si sarebbe spinto a correre? Valeva la pena farlo sudare un po' prima di fermarmi? E poi, perché dovevo fermarmi? Che cosa voleva lui da me?
Non accennai a rallentare, ma fui costretta a farlo solo quando entrai nella spiaggia riservata ai cani e un san bernardo mi tagliò la strada e, per non travolgerlo, dovetti fermarmi.
< Wow, certo che sei testarda! > esclamò.
< Chi sei e cosa diavolo vuoi? > sbottai portando le mani ai fianchi.
< Hey, rilassati, bambina. Sto soltanto facendo il mio lavoro >
Sgranai gli occhi e la bocca, allucinata per come mi aveva appena chiamato. Ma chi diavolo si credeva di essere?
< Vai al diavolo > risposi dandogli una spallata e ricominciai a correre.
< No, ti prego! > esclamò il ragazzo ridendo e ricominciò a seguirmi.
Corsi per un'altra ora sperando che si togliesse dalle scatole, ma anche lui era testardo.
< Mi dici che cosa vuoi? > domandai quando raggiunsi la mia macchina.
< Voglio solo farti una domanda > rispose sorridendomi.
< E perché vuoi farmela? >
< Perché la gente ha diritto di sapere. Sei ancora la fidanzata di Robert? > chiese col fiatone.
< Prego? > domandai inarcando le sopracciglia.
< Ti supplico, non farmelo ripetere una seconda volta > rispose e mi mostrò le stesse foto che mi aveva mostrato Olivia poche ore prima.
Stavo male quando me le aveva mostrate lei? Beh, ora stavo addirittura peggio. E non solo perché avevo davanti il paparazzo che aveva scattato quelle foto.
< Credo che le foto dicano tutto > ribattei appoggiandomi alla macchina.
< E tu come ti senti a riguardo? >
Mi stava chiedendo come mi sentissi? Ma che razza di domanda era?
< L'unica cosa che voglio è la felicità di Robert > risposi per la prima volta con il cuore in mano < e se Kristen lo fa felice posso solo sperare che vivano una fantastica vita insieme. E se ora è tutto, vorrei tornarmene a casa > aggiunsi rientrando in macchina e senza scompormi troppo: dovevo essere forte.
Ingranai la prima e partii senza indugiare oltre: avevo la radio a volume altissimo per non ascoltare i miei stessi pensieri; solo quando parcheggiai la macchina davanti al vialetto di casa vidi i pensieri che volevo tenere lontani materializzarsi davanti a me: Robert era davanti alla porta di casa mia e mi stava guardando.
Raccolsi tutto il sangue freddo che mi era rimasto, presi il borsone dal sedile posteriore e uscii dalla macchina come se non mi importasse che lui fosse lì.
< Sei venuto a dirmi in faccia che è finita? Non preoccuparti, ho già visto le foto. Olivia e un giornalista me le hanno gentilmente mostrate. Lasciami dire solo una cosa: mi fai schifo. E non hai nemmeno mantenuto la promessa > gli sputai in un vomito di parole.
Robert mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite per un secondo, poi mutò la sua espressione da incazzata a strafottente.
< Punto primo, sei tu quella che non risponde alle mie chiamate. Punto secondo, ho preso un aereo per Los Angeles non appena ho visto quelle stupide foto e ho spento il telefonino. Punto terzo, non sono più riuscito ad accenderlo perché mi ha abbandonato >
Incrociai le braccia al petto e lo guardai con gli occhi lucidi.
< Ti prego, non farmi questo: dimmi che hai scelto di stare con lei e basta, non ce la faccio più. Non posso sopportare una pressione come quella di oggi. Non mi va di essere rimproverata dai professori e umiliata da Olivia e dai paparazzi. Dimmi che vuoi stare con lei e facciamola finita >
< Sei così sicura che preferisca lei a te? >
< Ho visto le foto > risposi con voce tremante.
< È vero, lo ammetto: Kristen ed io ci siamo baciati. Ma vuoi sapere cosa le ho detto dopo che lei mi ha detto di amarmi? >
< Certo > annuii tirando su col naso.
< Le ho detto che tu sei la mia Gala >
Alzai la testa e lo guardai senza capire.
< Prego? >
Rise della mia risposta e mi prese le mani.
< Al diavolo Kristen e le altre donne del mondo. Tu per me rappresenti quello che Gala rappresentava per Dalí. Michelle, non potrei desiderare una persona migliore per me. Ti amo e mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare >
