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Autore: sherlock    03/01/2011    7 recensioni
Cosa succederebbe se Hermione Granger e Harry Potter, due Auror famosi, durante la loro ronda al ministero, si recassero al tempo dei Malandrini?
Riusciranno a tornare a casa senza farsi scoprire?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Pov Harry

Sono passati quasi cinque anni da quando ho sposato Ginny, ma ho capito troppo tardi che lei non è la donna giusta per me.
“Come vanno le cose con Ginny?”mi chiede Hermione.
 A volte ho la netta impressione che mi legga nel pensiero, anche se so che non lo fa apposta.
“Male, non facciamo altro che litigare; invece con Ron?”
“Anche noi non facciamo altro che litigare, sarà il clone Weasley”.
“Già, da quando siamo diventati famosi a causa della battaglia con Voldemort, non fanno altro che montarsi la testa”.
“Dai, che alla fine si sistemerà tutto”
“Non ne sono tanto sicuro sai Hermione?”.
Forse è ora che mi presenti, non credete? Sono Harry James Potter: Auror di professione, salvatore del mondo magico, ecc… Almeno è così che pensano le persone, non conoscono il vero me.
Quella di fianco a me,  che ha parlato prima, invece, è Hermione Granger, la mia migliore amica, una delle poche persone che mi conosce veramente: basta solo uno sguardo per intenderci alla perfezione. 
Lei, come me, fa l’Auror, siamo i migliori in circolazione, infatti, ora stiamo facendo la ronda al Ministero.
Girato l’angolo, vediamo una porta che non c’è mai stata prima, e, quando stiamo per entrare, ci colpisce una luce abbagliante. Finita la luce, ci accorgiamo di essere per terra così dico:
“Tutto bene?”
“Si Harry” dice lei
C’è qualcosa che non va, e lo capisco solamente dopo aver visto la mia amica.
“Cavoli” dice lei “Sei diventato più piccolo, come quando avevi quattordici anni”.
“Anche tu, che cosa ci è successo?”
“Non lo so, proviamo a uscire dalla stanza e vedere dove siamo, magari scopriamo qualcosa in più”.
Appena usciti, ci prende quasi un colpo: siamo al settimo piano, nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
“Com’è possibile ciò, prima eravamo al ministero?” chiesi.
Sentiamo dei passi, e un Gazza molto più giovane, fa il suo ingresso dicendo:
“Studenti fuori dal dormitorio? Vi porto dritti dal Preside Silente”.
Il professor Silente è vivo? Non ci posso credere.
Guardo Hermione che mi fa un sorriso: sa quanto ci tengo a lui.
“Ci scusi. Siamo nuovi di qui, e siamo venuti con una passaporta che, invece di spedirci dritto dal professore, evidentemente ci ha mandato nel posto sbagliato”.
L’ho mai detto che Hermione è un genio?
“Vediamo cosa dirà il Preside”.
Arrivati davanti al Gargoyle di pietra, Gazza dice la parola d’ordine e ci fa entrare.
L’Albus Silente di fronte a noi, non è come c’è lo ricordiamo, ma molto più giovane.
“Signor Preside, questi studenti gli ho trovati al settimo piano; dicono di essere nuovi”.
Lui ci scruta attentamente e poi dice:
“Gazza, ci lasci da soli per cortesia?”
“Certamente”.
Lui aspetta che Gazza va via, e dopo dice:
“Non aspettavo dei nuovi arrivati, che cosa sta succedendo qui?”
“Ecco, non lo sappiamo di preciso, ma credo che abbiamo viaggiato nel tempo da una stanza all’altra. In che anno siamo?”
“Il 1974”.
Quando sento quell’anno, sbianco: è il quarto anno a Hogwarts dei miei genitori.  Hermione mi guarda sconcertata, probabilmente ha capito anche lei.
“Vi credo, vi ho letto nella mente e siete sinceri”.
Ho dimenticato questo particolare, la prossima volta devo erigere uno scudo.
“Finché non capiamo come farvi tornare indietro, vi conviene rimanere qui come studenti”. Dice il Preside.
“Ci conviene anche inventare dei nomi per non essere riconosciuti dai tuoi genitori Harry”
“Che ne dici di Hermione Ice e Harry Guy, così possiamo chiamarci per nome…”
“…Senza che loro sanno chi siamo. Peccato che non possiamo prendere la Polisucco, soprattutto tu Harry”
“Già, vedere due persone identiche potrebbe far insospettire la gente; hai un piano?”
“Possiamo dire che tu sei imparentato alla lontana con i Potter, se mai ci chiedono qualcosa, ma…”
“… Mi viene un dubbio, dobbiamo dire che veniamo da un altro posto che non sia l’Inghilterra, come ad esempio l’America che ne dici?”
“Si stavo pensando proprio la stessa cosa, che ne dice Professore?” chiese Hermione.
Lui ci guarda esterrefatti e poi chiede:
“Come fate?”
“Cosa?” diciamo in coro
“Vi capite al volo e uno termina le frasi dell’altro, non ho mai visto una cosa del genere”.
“Abbiamo vissuto talmente tante avventure insieme…”
“…Che ci viene quasi spontaneo, non lo facciamo a posta. Pensi che mia moglie e suo marito sono gelosissimi di questo” conclusi io.
“Siete sposati così giovani?”
“veramente la cosa strana e che una volta venuti qui siamo rimpiccioliti” dice Hermione.
“Poiché avete la divisa di Grifondoro, vi manderò li” finisce infine il Preside,
Ci guardiamo. Non ci siamo mica accorti della cosa finché non c’è l’ha detta lui.
Improvvisamente dalla porta entra la professoressa Mc Granitt che dice:
“Albus, il signor Potter e il signor Black con i loro compagni, né anno combinata una delle loro: l’ufficio di Gazza è pieno di Caccabombe”.
 Solo dopo aver spostato lo sguardo, si è accorta di noi:
“Chi sono questi ragazzi?” chiede.
“Dei nuovi alunni arrivanti dall’America, Hermione Ice e Harry Guy. Sono appena stati smistati a Grifondoro”.
“Dei nuovi alunni della mia casa? Bene, ci penso io ad accompagnarli nella loro Sala Comune; di Black e Potter ci pensiamo dopo”.
A mano a mano che saliamo le scale, la professoressa continua a guardarci, spostando lo sguardo da me a Hermione, e poi soffermandosi su di me dice:
“Sa, assomiglia incredibilmente a Potter”
“Sul serio?”
“Si, siete parenti per caso?”
“Non saprei, i miei genitori sono morti quando ero molto piccolo, quindi non mi ricordo di loro, so soltanto che erano dei maghi tutti è due”. Meglio attenersi alla verità parziale.
Da dietro Hermione mi fece l’occhiolino, segno che ho fatto la cosa giusta.
“Mi dispiace”
“Non importa”.
Arrivati davanti alla Signora Grassa, dice la parola d’ordine e ci fa entrare.
  
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