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Autore: _Amaranto_    03/01/2011    2 recensioni
La storia d'amore tra una giovane ragazza,Yvonne,ed il suo giovane ed affascinante profesore di matematica.
Siate clementi è la prima storia che pubblico XD XD Buona lettura!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Dai piccola ci divertiremo…” Yvonne si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, perle di sudore brillavano sulla sua fronte, la gola secca ardeva e il suo cuore batteva all’impazzata. Era passata una settimana dall’aggressione di Richard e da una settimana Yvonne era tormentata da incubi, andare a dormire per lei voleva dire ripercorrere passo dopo passo quello che il mostro le aveva fatto su quella panchina, fortunatamente William era riuscito a salvarla giusto in tempo. Era il suo eroe, da quel giorno lui era stata tanto gentile e premuroso, nei pomeriggi si erano incontrati con il pretesto delle lezione private per parlare e conoscersi meglio. Si sentiva violentemente attratta da quel ragazzo ma era consapevole che quella  dovesse rimanere solo una stupida cotta di un adolescente per il suo giovane e attraente professore. Guardò l’orologio, erano le cinque,decise di alzarsi dal letto e vestirsi facendo attenzione a non svegliare Joanna. Aveva voglia di uscire ma dopo quello che era successo non se la sentiva di andare in giro per la scuola da sola. Il battito del suo cuore continuava a bussarle nel petto, non ce la faceva più a stare da sola, avrebbe tanto voluto che in quel momento ci fosse lui.

Arrivate le 10:00 vi era la lezione di matematica, il giovane che indossava un camicia con un gilet di lana rosso e pantaloni neri si apprestava a spiegare alcune regole alla lavagna sotto agli occhi di Yvonne che lo guardavano insistentemente. In effetti la ragazza non prestava molta attenzione alla spiegazione, era occupata a perdersi tra la voce calda del ragazzo, ad osservare il suo gracile corpo, i suoi ondulati capelli castani, il suo sguardo concentrato, la linea perfetta del suo naso, le sue morbide mani che ondeggiavano sulla lavagna afferrando un gessetto e le tornò in mente quanto fosse bello trovarsi tra le sue braccia. La ridestò dal suo sogno il suono della campanella, aspettò che fossero usciti tutti per andare a salutarlo.

“Ciao William!” bisbigliò sotto voce.

“Ciao Yvi, stai bene?” le chiese con la sua voce sensuale, ormai glielo chiedeva ogni volta.

“Si sto bene!” stava mentendo spudoratamente, non stava affatto bene, si sentiva morire e avrebbe tanto voluto il suo aiuto.

“Sei sicura?” chiese sospettoso

“Si, sicura” e detto questo arrivò il crollo, cominciò a piangere singhiozzando e si accasciò a terra con le mani sul viso.

“Dai su forza! Sapevo che sarebbe arrivato.” Dicendo la strinse forte a sé e le baciò leggermente la fronte.

“Cosa?” disse tra i singhiozzi

“Il momento del crollo, che ne dici se adesso io e te sgattaioliamo via e ce ne andiamo in posto tranquillo a parlare?” la incoraggiò sorridendo

“Ma sei impazzito,non possiamo, se il preside lo scopre ci uccide” il tono di voce della ragazza era sinceramente sorpreso.

“Fidati di me” si alzò,le porse la mani e la tirò su, poi aprì la porta  e percossero il corridoio in assoluto silenzio. Uscirono fuori e si diressero verso il dormitorio dei docenti, e allora Yvi capì-

“Tu dormi qui?”

“Si… purtroppo non posso permettermi un appartamento” disse ridendo. Salirono fino al terzo piano, poi il ragazzo estrasse la chiave dai pantaloni e aprì la porta. La stanza era perfettamente in ordine e appena vi entrò la ragazza fu avvolta da un fresco odore . Senza dire niente il ragazzo lasciò la mano a Yvonne e prese un sedia dove lui si sedette e fece cenno alla ragazza si accomodarsi davanti a lui sul letto.

“Allora, dimmi tutto quello che vuoi su qualsiasi cosa tu voglia.” Disse il ragazzo

“Come? Sei per caso un analista?” chiese la ragazza scossa

“No, meglio. Sono tuo amico e voglio aiutarti. In questo momento hai bisogno di sfogarti..” era vero, ancora una volta lui era riuscito e leggere i suoi pensieri. Il volto della ragazza era ancora bagnato dalle lacrime ed i suoi occhi arrossati ma prese un respiro e decise di confessare tutte le sue paure al giovane amico.

