“Dai piccola
ci divertiremo…” Yvonne si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, perle
di sudore brillavano sulla sua fronte, la gola secca ardeva e il suo cuore
batteva all’impazzata. Era passata una settimana dall’aggressione di Richard e
da una settimana Yvonne era tormentata da incubi, andare a dormire per lei
voleva dire ripercorrere passo dopo passo quello che il mostro le aveva fatto
su quella panchina, fortunatamente William era riuscito a salvarla giusto in
tempo. Era il suo eroe, da quel giorno lui era stata tanto gentile e premuroso,
nei pomeriggi si erano incontrati con il pretesto delle lezione private per
parlare e conoscersi meglio. Si sentiva violentemente attratta da quel ragazzo
ma era consapevole che quella dovesse
rimanere solo una stupida cotta di un adolescente per il suo giovane e
attraente professore. Guardò l’orologio, erano le cinque,decise di alzarsi dal
letto e vestirsi facendo attenzione a non svegliare Joanna. Aveva voglia di
uscire ma dopo quello che era successo non se la sentiva di andare in giro per
la scuola da sola. Il battito del suo cuore continuava a bussarle nel petto, non
ce la faceva più a stare da sola, avrebbe tanto voluto che in quel momento ci
fosse lui.
Arrivate le
10:00 vi era la lezione di matematica, il giovane che indossava un camicia con
un gilet di lana rosso e pantaloni neri si apprestava a spiegare alcune regole
alla lavagna sotto agli occhi di Yvonne che lo guardavano insistentemente. In
effetti la ragazza non prestava molta attenzione alla spiegazione, era occupata
a perdersi tra la voce calda del ragazzo, ad osservare il suo gracile corpo, i
suoi ondulati capelli castani, il suo sguardo concentrato, la linea perfetta
del suo naso, le sue morbide mani che ondeggiavano sulla lavagna afferrando un
gessetto e le tornò in mente quanto fosse bello trovarsi tra le sue braccia. La
ridestò dal suo sogno il suono della campanella, aspettò che fossero usciti
tutti per andare a salutarlo.
“Ciao
William!” bisbigliò sotto voce.
“Ciao Yvi,
stai bene?” le chiese con la sua voce sensuale, ormai glielo chiedeva ogni
volta.
“Si sto
bene!” stava mentendo spudoratamente, non stava affatto bene, si sentiva morire
e avrebbe tanto voluto il suo aiuto.
“Sei
sicura?” chiese sospettoso
“Si, sicura”
e detto questo arrivò il crollo, cominciò a piangere singhiozzando e si
accasciò a terra con le mani sul viso.
“Dai su
forza! Sapevo che sarebbe arrivato.” Dicendo la strinse forte a sé e le baciò
leggermente la fronte.
“Cosa?”
disse tra i singhiozzi
“Il momento
del crollo, che ne dici se adesso io e te sgattaioliamo via e ce ne andiamo in
posto tranquillo a parlare?” la incoraggiò sorridendo
“Ma sei
impazzito,non possiamo, se il preside lo scopre ci uccide” il tono di voce
della ragazza era sinceramente sorpreso.
“Fidati di
me” si alzò,le porse la mani e la tirò su, poi aprì la porta e percossero il corridoio in assoluto
silenzio. Uscirono fuori e si diressero verso il dormitorio dei docenti, e
allora Yvi capì-
“Tu dormi
qui?”
“Si… purtroppo
non posso permettermi un appartamento” disse ridendo. Salirono fino al terzo
piano, poi il ragazzo estrasse la chiave dai pantaloni e aprì la porta. La
stanza era perfettamente in ordine e appena vi entrò la ragazza fu avvolta da
un fresco odore . Senza dire niente il ragazzo lasciò la mano a Yvonne e prese
un sedia dove lui si sedette e fece cenno alla ragazza si accomodarsi davanti a
lui sul letto.
“Allora,
dimmi tutto quello che vuoi su qualsiasi cosa tu voglia.” Disse il ragazzo
“Come? Sei
per caso un analista?” chiese la ragazza scossa
“No, meglio.
Sono tuo amico e voglio aiutarti. In questo momento hai bisogno di sfogarti..”
era vero, ancora una volta lui era riuscito e leggere i suoi pensieri. Il volto
della ragazza era ancora bagnato dalle lacrime ed i suoi occhi arrossati ma
prese un respiro e decise di confessare tutte le sue paure al giovane amico.
