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Autore: LaRaccontaStorie    04/01/2011    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra vita se la doveste vivere dalla prospettiva di un altro? Di dover vivere una vita non vostra?
Beh, Mia e Ludo lo sanno, e lo scoprono nel modo più terrificante.
Questo romanzo vi farà capire l'importanza dell'amicizia, dell'amore e soprattutto della ''sorellanza'' che c'è tra queste due sorelle, il tutto raccontato da queste due ragazze nel periodo più incasinato e importante della vita: l'adolescenza.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Erano le 5 del mattino. Ludo stava urlando. Corro in camera sua. Una lunga serie di pensieri iniziano a fare a pugni nella mia testa.
Che cosa è successo ora? Sta male?
Questi sono solo alcuni.
Chiedo a Ludo di dirmi che c'è, ma ciò che esce dalla sua bocca è solo una voce spaventata, colma di terrore.
"Ludo, per favore, non riesco a capire se continui a piangere!" Fredde gocce di sudore scendono per il mio collo. Ho paura.
"Aiutami, Mia. Per favore. PER FAVORE!"
Decido che non ho altra scelta che tenerla stretta e di aspettare che si calmi. Le accarezzo il viso umido fino a che non smette di tremare. Sono in attesa di una spiegazione, una parola. Nulla.
Si siede subito. La guardo, la curiosità e lo stupore mangiandomi viva..
"Mi dispiace. Mi dispiace tanto ".
Ero stufa ora. Volevo sapere cosa era successo. Non bastavano le scuse.
"Guarda, Ludo, va bene, smettila di chiedere scusa. Tutto quello che voglio sapere è se stai bene e cosa è successo prima."
La sua voce era un sussurro.
"È stato come ieri. Esattamente come ieri. E 'come la mia testa contenesse qualcosa che non riesce a controllare. E 'strano. "
" Sono sicura che è solo un mal di testa. Fidati di me ".
Mi alzo in piedi, e inizio a cercare la scatola di Advil.
"Ecco qua. So che non potresti, ma se stai cosi male, sono sicura che una pillola non ti ucciderà".
La ingoia e aspetta, come se qualcosa di miracoloso sarebbe accaduto in quel momento.
"Solo perche' è più potente non significa che funzionerà più velocemente! "
Lei sorride, arrossisce e abbassa lo sguardo, vergognandosi di un pensiero cosi assurdo.
Mamma e papà si erano fermati in un bed and breakfast a causa del traffico ed erano di ritorno stamane.
Intanto, io e Ludo ci accovacciammo sul suo letto, come quando eravamo piccole. Ogni volta che una delle due aveva un problema, l'altra la cullava nel proprio letto, e dormivano dolcemente abbracciate.
Il motore della BMW. La macchina di papà. Sono qui. Mamma e papà sono qui.
Sveglio Ludo. Lei capisce. Come faremo a dire a mamma della rottura della lampada?

O mio Dio. O Dio. Forse vi sembrerà una reazione esagerata, ma la mamma ci teneva tantissimo a quella lampada, più di ogni altra cosa.
"Ludo? Mia?"
"Mamma! Finalmente! "
"O, ragazze, il traffico è stato tremendo. Abbiamo dormito in questo bed and breakfast, che non aveva nemmeno l'acqua calda per la doccia. Il nostro lenzuolo era macchiato di sangue e c'erano i ragni sui muri. Ragni. E 'stato terribile! "
Benissimo. Così era anche di cattivo umore. Perfetto, semplicemente perfetto. Come si faceva a dirlo adesso? Era tempo per il piano B. Nei 5 minuti precedenti l'arrivo dei genitori, io e Ludo avevamo escogitato due piani. Piano A se era di buon umore e piano B se non lo fosse. Abbiamo optato per la seconda opzione.
"Papà! Mamma! Sembrate così stanchi. Perché non vi fate una bella doccia calda mentre noi prepariamo la colazione? Vi chiameremo quando è pronto ".
Ludo è la migliore in questo. Lo ha fatto alla perfezione.

''Grazie ragazze! Che gentili! Ma che vi è preso? Bah... dai caro, andiamo!''
E senza ulteriori indugi, si arrampicò su per le scale, seguito da papà che taceva, a causa della stanchezza, e parlava di come aveva educato bene le figlie. Papà annuì semplicemente, e cadde sul letto con un forte tonfo.
Un'ora dopo, eravamo pronte a servire le nostre frittelle fatte in casa, uova, pancetta e toast.
Abbiamo mangiato tutti insieme, chiacchierando. Anche papà ha cominciato a parlare, vantandosi di non aver pagato il bed and breakfast neanche un dollaro. Era così allegro.

Purtroppo, dovete dire addio alla famiglia felice una volta per tutte. Almeno per un po'.

"Mamma, papà, abbiamo una cosa da dirvi.''
La parte successiva è stata come una macchina fotografica che non riusciva a creare un immagine nitida. Mamma ha schiaffeggiato Ludo, rivelando i tagli sulla faccia.
"Cosa sono questi, allora? Cosa sono? Ditemelo."
Abbiamo detto. Abbiamo detto tutto. Ogni piccolo dettaglio. Ogni scena, urlo, lacrima. Eccetto il mal di testa di Ludo. Voleva coprire me. Non poteva dire a mamma che le avevo dato uno Advil. Si sarebbe infuriata troppo.

La mamma si fermò di colpo quando si rese conto che aveva appena colpito la figlia ferita. Afferrò la testa di Ludo con le mani e la scosse, chiedendo scusa infinte volte.

E' sempre così. Lei fa qualcosa di sbagliato, capisce il suo errore e poi chiede perdono. E' patetico ormai.
Ludo era esattamente come mamma, e io ero esattamente come papà. Papà stava seduto lì, scuotendo la testa, dicendo alla mamma di smetterla di urlare, di calmarsi e di prendere la pillola. Le afferrò il gomito e la portò in camera. Ho sentito papà rovistare nella scatola di pillola, tirandone fuori più di una e ficcandogliele in gola. Mamma soffriva di depressione da quando era morta la nonna.
Io e Ludo eravamo sole in cucina ora. Corsi verso di lei, l'abbracciai e le dissi che era la migliore sorella del mondo. Ho sentito una lacrima sulla mia spalla. Guardai fuori dalla finestra e vidi il sole. Ma la felicità non mi assali'.


 

  
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