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Autore: Berenike    04/01/2011    15 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme a Venezia




Capitolo 9: Svegliati, Castle!


Ma la favola stava per giungere al termine.


Kate e Richard non dormivano nemmeno da un'ora che il telefono della detective (sempre acceso) iniziò a squillare.
Nessuno sembrò accorgersi di quel piccolo oggetto tecnologico che faceva di tutto per richiamare la loro attenzione. Richard Castle fu il primo a svegliarsi:
-Kate... spegnilo... - e si riaddormentò all'istante.
Chiunque fosse sembrava aver capito di dover richiamare più tardi. O almeno così sembrava.
Beep, Beep, Beep
Il cellulare riprese a suonare, e ancora... e ancora... e ancora... -Kate? Sei sveglia? - Lo scrittore alzò appena la testa. Al di fuori della finestra era ancora buio, dovevano essere le tre, massimo quattro del mattino.
-Cosa c'è? - la detective Beckett riemerse dalle coperte. Si era cambiata dalla sera prima, si era infilata il pigiama e si accorse solo in un secondo momento di essere abbracciata a Castle.
-Il cellulare... - rispose questo. Le loro voci erano lente, pigre ed assonnate.
Beep, Beep, Beep
Il cellulare non dava loro tregua. Kate Beckett cercò di ignorarlo il più possibile, fino a che non smise definitivamente di suonare.
-Finalmente. - fu l'unica cosa che riuscì a sussurrare lo scrittore, prima di rigirarsi nel letto, cercare il corpo freddo della detective ed aggrapparsi a questo come fosse la sua unica ancora di salvezza.
Kate reagì a quell'abbraccio in modo insolito: come se solo in quell'attimo si fosse accorta di chi fosse e di quale telefono stesse suonando, scostò violentemente il corpo assonnato e pensante di Rick e si precipitò accanto al telefono.
Questo ricominciò a suonare frenetico.
Beep, Beep, Beep
-Pronto! - rispose lei, al primo squillo. La sua voce era quella di sempre: attenta, scaltra, brillante e perfettamente sveglia.
-Detective Beckett, sono il Capitano... Posso chiedere dove ti trovi? In segreteria mi risponde una voce in un'altra lingua... cos'è Italiano? -
-Capitano siamo, anzi sono a... - Ma l'uomo non le fece finire la risposta.
-Non importa dove sei Beckett. Qui c'è bisogno di te. - La voce del Capitano aveva un tono deciso ed allo stesso tempo supplichevole. Era ben consapevole di aver disturbato durante le vacanze natalizie della Detective ma lei era in assoluto la migliore, e aveva bisogno del suo aiuto.
Kate restò in silenzio per qualche secondo. Come aveva previsto, la realtà era tornata a bussare alla sua porta, ed era il momento di decidere da che parte stare. Chi era lei: era una bellissima principessa coccolata e viziata dal proprio principe azzurro, o era la Detective Beckett, che lottava ogni giorno contro il crimine e risolveva più casi di qualsiasi detective di sesso maschile di New York?
-Arrivo. - rispose secca.
-Ah, Beckett... - la chiamò per l'ultima volta il Capitano – non penso ci sia bisogno di disturbare Castle. - La detective si girò appena a guardare lo scrittore che giaceva accanto a lei, addormentato.
-Stavo pensando la stessa cosa. -
Quando la donna abbassò la cornetta si sentì in colpa come se l'omicidio l'avesse commesso lei stessa; ma non poteva abbandonare la propria vita, la propria carriera per un sogno che non si sarebbe mai realizzato.
Si alzò velocemente ed iniziò a preparare la valigia. Cercò di non far rumore; in cuor suo però sperava che lo scrittore si svegliasse e le chiedesse di restare.
Non sarebbe comunque servito a nulla.
Richard sembrò svegliarsi. Nel vedere la detective alzata e vestita si spaventò e si tirò su con i gomiti.
-Cosa stai facendo? - le chiese preoccupato. -Va tutto bene? -
Lei decise che la sincerità sarebbe stata la sua unica arma, in quell'occasione.
-Mi ha chiamata il Capitano... - c'è bisogno di me. - E continuò a fare la valigia, cercando di non incontrare gli occhi di quell'uomo che la stava studiando come fosse un animale in estinzione.
-Che cosa? - Castle si alzò dal letto. Kate pensò che questo non aiutava... Era così maledettamente bello e la consapevolezza di aver quasi fatto l'amore con lui...
Castle si piazzò davanti alla valigia e le cinse la vita con le mani.
