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Autore: Fiorels    04/01/2011    26 recensioni
“Ti farò credere nel destino... Fosse l'ultima cosa che faccio..”
“Buona fortuna allora..” risposi ironica.
“Bè..” disse piano. “Mai dire mai..”
Soffiò quelle parole sul mio viso e sentii le sue morbide labbra sulla mia guancia.
Un sorriso e una carezza delicata prima di allontanarsi e tornare dentro.
E mentre lo guardavo capii che volevo fidarmi di lui, che forse era quello che mi mancava davvero, che forse era quello che mi serviva per andare avanti e dimenticare il passato.
Ma ancora non sapevo quanto fossi lontana dalla verità.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon pomeriggio girls :D
Dico girls perché dubito seriamente che ci siano dei ragazzi qui XD ma se ci sono fate un fischio ahahaha
Allora? Come avete passato l'inizio anno? :D
Sicuramente bene.. con tutte queste cosine dai Robsten come si fa a non essere felici?? Avete visto che bellini *-* awwww il 2011 è iniziato da solo 4 giorni e già è EPIC! Hahahaha XD
Vabbè.. detto questo volevamo tanto ringraziarvi per le recensioni! Siete fantastiche ed è assurdo il supporto e la fiducia che ci date per ogni cosa (anche sadica e malata) che ci passa per la testa XD ahahaha.
Ci scusiamo per non rispondere ad ognuno singolarmente ma vi assicuriamo che ogni piccola parola, ogni minimo complimento ci rende felicissime e come vedrete le vostre domande troveranno presto risposta :) E' il bello di scrivere e leggere una mini-ff hihi.
Dovevo dire qualcos'altro ma mi sono dimenticata -__-”
Bah.. evidentemente non era importante.. come tutto questo sproloquio in fondo hahaha.
Ah si! Da questo capitolo in poi ci saranno POV di entrambi. Inizialmente avevamo pensato di fare in modo che io mi occupassi dei Pov Kris e Cloe dei Pov Rob ma arrivati a questo punto era impossibile non narrare da entrambi i lati hihi.
Leggete il chappy che è meglio di stare a leggere me che dico ca***te XD ahaha
Ci leggiamo in fondo ;)
Un bacio a tutte!
Fio e Cloe

