Lo ammetto, volevo mettere un altro capitolo prima. Poi però ho realizzato che vi avevo fatto aspettare troppo. Buona lettura, ci vediamo infondo alla pagina ;)
La mia Gala
Stavo da
schifo, sul serio. Robert sembrava fosse partito da due mesi
piuttosto che due settimane con quella là e mi mancava
terribilmente. Aveva promesso di farsi vivo e stava mantenendo la sua
promessa, solo che io mi rifiutavo di rispondere alle sue chiamate:
avevo troppa paura che avesse deciso di stare con Kristen. Gli avevo
detto che se avesse preso una decisione l'avrei voluto sapere, ma ad
un certo punto mi ero autoconvinta che era meglio vivere nella
menzogna fino alla fine delle riprese. E nonostante non gli
rispondessi, lui ogni giorno continuava a chiamarmi.
Oltretutto
i miei voti a scuola risentivano tantissimo del mio malumore attuale:
avevo letteralmente smesso di studiare e anche di allenarmi con le
Clovers, ero diventata uno stupido robot.
<
Dovresti chiamarlo > mi disse Jenny ridestandomi dai miei
pensieri, mentre il professore di spagnolo ci stava riconsegnando i
compiti.
< A che
scopo? Se al telefono dovesse dirmi che ha preferito Kristen a me,
io… >
< Non
puoi nemmeno struggerti così! > ribatté
alterata,
mostrandomi il voto del mio compito < è la seconda F
che
prendi nel giro di due giorni, bisogna che tu reagisca >
< Da
quando in qua controlli la mia media? > domandai con
acidità:
non volevo prendermela con Jenny, ma non avevo bisogno di una balia.
< Da
quando ti stai lasciando andare > rispose con un sussurro mentre
il professore stava passando vicino a noi.
< Non mi
importano i voti >
< E non
ti importa nemmeno di non essere ammessa all'esame? Non ti importa di
perdere un altro anno di scuola >
L'esame,
l'ultimo stadio prima di lasciarmi alle spalle il liceo e tutto
ciò
che lo riguardava. Davvero non mi importava trascorrere un altro anno
lì dentro?
< Certo
che mi importa >
< E
allora vedi di impegnarti di più >
continuò dopo che
suonò la campanella < ho biologia ora, ci vediamo a
pranzo
>
Le sorrisi
e rimisi con lentezza il libro di spagnolo nella mia borsa, mi alzai
dal banco, riconsegnai il compito al professore e uscii dalla classe.
<
Michelle? > mi richiamò Rodriguez < puoi
fermati qui?
Non ho lezione e ho bisogno di parlarti >
< A dire
il vero avrei storia e non posso fare tardi > risposi mentendo:
l'ultima cosa che volevo era vedere il suo sguardo deluso e sentire
un'ennesima ramanzina.
Rodriguez
si passò una mano sotto il mento coperto da un accenno di
barba e sospirò.
< Ti
farò una giustificazione, voglio parlare con te >
continuò
rimettendosi a sedere sulla sua sedia e, sospirando, rientrai in
classe, chiusi la porta e mi appoggiai nel banco difronte alla
cattedra < mi spieghi che cosa ti è successo? Sei una
delle
studentesse migliori del mio corso e ora mi fai questo scherzo? Come
me la spieghi questa insufficienza? >
< Vede,
prof…non sto molto bene in questo periodo, ultimamente ho la
salute
cagionevole e non riesco a studiare come si deve, e quindi…
>
<
Davvero pretendi che io creda a questa balla? >
domandò
interrompendomi < avanti, Waldorf, non prendiamoci in giro.
Davvero non ti interessa essere ammessa agli esami finali? Davvero
non ti importa ripetere un altro anno di liceo? >
<
L'altra volta sono stata bocciata per le troppe assenze per motivi di
salute >
< Sì,
lo so, ma io sto parlando di adesso. Vuoi essere bocciata? >
<
Ovviamente no >
< E
allora mi spieghi perché la F di questo compito e in quello
di
biologia, letteratura inglese e la D in chimica? >
<
Prof…non è un bel periodo questo > ammisi
mentre
abbassavo la testa.
