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Autore: nemy1990    03/01/2011    13 recensioni
Silente fa un incantesimo a Piton.
Per un giorno avrà dentro di sè una parte dell'uomo che gli somiglia più al mondo: Renato Zero, attraverso cui ritroverà dentro di sè quell'umanità che ha sempre mascherato.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Demenzialità notturna'
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Un giorno da Renato Zero

Severus Piton stava camminando per i corridoi di Hogwarts con aria alquanto frustrata.
Per il magnifico trio era il quinto anno, quando la scuola di magia era sotto il controllo del Ministero per mezzo della Professoressa Umbridge.
L'Esercito di Silente, quindi, era nel pieno della sua attività e quando Piton seppe da Silente che tra non molto quest'ultimo sarebbe stato messo da parte, si fiondò nel suo ufficio.
Quello stesso giorno Piton era stato quasi umiliato dall'inquisizione della Umbridge che lo aveva punzecchiato per il fatto che aveva sempre voluto la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, senza mai riuscire ad appropiarsene.
Quanto entrò nell'ufficio di Silente, il preside sorrise.
"Ti stavo aspettando Severus, prego accomodati".
Severus si sedette davanti al Preside.
"Ebbene?"
"Che hai fatto Severus... ti vedo alquanto frustrato".
"La cosiddetta -professoressa- Umbridge mi ha infastidito."
"Prendi tutto troppo sul serio, amico mio".
"Come potrei non farlo? Sà benissimo cosa ho passato... poi vedo Potter e vorrei... vorrei..."
Piton non finì la frase, accasciandosi sulla sedia in modo alquanto singolare, rispetto alla sua solita posizione rigida.
"Ho un'idea Severus... di solito le mie idee sono sempre brillanti, per quanto singolari".
"Sà che mi fido di lei Preside."
"Allora ascoltami... domani pomeriggio ho il sentore che la professoressa Umbridge riuscirà a farmi andare via dal castello. In questi giorni per quanto ci sia bisogno di serietà, c'è anche bisogno di ironia. Quindi... effettuerò un'incantesimo su di te. Avrai dentro di te una parte del babbano che ti somiglia di più fisicamente sulla faccia della terra."
"Di chi si tratta?" chiese Piton allibito.
"Renato Zero, è un cantante italiano."
"Cosa c'entra l'ironia?" chiese Piton ancora più sbalordito.
"Se non se ne accorgerà lei, sicuramente se ne accorgeranno gli altri..."
Silente lo congedò e Piton andò a dormire sorpreso, ma anche preoccupato.

Il mattino dopo Severus Piton entrò in Sala Grande per fare colazione.
Era già interamente popolata e quando entrò, con il suo solito portamento austero, nessuno proferì parola.
"Professore" gli si avvicinò Flitt, il capitano della squadra di Serpeverde.
"Si?" chiese Piton.
"Abbiamo buone possibilità per vincere la prossima partita professore. Grazie alla professoressa Umbridge siamo avvantaggiati".
Piton lo guardò, poi fece una piroetta strana, e urlò "GRANDII!"
Tutta la sala si girò a guardarlo e a tutti venne da ridere: che stava succedendo al professore??
Silente ghignò soddisfatto quando vide l'espressione confusa di Severus.
"Cosa mi sta succedendo Preside?" chiese Piton quando si avvicinò al tavolo dei professori.
"Quello che ti ho detto ieri Severus!" rispose Silente con un luccichio negli occhi.

Piton andò a lezione.
Grifondoro e Serpeverde del quinto anno: ci mancava solo quell'arrogante di Potter quella mattina.
Appena entrò in classe, sentì Ronald Weasley dire "Piton è davvero ingiusto!"
Senza che Piton potesse farci niente iniziò a cantare.
"Come mi vorresti, vediamo un po', fammi un esempio, una traccia, un disegno, usa l'ingegno!"
Tutta la classe si ammutolì, tranne Harry che commentò "Ma che diavolo...?"
"Zitto, già è tanto se non ha tolto punti alla casa di Grifondoro!"
"Bene..." riprese Piton cercando di riprendersi "Andate a pagina 456"
Tutti obbedirono in silenzio.
"Iniziate questa pozione! Richiede meno di mezz'ora!"
Dopo mezz'ora, una puzza di uova marce si era diffusa nella stanza.
"Paciock... vedo che la tua pozione è miserabile come sempre!"
"La smetta!!!" disse Harry infervorato "Non fa altro che criticare! Ci insegni invece di trattarci così!"
Hermione si nascose la testa tra le mani e Ron guardò il professore impaurito.
"Penso che una cinquantina di punti andranno levati per i Grifondoro, uh quanto mi dispiace!" disse Piton maligno.
I Serpeverde risero.
"Bravi i miei Sorcini! Siete sempre dei cari ammiratori!" commentò vedendo le risate che aveva suscitato negli allievi della propria Casa.
I Serpeverde si guardarono sconcertati, mentre Calì e Lavanda scoppiarono in delle risatine che cercavano di mettere a tacere.
"Siamo Serpi, professore, non sorcini" si permise di dire Blaise a mezza voce.
"Caro, è lo stesso... serpi, sorcini, comunque siete persone che seguono la mia carriera..."