Never say never


Capitolo 3


POV Rob


Quelle cinque parole erano uscite dalle sue labbra nello stesso momento in cui dense lacrime avevano solcato il suo viso incontrando i miei occhi e io ero semplicemente immobile.
Fermo col corpo, fermo con l'anima e col cuore, cercavo di elaborare tutte le possibilità esistenti ma non ce n'erano perché era una frase tanto chiara che non poteva essere fraintesa.
Quella notte sono rimasta incinta...
Quella notte, la stessa notte in cui avevo conosciuto e abbandonato la mia piccola sconosciuta, la stessa notte in cui mi ero lasciato andare a lei senza nemmeno sapere il suo volto o il suo nome..
E a distanza di quasi due anni.. un'altra notte in quello stesso luogo mi rivelava una delle verità che non avrei mai creduto possibile in vita mia.
Eppure tutto combaciava..
La scommessa con la sua amica, il blackout, la spiaggia..
E noi ubriachi e lei che mi confessava che era la sua prima volta proprio come Kristen mi aveva appena detto.
La sua prima volta e non lo aveva nemmeno visto in faccia..
E come mille tessere di un puzzle attratte da una strana forza magnetica ogni cosa tornò al suo posto e ricordai come se fosse ieri la prima volta che lo avevamo fatto.
Vorrei fingere che questa sia la mia prima volta..” mi aveva detto e io non avevo fatto domande perché temevo di metterla a disagio, eppure sapere mi premeva molto.
Se solo glielo avessi chiesto, se avessi insistito sul perché di alcuni suoi atteggiamenti forse avrei potuto scoprire la verità molto prima.. ma a che scopo in fondo?
Le cose non sarebbero cambiate.. e ancora stentavo a credere che la ragazza che ero riuscito a conquistare, quella che mi aveva stregato il cuore in quell'ascensore, e poi al provino e poi con quel bacio era la stessa che non avrei voluto lasciare quella mattina in spiaggia.
La stessa a cui avevo lasciato la mia giacca. L'unica cosa che aveva di me..
Ma come poteva essere? Doveva essere per forza un assurdo caso del destino, non poteva essere vero e il mondo non poteva essere tanto piccolo.
O forse era piccolo solo per noi..
Rob..” sentii la sua voce lontana chiamarmi e solo allora, guardandomi le mani, mi resi conto di stare tremando.
No.. non era possibile..
Di.. di cuore..” un sussurro involontario uscì dalla mia bocca ora che quelle parole avevano tutt'altro senso, anzi ora che finalmente ce l'avevano un senso.
Cosa..?” la sentii sospirare tra le lacrime ancora calde.
Così.. così avresti capito che ero io..”
Non riuscii a guardarla in faccia ma sentivo il suo sguardo confuso sul mio volto.
Che stai dicendo.. non capisco..”
E nonostante la paura che quella rivelazione potesse rovinare tutto, era troppo per tenermelo dentro. Prima o poi avrei dovuto dirglielo e solo lei poteva spazzare via i miei ultimi dubbi.
Mi voltai a fissarla e vidi il suo viso ancora bagnato dalle lacrime che aveva versato per quella confessione che io avevo interrotto.
Rob..”
Ero io Kris... il ragazzo sulla spiaggia.. il.. il ragazzo della festa.. ero io..”.
I suoi occhi prima impazziti si fermarono di botto sconvolti da quelle parole poi piano prese a scuotere il capo.
No..” sussurrò chinando lo sguardo. “No, non è possibile..”
Kristen.. lo ricordo.. è tutto come hai detto tu..”
No, non è vero. Non eri tu!”
La scommessa con la tua amica.. e tu mi hai gettato le braccia al collo.. e io ti ho promesso un bacio e ti ho invitata a seguirmi fuori..”
Continuava a scuotere il capo mentre ogni mia parola la colpiva sempre di più.
No..”
E le onde.. l'acqua gelida.. la tua risata mentre dicevo la parola cuore.. e il tuo corpo che tremava per il freddo mentre ti coprivo con la mia giacca..”
Ricordavo ogni cosa.. nonostante fossi ubriaco quella sera avevo portato con me ogni particolare di quei momenti, compreso il senso di vomito e il mal di testa..
'Di cuore.. così capirò sempre che sei tu..'”
Citai le sue parole e allora fermò il viso, il respiro le sembrava bloccarsi in gola come se non riuscisse a trovare via d'uscita..
Finalmente alzò lo sguardo e di nuovo i suoi occhi furono nei miei ma erano così.. diversi.
Non riuscivo a capire cosa li animasse. Delusione, rabbia, sorpresa, tristezza, malinconia..
Ti prego.. dimmi che non eri tu..” sussurrò e col cuore che perse un battito annuii leggermente col capo e la vidi stringere gli occhi lasciando di nuovo scorrere le lacrime.
Non è possibile..” scoppiò a piangere mentre si alzava di scatto.
Kristen ti prego..”
Mi hai abbandonata lì.. Nuda.. su una spiaggia. Sola..”
Io non volevo Kris..” piansi col cuore in mano.
Non ti credo Rob, non voglio sapere più niente.. Lo sapevi.. l'hai sempre saputo e.. hai solo giocato con me.. per tutto il tempo. Volevi che mi innamorassi di te e ci sei riuscito.. e io.. lo sapevo.. Lo sapevo che non dovevo darti retta. Lo sapevo che avrei solo sofferto di più! Dio.. perché?! Perché ho lasciato che mi facessi questo? Dovevo dire di no.. perché Rob? Perché sei entrato nella mia vita in questo modo? Ti sei divertito?”
Non riuscivo assolutamente a seguire il filo del suo discorso. Erano parole senza senso per me e non potevo credere che davvero pensasse che l'avevo solo usata o che mi ero preso gioco di lei.
Kristen come puoi pensare una cosa del genere? Non sapevo niente prima di stasera.. io non lo sapevo..”
Vattene Rob.. esci dalla mia vita!” urlò esasperando i gesti che guidavano le mani tra i suoi capelli.
Non vado da nessuna parte”
Aaaagh!” ringhiò piangendo forte e calciando la sabbia.
Non seguirmi!” urlò infine un secondo prima di correre indietro verso il lungomare, lasciandomi lì, ad osservarla mentre spariva nel buio di quella notte.
E rimasi del tutto vuoto mentre senza forze mi abbandonavo di nuovo alla sabbia, pieno di domande e di paure.
Non poteva davvero credere che avessi finto per tutto questo tempo, non poteva credere che avessi sempre saputo tutto e volessi solo prendermi gioco di lei.
Il solo pensiero che lo credesse mi faceva male e le sue parole urlavano ancora nella mia testa rinfacciandomi come l'avessi abbandonata lì senza motivo.
Dio.. se solo mi avesse ascoltato..
Avrei trovato un modo per parlarle ma non sapevo se era il caso di lasciarla sola o chiarire le cose prima che diventassero troppo irrecuperabili.
Proprio mentre i dubbi mi stavano assalendo ricordai di ciò che mi aveva fatto gelare il sangue e non riuscivo a capire come potessi anche solo aver messo da parte un simile particolare.
Incinta. Lei era rimasta incinta. Era ciò che le mie orecchie avevano sentito ma che il cervello non aveva ben elaborato. Troppe cose erano salite a galla tutte insieme e la realtà che avevo vissuto nell'ultimo anno con lei era troppo chiara per non mettere in discussione una tale affermazione.
Non mi aveva mai detto niente né avevo mai visto bambini attorno a lei e per quanto fosse sconvolta sapevo che non poteva aver esasperato la cosa o essersi inventata il falso.
Era vero. Lei era rimasta incinta, incinta di me.. eppure niente quadrava e l'ipotesi più ovvia si fece subito strada, l'ipotesi che mai avrei voluto accettare ma che potevo comprendere.
Immaginavo lei tutta sola in quella clinica, a dire addio al bambino.. al nostro bambino.. al figlio di un bastardo che l'aveva scopata su una spiaggia la notte dell'ultimo dell'anno e l'aveva lasciata lì senza dare nessuna spiegazione e senza preoccuparsi delle conseguenze.
Gli occhi iniziarono a pungermi al pensiero, per quanto irreale e astratto fosse ancora nella mia mente.
Era esistito ed era sparito nello stesso istante in cui ne ero venuto a conoscenza e d'improvviso tutto sembrò semplicemente troppo da assorbire in una volta sola.
Come potevo pretendere di riuscire a sopportare senza scoppiare?
Avrei voluto prendere a calci ogni cosa ma stranamente la rabbia passava in secondo piano davanti la paura che Kristen avesse frainteso tutto e d'un tratto lei fu la sola cosa importante di cui dovevo preoccuparmi.
Dovevo andare da lei e assicurarmi che non si fosse pentita di nulla, non del tempo che avevamo passato insieme, non del primo Ti amo che mi aveva detto dopo averlo tanto desiderato e dopo aver capito che poteva fidarsi di me.
Presi un pugno di sabbia e la vidi scivolare via dalle tante fessure create dalla mia mano chiusa. Presto cadde tutta e non potei fare niente per fermarlo.
In quel millesimo di secondo mi resi conto di quanto la vita fosse fuggevole e capii che non doveva essere così per noi, potevo fare qualcosa. Potevo afferrare il tempo e lo spazio tra di noi, potevo bloccarlo e ripeterle quanto l'amassi nonostante tutto.
Mi alzai sicuro di me e tornai indietro percorrendo i suoi stessi passi, le sue stesse orme illuminate dalla luna ma che purtroppo si interrompevano ovviamente davanti il muretto che avevamo scavalcato.
La macchina era ancora lì e non sapevo se esserne sollevato o no. Se era lì voleva dire che in qualche modo lei era nei dintorni ma l'ansia che potesse esserle successo qualcosa si fece subito viva in me portandomi a guardare ovunque.
Non era in macchina ovviamente ed esplorai il posto attorno a me con cura cercando tra le panchine nascoste dalle enormi e lunghe palme e dietro i muri ma niente.
Stavo davvero per preoccuparmi quando scorsi una figura seduta di spalle sul molo e mi ci volle nemmeno un secondo per riconoscere la sua sagoma così minuta ed essenziale.