-Guardami. - le disse gentilmente. - Kate tenne lo sguardo prima basso, poi (maledetto orgoglio) lo alzò, in tono di sfida.
-Cosa c'è? - chiese lei, come se andarsene nel bel mezzo della notte fosse la cosa più normale del mondo.
-Non puoi tornare a casa ora... -
-E' quello che sto facendo, Castle – pesò in modo particolare il cognome dello scrittore. Nonostante ora fossero così vicini, non erano mai stati tanto lontani.
-E cosa ne sarà di questo viaggio? Cosa ne sarà... di noi? - Castle sembrava un bambino, con gli occhi spalancati e le mani tremanti.
-Castle svegliati! - disse lei, urlando. Aveva recitato la parte della sposa perfetta in questi pochi giorni Veneziani, ma prima o poi doveva finire tutto... - Non capisci? Questa non è la realtà, questa non è la vita reale! Nella realtà io sono una detective e non tua moglie! Tu sei un ricco e viziato scrittore miliardario e... e... - Lo sfogo sembrava terminato. La detective avrebbe potuto continuare ma vedendo lo sguardo ferito dell'uomo di fronte a sé, preferì non continuare.
-Tu potresti diventarlo. - Rispose semplicemente.
-Che cosa? - disse lei, prendendo le ultime cose dal bagno.
-Mia moglie. Se solo tu lo volessi. - La guardò dritta negli occhi, trafiggendole l'anima.
Perché doveva essere così complicato? Perché Richard stava rendendo le cose così difficili?
-E poi cosa dovrei fare? Rimanere a casa ad accudire i nostri bambini? Castle, io non sono tua moglie e... -
-E cosa? Mai lo sarai? - Rick iniziava a scaldarsi. Dentro al proprio cuore sapeva, sapeva che anche lei lo amava e sapeva che c'era stato qualcosa di speciale, la sera prima.
-Non sto dicendo questo, Richard. Devo andare. - disse in velocità, trattenendo le lacrime. Sapeva bene che questa sarebbe stata probabilmente l'unica volta che si vedevano.
-Kate... - la rincorse lui verso la porta. La chiuse con un tonfo secco. -Aspetta solo un secondo. - Si guardarono intensamente, aspettando che uno dei due dicesse qualcosa. La mano grande di Castle era ancora premuta contro la porta, Kate gli dava le spalle.
Se lo avesse guardato, sarebbe scoppiata in lacrime.
-Cosa mi dici allora di ieri sera? - Lo scrittore chiuse gli occhi. Il ricordo gli faceva solo male.
-Cosa vuoi che ti dica? - rispose lei secca, sperando che l'uomo non notasse il tremolio della sua voce.
-Non puoi negare che ci sia stato qualcosa... Noi stavamo per... - Kate si girò all'improvviso. Decise che continuando così non sarebbe mai riuscita a partire; non avrebbe mai ripreso la propria vita; e sarebbe stata persa per sempre.
Doveva dire ciò che più avrebbe ferito lo scrittore; così che questo la lasciasse andare.
-Noi stavamo per fare l'amore. Lo so. - lo guardò negli occhi. Era abituata a fissare i criminali senza far trasparire emozioni ed anche in quell'occasione guardò l'uomo di fronte a sé come se avesse commesso un terribile omicidio.
-Ed è stato un bene che non sia successo nulla. - disse lei, scandendo le parole. Castle lasciò andare la porta, ritraendo la mano come se avesse appena ricevuto un pugno in pieno petto.
-Cosa vuoi dire? - fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare.
-Dai, Richard, parliamoci chiaro! Questa non è la vita reale: appena torneremo a casa tu mi tradirai con una modella di vent'anni ed io avrò perso il mio lavoro, la mia vita, il mio onore... Fare l'amore ci avrebbe portati in un punto di non ritorno mentre ora possiamo ancora scegliere! -
-E' questo che pensi di me? Che ti avrei tradita? - Kate lo fissò con disgusto. In un solo momento ripensò a tutti i motivi per cui in due anni di collaborazione non aveva mai ceduto al suo fascino: Richard Castle era un bambino, era un viziato bambino che agiva senza pensare, mettendo a rischio il proprio cuore e quello degli altri.
-Si, è questo che penso. Ora devo proprio andare. - Questa volta lo scrittore non bloccò la porta, lasciò andare la detective come fosse una foglia trascinata dal vento.
Non la fermò, non le corse dietro; semplicemente la guardò correre verso l'ascensore, senza girarsi mai a guardarlo. La fissò mentre trascinava con forza il proprio trolley e nel momento in cui le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lei, sentì una lacrima rigargli il volto.