Rodriguez
sospirò ancora una volta e si alzò dalla sedia
posizionandosi difronte a me.
< I
periodi brutti sono all'ordine del giorno, ma non per questo bisogna
abbattersi >
< È
difficile concentrarsi nello studio e fingere che vada tutto bene
quando si sta male >
< Stai
parlando con uno che ha tentato il suicidio quando la fidanzata la
mollato due mesi prima del matrimonio >
Alzai la
testa e lo guardai con occhi sgranati.
< Lei? >
domandai sorpresa.
<
Esatto, io. Vedi, ogni persona ha i suoi problemi e i suoi momenti
no. Ma con l'aiuto delle persone che tengono a te riesci ad uscire
dal baratro. Se c'è l'ho fatta io, puoi farcela benissimo
tu.
Non credi? >
Sorrisi
appena e mi passai una mano dietro al collo.
<
Ultimamente non sono più sicura di niente >
< Ti va
di raccontarmi cosa ti è successo? >
< In
poche parole? La persona che amo mi ha detto che non è
sicuro
della nostra storia. Ha detto che mi ama, ma non sa cosa prova per la
tipa di cui era innamorato prima di conoscermi >
Rodriguez
incrociò le braccia al petto e sporse il labbro inferiore.
< Quindi
tu ti stai lasciando andare per una relazione? >
< Non
per essere stronza, ma credo che lei sia l'ultima persona a dover
parlare > ribattei seccata.
< E su
questo non posso che darti ragione. Ma lasciamo almeno dirti
un'ultima cosa: sei giovane, Michelle, e se non funzionerà
con
questo ragazzo, ne incontrerai un altro pronto a farti felice. Ma non
devi assolutamente abbatterti, devi reagire. Tira fuori la grinta che
hai mostrato di avere più volte e sono sicuro che uscirai a
testa alta da questo problema >
Sorrisi e
mi allontanai dal banco.
<
Gracias, prof >
< De
nada >
< Ora mi
farebbe quel permesso? >
< Sì,
certamente >
Rodriguez
tornò dietro la scrivania, prese un foglietto e ci
scribacchiò
sopra la giustificazione prima di consegnarmelo. Dopo avermelo
riconsegnato mi avvicinai alla porta per uscire dalla classe.
< Ah,
prof? >
< Sì?
>
< Non è
che mi annullerebbe il compito e me lo farebbe rifare? >
Mi guardò
fisso per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.
< Non
pensarci nemmeno, signorina Waldorf. Anzi, preparati perché
la
prossima volta ti interrogherò >
< Su
questo argomento? >
< No,
sulla letteratura >
< Ma non
è giusto! > piagnucolai.
< La
vita è ingiusta > rispose sorridendo.
Lo guardai
negli occhi e scossi la testa sorridendo.
< Lei è
perfido. Ma è anche il migliore prof di questa scuola.
Però
è perfido! >
< Soavi
parole per le mie orecchie! E ora vada, signorina Waldorf, non vorrei
che il professor Simpson se la prenda più del dovuto >
< Certo,
e…la ringrazio >
< Non
ringraziarmi, è stato un piacere. Ma ti prego, non dire in
giro quello che ti ho confessato >
< Il suo
segreto è al sicuro con me. Arrivederci >
Uscii dalla
sua classe più serena di prima e pochi secondi dopo mi
scontrai con miss Olivia. Okay, il mio malumore era tornato.
< Ma che
bella sorpresa! Fingi di lamentarti con Rodriguez per saltare
l'interrogazione di storia? > domandò con voce
stridula.
< Ma
tappati quella fogna, Taylor > sbottai dandole una spallata e mi
incamminai verso l'aula di storia.
< Oh, a
proposito! Mi dispiace della tua rottura con Robert >
Mi
immobilizzai di colpo e le prestai attenzione.
< Prego?
>
Olivia
sorrise e si avvicinò a me, prendendo dalla sua borsa dei
fogli. Li presi in mano e vidi che erano tre scatti appartenenti al
sito Celebuz.com, che ritraevano Robert e Kristen
di sera.
