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Autore: Dita d_Inchiostro    03/01/2011    3 recensioni
Questa raccolta nasce dalla riproduzione casuale del mio iPod, da cui ho scelto dieci canzoni e in seguito dieci personaggi.
Potrà sembrare banale, ma credo che a tutti faccia piacere avventurarsi nell'animo dei propri personaggi preferiti, imparando a conoscerli meglio.
Spero quindi che questa raccolta di dieci storie possa soddisfarvi!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Angolo autrice: Mi ha sempre affascinato la coppia, o forse è meglio dire "non-coppia", Mirtilla/Draco e ritengo che nel sesto libro non sia stato dato loro abbastanza spazio. Ho voluto dunque dedicarle la prima canzone della mia raccolta.  Spero che possa piacervi!

Link canzone:  http://www.youtube.com/watch?v=RvnkAtWcKYg

Link del testo della canzone in originale:  http://www.angolotesti.it/P/testi_canzoni_paramore_7249/testo_canzone_decode_852316.html

Link del testo della canzone tradotto:  http://www.testimania.com/testitradotti/3859.html




Decode


La prima volta che Draco Malfoy era comparso nel bagno delle ragazze al primo piano, Mirtilla Malcontenta era rimasta ad osservarlo, nascosta nel suo gabinetto.

Aveva già sentito parlare di Malfoy: quante giovani Serpeverdi si erano rifugiate a piangere nel bagno, disperate perché “Draco” le aveva lasciate? Mirtilla si era perciò fatta un’idea piuttosto chiara di quel ragazzo: era lo studente più amato dalle sue coetanee e non, un tipo intelligente e ambizioso, e allo stesso tempo incredibilmente… Stronzo. Il ritratto di un perfetto Serpeverde insomma, una persona che, se avesse incontrato Mirtilla quando era ancora viva, non si sarebbe fatto scrupoli a prenderla in giro.

Per questo motivo le prime volte che Draco Malfoy si era rifugiato nel bagno, Mirtilla l’aveva opportunamente evitato. Ben presto, però, la sua indole da crocerossina aveva avuto la meglio. Non riusciva proprio a riconoscere in quel ragazzo triste e sfiduciato il terribile dongiovanni che altre ragazze avevano descritto.

Un giorno uscì così dal proprio nascondiglio, avanzando imbarazzata e preoccupandosi di non far rumore. - Che sciocca! - pensò poi: lei era un fantasma, come poteva far rumore se nemmeno sfiorava il pavimento?

Draco Malfoy era appoggiato al lavandino, con un’aria affranta, gli occhi ormai asciutti per le troppe lacrime consumate.

“Perché piangi?” domandò Mirtilla, diretta.

Il ragazzo sobbalzò, stupito perché non aveva visto il riflesso del fantasma nel vetro. “Chi sei?” domandò quando ebbe inquadrato la figura sfumata della ragazza.

“Piacere” disse lei con un sorriso “io sono Mirtilla Malcontenta”. Chissà cosa poteva pensare quel ragazzo così bello e avvenente della sciocca, piagnucolosa e grassottella Mirtilla? Si vergognò del proprio aspetto.

“Ah…” commentò lui, atono. Draco aveva già sentito qualcosa sul fantasma che infestava il bagno del primo piano. Alcune sue compagne l’avevano definita una ragazzina triste e suscettibile, ragioni sufficienti per starle lontani. E ora lui si trovava faccia a faccia con il famoso fantasma malinconico. Tanto valeva presentarsi.

“Io sono Dr-"

“Tu sei Draco Malfoy! Lo so!” esclamò cordiale Mirtilla.

Il biondo annuì, asciugandosi per l’ennesima volta gli occhi e sperando che il fantasma non l’avesse visto piangere. Sarebbe stato tremendamente umiliante.

“Allora? Non mi hai ancora detto perché piangevi!”

“P-perché piangevo?” domandò lui balbettando.

“Esatto! Non credere che non ti abbia visto!”