Io… Io sono tormentata dagli incubi. Tutte le notti rivivo quei momenti… da una settimana non riesco a dormire, non vorrei mai andare a dormire per non rivedere quegli occhi che mi fissano…” la ragazza balbettava e a stento riusciva a trattenere le lacrime. Il ragazzo la guardava dritta negli occhi e sul suo volto si leggeva chiaramente un’espressione sincera di rabbia e dolore, mise le mani su quelle di Yvonne e le disse:

“Oh Yvi, mi dispiace tanto non sarebbe dovuto succedere. Soprattutto a te…  Disse il ragazzo, in quel momento era tormentato dai sensi di colpa, era convito che tutto questo fosse successo a causa sua, lui aveva creato tutto questo, lui ne era il vero colpevole e doveva dire la verità alla ragazza. Yvonne guardò negli occhi il ragazzo e gli disse:

“Forse sto esagerando, infondo non è successo niente, per fortuna sei arrivato in tempo” la ragazza stava cominciando a calmarsi, parlare con lui le aveva fatto bene

“Non pensare nemmeno per un attimo a questo, non stai esagerando affatto. Quello che ti è successo è stato scioccante, non so io come avrei reagito al posto tuo.”

“Grazie, Will. Parlare con te mi ha fatto veramente bene.” Sorrise la ragazza mentre gli accarezzava la guance, il contatto con la sua pelle le fece venire i brividi.

“Per te farei questo e altro” disse toccandosi l’occhio ancora annerito dal pugno infertoli da Richard e sorridendo come solo lui sapeva fare

“A proposito come hai spiegato i lividi?” disse la ragazza addolorata alzando i capelli del ragazzo per scoprire tutti i lividi

“Ho detto che sono scivolato mentre mi facevo la doccia” disse ridacchiando e strappando una risata anche alla ragazza.

“Mi dispiace tanto”

“Non preoccuparti sono abituato ad essere pestato” disse sorridendo nascondendo il dolore che stava provando voleva dirle la verità ma aveva paura che se le avesse detto tutto l’avrebbe persa.

“Sai ho deciso di non denunciarlo” disse la ragazza abbassando lo sguardo

“Cosa a sei impazzita! Quel mostro deve pagare per quello che ha fatto” Will era furioso

“Tanto sarebbe inutile, i suoi genitori sono ricchi e pagheranno i migliore avvocati mentre i miei cercheranno soltanto di mettere tutto a tacere per non infangare la loro reputazione, e io farei la figura della pazza e non potrei sopportarlo” continuò a parlare tenendo lo sguardo basso.

“Ma quel ragazzo  ha tentato di stuprarti”

“Lo so, però non ci è riuscito. E poi hai sentito cosa ci ha detto? Che se l’avessi denunciato avrebbe fatto del male a te, e non voglio correre questo rischio”  al solo pensiero gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime

“Io non ho paura di lui” cercò di incoraggiarla il ragazzo

“Ma io si, e credimi è meglio lasciare perdere.”, Will le prese il viso tra le mani e le ripose:

“Fai come credi ma devi essere sicura di quello che fai”

“Si sono sicura. Sarà meglio per tutti se dimentico questa storia.”

“Potrai sempre contare su di me”

“Grazie” si scambiarono uno sguardo intenso mentre il viso di lei diventava sempre più rosso e i pensieri di lui erano sempre più dolorosi e incontrollabili, volevano uscire dalla sua bocca ma lui cercava di trattenerli, dopo quel attimo di silenzio la ragazza si alzò e disse: “Bè forse è meglio che vada adesso”, e si diresse verso la porta il ragazzo fece lo stesso e gliel’aprì

“Grazie di tutto”

“Grazie a te Yvi” la ragazza uscì e si diresse verso l’uscita stando attenta a non farsi vedere da nessuno. William era rimasto in camera accasciato davanti alla porta in preda ai suoi sensi di colpa, sarebbe andata a finire davvero male se lui non fosse arrivato in tempo, e non riusciva a sopportare di essere lui la causa del dolore che stava provando quella ragazza, quella ragazza che a lui stava tanto a cuore, quella ragazza a cui pensava tutti i giorni, quella ragazza di cui era attratto, quella ragazza di cui era profondamente innamorato.

Non riuscendo più a sopportare tutto quel dolore il ragazzo decise di rincorrere la ragazza per dirle tutta la verità. La cercò lungo i corridoi del dormitorio, lungo le scale chiamandola,da una finestra la vide, stava percorrendo il viale che conduceva alla scuola. Si precipitò fuori dall’edificio e correndo la chiamò

“Yvonne, Yvonne!” la ragazza sentendosi chiamare e riconoscendo la sua voce si fermò e si girò verso di lui, il ragazzo affannato le disse

“Yvonne io devo parlarti, è stata colpa mia. Tutto questo è successo a causa mia”disse nascondendo il viso tra le mani e scuotendo la testa, la ragazza confusa imitò il  gesto che William aveva fatto prima a lei  e gli scoprì il volto, i suoi occhi erano lucidi

“Will che ti succede? Non è colpa tua quello che è successo…”

“Si invece! Sono stato io a metterti quel voto assurdo, sono stato io a dirti di venire a ripetizioni quel pomeriggio e e… se penso a quello che avrebbe potuto farti se non fossi arrivato in tempo..” la ragazza lo interruppe

“Smettila, non è assolutamente colpa tua, non devi sentirti in colpa. Sono stata così stupida ad arrabbiarmi per uno stupido voto”

“Yvonne io... quel voto non lo meritavi, te l’ho dato apposta!” il ragazzo era sinceramente dispiaciuto e non riuscì più a guardarla negli occhi.