Erano tre foto molto chiare: nella prima le mani di Robert erano
appoggiate sui fianchi di Kristen, mentre lei aveva le mani sui suoi
capelli e con la sua poca forza lo aveva attirato verso di
sé
e si stavano baciando, la seconda li ritraeva mentre si stavano
scambiando un abbraccio appassionato, mentre nella terza avevano le
fronti appoggiate e stavano sorridendo. Avevo le prove.
< Oh,
forse non ne eri al corrente! > esclamò recitando e
si
riprese le foto < ci vediamo in giro, Waldorf >
Olivia girò
l'angolo e mi lasciò in mezzo al corridoio, immobile e con
lo
sguardo fisso sulla mia mano ormai vuota, mentre lottavo con tutte le
forze per non scoppiare a piangere.
Mi ripresi
dopo qualche minuto, tirai fuori il cellulare dallo zaino e cominciai
a pigiare con rabbia sui tasti.
“Hai
scelto lei?” gli scrissi con velocità
sovrumana e gli
spedii il messaggio.
In quel
momento suonò la campanella e il corridoio si
riempì di
studenti.
< Hey,
tutto okay? > domandò Jenny avvicinandosi.
Non le
risposi e presi a camminare verso la palestra. Avevo deciso che dopo
due settimane mi sarei allenata di nuovo con le Clovers.
< Ciao,
capo! > esclamò Sarah sorridendo < allora sei
ancora
viva! >
< Mi
vedi camminare e respirare, no? > ribattei sgarbatamente
<
scusa, Sarah. Ho problemi con Robert e di certo l'ultima cosa che
devo fare è essere sgarbata con te >
< Ti va
di parlarne? Io sono brava ad ascoltare >
< No,
scusa > risposi mentre mi infilavo la divisa della squadra.
< Okay,
se ti va di parlarne io sono qui >
Mi sorrise
e dopo aver preso la bottiglietta d'acqua si avvicinò alla
porta.
< Sarah,
aspetta! > esclamai < sì, voglio parlarne
>
Tornò
indietro e si sedette accanto a me.
< Ti
ascolto > disse sorridendomi.
<
Kristen Stewart è tornata alla carica. Ha detto a Robert che
lo ama e che vuole stare con lui. E lui ora è confuso
>
<
Confuso? > domandò sgranando gli occhi.
< Sì
>
< Ma
come è possibile? Lui stravede per te! Dovevi vedere come ti
guardava quando siamo usciti dopo la partita con le Toros: era come
se ti avesse visto per la prima volta, non ti toglieva gli occhi di
dosso >
< Beh
ora, a quanto pare, è cambiato tutto >
< Non
necessariamente. Da quello che mi hai detto tu, con Kristen era solo
sesso. Ora lui è confuso, perché aveva aspettato
tanto
per sentirsi dire quelle parole e adesso le ha finalmente ottenute.
Ma fidati, non preferirà mai Kristen a te. Sarebbe da pazzi
farlo! >
<
Perché? Kristen è una sua collega, è
molto meno
timida di me… >
<
Sciocchezze, lo sai anche tu > ribatté la mia amica.
< Io lo
amo, davvero. Ed è per questo che ho paura. Lui mi cerca
tutti
i giorni, ma io non gli rispondo. E Olivia mi ha mostrato delle foto
piuttosto intime di loro due >
< Sei
sicura siano attuali? >
< Sì
>
< Vedrai
che c'è una spiegazione. Ora è meglio andare o il
coach
si incazza di brutto >
< Ti
raggiungo subito > risposi mentre mi facevo un'alta coda di
cavallo e poco prima di uscire dallo spogliatoio guardai il
cellulare, ma non c'erano messaggi di risposta.
<
Capitano! > esclamò Megan e immediatamente tutta la
squadra
e il coach si voltarono a guardarmi.
<
Michelle! > esclamarono le ragazze correndo ad abbracciarmi.
< Ma
guarda, il figliol prodigo è tornato! >
esclamò il
coach con sarcasmo < forza, signorine, facciamo dieci giri di
corsa! Megan, parti per prima >
< Certo,
coach >
Megan
cominciò a correre e la seguimmo a ruota. Partii per ultima
e
cercai con lo sguardo il coach, che mi ignorò.