Camminai lentamente verso di lei attento a non far rumore ma il legno del pontile mi tradiva e sapevo che si era accorta di me nonostante non si voltasse a guardarmi.
Solo quando arrivai a pochi passi da lei notai che aveva qualcosa tra le mani, qualche che somigliava a una maglia o una felpa o.. una giacca. La mia giacca, la famosa giacca di jeans che avevo usato per coprirla.
Tutti i minimi e pochi dubbi che avevo mi abbandonarono definitivamente e di nuovo il ricordo di quella notte tornò a pulsare tra le membra più forte che mai.
Con cautela mi sedetti accanto a lei lasciando penzolare le mie gambe dal pontile.
Non mi degnò di uno sguardo e avrei voluto essere io a parlare ma il suo silenzio era troppo strano dopo la sfuriata di prima e persi tempo a chiedermi cosa potesse voler dire.
E' tua questa?”. Un debole sussurro mentre continuava a tenere il capo chino sulla giacca.
Si..” risposi sincero e quello che ne seguì fu un sussurro accompagnato da un gemito e una lacrima che vidi scenderle dalla guancia destra per poi cadere sul tessuto.
Era.. troppo facile. Era troppo facile prendermela con lui, con quel ragazzo che mi aveva lasciata lì.. Era così semplice dargli la colpa di tutto.. ma.. ma ora quel ragazzo sei tu e..”
Kristen.. ti prego ascoltami..”
Grazie al cielo non scosse la testa e la vidi semplicemente mordersi le labbra; avevo la sua attenzione ma non pretesi il suo sguardo.
Non sapevo nulla.. non lo avrei mai immaginato e mai avrei voluto che andasse così” iniziai. “Mi sono svegliato quella mattina che i miei amici mi avevano già caricato in macchina. Mi avevano raccolto sulla spiaggia che ancora dormivo, mi hanno messo su un auto e prima che potessi accorgermene eravamo al terminal dell'aeroporto. Non facevo che pensare a te e al modo in cui ti avevo lasciata su quella spiaggia. Il pensiero che tu fossi lì nuda e sola mi uccideva. Avrei voluto tornare indietro ma avevano ragione loro.. Era stata solo una notte, sarei dovuto partire comunque la mattina dopo e non avrei potuto darti niente. Ti ho cercata quando sono tornato a Londra, ho cercato in tutti i modi di arrivare a te ma non era possibile non sapendo il tuo nome. Ricordavo quello della tua amica e su facebook ho cercato tutte le Jess possibili residenti a Los Angeles ma erano più di 500 risultati e non sapevo nemmeno il suo volto o il suo cognome. Ho cercato l'indirizzo della casa della festa sperando di risalire ai proprietari e alla loro lista di invitati ma era una festa organizzata e senza lista.. e noi c'eravamo imbucati. Non conoscevo nessuno, non sapevo niente. Non un nome, non un indizio, non un volto che potesse aiutarmi.
A lungo andare ho desistito convincendomi che in fondo sarebbe stato inutile, che tu probabilmente eri felice con qualcuno, ma anche se non fosse stato così e se avessimo trovato di avere in comune più di una semplice notte, cosa avrei potuto offrirti? Fino a qualche mese fa ero un ubriacone che se ne stava sul tetto di un appartamento a Londra a bere una birra dopo l'altra e cantare alla luna.. come avrei anche potuto pensare di poter significare qualcosa per qualcuno? Decisi che avrei semplicemente lasciato stare, che non avrei più cercato nulla e nessuno e non avrei più forzato le cose.. Questo finché non ho visto il tuo nome scritto su quel copione..” feci una breve pausa ricordando quel momento. “In quell'istante capii che non potevo semplicemente ignorare i segni. La ragazza dell'ascensore, quella che mi era sembrata tanto acida quanto dolce e ingenua, quella che col suo strano modo di ringraziare mi aveva portato indietro di dieci mesi, quella che avevo visto sullo schermo del televisore di casa mia un mese e mezzo dopo era lì.. a due passi da me. Avrei solo dovuto fare un provino..”
Mi fermai qualche secondo per guardarla e fui felice di notare come fosse leggermente più calma mentre carezzava il tessuto della mia giacca.
Decisi di continuare. “Non avevo letto quasi per niente il copione, solo le parti che ritenevo essenziali. Dopotutto non m'importava molto di come andasse, volevo solo rivederti. Eppure dopo soli dieci minuti iniziai a darmi dello stupido e del cretino. Eri così bella che era impossibile che non avessi un ragazzo ed io ero solo un povero illuso visionario che sperava di farti credere nel destino. Quel destino che mi aveva rifiutato ad un provino, che mi aveva fatto bloccare l'ascensore, che aveva portato quel film nel mio lettore DVD e quel copione sulla mia tavola.. Quello stesso destino che ci ha fatto scontrare per strada e mi ha fatto capire che scappare non serviva a nulla.. e che ora mi ha rivelato che eri tu.. anche quella notte..”
Fu allora che la vidi scuotere il capo. “Non è destino Rob.. non capisci? Sono solo tante.. inutili.. coincidenze.. Il destino dovrebbe farti avere un lieto fine, non mesi di sofferenza..”
Un pugno mi strinse il cuore strizzandolo come se fosse una pezza e sentii il pressante bisogno di chiederle del..
Non riuscivo nemmeno a pensarlo, figuriamoci a dirlo..
Parlami Kristen.. dimmi di quei mesi.. sfogati.. ti prego..”
Non c'è niente da dire Rob.. Non c'è.. più niente..”
Quelle parole volevano dire molto più di ciò che lasciavano intendere, lo sapevo e avevo un disperato bisogno che si confidasse con me. In fondo si trattava anche di mio.. figlio. Il solo pensiero mi gelava il cervello e non sapevo se fosse perché mai avevo sfiorato la possibilità di essere padre e ventidue anni o perché ero consapevole che quella possibilità era morta e svanita insieme a quella creatura di cui non avevo mai saputo l'esistenza fino a pochi minuti fa.
Amore.. ti prego..”
No mi va di parlarne Rob.. non ora.. non..”
Un nodo alla gola bloccò le sue parole e non osai andare oltre. Non potevo vederla soffrire così e se dovevo aspettare per sapere, avrei aspettato. In quel momento tutto ciò che mi interessava era lei e sapere che stesse bene.
Kristen, guardami..”
Non.. non ci riesco..”
Ti prego..” sussurrai debole e con la mani accompagnai il suo viso per lasciare che incontrasse i miei occhi.
Io ti amo.. ti amo da sempre.. a prescindere dal passato e dal futuro e.. ho davvero bisogno che tu mi creda e che non sia pentita.. ti prego.. Dimmi che non lo sei.. dimmi che mi ami..”
Gli occhi colmi di lacrimi mi fissavano come se fossi l'unica ancora di salvezza a un oceano di dolore.
No..” sussurrò e mi si gelò il cuore.
No. No cosa? No, non mi amava?
Non sono pentita..” rispose ai miei pensieri silenziosi e sentii il cuore battermi di nuovo mentre una lacrima silenziosa mi scendeva sul viso.
Grazie amore mio. Grazie..” bisbigliai sfogando il mio dolore e abbracciandola stretta a me.
Si lasciò cullare respirando il profumo nell'incavo del mio collo e non feci altro che stringerla e carezzarle e baciarle i capelli.
Mi canti qualcosa?” chiese dopo un po' scostandosi leggermente e poggiandosi al mio petto.
Cosa?”
Qualsiasi cosa..”
E pensai.. pensai a qualcosa che potesse avere un senso in quel momento e che potesse aiutarla a stare meglio e farle capire quanto l'amassi ma c'erano così tante canzoni che non riuscivo a fare ordine nella testa. Ne conoscevo così tante che nessuna mi veniva in mente in quel momento cruciale.
Questa, quella? Infine decisi di non scegliere e le prime parole che si erano fermate in mente iniziarono a uscirmi di bocca.
On the days I can't see your eyes I don't even want to open mine. On the days I can't see your smile, well I'd rather sit and wait the while..”
Un suono leggero e appena ritmato, simile molto a una ninna nanna. Una melodia per farle capire come non avrebbe avuto senso per me svegliarmi sapendo di non poter vedere i suoi occhi o di non poter vedere il suo sorriso.
For the days I know you'll be near, cause a day without you just isn't fair. See the days I can hear your voice I'm left without a choice”
Era proprio così.. proprio come cantavo. Non avrebbe avuto senso alcun giorno passato senza di lei, non sarebbe stato giusto e solo sentire la sua voce mi avrebbe lasciato di nuovo senza scelta. Solo sentire il suo respiro sul mio collo mi ricordava quanto ero incatenato a lei.
But to get weak in the knees fall head over heels baby and every other cheesy clichè..”
Avrei fatto di tutto per lei, mi sarei messo in ginocchio, la avrei mandato centinaia di rose a casa, una lettera d'amore o le avrei semplicemente cantato una canzone.. tutto..
Yes I'm swept off my feet, oh my heart skips a beat.”
Sono fuori di me, sono innamorato e il mio cuore perde un battito.
But there's really only one thing to say”
Una cosa da dire, una cosa semplice ed essenziale.
God damn you're beautiful to me..”
Bella.
You're everything”
Tutto.
Yeah that's beautiful.. to me..”
Ed era tutto quello che le bastava sapere. Che per me era bella, era perfetta così com'era e non l'avrei cambiata nemmeno di una virgola.
Era lei.. la mia piccola sconosciuta. La ragazza che aveva segnato la mia vita per sempre.
La sentii tirare su con il naso e nascondersi nel mio petto cercando di frenare il pianto.
Va tutto bene amore mio... Ora sono qui.. ora ci sono..”
E continuando a cullarla e cantarle quelle parole restammo lì.. fino alle prima luci dell'alba.
Stavolta svegli e insieme.
Davvero insieme.

