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Autore: Anonima92    03/01/2011    1 recensioni
Una ragazza. Lei e tutti i supplizi inflitti amaramente.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.»  Gandhi

 

 Nessuno aveva pietà di lei o esclamava: “Povera ragazza ha soltanto sedici anni!!!”. Non c’era il minimo accorto, nessuna preoccupazione solo un velo di indifferenza. La ragazza aveva provato a chiedere aiuto al mondo ma le era stato negato. Così come le era stato negato quell’amore che le provava invidia  al solo scorgere un abbraccio rivolto ad un bambino. Lei non aveva mai ricevuto alcun abbraccio dopo ogni accaduto, rimaneva immobile e cercava di abbracciare se stessa; era sempre stata a suo agio nel silenzio eppure quella mancanza di suoni o parole in quegli istanti la faceva rabbrividire. E così per l’ennesima volta si ritrovava da sola a piangere, mentre osservava il suo riflesso nello specchio. Il suo volto sembrava quello di una bambina, i suoi occhi le facevano paura,erano più verdi del solito e la guardavano duramente quasi come a giudicarla. Ecco cosa succede dopo aver passato una vita  nella violenza e nel dolore. Incominci ad assumerti colpe non  tue, ti maledici per non aver fatto qualcosa, per non essere più forte, per essere nata. I brutti ricordi sono sempre lì pronti ad attaccarti, non se ne vanno, hanno una marcia in più non possono essere cancellati. E così  se ti capita di avere un giorno sereno appaiono dal nulla  per ricordarti che non è cambiato niente e sei sempre intrappolata in una vita di merda!  Lei a cui stanno a cuore quei poveri bambini dell’Africa o di qualsiasi altro posto, lei che sta male per ogni evento catastrofico del telegiornale, lei che spera nella pace e nella giustizia, lei che viene picchiata ingiustamente ed è costretta pure a stare zitta. L’orecchio destro fa ancora un po’ male, non può appoggiarlo nemmeno sul cuscino, l’altro  non più. La tempia sembra quasi che le stia per scoppiare, il collo non può muoverlo correttamente. Il viso è rigato da grosse lacrime e gli occhi stanno perdendo quella luce e quella essenza  particolare che li ha sempre contraddistinti. Le ore di sonno non l’hanno aiutata molto, i suoi pensieri non sono per niente nitidi e chiari, potrebbe fare una pazzia o al contrario prendere una decisione saggia. Tutto come sempre spetta a  lei, si chiede se anche questa volta riuscirà a raccogliere tutti i pezzi , rimetterli insieme, rialzarsi, rincuorarsi e sorridere falsamente. Si chiede se ce la farà a ritornare ancora una volta fra i suoi coetanei che dimostrano solo superficialità, quella superficialità che gli invidia tanto, anche a lei piacerebbe avere solo i loro stessi problemi: un coprifuoco troppo severo, una festa a cui non si può partecipare, una minigonna che non si può indossare, un ragazzo che non si può avere. Invidia la loro spensieratezza, la loro preoccupazione per simili futilità, la loro adolescenza, le loro risate, l’estraneità che hanno verso le persone e il mondo.

  
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