< Più
veloci, ragazze! Sarah, alza quelle ginocchia! >
< Da
quando è diventato così acido? > domandai
ad Emily
una volta che la raggiunsi.
< Da
quando hai smesso di allenarti > rispose lanciandogli
un'occhiata.
<
Signorine, questo è un allenamento o un salottino? Volete
anche dei biscotti? > ci chiese sarcasticamente il coach.
<
Stronzo > borbottai piano, ma Emily mi sentì e rise.
Dopo i
dieci giri ci fece fare vari esercizi con la palla per migliorare la
nostra coordinazione e gli ultimi dieci minuti ci dividemmo per fare
una partita
< Wow,
era da una vita che non facevo una sudata del genere! >
esclamò
Megan due ore dopo mentre stavamo camminando verso lo spogliatoio.
<
Michelle, fermati qui un momento > disse il coach.
< Mi
dica >
< Mi hai
profondamente deluso, devo dirtelo. Non so per quale motivo hai
abbandonato gli allenamenti in queste ultime due settimane e non mi
interessa saperlo. Hai abbandonato la squadra ed è
inaccettabile. Il capitano deve sempre esserle leale. Tu te ne sei
andata senza una parola. Pensi di essere stata corretta? >
< No,
coach > risposi con la testa bassa.
< Non
deve più accadere, sono stato chiaro? >
< Sì,
coach >
<
Michelle, non sto scherzando: un altro passo falso e sei fuori dalla
squadra . E ora togliti dalla mia vista >
Presi la
bottiglietta che avevo lasciato sulla panca e ritornai muta verso lo
spogliatoio: per avermi detto di togliermi dalla sua vista dovevo
averlo fatto davvero incazzare di brutto.
< Cosa
voleva il coach? > domandò Megan.
< Mi ha
detto che se vi lascio ancora una volta senza dire niente mi sbatte
fuori dalla squadra e che è molto deluso dal mio
comportamento
>
< E dire
che sei la sua preferita! > intervenne Emily.
< L'ho
fatto incazzare di brutto. Ma…ragazze, davvero, mi dispiace
avervi
abbandonate. È solo che questo è davvero un
periodo di
merda, ed io non… >
< Non
preoccuparti, non ci devi alcuna spiegazione > mi interruppe
Charlotte abbracciandomi < sei perdonata >
continuò
stringendo l'abbraccio.
Sorrisi e
ricambiai la stretta: odiavo dare spiegazioni, le mie amiche lo
sapevano benissimo e per questo mi rispettavano sempre. Le adoravo.
<
Ragazze, io ora vado. Ci vediamo domani! > esclamò
Vanessa.
< Ci
vediamo domani, Vane > risposi sorridendole e
ricambiò
entusiasta: conoscevo Vanessa e sapevo bene che aveva bisogno di
essere rassicurata, doveva avere la certezza che non le abbandonassi
una seconda volta.
Una volta
rimasta sola mi sedetti sulla panca, tirai fuori l'orologio dal
borsone e guardai il cellulare: sul display non lampeggiava niente di
niente.
< Basta,
sono stufa! Fanculo a Robert, a tutto! > sbottai infilandomi la
tuta una seconda volta e uscii dallo spogliatoio.
Guidai fino
alla spiaggia, parcheggiai la macchina e poi cominciai a correre,
arrabbiata come non mai: avevo il diritto di ricevere una risposta e
lui si stava comportando scorrettamente. Così, mentre il mio
mp3 suonava Jump dei Simple Plan, aumentai la
velocità,
desiderando come non mai di abbandonare tutto e di
dimenticare…e
perché no, magari di saltare anche!
Dopo
qualche chilometro mi accorsi di essere inseguita da un tizio con la
macchina fotografica tra le mani.
< Un
momento, fermati! > esclamò il tipo mentre continuava
a
corrermi dietro.
Fino a
quanto si sarebbe spinto a correre? Valeva la pena farlo sudare un
po' prima di fermarmi? E poi, perché dovevo fermarmi? Che
cosa
voleva lui da me?
Non
accennai a rallentare, ma fui costretta a farlo solo quando entrai
nella spiaggia riservata ai cani e un san bernardo mi tagliò
la strada e, per non travolgerlo, dovetti fermarmi.