POV Kris

Mmm...” lo sentii mugugnare sulle mia labbra e sapevo che non voleva lasciarmi andare.
Ti prego.. dimmi perché devo andare..”
Sorrisi. “Perché manchi alla tua famiglia ed è giusto che passi il Natale con loro..”
E' giusto che lo passi con te..”
Qualche giorno non ci ucciderà.. e il 26 sarò a Londra.. Non credi di poter resistere quattro giorni senza di me? In fondo ci sono stati periodi più lunghi..”
Era diverso.. ora non voglio lasciarti più..”
Sapevo che inconsciamente il vero problema era che aveva paura di lasciarmi sola, paura che questa cosa mi avrebbe nuovamente ferita ma onestamente stavo bene, relativamente bene, e non sapevo come ancora fargli capire che gli credevo.
Rob non stai partendo per il Vietnam...” cercai di sdrammatizzare la situazione alzandomi sulle punti per baciarlo.
Lo so.. ma.. vorrei tanto che tu venissi con me. Non voglio lasciarti qui di nuovo..”
Non mi stai lasciando qui.. Sono io che resto. E poi.. stavolta conosco il tuo nome, il tuo numero di telefono e so anche dove abiti quindi nel caso non ti facessi più vedere saprei come venire a prenderti a calci in culo..”
Cosa che non accadrà mai.. perché tornerò..”
Lo so..” lo rassicurai subito anche un po' divertita da quella conversazione. Era assurdo come fosse diventato apprensivo dopo quella che io chiamavo la 'grande rivelazione'.
Lo so che tornerai.. bè non letteralmente perché verrò io da te.. ma..” sospirai “Va tutto bene Rob.. tra poco inizia un nuovo anno, perciò lasciamo quello che è stato alle spalle e pensiamo solo a noi e al futuro, d'accordo?”
E con quelle parole sembrò tranquillizzarsi un po'.
D'accordo..” annuì debolmente per poi baciarmi, prima con calma e poi con urgenza sempre più crescente. Un ultimo bacio prima di sentire il taxi bussare e lasciarlo andare anche se solo per qualche giorno.
Ora vai..”
Però potrei sempre restare qui dopo tutto..”
Vai..” lo ammonii spingendolo fuori ma fece due passi prima di tornare indietro e baciarmi ancora una volta.

Kristen..”
La voce di mia madre offuscò il ricordo di quella mattina fino a farlo sparire completamente.
Mmm?”
Mi passi la farina?”
Oh.. certo..”. Mi allungai per passarle quello che mi aveva chiesto nel tentativo di rendere più facile quel suo desiderio di fare la torta di mele insieme, come se avesse risolto tutti i nostri problemi.
A cosa pensavi?”
Oh.. ehm.. niente..” scossi il capo velocemente.
Pensavi a lui, vero?” sorrise. “Sono contenta tesoro. Sai quanto mi piaccia quel ragazzo, ti ha fatto bene..”
Oh mamma, non la penseresti così se sapessi la verità.
Avevo volontariamente deciso di non dire niente ai miei genitori. Per loro sapere non era né essenziale né avrebbe cambiato niente quindi non ne vedevo il motivo.
Sapevo che Rob non era della mia stessa opinione tuttavia rispettava la mia scelta e sapeva che era una cosa che riguardava più me che lui.
Onestamente ripensare a tutto quello che era successo nelle ultime settimane ancora mi faceva tremare le gambe per l'assurdità.
Quale mondo era così piccolo da creare tante minime coincidenze e farci incontrare nei modi più impensati per ben tre volte?
Destino, diceva lui che era destino ma io non riuscivo a crederci.
Se davvero era destino che stessimo insieme, se era destino che quella notte avrebbe cambiato le nostre vite, perché non era destino che nostra figlia vivesse?
Perché portarcela via se era destino che prima o poi le nostre vite si sarebbero incrociate e avremmo scoperto di appartenerci da sempre?
Forse perché se lei avesse vissuto non avrei mai accettato quella parte.. ma se era destino ci saremmo trovati in altro modo, no?
No.. non era destino.
Non potevo e non volevo crederlo. Era troppo facile pensarla così eppure Rob alzava gli occhi al cielo quando facevo quei discorsi e presto avevamo iniziato a non parlarne più. Probabilmente avremmo sempre avuto opinioni differenti e a nulla serviva dibattere sulla questione.
Le cose non cambiavano. Lei era andata e prima che potessi evitarlo la mente volò alla notte in cui avevo trovato il coraggio di parlarne a Rob un paio di settimane prima, su quel tetto, sotto il cielo stellato di Londra.
Avevo sentito il suo corpo tremare e il suo respiro bloccarsi in gola.. incapace di esprimere a parole qualsiasi sentimento gli traviasse il cuore.
Mi aveva stretta tutta la notte, trasmettendomi il rimorso per ciò che era passato e il calore per quello che sarebbe venuto.
Credevo che quella sera avremmo archiviato la faccenda una volta per tutte ma lui sembrava non riuscire a farsene una ragione, come l'ultima conversazione che avevamo avuto a riguardo.