“Io… Io sono tormentata dagli incubi. Tutte le notti rivivo
quei momenti… da una settimana non riesco a dormire,
non vorrei mai andare a dormire per non rivedere quegli occhi che mi fissano…” la ragazza balbettava e a stento riusciva a
trattenere le lacrime. Il ragazzo la guardava dritta negli occhi e sul suo
volto si leggeva chiaramente un’espressione sincera di rabbia e dolore, mise le
mani su quelle di Yvonne e le disse:
“Oh Yvi, mi
dispiace tanto non sarebbe dovuto succedere. Soprattutto a te…” Disse il ragazzo, in quel momento era
tormentato dai sensi di colpa, era convito che tutto questo fosse successo a
causa sua, lui aveva creato tutto questo, lui ne era il vero colpevole e doveva
dire la verità alla ragazza. Yvonne guardò negli occhi il ragazzo e gli disse:
“Forse sto
esagerando, infondo non è successo niente, per fortuna sei arrivato in tempo”
la ragazza stava cominciando a calmarsi, parlare con lui le aveva fatto bene
“Non pensare
nemmeno per un attimo a questo, non stai esagerando affatto. Quello che ti è
successo è stato scioccante, non so io come avrei reagito al posto tuo.”
“Grazie,
Will. Parlare con te mi ha fatto veramente bene.” Sorrise la ragazza mentre gli
accarezzava la guance, il contatto con la sua pelle le fece venire i brividi.
“Per te
farei questo e altro” disse toccandosi l’occhio ancora annerito dal pugno
infertoli da Richard e sorridendo come solo lui sapeva fare
“A proposito
come hai spiegato i lividi?” disse la ragazza addolorata alzando i capelli del
ragazzo per scoprire tutti i lividi
“Ho detto
che sono scivolato mentre mi facevo la doccia” disse ridacchiando e strappando
una risata anche alla ragazza.
“Mi dispiace
tanto”
“Non
preoccuparti sono abituato ad essere pestato” disse sorridendo nascondendo il
dolore che stava provando voleva dirle la verità ma aveva paura che se le
avesse detto tutto l’avrebbe persa.
“Sai ho
deciso di non denunciarlo” disse la ragazza abbassando lo sguardo
“Cosa a sei
impazzita! Quel mostro deve pagare per quello che ha fatto” Will era furioso
“Tanto
sarebbe inutile, i suoi genitori sono ricchi e pagheranno i migliore avvocati
mentre i miei cercheranno soltanto di mettere tutto a tacere per non infangare
la loro reputazione, e io farei la figura della pazza e non potrei sopportarlo”
continuò a parlare tenendo lo sguardo basso.
“Ma quel
ragazzo ha tentato di stuprarti”
“Lo so, però
non ci è riuscito. E poi hai sentito cosa ci ha detto? Che se l’avessi
denunciato avrebbe fatto del male a te, e non voglio correre questo
rischio” al solo pensiero gli occhi le
si riempirono di nuovo di lacrime
“Io non ho
paura di lui” cercò di incoraggiarla il ragazzo
“Ma io si, e
credimi è meglio lasciare perdere.”, Will le prese il viso tra le mani e le ripose:
“Fai come
credi ma devi essere sicura di quello che fai”
“Si sono
sicura. Sarà meglio per tutti se dimentico questa storia.”
“Potrai
sempre contare su di me”
“Grazie” si
scambiarono uno sguardo intenso mentre il viso di lei diventava sempre più
rosso e i pensieri di lui erano sempre più dolorosi e incontrollabili, volevano
uscire dalla sua bocca ma lui cercava di trattenerli, dopo quel attimo di
silenzio la ragazza si alzò e disse: “Bè forse è meglio che vada adesso”, e si
diresse verso la porta il ragazzo fece lo stesso e gliel’aprì
“Grazie di
tutto”
“Grazie a te
Yvi” la ragazza uscì e si diresse verso l’uscita stando attenta a non farsi
vedere da nessuno. William era rimasto in camera accasciato davanti alla porta
in preda ai suoi sensi di colpa, sarebbe andata a finire davvero male se lui
non fosse arrivato in tempo, e non riusciva a sopportare di essere lui la causa
del dolore che stava provando quella ragazza, quella ragazza che a lui stava
tanto a cuore, quella ragazza a cui pensava tutti i giorni, quella ragazza di
cui era attratto, quella ragazza di cui era profondamente innamorato.
Non
riuscendo più a sopportare tutto quel dolore il ragazzo decise di rincorrere la
ragazza per dirle tutta la verità. La cercò lungo i corridoi del dormitorio,
lungo le scale chiamandola,da una finestra la vide, stava percorrendo il viale
che conduceva alla scuola. Si precipitò fuori dall’edificio e correndo la
chiamò
“Yvonne,
Yvonne!” la ragazza sentendosi chiamare e riconoscendo la sua voce si fermò e
si girò verso di lui, il ragazzo affannato le disse
“Yvonne io
devo parlarti, è stata colpa mia. Tutto questo è successo a causa mia”disse nascondendo
il viso tra le mani e scuotendo la testa, la ragazza confusa imitò il gesto che William aveva fatto prima a lei e gli scoprì il volto, i suoi occhi erano
lucidi
“Will che ti
succede? Non è colpa tua quello che è successo…”
“Si invece!
Sono stato io a metterti quel voto assurdo, sono stato io a dirti di venire a
ripetizioni quel pomeriggio e e… se penso a quello
che avrebbe potuto farti se non fossi arrivato in tempo..” la ragazza lo
interruppe
“Smettila,
non è assolutamente colpa tua, non devi sentirti in colpa. Sono stata così
stupida ad arrabbiarmi per uno stupido voto”
“Yvonne
io... quel voto non lo meritavi, te l’ho dato apposta!” il ragazzo era
sinceramente dispiaciuto e non riuscì più a guardarla negli occhi.