< Mi…mi devi una spiegazione > dissi accennando un sorriso.
< E cioè? > domandò avvicinandosi di più al mio viso.
< Cosa vuol dire che sono la tua Gala? >
Sorrise e posò la fronte sulla mia.
< Devi sapere che per Dalí Gala era colei che lo aveva salvato dalla pazzia e dalla morte prematura. Lui considerava sua moglie come la perfezione assoluta, tant'è vero che in più opere la ritrae con il corpo immacolato: lei era la sua musa. E tu, Michelle, rappresenti tutto questo per me. Con solo una piccola differenza >
< E cioè? >
< Ecco, tu…sei molto meno libertina >
Risi di quelle parole e dopo aver abbandonato la borsa a terra, mi fiondai tra le sue braccia.
< Ti amo > gli dissi mentre lo stritolavo nell'abbraccio.
< Da questo posso dedurre che mi hai aspettato? >
< Io…io ti avrei sempre aspettato > risposi guardandolo intensamente, sperando che riuscisse a vedere dai miei occhi tutto l'amore che provavo per lui.
Sorrise e dopo aver premuto con le dita sul mento posò un bacio sulla mia fronte e le sue labbra partirono in una piccola scia di baci che fecero tappa sulle tempie, sul naso, sulle guance, su entrambi i lati della bocca, fino a terminare sulle mie labbra, baciandomi con passione. Mi aggrappai al suo collo, sopraffatta da tutte le emozioni che mi avevano appena attaccata.
< Sono così contenta che tu sia qui > sussurrai quando allontanammo le nostre labbra.
< Anche io, Mitchie, non immagini quanto > rispose posando ancora una volta le sue labbra sulle mie < vieni da me? >
< Sì >
Prese il mio borsone con una mano e se lo mise su una spalla, mentre l'altra era impegnata a tenere salda la mia. Non appena arrivammo in casa sua, la prima cosa che mi colpì fu il suo profumo, impregnato nelle pareti nonostante nessuno vi mettesse piede da due settimane.
Appoggiò il borsone per terra, chiuse la porta e infine mi afferrò per la vita.
< Dio, come mi sei mancata > sussurrò mentre mi toglieva la giacca.
< Sono passate solo due settimane >
< Sembra che sia passato un secolo > ribatté tra un bacio e l'altro.
< Come ti capisco > risposi mentre gli levavo il giubbotto.
Continuammo a baciarci imperterriti, ma quando la sua mano toccò la mia schiena, interruppi il bacio e mi allontanai da lui.
< Ho fatto qualcosa di sbagliato? > domandò dispiaciuto.
< Ho corso per non so quanti chilometri, sono sudatissima e puzzo. Lasciami andare a fare una doccia >
< Non ci penso nemmeno, sei perfetta così >
< Stai scherzando? Sono orrenda. Ho davvero bisogno di una doccia >
< Miss Waldorf, dove va lei, vado anche io >
< E allora, signor Pattinson, andremo insieme sotto la doccia >
< O preferisci un bel bagno caldo? Magari con l'idromassaggio >
< Uhm, sei un diavolo tentatore > ribattei subito prima di impossessarmi delle sue labbra.
Mi era mancato da matti. Mi erano mancati i suoi baci, sentire il suo respiro caldo sul mio esile corpo, mi mancava l'essere stretta tra le sue braccia.
< Forza, vieni con me > mi disse allontanando le nostre labbra con mio grandissimo disappunto e dopo avermi preso per mano mi portò al piano di sopra, dove finii di spogliarmi mentre lui apriva il rubinetto dell'acqua calda e azionava l'idromassaggio.
< Cosa c'è? > domandai ridacchiando quando lo beccai fissarmi.
< Sei sempre più bella >
< Adulatore >
Accettai la mano che mi stava offrendo ed entrai nella vasca. Mi stesi e lo guardai mentre si spogliava: inutile dire che il mio cuore iniziò a galoppare quando lo vidi completamente nudo.
< Cosa c'è? > domandò con un sorrisetto.
< Sei sempre più bello >
Scosse la testa sorridendo e mi raggiunse dentro la vasca.
< Mi dispiace averti fatto star male > mi disse mentre mi baciava il collo.
< Ti perdono solo perché sei qui con me > risposi accarezzandogli una guancia < ah! > gemetti quando strinse il mio seno tra le sue mani.
< Questa è musica per le mie orecchie >
< Scemo! > esclamai imbarazzata e scoppiò a ridere.
< La mia pudica ragazza che mi è mancata da matti > riprese tornando a baciarmi il collo e facemmo l'amore, consapevoli del fatto che ci appartenevamo e che nessuno, nemmeno Kristen Stewart, poteva separarci.