Al termine della lezione, Piton si mise accanto alla porta di ingresso, per guardare gli allievi uscire insieme a Gazza che li perquisiva, sotto richiesta della Umbridge.
Era la giornata per andare a Hogsmeade.
Dei ragazzi di Corvonero arrivarono per ultimi, perdendo la carrozza trainata da Thestral, invisibili, però, quasi a tutti.
Piton fu percosso dall'istinto di cantare.
"Il carozzone va avanti da sè..."
"Professore ma che dice?"
Gazza lo guardò come se fosse impazzito e i Corvonero si girarono con la stessa espressione dipinta in volto.
Piton si girò noncurante... quell'istinto di cantare aveva preso il sopravvento!
Si avviò lungo i giardini di Hogwarts e con un'espressione addolorata in volto iniziò a cantare.
"Nei giardini che nessuno sa, si respira l'inutilità..."
"Ha proprio ragione professore!!" commentò Hagrid che sbucò dalla Foresta Oscura.
Piton arrossì e si affrettò a rientrare nel castello.

Silente convocò Piton nell'ufficio al termine della lezione e mentre Piton si stava dirigendo verso il Gargoyle di pietra vide Draco Malfoy che si baciava con Astoria Greengrass.
" Stringimi forte, che nessuna notte è infinita...I migliori anni della nostra vita!"
I due smisero di pomiciare e guardarono il professore rossi di vergogna e sconcertati.
Quando entrò nell'ufficio, Silente lo guardò con un sorriso.
"Eccoti!"
"E poi, di colpa eccomi qua! Sarei arrivato io... in vetta al sogno mio... com'è lontano ieri!"
"E' si, proprio lontano!" commentò Silente ridendo.
A quel punto Piton notò un cane nero accanto a Silente, che prese sembianze umane.
"Bel concerto Mocciosus!" disse Sirius sbeffeggiandolo.
Piton fece una mossa strana con i piedi.
"Lui chi è! Come mai l'hai portato con te! Il suo ruolo mi spieghi qual è! Io volevo incontrarti da solo, semmai!"
"Ma che gli è preso?" chiese Sirius sconcertatissimo.
"Un incantesimo fatto dal sottoscritto! Lo so che volevi incontrarmi da solo... comunque volevo informarti che Voldemort tra un po' , credo ti chiederà udienza."
"Oggi?? Ma come faccio a vederlo in queste condizioni? Mi ucciderà appena aprirò bocca!"
Silente sorrise "Non preoccuparti..."

Mentre Piton tornava nella Sala comune di Serpeverde si accorse che Draco stava pomiciando di nuovo, però con la Parkinson.
"Il triangolo no! UH! Non l'avevo considerato! D'accordo ci proverO'O'O'!! La geometria non è un reato! Garantisci per lui... per questo amore un po' articolato! UH!"
"Triangolo?? Mi hai tradita???"
"No, non è come pensi Pansy!"
Piton si avvicinò a Draco e gli diede una gomitata.
"Ma il triangolo io lo rifarei... perchè NO! Lo rifareeei!"
Draco se ne andò sconcertato e Piton capì che era ora di mostrarsi al cospetto del Signore Oscuro.

"Mio signore..." dise Piton con una riverenza, davanti al suo padrone.
"Vedo che sei puntuale come sempre Severus. Me ne compiacquo."
"L'indirizzo ce l'ho, rintracciarti non è un problema!!"
Voldemort lo guardò sorpreso, poi fece un sorrisetto maligno.
"Ti piace cantare Severus? O è una nuova moda?"
"Uccidtelo mio signore, per tappargli una volta per tutte quella bocca!"
Bellatrix rise in quella sua risata folle.
"Ridi buffone per scaramanzia, così la morte va via!"
"Vedo che anche cantando Severus riesce a metterti a tacere, mia cara Bellatrix!"
Bellatrix guardò truce Piton e si mise a sedere.
"Bene Severus, sappi che ti ho chiamato per assistere a questo sacrificio... Codaliscia... porta il condannato!"
Codaliscia portò davanti a Piton una figura femminile.
"Questa è Berta... mi è venuta a trovare in Albania l'anno scorso ed è stata particolarmente utile. Ora però è tempo di ucciderla. E' ancora sotto la mia maledizione Imperio, quindi non percepirà nulla, ne sa di stare per morire..."
"Tempo per piangere, no, non ce n'è, tutto continua anche senza di te!"cantò Piton nel momento in cui Voldemort scagliò l'anatema che uccide.

Quando tornò al castello Piton decise di non mangiare e di scendere subito nella sua stanza.
Una cosa attendeva di essere contemplata: una sua foto.
La foto in questione ritraeva il giovane Severus con Lily, la donna che avrebbe amato per sempre.
Piton sapeva che quella sera i suoi sentimenti, solitamente inespressi verbalmente, avrebbero preso vita con una canzone.
"Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti... e che tutta quella tristezza, in realtà, non è mai esistita!"
In quel momento capì: Albus Silente aveva fatto in modo che per un giorno, un unico giorno della sua vita, buttasse giù tutte le maschere che lo rendevano così intrattabile e introverso, facendogli ritrovare tutta l'umanità e la tristezza insite in lui attraverso le parole di quel cantante che non avrebbe ringraziato mai abbastanza.
Era bello persino piangere ,come stava facendo in quel momento, -perchè questa sia una notte magica, perchè questa sia una notte d'amore!-
   
 
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