“TU mi hai
messo apposta un brutto voto? E perché mai avresti dovuto farlo?” la ragazza
era sorpresa,confusa, non riusciva più a capire.
“Per farmi
odiare da te! È stato un atteggiamento infantile lo so, non avrei dovuto farlo.
Ho pensato che se mi avresti odiato non avrei corso nessun rischio, ma poi mi
sono subito pentito e ho capito che non posso stare senza di te!” detto questo
la guardò negli occhi, i profondi occhi della ragazza brillavano di rabbia e di stupore
“Correre dei
rischi? Quali rischi?” Yvonne era sempre più confusa
“Il rischio
di innamorarmi di te!” a queste parole il cuore di Yvonne si fermò, continuò a
fissarlo senza dire una parola, William la guardava e non sapeva cosa fare, il
desiderio di baciarla era troppo forte e mentre stava avvicinando il suo viso a
quello della ragazza lei si allontanò velocemente e disse:
“Quello che
hai fatto è ignobile. Potrei farti licenziare. Sei tu che venivi a parlarmi,
sei tu che mi hai dato confidenza. Se non mi volevi tra i piedi bastava dirlo.
Sai ti pensavo diverso e invece sei come tutte le altre persone” gli occhi
lucidi per la rabbia e la tristezza per essere stata pugnalata alle spalle girò
i tacchi e cammino velocemente dando le spalle al ragazzo
“Yvonne
scusa. Io non volevo questo. Ti prego perdonami” la ragazza continuò a
camminare piangendo e quando arrivò in camera sua si distese sul letto e
continuò a piangere. Quando riuscì a calmarsi ripensò a tutto quello che era
successo. Forse Era stata troppo dura con il professore, ma lui aveva tradito
la sua fiducia. Ma nonostante tutto non riusciva ad essere arrabbiata con lui,
era troppo legata a lui per odiarlo. Cercò con tutte le sue forze di odiarlo ma
non ci riuscì. Decise che la mattina dopo sarebbe andata a parlargli e
avrebbero chiarito.
Gray non
riuscì a darsi pace, per tutti il pomeriggio ripensò allo sguardo della ragazza
che lo guardava disgustata. L’aveva tradita, aveva fatto del male alla persona
a cui voleva più bene. Ormai era troppo tardi per tornare in dietro, l’aveva
persa e doveva rassegnarsi.
Yvonne
rimase per tutto il pomeriggio in camera seduta sul suo letto e ripensare a
quello che Will le aveva detto. Era stato un stronzo a metterle un voto che non
meritava ma non riusciva a provare rancore e nella sua mente riecheggiava
sempre la stessa frase –Il rischio di innamorarmi di te- lo stesso “rischio”
che lei stava involontariamente correndo. Fino a quel giorno aveva sempre
pensato che fosse solo una banale attrazione quello che provava per il
professore ma non era così, l’aveva capito mentre il ragazzo si avvicinava a
lei per baciarla e lei dovette combattere contro se stessa per resistergli. Ma
non poteva amarlo, per la differenza d’età per il fatto che lui fosse il suo
professore, doveva assolutamente tenersi alla larga da lui.
William
continuava a pensare a lei, non poteva arrendersi senza combattere doveva
andare a parlargli e non poteva aspettare la mattina. Decise di andare da lei. Erano
le otto ,bussò alla porta della sua stanza. La ragazza le aprì e appena lo vide
trasalì
“Lo so che
non ti aspettavi la mia visita ma devo assolutamente parlarti!” con un gesto la
ragazza lo invitò ad entrare
“Le tue
amiche non ci sono?”
“No, sono andate
in camera di Shannon per festeggiare il suo compleanno.” Rispose la ragazza
“E perché tu
non sei andata?” chiese il ragazzo imbarazzato
“Non sono
del umore adatto per andare ad una festa, ti dispiacerebbe arrivare al punto?
Sono stanca”
“Oh si scusami.
Sono venuto per dirti…” non sapeva che parole usare.
Decise allora di non usare parole
“Veramente
sono venuto per darti una cosa…”disse mentre si
avvicinava alla ragazza, lei vedendo che le mani del ragazzo erano libere gli
chiese:
“Cosa devi
darmi?” il ragazzo senza risponderle le prese il viso tra le mani e le diede un
bacio. Yvonne sentì le calde mani del professore sulle sue guance e subito dopo
le sue morbide labbra sulle sue, non esitò a ricambiare il bacio cingendo il
collo del ragazzo con le sue braccia.
Ciao
a tutti! Ecco un nuovo capitolo. Che ne dite? Fatemi sapere. Ringrazio tutti
quelli che recensisco e chi ha messo la mia storia tra le
SeguiteRicordarePreferite. Un bacio a tutti al prossimo capitolo. BUON ANNO A
TUTTI!!!