Oh no, il ragazzo sembra tutto tranne che un conquistatore, rimuginava Mirtilla. Con la camicia sciupata e il viso pallido sembrava solo un povero naufrago in una terra straniera, dove nessuno comprendeva la sua lingua e la sua disperazione.

All’improvviso Draco scoppiò a ridere. In fondo la situazione era comica, pensava il ragazzo. Nessuno tra i suoi amici e i suoi compagni di scuola avevano avuto il coraggio di chiedergli cos’era accaduto al vecchio Malfoy, e ora quel timido e suscettibile fantasma di più di cinquanta anni gli domandava con naturalezza perché piangeva.

“Tu, ” iniziò “tu vuoi sapere perché piangevo?”

Mirtilla Malcontenta iniziava a chiedersi se Malfoy avesse dei problemi di comprensione. Annuì nuovamente.

Il ragazzo smise all’improvviso di ridere. Le intenzioni della ragazzina allora erano serie.

Mirtilla si avvicinò a lui, in un turbine di luce grigiastra. “Se me lo dici, forse… Forse ti posso aiutare”.

Draco piegò la testa, imbarazzato. Nessuno gli aveva mai offerto il suo aiuto, e lui non si era mai abbassato a chiederlo a nessuno. Nemmeno il professor Piton, con i suoi grandi discorsi, era riuscito a convincerlo ad accettare i suoi consigli.

“Nessuno mi può aiutare, nessuno mi può capire” disse.

“Perché non provi a spiegarmelo?”

Draco guardò per la prima volta negli occhi la ragazzina. Nel suo viso paffuto risplendevano gli occhi, neri come due bottoni. Nonostante il colore grigiastro che caratterizzava lo spirito gli occhi apparivano ancora vivi, come se non fosse mai stata colpita dallo sguardo micidiale del Basilisco.

Nello stesso momento Mirtilla osservava i lineamenti perfetti del Serpeverde. Nonostante il pallore e gli occhi rossi, non poteva non ammettere che fosse un bel ragazzo. Gli occhi azzurri apparivano però nascosti da un sottile velo di lacrime.

“Si, forse posso provarci” affermò Draco.


In realtà Mirtilla non venne a conoscenza di tutti i segreti di Draco Malfoy. Ne ebbe però un’infarinatura generale. Sapeva per esempio che il ragazzo doveva compiere una missione molto difficile, che andava contro le regole della scuola.

Non aveva idea però di quale missione si trattava. Sapeva solo che a volte Draco aveva paura di non riuscire a portarla a termine, e questo avrebbe portato conseguenze gravissime, e si rifugiava quindi nel suo bagno, a disperarsi.

A Mirtilla però questo non bastava. Come ogni ragazza era particolarmente curiosa e non aveva nessun altro scopo se non scoprire il vero motivo per cui Draco Malfoy era così afflitto.

Glielo domandò diverse volte, ma lui rispondeva sempre con la sua risata. “Non potresti mai capire!” esclamava.

Mirtilla rimaneva sempre offesa da questa frase, odiava il fatto che lui la considerasse troppo stupida per afferrare il concetto. Ma non demordeva.

E soprattutto non smetteva mai di consolare il povero, abbattuto Draco.


Era da un po’ che il ragazzo non le faceva visita, perciò Mirtilla rimase piuttosto sorpresa quando lo vide comparire agitato nel suo bagno.

Malfoy non parve nemmeno accorgersi della sua presenza; tremando, si appoggiò ad un lavandino e si spruzzò dell’acqua sul viso.

“Draco, cosa…” iniziò il fantasma. Non le era mai capitato di vedere il suo amico, come spesso amava definirlo, in quello stato.

“Sta zitta!” urlò lui.

Mirtilla si fermò, contrariata. Per quanto Draco le fosse apparso triste e sconfortato non si era mai comportato così con lei. C’era chiaramente qualcosa che non andava.

Fluttuando, si avvicinò al ragazzo. Lui non si mosse di un millimetro.