Salve a tutti! Per prima cosa, buon 2011. Come avete passato capodanno? Vi siete divertiti?
Volete sapere la “novità”? Zac e Josh hanno lasciato i Paramore. Sono in lutto, sì T__T
Comuuuuunque, ho deciso di postare perché non volevo lasciarvi con quel brutto capitolo triste triste. Ora vi abbandono fino all'estate con questo capitolo, are you happy?
Ora vi spiego: ho ancora il PC rotto (T_T), ma Mattia, un collega di Mirco, è riuscito a copiare il mio disco. E anche i capitoli sono stati salvati, solo che ha salvato quelli più vecchi e non ci sono tutte le mie modifiche. E per quanto lo vorrei, non ho tempo di mettermi a riscrivere il capitolo. Pazientate ancora un pochino, magari riesco a scrivere il nuovo capitolo durante le vacanze di Pasqua!
Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e spero di farmi viva al più presto!
valentina_black_cullen: carissima, lo abbiamo perdonato ora il Bob? :) Come stai? ♥
Sweet_Charlie: non so perché, ma ho il potere di far odiare le persone con le mie storie. Ad esempio, con l'altra storia è partito una sorta di attacco per Katie qualcosa, la tipa che ha fatto Cho Chang in Harry Potter (scusa, non mi ricordo il nome ma mi scoccia cercarlo ora xD) Quindi spero che andando avanti con i capitoli non finirai per odiare la Stewart xD Ti è piaciuto il capitolo? Un bacio ;)
Rosaly: mi spiace averti fatto aspettare così tanto! Contenta della sua decisione? :) Un bacio!
LoryeEmy: waaaaaaaaa, hai visto? XD HO AGGIORNATO! Mitico! (Homer's style) Spero ti sia piaciuto il capitolo cara! ♥
Railen
: il mio splendore splendido ♥♥ Quando mai io ti ho detto che sei crudele? XDD Ma ti rendi conto? Quella torna tanto per fare qualcosa, solo perchè le manca un pene da smanettare, e lui gli sta dietro come un mongolo. Io ti amo, sappilo! XD E di questo cosa ne pensi? Ti adoro♥
Sognatrice85
: la Stewart è odiosa, punto e basta. Ma per fortuna Bob preferisce Michelle. E chi non la preferirebbe? XD Ti voglio bene, tesoro ♥

E per oggi è tutto!
Un abbraccio, Giulls

P.S. Siete di Milano o andate a Milano in un prossimo futuro? Andate a vedere la mostra di Salvador Dalì, è splendida. Sapere, è stato Fulvio (mi sembra si chiami così) a dirci che Gala rappresentava la perfezione per Dalì. E' davvero possibile amare una persona così tanto anche nella realtà? (spunta fuori il lato romanticone di Giulls!) Ci ha anche detto che lei lo cornificava e lui guardava la scenetta, che spesso facevano cose a tre e che la cara Amanda Lear (o Tapp, se preferite) ha contribuito al loro divertimento. Questo mi ha scioccata! xD Ma, diciamocelo: Dalì è un geniaccio, io lo adoro♥

   
 
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