< Wow,
certo che sei testarda! > esclamò.
< Chi
sei e cosa diavolo vuoi? > sbottai portando le mani ai fianchi.
< Hey,
rilassati, bambina. Sto soltanto facendo il mio lavoro >
Sgranai gli
occhi e la bocca, allucinata per come mi aveva appena chiamato. Ma
chi diavolo si credeva di essere?
< Vai al
diavolo > risposi dandogli una spallata e ricominciai a correre.
< No, ti
prego! > esclamò il ragazzo ridendo e
ricominciò a
seguirmi.
Corsi per
un'altra ora sperando che si togliesse dalle scatole, ma anche lui
era testardo.
< Mi
dici che cosa vuoi? > domandai quando raggiunsi la mia macchina.
< Voglio
solo farti una domanda > rispose sorridendomi.
< E
perché vuoi farmela? >
< Perché
la gente ha diritto di sapere. Sei ancora la fidanzata di Robert?
>
chiese col fiatone.
< Prego?
> domandai inarcando le sopracciglia.
< Ti
supplico, non farmelo ripetere una seconda volta > rispose e mi
mostrò le stesse foto che mi aveva mostrato Olivia poche ore
prima.
Stavo male
quando me le aveva mostrate lei? Beh, ora stavo addirittura peggio. E
non solo perché avevo davanti il paparazzo che aveva
scattato
quelle foto.
< Credo
che le foto dicano tutto > ribattei appoggiandomi alla macchina.
< E tu
come ti senti a riguardo? >
Mi stava
chiedendo come mi sentissi? Ma che razza di domanda era?
<
L'unica cosa che voglio è la felicità di Robert
>
risposi per la prima volta con il cuore in mano < e se Kristen
lo
fa felice posso solo sperare che vivano una fantastica vita insieme.
E se ora è tutto, vorrei tornarmene a casa > aggiunsi
rientrando in macchina e senza scompormi troppo: dovevo essere forte.
Ingranai la
prima e partii senza indugiare oltre: avevo la radio a volume
altissimo per non ascoltare i miei stessi pensieri; solo quando
parcheggiai la macchina davanti al vialetto di casa vidi i pensieri
che volevo tenere lontani materializzarsi davanti a me: Robert era
davanti alla porta di casa mia e mi stava guardando.
Raccolsi
tutto il sangue freddo che mi era rimasto, presi il borsone dal
sedile posteriore e uscii dalla macchina come se non mi importasse
che lui fosse lì.
< Sei
venuto a dirmi in faccia che è finita? Non preoccuparti, ho
già visto le foto. Olivia e un giornalista me le hanno
gentilmente mostrate. Lasciami dire solo una cosa: mi fai schifo. E
non hai nemmeno mantenuto la promessa > gli sputai in un vomito
di
parole.
Robert mi
guardò con gli occhi fuori dalle orbite per un secondo, poi
mutò la sua espressione da incazzata a strafottente.
< Punto
primo, sei tu quella che non risponde alle mie chiamate. Punto
secondo, ho preso un aereo per Los Angeles non appena ho visto quelle
stupide foto e ho spento il telefonino. Punto terzo, non sono
più
riuscito ad accenderlo perché mi ha abbandonato >
Incrociai
le braccia al petto e lo guardai con gli occhi lucidi.
< Ti
prego, non farmi questo: dimmi che hai scelto di stare con lei e
basta, non ce la faccio più. Non posso sopportare una
pressione come quella di oggi. Non mi va di essere rimproverata dai
professori e umiliata da Olivia e dai paparazzi. Dimmi che vuoi stare
con lei e facciamola finita >
< Sei
così sicura che preferisca lei a te? >
< Ho
visto le foto > risposi con voce tremante.
< È
vero, lo ammetto: Kristen ed io ci siamo baciati. Ma vuoi sapere cosa
le ho detto dopo che lei mi ha detto di amarmi? >
< Certo
> annuii tirando su col naso.
< Le ho
detto che tu sei la mia Gala >
Alzai la
testa e lo guardai senza capire.
< Prego?
>
Rise della
mia risposta e mi prese le mani.
