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Autore: The_Viking    03/01/2011    1 recensioni
Ho sempre nutrito una forte passione per i Paesi del Nord e la loro cultura musicale, folkloristica, storica e non solo; non è semplicemente dovuto al fatto che, pur non avendo io origini nordiche, il mio nome sia Olaf. No, sarebbe stato troppo banale. E' qualcosa di più profondo, di radicato intimamente... come quando, guardando il cielo al tramonto, ogni tuo pensiero si blocca poiché tu, la stessa persona che tante volte si è fermata a riflettere, volgi ora tutte le tue energie mentali alla contemplazione di quello spettacolo e sai che, se per riflettere avrai ancora tempo, per osservare quella visione effimera non avrai che una manciata di secondi. Da questa sensazione di sospensione magica nasce Miðgarðr No More, una saga di ispirazione vichinga che vuole tradurre in parole tutto questo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quel momento Thorgrim e i suoi uomini, appena vista la creatura, ebbero come una visione nella quale si mescolavano tutti questi racconti, sovrapponendosi talora in ibridi ancora più spaventosi. Tutti si armarono prontamente, sebbene nessuno sentisse che sarebbe sopravvissuto a quel mostro, che si stava intanto avvicinando al drakkar. Thorgrim si appellò allora al dio Thor, lo stesso che gli aveva fatto visita durante la sua degenza nella tenda dei feriti in Islanda.
Fortissimo Thor, fa’ che il tuo possente Mjöllnir ci difenda dalla brutalità di questo essere che, se rimaniamo soli, non può concederci possibilità di sopravvivenza alcuna. Aiutaci, aiutaci per la salvezza di Miðgarðr, di Ásgarðr e dell’Universo intero.


La spaventosa creatura arrivò a pochi piedi dall’imbarcazione, provocando forti onde con il proprio movimento rapido e violento. Il drakkar, scosso con veemenza anche lungo la direzione trasversale, rischiò di ribaltarsi. Thorgrim conosceva a sufficienza il mare per sapere che, con onde simili, sarebbe bastato poco perché avvenisse la sciagura. Il mostro, tuttavia, non si fermò. La sua orribile testa si abbatté come una frana sul ponte a prua, causando una voragine nel legno che lo componeva. Due marinai rischiarono di essere travolti dal mostro e si salvarono solo perché scivolarono accidentalmente, sul legno bagnato dalla violenta pioggia e dalla mareggiata, nella voragine appena formata, prima che il serpente potesse prenderli nelle proprie fauci. Due arcieri colpirono con delle frecce infuocate il corpo della creatura che, con un ruggito di dolore, si immerse per un poco sott’acqua per spegnere l’incendio delle proprie carni e trovare sollievo; questo concesse a diversi uomini il tempo per trovare ripari più appropriati di quelli, improvvisati, che avevano potuto accaparrarsi prima. Tuttavia la tregua durò poco e il mostro riemerse, ancora più inferocito, strappando un altro pezzo della prua e provocando anche uno squarcio nello scafo, che gli uomini cercarono al più presto di riparare dall’interno con quel poco che avevano a disposizione. Baldrir, barricato sottocoperta, era rassegnato.

Non possiamo farcela. È uno scontro impari. Siamo finiti.
Anche Thorgrim ne era ben consapevole. La sua unica speranza era rappresentata dall’aiuto divino, che infine arrivò.

Dapprima nessuno ci fece caso, nel trambusto di quella situazione, ma a poco a poco si fecero sempre più nitide, nonostante l’oscurità e la pioggia ancora imperanti, le sagome di alcune navi; Thorgrim fu il primo a vederle. Inizialmente credette di stare sognando, che quelli che vedeva fossero solo miraggi, allucinazioni, ma poi si accorse che decine di drakkar, simili a quello su cui si trovava, stavano volgendo verso di lui. Sul più vicino, in posizione prominente, tenendosi con un braccio alla testa di drago scolpita sulla prua dell’imbarcazione, afferrando con l’altro un grosso martello, stava Thor, magnifico nella propria armatura, resa lucente dalla pioggia e dalle onde che la bagnavano di continuo. Sulle altre navi, che si avvicinarono a poco a poco, stavano gli altri dèi; tra di essi svettava Odino, che seguiva il figlio a breve distanza.

Il drakkar guidato da Thor puntò verso il mostro, che aveva ormai devastato la parte di prua del ponte della nave di Thorgrim e compagni. Il dio si teneva sempre aggrappato alla testa di drago: l’immagine che se ne aveva era di forza e valore incredibili. Thorgrim riprese dunque fiducia, confidando nelle doti belliche della divinità da lui invocata. Il Miðgarðsormr sembrò essere stato attirato da questa flotta spuntata dal nulla: trascurò la nave su cui aveva infierito fino a quel momento e si lanciò con forza contro Thor. Thorgrim non poté fare a meno di domandarsi se il mostro sapesse con chi stava per avere a che fare.

Il dio, senza mai smettere di osservare lo spaventoso nemico venuto dal mare, faceva roteare il suo Mjöllnir, in segno di sfida. Quando il mostro arrivò a una distanza sufficiente Thor vibrò il colpo, che si scaricò con incredibile violenza sopra ad alcuni denti del serpente, al punto che questi si troncarono di netto. La creatura si contrasse in una smorfia di dolore, mentre il dio si preparava a riattaccare. Il colpo seguente fece ondeggiare vistosamente il drakkar del dio, mentre gli uomini asserragliati nel Fjölnsviðr osservavano il combattimento, tifando a gran voce per la divinità. Thor fu colpito solo due volte, procurandosi profonde ferite sulle braccia e su un fianco. Il suo volto lasciava trasparire solo in minima parte il dolore che il mostro gli aveva causato: tante erano la determinazione del dio e la sua resistenza allo sforzo e alla sofferenza. Ma la sorpresa più grande venne da alcuni degli altri drakkar, su cui fino a quel momento pochi esseri umani si erano concentrati: nessuno lo comprese finché a spiegarlo non fu lo stesso Odino, ma su di essi si trovavano gli einherjar, i guerrieri caduti in battaglia che, da tempo immemore, alimentavano le fila del dio e che ogni giorno si esercitavano al combattimento nel Valhalla, in vista della battaglia finale. Non erano presenti tutti, ma erano in numero sufficiente a dare un senso di inferiorità anche al nemico più formidabile. Alla fine il Miðgarðsormr, bersagliato dalle frecce di umani ed einherjar e massacrato dai colpi di Thor, si ritirò nel mare da cui era spuntato, permettendo che, finalmente, si ristabilisse la quiete.

Gli dèi scortarono per il resto del viaggio il drakkar Fjölnsviðr e aiutarono gli uomini, colmi di gratitudine, a riparare i danni che esso aveva subito. La tempesta cessò e le nubi iniziarono a diradarsi, mentre i primi bagliori del giorno che stava venendo abbracciavano con dolcezza la maestosità senza tempo dell’Oceano infinito.

   
 
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