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Autore: Gavriel    03/01/2011    1 recensioni
- Ma sono qui, viva e vegeta! E se vuoi saperlo, non ho mai corsonessun pericolo mortale!
-Grazie a me, stellina_ Il cantante nel poster la guardava sardonico_Due volte, ti
ho impedito di morire, solo oggi: Quel volo nel fiume,te lo ricordi? e
prima, col phon.
Helori venne colpita nel vivo:
 -Io non mi ricordo di nessun fiume, e quel Phon era al sicuro ben...
-In bilico sul bordo della vasca?
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione! questo è un antefatto, un mostro che popola milioni di libri e che ha il solo compito di ritardare la vicenda di qualche pagina, saltate se siete pigri, leggete se siete curiosi, e se siete entrambi saltate e poi, ta qualche capitolo leggete, così ci sarà da colle gare qualche tassello..







Antefatto:
 Una cosa della quale non si sente il bisogno, ma che è comunque necessaria.




L
ancinante dolore, all'altezza dei polsi, polmoni pieni di sangue, viso tumefatto.
Il Custode arrancava verso l'imponente Struttura, al suo passaggio, ogni parete, anima, sasso o guardia si incurvava verso di lui, in una lenta deformazione: era la forza di gravità che Jaik, un corpo così concreto, esercitava su quell'universo impalpabile; davanti a lui svettava un edificio simile ad un'arena, con amplie finestre a guglie e  un'apertura al centro, vasta quanto la struttura stessa.
 Tenendo a fatica il collo in alto di lasciò sfuggire un sospiro, poi lo sguardo cadde sulle guardie da cui era scortato: ognuna teneva tra le mani un cappio,legato al suo collo. Jaik notò l'impercettibile incrinazione nelle loro figure; sarebbe facilmente pouto scappare, ma la stanchezza e il peso invisibile delle sue azioni, lo stesso che gli impediva di librarsi, lo trattennero. Desiderava solo annullarsi.
Non si accorse di quanto fosse vicina la struttura finchè non venne avvolto nella sua ombra fresca, lo scortarono fino ad un pertugio: quella non  era l'entrata principale, situata centinaia di metri più in alto, era quella destinata ai processati, e si diceva potesse essere varcata solo una volta nella vita. Jaik entrò solo, in un corridoio in penombra, toccò le pareti con un braccio legato: non si deformavano a contatto con la sua pelle, erano di vera pietra. Jaik si fermò per un attimo e appoggiò la fronte sulla parete: sentiva la pienezza delle pietre, la loro fisicità travolgerlo:  le viscere di quel mondo celeste,  il paradiso era posato su pilastri di materia.
Percorse il corridoio, posando i polpastrelli sulle pareti, e giunse all'uscita: per qualche istante rimase abbagliato, poi, quando i suoi occhi si abituarono alla luce, riconobbe l'ariosa cavea, le gradinate del consiglio
che correvano per tutto il perimetro.
Un piccolo manipolo di guardie provvedette a liberarlo e Jaik si ritrovò a camminare verso il centro del tribunale; passò uno sguardo alla giuria immobile: solo una figura dalla tribuna centrale parve seguire il suo movimento; Jaik girò il collo, aguzzò la vista e riconobbe una donna con lunghi capelli neri fissarlo. Jaik ebbe un tuffo al cuore: Ann… per un lungo istante si guardarono, finché lui non arrivò al centro. Il perimetro di guardie intorno a lui si allargò lasciandolo solo nello spiazzo.
Rimase in silenzio aspettando la pioggia dei capi d’accusa, ma non arrivò. Di contro si alzò dal seggio il capo consigliere:
- INTERVENTI NOTEVOLI NEL MONDO INTELLEGIBILE_ Jaik si inchinò istintivamente_ IL CUSTODE QUI PRESENTE DICHIARA DI ESSERE STATO AUTORE DI TALI AZIONI?
Jaik assentì, senza parlare. Si levò un'altro angelo, dal fondo delle tribuna dietro di lui:
-Cos'ha fatto di così grave per meritare l'annullamento?
-HA PROVOCATO LA MORTE DEL SUO PROTETTO_ risposeil Capo consigliere, poi aggiunse_  ALIK DJABRAILOV, prima del conflitto risolutivo.aggiuse abbassando la voce.
Il silenzio pervase l'arena. Jaik continuava a tenere il volto chino. D'improvviso sentì qualcosa sfiorargli il viso;alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono quelli di Ann: Jaik fece appena in tempo a biascicare un no, che venne catturato da quelle sfere nere. Ann gli prese il viso, vi si avvicinò ed appoggiò la propria fronte su quella del custode; Jaik sentì il dolore defluire, stava assorbendo il suo male,si stava alleggerendo.Non appena potè, appoggiò d'istinto i propri polpastrelli sul collo non più evanescente di Ann, per aumentare la superficie di contatto, ma li ritrasse subito, cercando di distogliersi completamente, ma il salvifico dell'angelo lo costringeva a tenere aperto il canale; presto non sentì più nulla, se non i piedi che non toccavano più il terreno, o la luce che aumentava, attraverso le sue palpebre schiuse. Piano piano, anche la disperazione diventatva vuota e scemava, il rimorso si dileguava nella luce, il sangue staccarsi da lui, ormai privo di qualunque forza attrattiva. Sentiva le braccia di Ann diventare sempre più rigida e pesante, e ben bresto fu jaik a sorreggerla; quando il contatto venne rotto, lei era sfinita e pesantissima: i lunghi capelli neri ricadevano verso il lontanissimo pavimento, i suoi occhi rimasero un poco in compagnia di quelli del custode, che, sfiorandole uno zigomo con le labbra le ritrasmise un po' di serenità. La portò dal capo consigliere, che la accolse  tra le braccia.
Da vicino gli parlò, guardanolo neglio occhi:
- Anche se hai lasciato morire uno degli uomini più importanti, rimani uno dei custodi più capaci dell'Intelligenza celeste, perciò ti verrà data un'altra possibilità di custodire, poi se vorrai potrai lasciarti decadere.
Il custode assentì, i suoi capelli danzarono al movimento del capo, sorrise, si voltò e spiccò un salto verso l'uscita,euforico.

Per coloro che detestano gli antefatti: perdonatemi, sono una di voi, ma volevo mantenere l'intreccio più lineare possibile, almeno per questi primi capitoli, che cosa dire, perdonatemi.

Grazie a yuuki, che mi ha aperto gli occhi sullamia sbadataggine, chiedo scusa: avendo cancellato il vecchio account ho perso anche il suo nick, mi ricordo solo la firma,  che è quella in celeste.


  
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