< Al
diavolo Kristen e le altre donne del mondo. Tu per me rappresenti
quello che Gala rappresentava per Dalí. Michelle, non potrei
desiderare una persona migliore per me. Ti amo e mi dispiace per
tutto quello che ti ho fatto passare >
< Mi…mi
devi una spiegazione > dissi accennando un sorriso.
< E
cioè? > domandò avvicinandosi di
più al mio
viso.
< Cosa
vuol dire che sono la tua Gala? >
Sorrise e
posò la fronte sulla mia.
< Devi
sapere che per Dalí Gala era colei che lo aveva salvato
dalla
pazzia e dalla morte prematura. Lui considerava sua moglie come la
perfezione assoluta, tant'è vero che in più opere
la
ritrae con il corpo immacolato: lei era la sua musa. E tu, Michelle,
rappresenti tutto questo per me. Con solo una piccola differenza
>
< E
cioè? >
< Ecco,
tu…sei molto meno libertina >
Risi di
quelle parole e dopo aver abbandonato la borsa a terra, mi fiondai
tra le sue braccia.
< Ti amo
> gli dissi mentre lo stritolavo nell'abbraccio.
< Da
questo posso dedurre che mi hai aspettato? >
< Io…io
ti avrei sempre aspettato > risposi guardandolo intensamente,
sperando che riuscisse a vedere dai miei occhi tutto l'amore che
provavo per lui.
Sorrise e
dopo aver premuto con le dita sul mento posò un bacio sulla
mia fronte e le sue labbra partirono in una piccola scia di baci che
fecero tappa sulle tempie, sul naso, sulle guance, su entrambi i lati
della bocca, fino a terminare sulle mie labbra, baciandomi con
passione. Mi aggrappai al suo collo, sopraffatta da tutte le emozioni
che mi avevano appena attaccata.
< Sono
così contenta che tu sia qui > sussurrai quando
allontanammo le nostre labbra.
< Anche
io, Mitchie, non immagini quanto > rispose posando ancora una
volta le sue labbra sulle mie < vieni da me? >
< Sì
>
Prese il
mio borsone con una mano e se lo mise su una spalla, mentre l'altra
era impegnata a tenere salda la mia. Non appena arrivammo in casa
sua, la prima cosa che mi colpì fu il suo profumo,
impregnato
nelle pareti nonostante nessuno vi mettesse piede da due settimane.
Appoggiò
il borsone per terra, chiuse la porta e infine mi afferrò
per
la vita.
< Dio,
come mi sei mancata > sussurrò mentre mi toglieva la
giacca.
< Sono
passate solo due settimane >
< Sembra
che sia passato un secolo > ribatté tra un bacio e
l'altro.
< Come
ti capisco > risposi mentre gli levavo il giubbotto.
Continuammo
a baciarci imperterriti, ma quando la sua mano toccò la mia
schiena, interruppi il bacio e mi allontanai da lui.
< Ho
fatto qualcosa di sbagliato? > domandò dispiaciuto.
< Ho
corso per non so quanti chilometri, sono sudatissima e puzzo.
Lasciami andare a fare una doccia >
< Non ci
penso nemmeno, sei perfetta così >
< Stai
scherzando? Sono orrenda. Ho davvero bisogno di una doccia >
< Miss
Waldorf, dove va lei, vado anche io >
< E
allora, signor Pattinson, andremo insieme sotto la doccia >
< O
preferisci un bel bagno caldo? Magari con l'idromassaggio >
< Uhm,
sei un diavolo tentatore > ribattei subito prima di
impossessarmi
delle sue labbra.
Mi era
mancato da matti. Mi erano mancati i suoi baci, sentire il suo
respiro caldo sul mio esile corpo, mi mancava l'essere stretta tra le
sue braccia.
< Forza,
vieni con me > mi disse allontanando le nostre labbra con mio
grandissimo disappunto e dopo avermi preso per mano mi portò
al piano di sopra, dove finii di spogliarmi mentre lui apriva il
rubinetto dell'acqua calda e azionava l'idromassaggio.
< Cosa
c'è? > domandai ridacchiando quando lo beccai
fissarmi.