Mirtilla Malcontenta notò, con una fitta al cuore (ma come poteva avere un cuore, poi, era un fantasma!), che Draco stava piangendo. Singhiozzava, senza ritegno, incurante dell’impalpabile presenza al suo fianco.

Mirtilla continuava a domandarsi il perché. Cosa poteva portare un ragazzo duro come Malfoy a disperarsi così, qual era la missione che lo affliggeva così tanto?

“Draco…”

Lei gli appoggiò una mano sulla spalla. Aspettò un suo qualsiasi segno, anche uno scatto di rabbia, ma il ragazzo continuò a piangere, ininterrottamente.

- Ah già, dimenticavo - pensò la ragazza - sono morta.

“Draco, perché non vuoi dirmelo? Perché non vuoi dirmi tutto? Io potrei aiutarti… Farei tutto il possibile per aiutarti!”

Malfoy alzò lo sguardo. Per la prima volta Draco guardò davvero quella ragazzina, quel fantasma da cui, per mesi e mesi, si era rifugiato, per sfogarsi, per farsi consolare. L’aveva usata, naturalmente, come faceva con tutti. Ma non si sarebbe mai aspettato una tale devozione da una creatura così inferiore rispetto a lui, una Mezzosangue, addirittura.

“Lo vuoi davvero sapere?”


The truth is hiding in your eyes

And its hanging on your tongue


La verità si nasconde nei tuoi occhi

E resta in attesa sulla tua lingua


Mirtilla annuì vigorosamente.

“Saperlo potrebbe ucciderti, lo sai?”

La ragazzina scoppiò in una risata roca. “Sono già morta! Cosa vuoi che possa succedermi ancora?”

“Qualcosa di peggio” sussurrò Draco, con voce cupa.

Mirtilla rabbrividì.


There is something that I see in you

It might kill me

I want it to be true


C’è qualcosa che vedo in te

Potrebbe uccidermi

Voglio che diventi realtà


Ma in fondo cos’aveva quel piagnucoloso fantasma da perdere? Da tempo si era resa conto che Draco era diventato la cosa più importante al mondo per lei, l’unica che contava davvero da quasi cinquant’anni, da quando era morta.

Lui naturalmente non avrebbe mai scoperto che la piccola Mirtilla Malcontenta si era innamorata di Draco Malfoy, ma a lei non importava.


I'm screaming "I love you so..."

But my thoughts you can't decode


Sto urlando che ti amo

Ma tu non puoi decifrare i miei pensieri


Cos’aveva dunque da perdere?

Ma ormai era tardi. Il breve momento il cui Draco era stato sul punto di rivelare tutto era terminato. Mirtilla aveva perso il momento in cui avrebbe potuto veramente cambiare la sua non-vita.

“Nessuno può aiutarmi,” riprese Draco “non posso farlo… Non funzionerà… E se non lo faccio presto… Lui dice che mi ucciderà…”

Prima che Mirtilla avesse il tempo di interrogarsi su chi volesse uccidere Draco, un ragazzo fece la sua irruzione nella stanza. Era Harry Potter, il famoso, il “Prescelto” Harry Potter.

Malfoy, d’istinto, gli lanciò una maledizione. E da quel momento per Mirtilla fu solo uno scintillio di bacchette e di luci. Non aveva mai assistito ad un vero e proprio combattimento tra maghi, ma quello non era certo il momento adatto.

“No! No! Basta! BASTA!” Il suo ultimo urlo fu quasi coperto a causa dello schianto della cassetta del Water su cui era seduta. Una cascata d’acqua fu riversata nella stanza. Potter scivolò a terra, ma ebbe prima il tempo di scagliare una maledizione su Draco.

“SECTUMSEMPRA!” urlò.

Draco cadde a terra, del sangue sgorgava dalle ampie ferite sul petto e sul viso.

Mirtilla ne rimase sconvolta, la visione del suo amato, ferito e in una pozza rossa, era troppo dura da sopportare.

“ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO!” il suo stesso urlo l’assordò.