Dov'è?” chiese d'un tratto prendendomi alla sprovvista.
Chi?” risposi non capendo.
Lei.. Faith.. dov'è?”
Un tuffo al cuore..
Io.. spero in un posto migliore di questo..”
Non.. non era quello che intendevo dire..”
Lo guardai stranita cercando di seguire il suo discorso.
Aspettò qualche secondo prima di spiegarmi. “Dov'è seppellita?”
Mio dio.. come poteva chiedermi una cosa del genere? Eppure.. era qualcosa che non mi aveva mai sfiorato, un pensiero che non avevo mai preso in considerazione come se fosse morta dentro di me e non fuori.
Io.. non ci ho mai pensato.. Non.. non ne ho idea..” mormorai confusa.
Magari potresti chiedere..”
No Rob..”
Perché no?”
Bè che senso avrebbe?”
Potremmo andare da lei..”
No..”
Kristen..”
Ho detto di no, Rob!” sbottai d'un tratto nervosa.
Non poteva buttarmi lì quella cosa come se niente fosse e aspettarsi che fossi d'accordo; faceva ancora male per me parlarne così apertamente, come se niente fosse. Lui non l'aveva tenuta dentro per otto mesi, non aveva affrontato l'inferno per portarla alla luce e non poteva capire il dolore che avevo provato nel sentirmi dire che era troppo tardi..
D'accordo.. scusami..”
Non importa..” bisbigliai più a me che a lui mettendo termine alla conversazione.

Eppure ora, a distanza di un po' di tempo, mi premeva sapere. E nonostante sapessi che con quella domanda avrei portato a galla la situazione spiacevole che stavamo cercando di lasciarci alle spalle, non potei trattenermi.
Mamma..”
Alzò il viso dall'impasto e, incontrando i suoi occhi, glielo chiesi.
Dov'è la bambina?”
Sbatté le palpebre diverse volte e per un secondo mi parve di notare un'espressione terrorizzata sul sul viso, come se avessi appena fatto la domanda che sperava non avessi mai fatto.
In.. in che senso?” la sua voce tremò notevolmente.
Dov'è.. seppellita?”
Mi parve di vederla rilassarsi all'istante nonostante mantenesse una posizione rigida. Come pensavo, avevo tirato fuori l'argomento tabù della casa creando di nuovo quello stacco che ci divideva da più di un anno.
Non lo so.. Abbiamo lasciato che se ne occupassero alla clinica..”
Che schifo..” mormorai indignata prima che potessi fermarmi.
Tesoro..”
Lascia stare mamma, lasciamo stare..” sospirai sapendo che ormai era una battaglia persa in partenza. Avevo sempre perso, avevo perso fin dall'inizio, fin da quando avevo confessato tutto.
Senti.. perché non vai a prendermi il cellulare? Dovrebbe stare sul comò in camera.. se chiama tuo padre non lo sento..”
Ovviamente per lei l'unico modo di andare avanti era fare finta che non fosse successo niente e prendendo alla lettera le mie parole aveva trovato la prima scusa per togliermi di torno. Altro che torta riparatrice.
Ma in fondo era meglio così, non avevo creduto a quel tentativo di riconciliazione fin dall'inizio e già iniziavo a pentirmi di non aver accettato l'invito di Rob a passare il Natale con loro; con quella famiglia che mi aveva accolto con un sorriso la prima volta che avevo messo piede in casa loro e non aveva esitato un secondo a farmi sentire parte di loro..
Avevo davvero bisogno di una sigaretta..
Ne approfittai per andare prima in camera mia ma ovviamente non erano nel mio cassetto.
Dio, quanto avrei voluto gridare! Fu solo il pensiero di non voler rovinare il Natale a tutta la famiglia a bloccarmi e diretta in camera sua per prendere il cellulare provai a cercare le mie Camel tra i cassetti del comò dove di solito teneva anche le sue scorte.
Allungai una mano tra le sue maglie sicura che le avrebbe nascoste bene in fondo e infatti le trovai lì ma tirandole qualcosa venne con loro.
Un sottile foglio di carta che aprii inconsapevolmente.. ignara di quello che avrei trovato scritto.

CERTIFICATO DI NASCITA
Stato della California – Dipartimento della Salute Pubblica

Mi ci volle appena un secondo per capire di cosa si trattasse e un semplice sguardo al nome per averne la conferma.
Nome: Faith Jamie Stewart.
Femmina, nata alla Private Health Clinic di Los Angeles il giorno 10 Agosto dell'anno 2007.
Madre: Kristen Jaymes Stewart
Padre: X
Guardavo quel foglio, quella fotocopia come se ne dipendesse il mio futuro, come se racchiudesse tutto il mio essere, come se fosse la prova definitiva di ciò che avevo passato..
Strinsi gli occhi insieme al foglio che si comprimeva piano in un mio pugno e il bisogno di sapere e avere la prova anche di ciò che avevo perso fu più forte del dolore che quella carta apparentemente innocua mi faceva alla mano, come se fosse fuoco vivo.
Tornai a scavare nel cassetto in cerca dell'altro certificato, quello che mi avrebbe dato una volta e per tutte la conferma che ciò che avevo perso non sarebbe tornato mai più, perché era andata via nello stesso momento in cui era venuta.
Finalmente sentii qualcosa sotto le mani ma era di una consistenza diversa e decisamente più dura.. lucida..
Senza pensarci oltre tirai fuori le maglie gettandole sul letto e diverse foto erano sparse nel cassetto.
Ne afferrai una a caso e sorrisi.
Una bambina, una stupenda bambina dai capelli scuri e gli occhi verdi in tutina rosa rideva felice, poggiata su quella che sembrava una sedia a dondolo rivestita di piume d'oca, o forse era una copertina, non si capiva bene. L'accarezzai dolcemente chiedendomi chi potesse essere, forse qualche figlia di parenti lontani e fu solo quando la voltai che sentii il cuore perdere un colpo leggendo ciò che c'era scritto.
Faith. 22-12-07
Santo dio.. come potevo credere al destino quando non faceva altro che infliggermi colpi del genere?
Cercai di rilassarmi all'idea che un nome non è che un nome e non poteva significare nulla eppure.. eppure non volevo crederci.
Presi le altre foto ispezionandole man mano.
Faith. 02-10-07.
La stessa bimba, adorabile con un ciuccio in bocca e gli occhioni aperti mentre reggeva un pupazzo tra le mani.

