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Autore: jurichan    03/01/2011    5 recensioni
"Sapevi benissimo che nel caso di un altro “no” ti saresti trovata morta in poco meno di un minuto, ma avevi voluto rischiare comunque. Tanto che importanza aveva ormai? Eri inutile a tutti, lo eri sempre stata."
E' la mia prima fanfiction, siate clementi!
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Note dell'autrice: Questa è la mia prima fanfiction completa. A mio parere è una schifezza, ma ho voluto comunque provare a pubblicarla. Mi è venuta in mente la trama mentre avevo l'influenza. E' stato l'unico aspetto positivo di una settimana di vacanze buttata all'aria, con l'unico problema che, avendola inventata poco prima di addormentarmi, ho dovuto scervellarmi parecchio per colmare i buchi che avevo nella storia. Speriamo sia almeno gradevole alla lettura!

Inutile

 

Ti accarezzi il ventre lentamente. Pensi. Mediti sugli avvenimenti che da qualche mese in avanti hanno sconvolto la tua vita. Ripensi a quella notte che, di nascosto, lasciasti il villaggio come una traditrice. Non lo dissi neanche a Naruto. Di certo non potevi farlo, Sakura.
Andasti a cercare Sasuke senza sapere minimamente dove lui fosse, a folle, come una pazza. Grazie ad un miracolo, per cui ancora non hai trovato una spiegazione, riuscisti a trovarlo e a parlare con lui. Per la terza volta ti trovasti a supplicarlo di portarti con lui. La prima volta aveva semplicemente rifiutato la tua richiesta e, dopo averti ringraziato, ti aveva dato un colpo alla nuca facendoti svenire. La seconda, bhe, aveva cercato di ucciderti. Sapevi benissimo che nel caso di un altro “no” ti saresti trovata morta in poco meno di un minuto, ma avevi voluto rischiare comunque. Tanto che importanza aveva ormai? Eri inutile a tutti, lo eri sempre stata. O forse no. Probabilmente potevi ancora essere utile a Sasuke, che accettò la tua richiesta. In effetti, la tua era una proposta piuttosto  allettante: ti eri offerta di essere il suo manichino, il suo ninja medico e bambola per ogni tipo di sfogo, verbale, fisico e sessuale. Un’ offerta che però non eri sicura sarebbe stata capace di soddisfare l’Uchiha, che invece, con tua grande sorpresa e stupore, disse di sì senza troppi rimugina menti.
Così ti condusse in un piccolo rifugio nella foresta, dove saresti dovuta abitare,  e ti mostrò la tua camera, uno stanzino minuscolo dove vi erano solo un materasso, un cuscino e una finestra. Nessuna coperta, la stanza era così piccola che se avessi dormito con qualcosa sopra saresti morta soffocata. Da quel giorno iniziasti il tuo compito. Ti era permesso uscire, ma solo se accompagnata e unicamente per raccogliere erbe. Quando Sasuke non c’era creavi medicinali o cucinavi. Quando invece il moro tornava a casa, c’erano solo due passatempi possibili: o venivi picchiata, o venivi violentata. In genere l’Uchiha preferiva il secondo con sfumature del primo.
Eri stremata. Tutti i giorni con quella stupida routine da te voluta. Tutti i giorni costretta a ricorrere alle tue tecniche mediche per curarti, provata com’eri. Sempre obbligata ad abortire. Se non fossi stata un ninja medico a quest’ora saresti sterile. Eppure, nonostante tutto, continuavi ad offrirgli il tuo corpo, quasi ti piacesse autodistruggerti. E come ti piaceva. Avresti fatto di tutto pur di renderti utile a qualcuno, figuriamoci poi se quel qualcuno era Sasuke Uchiha. Per quanto ti fossi costretta a dimenticarlo dopo la sua partenza da Konoha, non eri mai riuscita a farlo, mai, e nel momento che, anche ad un prezzo molto elevato, potevi averlo tutto per te, no, niente ti avrebbe potuta fermare.
Nel tuo desiderio di essere utile era sicuramente nascosto dell’egoismo, un interesse che avevi fin da bambina e che non avevi mai abbandonato. Quando infatti un giorno il moro ti chiese cosa avresti voluto come pagamento di tutti i tuoi sforzi tu non esitasti a rispondere. Tu volevi le sue labbra, da sempre bramate, fin da piccina. Il desiderio carnale era venuto, ovviamente, dopo. Oh certo, era importante anche quello, e come se lo era, ma quello era il tuo sogno fin da bambina ed ancora il tuo chiodo fisso. Rimase un po’ basito dalla tua risposta, ma ti accontentò, dandoti un piccolo bacio a fior di labbra. Probabilmente te lo aveva chiesto così per chiedere, ma poi, vista la tua sincera e piccola richiesta, aveva deciso di esaudirla. Aveva ancora un cuore al contrario di quanto pensassero tutti, lui compreso. Aveva ancora un’anima. Era vivo.
Qualche giorno dopo decisi, dopo l’ennesima volta che eri rimasta incinta, di non abortire, e glielo comunicasti. Gli dissi che non avevi intenzione di uccidere un altro bambino innocente e che, se proprio avesse voluto ammazzarlo, avrebbe dovuto massacrarti. Tutto ti saresti aspettata tranne che la sua reazione. Ti avvolse in un abbraccio, spingendo la tua testa verso il suo petto. Non disse una parola e, dopo qualche, infinito, minuto, ti lasciò andare e abbandonò la stanza. Rimasi bloccata, ad occhi sbarrati. Non potevi crederci. Non ti aveva offesa. Non ti aveva picchiata. Ti aveva abbracciata. Abbracciata. E un abbraccio da parte dell’Uchiha, dato poi di spontanea volontà, non valeva poco.
Forse Sakura, il tuo egocentrismo per una volta era servito a qualcosa e, probabilmente, ora non saresti stata più inutile. Saresti diventata mamma dell’erede Uchiha, il figlio di Sasuke,
tuo figlio

 

   
 
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