Nel giro di pochi istanti il professor Piton entrò impetuosamente nella stanza. Dei minuti successivi, Mirtilla ricordò solo del professore che portava Draco in infermeria e del proprio urlo disperato quando fu mandata via.


Nei giorni successivi Mirtilla venne a sapere che il giovane Malfoy stava bene e si stava riprendendo dall’attacco. Lei tirò un sospiro di sollievo. Con la sua indole drammatica stava già immaginando il funerale dell’amico.

Restava solo un piccolo fatto: non aveva ancora scoperto qual era l’importante missione di Draco, e lei non poteva accettare questo fatto.

In una silenziosa notte di primavera si avventurò così nei corridoi deserti del castello. Raggiunse l’infermeria e, sperando di non essere vista da Madama Chips, entrò. Non ebbe difficoltà a trovare il ragazzo, dato che il suo era l’unico letto occupato.

Draco riposava supino, con lo sguardo rivolto verso l’alto.

“Come stai?” domandò Mirtilla, imbarazzata.

Lui la guardò appena. “Bene” rispose con voce monocorde.

“E’ la prima volta che te lo sento dire” commentò lei.

Malfoy sorrise. Era la prima volta, pensò Mirtilla con una scintilla d’emozione, che lo vedeva ridere.

“Vuoi ancora saperlo, vero?” domandò il Serpeverde. Lei annuì.

Per qualche istante nella stanza aleggiò il silenzio. Poi Malfoy irruppe, cambiando completamente discorso: “Che giorno è oggi?”

“Il 9 giugno” rispose Mirtilla, sorpresa.

Draco continuava a guardare il soffitto. “E’ già ora” commentò.

Prima che il fantasma avesse il tempo di porre altre domande, Draco si alzò, leggermente barcollante.

“Vuoi che ti aiuti?” domandò lei, premurosa.

“Non essere sciocca, come puoi aiutarmi? Sei un fantasma!”

Mirtilla abbassò lo sguardo, mortificata. Quando tornò a guardare il ragazzo, quest’ultimo si stava togliendo la sottile maglietta che portava, per indossare la camicia scura ordinatamente piegata sul letto.


What kind of man that you are, If you're a man at all

Well, I will figure this one out on my own


Che tipo di uomo sei, se sei un uomo

Allora questo lo scoprirò da sola


“Draco, cos’hai lì… Sul braccio sinistro…”

Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che la risposta le apparve in mente, chiara come il sole.

Un Mangiamorte. Ecco cos’era il povero Malfoy. Un Mangiamorte, nient’altro che un seguace di Voldemort.

Draco sorrise, di nuovo.

“Beh, ora lo sai” disse mentre si abbottonava la camicia “e fra poco lo sapranno tutti”.

Mirtilla lo fissava piena di terrore. Non per quello che avrebbe potuto farle lui (tanto lei era un fantasma!), ma perché ora le sue parole sussurrate tra le lacrime ora acquistavano davvero un senso.

“Stai tranquilla,” disse lui infilando la bacchetta nella tasca della giacca “non mi accadrà niente”.

Mirtilla si chiese come avesse fatto a leggerle nel pensiero. Draco Malfoy le si avvicinò, con un sorriso triste dipinto sul volto. “Beh, immagino che noi ci salutiamo qui…”

Mirtilla annuì, cercando per la prima volta nella sua vita di trattenere le lacrime.

Grazie”, borbottò lui.

“Cosa?”

“Niente, niente”.

Eppure anche l’orgoglioso Draco Malfoy aveva avuto il coraggio di ringraziare qualcuno.


Si salutarono così, uno con il sorriso di chi sa di andare incontro alla morte e l’altra con l’amarezza di chi ha perso il primo vero amore.

Ma una domanda continuava a frullare nella testa di Mirtilla Malcontenta…



How did we get here?

I use to know you so well

How did we get here?

Well, I think I know


Come siamo arrivati qui?

Ti conoscevo così bene

Ma come siamo arrivati qui?

Penso di saperlo

  
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