Faith. 16-06-08. Primavera, ride mentre sul prato gioca con un fiore.
Faith. 11-09-08. Triste, guarda fuori dalla finestra come se aspettasse qualcuno.
Faith. 07-03-08. Ride, stesa su un tappetino colorato circondata da giochi e pupazzi.
Faith. 09-04-08. Intenta a non far cadere la piramide di cubi che ha messo su, con quell'adorabile pigiamino.
Per qualche motivo sentivo il respiro iniziare a mancarmi e forse era dovuto a quel nome.. Quel nome, quelle date..
Le coincidenze, troppe coincidenze perché non si affacciasse il più impossibile dei pensieri nella mia testa..
Ne presi un'altra.
Faith. 10-08-08. Nel seggiolone, con le codine e completamente sporca di cioccolata come se avesse appena messo la faccia in una torta intera.. come se fosse il suo.. compleanno. 10 Agosto.
10-08-08. Un anno. Agosto. 10.
No.. non era così.. non poteva essere così.. Stavo avendo un flash assurdo..
Sicuramente c'era una spiegazione a quelle foto, a quel nome e a quelle coincidenze. Doveva esserci una spiegazione perché non potevo minimamente credere che..
Faith. 10-08-07. Appena nata. L'ultima foto che avevo tra le mani era anche la prima che le era stata scattata.. Quel giorno.. Il giorno della sua nascita..
La vista si appannò all'improvviso, il respiro si bloccò.. le gambe presero a tremarmi, la testa girava, completamente, come se fossi il centro del suo universo..
Strinsi gli occhi più volte per rendermi conto che ero effettivamente sveglia e cercare di non lasciare che il buio mi prendesse, non di nuovo, non in quel momento in cui un'altra verità si faceva spazio tra i meandri del passato..
No.. non poteva essere. Non stava accadendo a me. Non poteva essere vero..
Lei era morta, morta quello stesso giorno come mi aveva detto mia madre.
Lei non voleva venire al mondo, non voleva..
Sentii il cuore stringersi come costretto in una morsa che si chiudeva sempre più, e un improvviso conato di vomito mi scosse lo stomaco costringendomi a piegarmi su me stessa mentre sentivo tutto nel mio corpo vibrare dalle scosse dei conati.
Riuscii a rimettermi in piedi e poggiai i gomiti al comò mentre stringevo quelle foto con una mano e con l'altra asciugavo il sudore che ormai bagnava la mia fronte.
Kristeeen?” sentii mia madre chiamarmi dalle scale e dai suoi passi capii che era vicina.
Mio dio.. no.. non ora.. o avrei anche potuto ucciderla..
Non riuscivo nemmeno a pensare che avesse fatto una cosa del genere.
Cercai di riprendermi e mi preparai ad affrontarla.
Tesoro se non lo trovi forse è per..”
Si bloccò quando mi vide e con la coda dell'occhio potevo constatare io stessa quanto la mia immagina riflessa allo specchio fosse impressionante.
I suoi occhi caddero sui panni sparsi sul letto e poi immediatamente sulle foto che avevo tra le mani..
Che cosa.. che cosa hai fatto?” il suo sguardo perso.
Cosa sono queste?” la mia voce fredda e dura come il ghiaccio.
Non rispose e cercò di avvicinarsi a me ma indietreggiai per quanto mi fosse possibile.
Dimmi che non è vero mamma.. dimmi che ho capito male.. dimmi che c'è una spiegazione..”
Tesoro..”
DIMMELO!” urlai isterica e bloccai le lacrime in attesa della sua risposta, pronta a ricacciarle quando mi avrebbe detto che non era vero e mi avrebbe spiegato come stavano le cose.
Sospirò stringendo la mascella. “Cosa avrei dovuto fare Kristen? Eri appena una bambina, avevi fatto un errore e volevi continuare su quella strada. Non potevo permetterlo. Cosa avrebbe pensato la gente? Uno scandalo del genere non sarebbe stato tollerato e la tua carriera ne avrebbe risentito per sempre!”
Ero di pietra, completamente vuota mentre quelle parole entravano nello stesso momento in cui uscivano, trapassandomi come se fossi un fantasma.
No.. dimmi che non l'hai fatto..”
Tesoro è stato meglio per entrambe.. credimi..”
Il cuore ormai aveva smesso di battere e non riuscivo nemmeno a capire come avessi ancora la forza di respirare o di parlare.
Dov'è?”
Non è il caso Kristen.. credo che tu ora abbia bisogno di calmarti e magari..”
DIMMI DOV'E'!!!” urlai incurante del dolore alle corde vocali.
Tenevo il viso fisso su di lei in attesa di una semplice risposta quando vidi gli altri accorrere in camera.
I miei fratelli che chiedevano cosa stesse succedendo e infine mio padre, ancora con la giacca addosso.
Lo guardai un secondo per restituirgli lo sguardo che mi aveva conservato per tutto quel tempo ma ero ancora in attesa.
Dimmi.dove.è.mia.figlia?”
Un silenzio assurdamente rumoroso invase la camera e io con lo sguardo duro attendevo solo una risposta e non me ne sarei andata senza averla ottenuta.
Gill” la voce roca di mio padre arrivò come un pugno allo stomaco. “Gill Somerville” precisò quasi professionale.
Spostai lo sguardo su di lui e incontrai i suoi occhi che con tutto il cuore imploravano perdono.
Annuii debole ricordando il nome della sorella adottiva di mia madre ed associandolo a un viso poco conosciuto che risiedeva nella mia memoria solo grazie ai pochi ricordi sfocati che avevo dei momenti passati in Australia da piccola.
Spinta dalla sola forza di volontà e di lasciare quella casa scansai gli altri e mi diressi velocemente in camera mia.
Sentivo i loro sguardi addosso mentre prendevo un borsone per infilarci le prime cose che mi trovavo sotto mano. Poca roba. Soldi, carta e passaporto.
Nient'altro mi serviva.
Scesi le scale seguita da tutti loro che mi ponevano domande continue ma ormai nulla aveva importanza.
Kristen dove credi di andare?!”
Presi la giacca dall'attaccapanni all'entrata e avrei davvero voluto ignorare quella sua ultima domanda, ma non potevo andarmene così. Dopo tutto era pur sempre mia madre..
Non esisti più per me..”
E coi suoi occhi che si gelarono all'istante uscii sbattendo la porta dietro di me e presi a correre più veloce e più lontano possibile.
Via da quell'incubo, quel nuovo incubo.. con la sola speranza che non avrei dovuto affrontarlo da sola.

