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Autore: _Frah    03/01/2011    9 recensioni
«Sono in una costante caduta libera»
«E tu, in questa caduta, stai cercando di trascinare anche me?»
Frah ©
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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«Mi chiamo Felicity»
sentii parlare in sottofondo alla musica che stavo ascoltando e alzai la testa. Una ragazza castana mi sventolava la mano davanti agli occhi. Sbuffando mi levai una cuffia
«Che vuoi?»
gli chiesi arrogante. Mi fissò quasi incantata, come se mi stesse spiando all’interno, ma dopo qualche secondo scosse la testa
«Niente, voglio solo conoscerti»
alzai il sopracciglio sorpreso. Nessuno mi si avvicinava da anni e lei voleva addirittura... conoscermi?
«Io no. Ora puoi andare»
ripresi il libro da dove l’avevo lasciato e non feci in tempo a rimettermi la cuffia nell’orecchio che lei si mise a ridere. Ok, lo devo ammettere. Aveva un sorriso meraviglioso, quasi contagioso.
«Ovvio che no! Che leggi?»
si avvicinò con la sedia alla mia e prese il mio libro tra le mani. Non aveva paura di me. Se ne fregava delle cose che diceva la gente sul mio conto. Era diversa.
«Strano libro. Non ne ho mai sentito parlare»
posò il suo sguardo su di me
«Si, lo so. Infatti l’ho trovato su una panchina al parco»
mi ripresi il libro, mi alzai e mi incamminai nervoso verso l’aula magna. Non potevo. Non potevo far entrare gente sconosciuta nella mia vita. Mi guardai alla mia destra ed eccola, che camminava affianco a me. Roteai gli occhi, la presi per un polso e la trascinai in un’aula vuota.
«Beh. Almeno accendi la luce»
trovai l’interruttore e la luce gialla si riscaldò lentamente
«Lo sai che potrei ucciderti?»
nessun cenno di paura. urlo. niente
«Così mi hanno detto»
si sedette su un banco e appoggiò la schiena al muro, mi guardò con i suoi occhi grigi chiaro con un contorno nero corvino, che faceva risaltare il grigio. Non potevo far a meno di fissarli, erano splendidi, come lei, infondo.
«Se te lo stai chiedendo. No, non ho paura di te»
mi avvicinai a lei velocemente e la bloccai al muro prendendola dai polsi
«Senti. La mia pazienza ha un limite molto limitato. Anzi, forse un limite nemmeno c’è l’ha quindi non scocciarmi»
«Non ho paura di te»
ripeté tranquilla
«Ok.  Facciamola finita a modo mio»
la lasciai e presi il mio coltellino dalla tasca
«Carino, piccolo, pratico. Ma lo sai che se ti beccano ti mettono dentro?»
disse ridendo. La fulminai e  si mise in silenzio. Le alzai la maglietta piano e con la punta del coltellino gli sfiorai tutto il fianco sinistro
«Credo che potrei prima non so... violentarti?»
mi morsi il labbro immaginandomi la scena
«Certo. Fai pure»
chiuse gli occhi sorridendo mentre io continuavo la mia esplorazione sotto la sua maglietta estiva.
«Lo so che sei  buono. Credo che fare amicizia con me ti faccia bene sai? Voglio dire, sono una scocciatura e credo che tu l’abbia capito da solo. Mi dispiace che stai da solo... tutto qui»
la guardai. I nostri visi erano davvero troppo vicini tanto che sentivo il suo respiro tranquillo sul mio collo. Pesca. Lei, la sua pelle sapeva di pesca in quel momento. Morbida, liscia, leggera. Avvolte le donne fanno delle cose che potresti rimanerci secco. Potresti passare un’intera vita a capire, a cercare di fare come loro. Ma son sarai mai capace di avere quella leggerezza che hanno solo loro. Rimisi il coltellino nella sua fodera e lo feci cadere nella tasca del jeans, ormai consumato. Gli sistemai la maglietta, notai due o tre smagliature e una scritta tatuata sul fianco destro, ma non riuscì a leggere. Poco importa .
«Non sono solo»
riaprì gli occhi, mi erano mancati in un certo senso. Quel grigio su di me, che non mi faceva sentire invisibile o un peso.
«Ne sei sicuro... Joseph?»
sbuffai riprendendomi la borsa ed uscii veloce. Aveva ragione.  Maledettamente ragione. Ero solo. Frequentavo solo gente che non volevo frequentare e il mio ultimo appuntamento con una vera ragazza risaliva a più di un anno e mezzo prima. Solo qualche sera mi concedevo a una sveltina con qualche sconosciuta recuperata in qualche pub o consigliata da Marcus. Entrai in aula e mi misi al solito posto, ultima fila, ultimo banco. Presi i libri e li sbattei sul banco e mi abbandonai sulla sedia.
«Ti è piaciuto il giro turistico sotto la mia maglietta?»
si era seduta affianco a me e guardava gli altri studenti entrare
«Spiegami perché tieni tanto a me»
chiesi sbuffando e appoggiai i piedi sulla sedia davanti
«Come? Vuoi uscire con me? Certo!»
si alzò eccitata e iniziò a scrivere qualcosa sul mio libro
«Che? Io non ho detto questo»
posò la penna e mi diede un delicato bacio sulla guancia. Non riuscì a dire più una parola. Ero paralizzato
«Quello è il mio indirizzo. Ti aspetto alle otto e mezza. Sii puntuale»
neanche il tempo di contraddirla che lei era già volata fuori. Sprofondai nella sedia. Tanto non ci vado, credo. 





Salve donneH :3
Spero che questo secondo capitolo sia stato mooolto meglio del primo. Sul serio... ditemi tutto quello che pensate. Io accetto tutto tutto tutto, anche se mi dite che sono una ciccia di strada io l'accetto -w- Ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto già la storia nei preferiti e nelle seguite. grazie grazie grazie <3
Risponderò alle recensioni, se ce ne saranno, molto volentieri :3
Un bacio,

 

Frah

   
 
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