“TU mi hai messo apposta un brutto voto? E perché mai avresti dovuto farlo?” la ragazza era sorpresa,confusa, non riusciva più a capire.

“Per farmi odiare da te! È stato un atteggiamento infantile lo so, non avrei dovuto farlo. Ho pensato che se mi avresti odiato non avrei corso nessun rischio, ma poi mi sono subito pentito e ho capito che non posso stare senza di te!” detto questo la guardò negli occhi, i profondi occhi della ragazza brillavano di rabbia  e di stupore

“Correre dei rischi? Quali rischi?” Yvonne era sempre più confusa

“Il rischio di innamorarmi di te!” a queste parole il cuore di Yvonne si fermò, continuò a fissarlo senza dire una parola, William la guardava e non sapeva cosa fare, il desiderio di baciarla era troppo forte e mentre stava avvicinando il suo viso a quello della ragazza lei si allontanò velocemente e disse:

“Quello che hai fatto è ignobile. Potrei farti licenziare. Sei tu che venivi a parlarmi, sei tu che mi hai dato confidenza. Se non mi volevi tra i piedi bastava dirlo. Sai ti pensavo diverso e invece sei come tutte le altre persone” gli occhi lucidi per la rabbia e la tristezza per essere stata pugnalata alle spalle girò i tacchi e cammino velocemente dando le spalle al ragazzo

“Yvonne scusa. Io non volevo questo. Ti prego perdonami” la ragazza continuò a camminare piangendo e quando arrivò in camera sua si distese sul letto e continuò a piangere. Quando riuscì a calmarsi ripensò a tutto quello che era successo. Forse Era stata troppo dura con il professore, ma lui aveva tradito la sua fiducia. Ma nonostante tutto non riusciva ad essere arrabbiata con lui, era troppo legata a lui per odiarlo. Cercò con tutte le sue forze di odiarlo ma non ci riuscì. Decise che la mattina dopo sarebbe andata a parlargli e avrebbero chiarito.

Gray non riuscì a darsi pace, per tutti il pomeriggio ripensò allo sguardo della ragazza che lo guardava disgustata. L’aveva tradita, aveva fatto del male alla persona a cui voleva più bene. Ormai era troppo tardi per tornare in dietro, l’aveva persa e doveva rassegnarsi.

Yvonne rimase per tutto il pomeriggio in camera seduta sul suo letto e ripensare a quello che Will le aveva detto. Era stato un stronzo a metterle un voto che non meritava ma non riusciva a provare rancore e nella sua mente riecheggiava sempre la stessa frase –Il rischio di innamorarmi di te- lo stesso “rischio” che lei stava involontariamente correndo. Fino a quel giorno aveva sempre pensato che fosse solo una banale attrazione quello che provava per il professore ma non era così, l’aveva capito mentre il ragazzo si avvicinava a lei per baciarla e lei dovette combattere contro se stessa per resistergli. Ma non poteva amarlo, per la differenza d’età per il fatto che lui fosse il suo professore, doveva assolutamente tenersi alla larga da lui.

William continuava a pensare a lei, non poteva arrendersi senza combattere doveva andare a parlargli e non poteva aspettare la mattina. Decise di andare da lei. Erano le otto ,bussò alla porta della sua stanza. La ragazza le aprì e appena lo vide trasalì

“Lo so che non ti aspettavi la mia visita ma devo assolutamente parlarti!” con un gesto la ragazza lo invitò ad entrare

“Le tue amiche non ci sono?”

“No, sono andate in camera di Shannon per festeggiare il suo compleanno.” Rispose la ragazza

“E perché tu non sei andata?” chiese il ragazzo imbarazzato

“Non sono del umore adatto per andare ad una festa, ti dispiacerebbe arrivare al punto? Sono stanca”

“Oh si scusami. Sono venuto per dirti…” non sapeva che parole usare. Decise allora di non usare parole

“Veramente sono venuto per darti una cosa…”disse mentre si avvicinava alla ragazza, lei vedendo che le mani del ragazzo erano libere gli chiese:

“Cosa devi darmi?” il ragazzo senza risponderle le prese il viso tra le mani e le diede un bacio. Yvonne sentì le calde mani del professore sulle sue guance e subito dopo le sue morbide labbra sulle sue, non esitò a ricambiare il bacio cingendo il collo del ragazzo con le sue braccia.

 

 

Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo. Che ne dite? Fatemi sapere. Ringrazio tutti quelli che recensisco e chi ha messo la mia storia tra le SeguiteRicordarePreferite. Un bacio a tutti al prossimo capitolo. BUON ANNO A TUTTI!!!

  
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