POV Rob

Forse ero davvero patetico, mi rendevo ben conto che stare lì da almeno un'ora a fissare una nostra foto era alquanto ossessivo eppure.. non facevo che pensare al modo in cui l'avevo lasciata all'aeroporto promettendole che sarei tornato presto, assicurandola in qualche modo che non andavo per non tornare più.
Sarei tornato da lei, il prima possibile.
Personalmente avrei anche potuto evitare di passare le vacanze a Londra ma Kristen ci teneva che stessi con la mia famiglia e non mi ero per niente sentito di proporle di restare a Los Angeles. Sapevo dei suoi rapporti burrascosi con la madre e ora ne capivo anche più il motivo e la mia presenza non avrebbe aiutato, soprattutto perché loro non sapevano niente. Non sapevano che fossi io quel ragazzo quella sera e fingere che nulla fosse sarebbe stato scorretto ma volevo rispettare la scelta di Kristen di tenere quella specie di piccolo segreto solo tra noi, almeno per un po'.
Sai fratellino.. sei un po' patetico.. Stai fissando quella foto da un'ora! Perché non le hai chiesto di venire qui se ti manca così tanto?”
Lizzie.. sempre molto gentile.
Grazie sorellina, regina del tatto..” risposi ironico.
Credeva forse che non glielo avessi proposto?
Mi sembrava la cosa migliore per non stare lontani quel periodo ancora così in bilico delle nostre vite ma..
E' natale.. a mamma le si spezzerebbe il cuore se la sua unica figlia femmina lo passasse lontano per la prima volta.. e vorrei evitare. Siamo tutti più buoni a Natale no? O almeno in teoria..” aveva risposto con un sorriso sulle labbra ma sapevo che le costava. Sapevo, in modo anche molto sfrontato, che avrebbe adorato abbandonare il clima di casa sua per respirare l'aria londinese della mia famiglia che aveva conosciuto un paio di settimane prima in occasione della premiere di Twilight. Avevo parlato alla mia famiglia di lei ma per loro era inconcepibile che avessi davvero messo la testa apposto e avessi trovato una ragazza che presentassi come tale. Eppure sapevo che gli era bastato uno sguardo, gli era bastato vedere i miei occhi su di lei per capire che stavolta era quella giusta e che lei era tutto per me.
Vorrei non dover tornare..” mi aveva confessato una sera, l'unica sera libera prima di rientrare, la sera in cui avevo conosciuto l'altra parte della storia.

Possiamo restare qui..” suggerii con una punta di speranza nella mia voce fermandomi per avvicinarla a me e baciarle delicatamente le labbra.
Mmm.. davvero invitante come proposta..” rispose al bacio ma scherzando con lei mi allontanai sorridendole e trascinandola con me per le strade deserte e buie di Londra.
Attenzione.. potrei prenderti in parola..” continuai camminando e stringendola a me per baciarle i capelli.
Dammi un solo motivo per non farlo?” rispose seria e pensai per qualche secondo che non stesse più scherzando.
Bè.. la tua famiglia..”
Poco conto..” scrollò le spalle. “Mi preoccuperei più di un posto dove vivere. Di certo non potremmo accamparci dai tuoi per sempre..”
Sorrisi per la piega che stava prendendo quella conversazione. Inconsciamente stavamo parlando del nostro futuro e il pensiero mi riscaldò il cuore.
Voglio mostrarti una cosa..” sussurrai baciandola velocemente e afferrandola per mano per farci meglio strada tra l'umidità e la nebbia tipica della città agli inizi di dicembre quando il tempo si preparava alla neve.
Dove stiamo andando?” chiese seguendomi sicura.
Vedrai..”
Sapevo che le piacevano le sorprese e infatti non chiese altro finché non ci trovammo di fronte un palazzo, quel palazzo, quello del mio periodo passato a pensare a lei in un modo o nell'altro: come la piccola sconosciuta, come la ragazza dell'ascensore, come l'attrice del film, come nome su quel copione..
Ogni cosa mi riportava a lei..
Dove siamo Rob?”
Non risposi preoccupandomi solo di far scattare la chiave del portone.
La trasportai con me salendo le scale e passando davanti quella porta, così triste ora con quel cartello “FITTASI” che, per mia assurda felicità, era ancora lì dopo mesi.
Nessuno aveva occupato l'appartamento e io c'ero così affezionato che quando l'avevamo lasciato avevo avuto il barbaro coraggio di farmi un'altra copia delle chiavi di casa. Sapevo che era come commettere un reato ma in fondo in quel palazzo abitavamo solo noi e ora che eravamo andati via era completamente vuoto. Probabilmente nessuno ci aveva nemmeno messo piede nell'ultimo anno e io andavano avanti nella speranza che non lo demolissero.
In poco tempo salimmo anche l'ultima e ripida rampa di scale e ci trovammo di fronte la porticina di cui sperai la maschiatura non fosse troppo arrugginita da rifiutare una chiave ancora praticamente nuova.
Fortunatamente non fu così e tirai un sospiro di sollievo quando con un cigolio si aprì davanti a noi.
Guardai Kristen che di rimando mi guardava come se avesse intuito tutto. Le feci un cenno e uscì fuori davanti a me.
Si guardò intorno per qualche secondo in quella piccola terrazza spoglia per poi voltarsi verso di me.
E'.. è casa tua..”
Annuii malinconico. “Lo era..”
Lo sarà sempre..” sussurrò avvicinandosi con un sorriso per poi posare le sue dolci labbra sulle mie.
Da qui è più bello però.. vieni..”
Mi avvicinai a una piccola scala a pioli al lato del muro invitandola a salire per prima per assicurarmi che non cadesse.
Si fidò di me, nonostante tutto, e mi aspettò in cima, lì, sul tetto, sulle tegole abbastanza piane da permettere di stare in piedi senza cadere.
Siediti Kris..” le suggerii quando fui accanto a lei e insieme ci sedemmo su quella superficie fredda come il marmo.
Avrei dovuto portare una coperta.. mi dispiace..”
Se vuoi puoi darmi la tua giacca” scherzò ma io non me lo feci ripetere due volte.
Rob, scherzavo! Sei pazzo? Ti prenderai una polmonite. Sto bene davvero..” soffiò stringendosi a me per poi accucciarsi sul mio petto costringendo entrambi a stenderci.
Così va meglio..” respirò il mio profumo e per momenti interminabili non feci altro che stringerla a me mentre fissavamo le stelle.
Guarda quella.. com'è luminosa..” bisbigliò a un tratto indicando una stella poco più a destra della luna.
Si.. è bella..” concordai e mai mi sarei aspettato le parole che stava per dirmi.
Avrei voluto chiamarla Faith..”
Inspirai l'aria gelida per lasciarla penetrare nei polmoni e ricordarmi che ero vivo.
Era.. una femmina?” chiesi nello stesso istante in cui chiedevo a me stesso a quanti mesi fosse possibile conoscere il sesso di un bambino e fino a che mese fosse possibile praticare un aborto.
Si.. non ho voluto saperlo fino all'ultimo. Volevo fosse una sorpresa.. ma avevo deciso i nomi in entrambi i casi. Alex se fosse stato maschio.. Ma speravo tanto che fosse una bambina per poterla chiamare Faith..”
Mi gelai. Cosa voleva dire fino all'ultimo?
Mi resi conto che fino ad allora ero vissuto nella convinzione che avesse volontariamente rinunciato al bambino ma le altre opzioni non mi avevano minimamente sfiorato le idee.
C..cosa.. Cosa è successo Kristen?” ebbi il coraggio di chiedere dopo tanto tempo. “Io.. io credevo che..” non riuscii a terminare la frase maledicendomi per aver considerato solo quell'unica soluzione.
La sentii inspirare forte per poi iniziare a parlare mentre carezzava il mio corpo e io la sua schiena.
Avevo cinque giorni di ritardo. Ho fatto un test ed era lì, da tre settimane, da quella notte, dall'unica volta in cui avevo fatto l'amore. E tutto quello che provai fu rabbia.. rabbia nei confronti di quel ragazzo che mi aveva abbandonata lì, nuda e sola, senza un nome, senza un contatto, senza qualsiasi cosa per cui potessi raggiungerlo e dirgli che portavo suo figlio in grembo. Non sapevo cosa fare. Ce l'avevo con lui, ce l'avevo con Jess, ce l'avevo col mondo intero. Ero così piccola.. troppo piccola per vivere per due e decidere per entrambi. Troppo piccola per abituarmi al pensiero che qualcosa crescesse dentro di me. Qualcosa che in fondo non conoscevo.. Volevo solo tornare ad essere quella di prima e liberarmi di quella parte sconosciuta che occupava il mio corpo. Fissai un appuntamento ma non entrai mai in quella stanza.
Una donna era lì.. e piangeva.. Piangeva come se avesse appena perso la cosa più importante della sua vita. “Perdonami bambino mio..” furono le sue uniche parole sussurrate tra le lacrime mentre nascondeva quel ventre vuoto e capii.. Capii che non avevo diritto di decidere della vita degli altri. Qualcuno aveva deciso per la mia ottenendo tutto il mio odio e il pensiero che quell'essere potesse odiarmi mi distrusse quel poco di coraggio che avevo.
Tornai a casa.. mi chiusi nel silenzio parlando solo con lui..Era il mio unico confidente, l'unico che poteva davvero capirmi. Avrei voluto che fossimo solo noi due per sempre ma presto divenne troppo evidente per nasconderlo.
Ricordo il volto deluso dei miei genitori nel momento in cui annunciavo che la loro figlia appena diciassettenne era rimasta incinta di uno sconosciuto perché aveva bevuto troppo all'ultimo dell'anno e non aveva pensato alle conseguenze. Mio padre .. è sempre stato così.. sofferente nei miei confronti. Anche ora.. come se nascondesse un segreto ma so che in realtà è solo la delusione per ciò che sono diventata. Mia madre invece.. lei non ha mai capito. Mi è stata vicina materialmente ma non perdeva occasione per rinfacciarmi la mia irresponsabilità. 'Incinta a diciassette anni, cosa penserà la gente?'
Mi hanno chiusa in casa per mesi con l'unico svago dei miei fratelli che cercavano di fare il possibile per aiutarmi ma loro.. non capivano. Nessuno poteva capire e l'unica persona di cui avrei voluto il sostegno, l'unica da cui avrei voluto sentire le semplici parole “Andrà tutto bene, ci sono io tesoro”.. non c'era, troppo presa da modi per mascherare la mia assenza.
Sono sempre stata sola in tutto.. solo io e il mio bambino..e sola ero nel momento in cui mi si sono rotte le acque. Era agosto..il 10 Agosto, un mese prima del previsto. Sono stata portata in una clinica privata con medici già informati e pagati per tenere il silenzio ma.. mi faceva tutto troppo male.. non riuscivo a respirare.. il bambino non riusciva a respirare.. Sentii che era tutto perduto per me e chiusi gli occhi con la sola speranza che non lo fosse per lui.. e invece..”
Un respiro profondo mi fece capire che lacrime dense già erano pronte e infatti un secondo dopo le sentii bagnarmi la maglietta.
Invece io ero viva e lui era morto.. Sofferenza fetale.. col suo stesso cordone ombelicale.. Quello da cui gli davo la vita era stato la stretta che lo aveva ucciso.. e forse è stato meglio così.. Forse non voleva venire a questo mondo.. e non potevo biasimarlo.. Fino ad ora..” sospirò lasciandomi un bacio sul petto per poi stringersi a me.
Sentivo gli occhi colmi di lacrime. Lacrime per il suo dolore, lacrime per quello che mi ero perso e per non aver potuto fare nulla per alleviare la sua pena, lacrime per quello che mi, che ci, era stato portato via..
E le lasciai scorrere non facendo altro che carezzarle la schiena cingendola a me in un abbraccio forte che le trasmettesse tutto quello che non riuscivo a dire a parole.
E non ci fu bisogno di dire niente. Restammo lì, l'uno nella braccia dell'altro, a fissare la nostra stella luminosa, la nostra piccola Faith.