< Sei
sempre più bella >
<
Adulatore >
Accettai la
mano che mi stava offrendo ed entrai nella vasca. Mi stesi e lo
guardai mentre si spogliava: inutile dire che il mio cuore
iniziò
a galoppare quando lo vidi completamente nudo.
< Cosa
c'è? > domandò con un sorrisetto.
< Sei
sempre più bello >
Scosse la
testa sorridendo e mi raggiunse dentro la vasca.
< Mi
dispiace averti fatto star male > mi disse mentre mi baciava il
collo.
< Ti
perdono solo perché sei qui con me > risposi
accarezzandogli una guancia < ah! > gemetti quando
strinse il
mio seno tra le sue mani.
< Questa
è musica per le mie orecchie >
< Scemo!
> esclamai imbarazzata e scoppiò a ridere.
< La mia
pudica ragazza che mi è mancata da matti > riprese
tornando
a baciarmi il collo e facemmo l'amore, consapevoli del fatto che ci
appartenevamo e che nessuno, nemmeno Kristen Stewart, poteva
separarci.
Salve a
tutti! Per prima cosa, buon 2011. Come avete passato capodanno? Vi
siete divertiti?
Volete
sapere la “novità”? Zac e Josh hanno
lasciato i Paramore.
Sono in lutto, sì T__T
Comuuuuunque,
ho deciso di postare perché non volevo lasciarvi con quel
brutto capitolo triste triste. Ora vi abbandono fino all'estate con
questo capitolo, are you happy?
Ora vi
spiego: ho ancora il PC rotto (T_T), ma Mattia, un collega di Mirco,
è riuscito a copiare il mio disco. E anche i capitoli sono
stati salvati, solo che ha salvato quelli più vecchi e non
ci
sono tutte le mie modifiche. E per quanto lo vorrei, non ho tempo di
mettermi a riscrivere il capitolo. Pazientate ancora un pochino,
magari riesco a scrivere il nuovo capitolo durante le vacanze di
Pasqua!
Mi auguro
che il capitolo vi sia piaciuto e spero di farmi viva al più
presto!
valentina_black_cullen:
carissima, lo abbiamo perdonato ora il Bob? :) Come stai? ♥
Sweet_Charlie:
non so perché, ma ho il potere di far odiare le persone con
le
mie storie. Ad esempio, con l'altra storia è partito una
sorta
di attacco per Katie qualcosa, la tipa che ha fatto Cho Chang in
Harry Potter (scusa, non mi ricordo il nome ma mi scoccia cercarlo
ora xD) Quindi spero che andando avanti con i capitoli non finirai
per odiare la Stewart xD Ti è piaciuto il capitolo? Un bacio
;)
Rosaly:
mi spiace averti fatto aspettare così tanto! Contenta della
sua decisione? :) Un bacio!
LoryeEmy:
waaaaaaaaa, hai visto? XD HO AGGIORNATO! Mitico! (Homer's style)
Spero ti sia piaciuto il capitolo cara! ♥
Railen:
il mio splendore splendido ♥♥ Quando mai io ti ho
detto che sei
crudele? XDD Ma
ti rendi conto?
Quella torna tanto per fare qualcosa, solo perchè le manca
un
pene da smanettare, e lui gli sta dietro come un mongolo.
Io ti amo, sappilo! XD E di questo cosa ne pensi? Ti adoro♥
Sognatrice85:
la Stewart è odiosa, punto e basta. Ma per fortuna Bob
preferisce Michelle. E chi non la preferirebbe? XD Ti voglio bene,
tesoro ♥
E per oggi
è tutto!
Un
abbraccio, Giulls
P.S. Siete di Milano o andate a Milano in un prossimo futuro? Andate a vedere la mostra di Salvador Dalì, è splendida. Sapere, è stato Fulvio (mi sembra si chiami così) a dirci che Gala rappresentava la perfezione per Dalì. E' davvero possibile amare una persona così tanto anche nella realtà? (spunta fuori il lato romanticone di Giulls!) Ci ha anche detto che lei lo cornificava e lui guardava la scenetta, che spesso facevano cose a tre e che la cara Amanda Lear (o Tapp, se preferite) ha contribuito al loro divertimento. Questo mi ha scioccata! xD Ma, diciamocelo: Dalì è un geniaccio, io lo adoro♥