Sentii il dito bagnarsi e mi resi conto di stare piangendo solo quando sbattei le ciglia.
Dio.. non riuscivo a non pensare a lei e a quanto avrei voluto averla lì vicino a me, solo per stringerla ancora.
Il suono del campanello mi portò completamente alla realtà ma lo ignorai.
Rooob vai tuuuuu!” urlò mia sorella dalla doccia per poi riprendere a cantare.
Sbuffai chiedendomi dove fossero finiti tutti e affacciandomi alla finestra che dava sul retro li notai velocemente intenti a costruire un pupazzo di neve.
Sorrisi immaginando Kris con me, con noi, spensierata e magari felice e non potei fare a meno di chiedermi come stesse passando la sera prima della vigilia.
Se fosse serena, se avesse abbracciato sua madre perdonandole il male che le aveva fatto, se avesse espresso un desiderio guardando le stelle nel cielo.
Il campanello tornò a suonare e mi chiesi chi potesse essere a quell'ora e in quel giorno.
Arrivo!” urlai percorrendo velocemente il corridoio.
Infine spalancai la porta e la trovai lì.
Il viso pallido, gli occhi arrossati e la paura nel suo volto..
Dio mio.. che diavolo era successo?
Kris..” sussurrai sconvolto rendendomi conto delle sue condizioni.
E furono solo due parole.
E' viva...”

Wow.. o_____o questa si che è una sorpresa eh??
O forse no?? Dite la verità.. chi ci aveva pensato?? Un applauso a Veronicas che è stata molto perspicace hihi, ma in fondo con tanto di bimba in copertina u_u poteva mai essere morta davvero? u__u ahahaha
Il punto ora è.. come la prenderà Rob e cosa succederà? eheheh.
Lo scoprirete tra 5 giorni ;) muhamuhamuha
PS: Le foto di Faith è stato più comodo renderle così e fare una specie di collage perchè erano troppe ma era impossibile scegliere XD
PPS: la canzone che canta Rob a Kris alla fine della prima parte si chiama "God damn you're beautiful". Io me ne sono totalmente innamorata e ce l'ho messa.. ascoltatela se avete tempo perchè è stupenda e troppo dolce *__*
   
 
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