Poche ore dopo, Alexis Castle si avviò felice verso la sala delle colazioni. Sua nonna non era tornata a dormire quella notte, mentre le pareva di aver sentito rientrare il padre e la detective Beckett.
Non vedeva l'ora di sentire i racconti di questi ultimi riguardo la serata precedente; era sicura di trovare tutti al buffet; così quasi corse per i corridoi dell'Hilton.
Quando entrò nella sala colazioni la trovò piena, come le mattine precedenti: non vide né il padre né quella che sperava profondamente fosse la sua compagna.
Martha Castle invece era seduta ad un tavolo imbandito: aveva le borse sotto gli occhi ma sorrideva come una quindicenne al concerto del proprio cantante preferito. Era abbracciata a due signori sulla sessantina che le sorridevano e l'abbracciavamo come fosse la loro amante. Molte famiglie lì attorno guardavano la scena divertite, Martha adorava avere tutta l'attenzione su di sé.
Appena però la donna vide la nipote, spinse via i due pretendenti facendo loro cenno di allontanarsi.
Questi cambiarono tavolo e lasciarono posto alla ragazza.
-Nonna! Com'è andata la serata? - le chiese sorridendo ed accennando ai due uomini che continuavano a guardarla con ammirazione.
-Bene direi! – la nonna baciò sulla fronte la propria nipote – Peccato che domani dobbiamo già tornare... - Alexis annuì tristemente. Venezia le piaceva tantissimo, e non era la sola cosa.
-A te com'è andata la serata? Imparato un po' d'italiano? - Alexis non poteva smettere di sorridere.
Non rispose subito, annuì dolcemente persa nei ricordi della sera precedente.
-Nonna, Venezia è davvero la città più romantica del mondo! - E l'abbracciò, senza dare spiegazioni.
Poi, addentando una brioche alla crema le chiese curiosa:
-Ma che fine hanno fatto papà e Kate? Erano con te ieri sera? -
Martha sorseggiò lentamente il suo tè alla vaniglia.
-No, ci siamo persi di vista... Oh! Ecco tuo padre... - Alzò appena la mano per farsi vedere. Lo scrittore si avviò verso quel tavolo. Stranamente non prese nulla da mangiare.
Appena fu più vicino alle due donne, queste notarono quanto fosse trasandato: non doveva essersi fatto la doccia dalla sera prima; aveva rimesso gli abiti del giorno precedente che avevano decisamente bisogno di una stirata; la barba incolta gli era cresciuta sul viso stanco e triste.
-Papà, hai un aspetto orribile! - Richard Castle si avvicinò alla figlia e le baciò la fronte. Salutò la madre con un cenno della mano e rispose appena:
-Lo so... - Le due donne si guardarono scioccate. Non mancava qualcuno?
-Dov'è la detective Beckett? - chiese Martha, seria. Nel vedere il figlio ridotto in quel modo non trovò niente da ridere.
-E' partita. - rispose lui, secco. Alexis sgranò gli occhi mentre Martha rimase impassibile.
-Oggi se non vi dispiace vorrei rimanere un po' da solo... - Continuò, sperando che lo capissero.
Le due donne della famiglia Castle annuirono. Solo Martha ad un certo punto, vedendolo alzarsi dal tavolo gli chiese:
-Ti piace proprio tanto eh? - Richard non riuscì a mentire.
-Già. Ma a quanto pare non sono quello giusto per lei... -
Si allontanò in fretta dal tavolo, le parole viziato e traditore ancora nella propria testa.








ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Come prima cosa vorrei augurare a tutti i miei adorati lettori e recensori uno splendido 2011!
Che questo nuovo anno possa avverare tutti i vostri desideri...!
Mi devo poi scusare davvero con il cuore per questo ritardo: di solito non aspetto così tanto ad aggiornare, ma sono stata via per tutte le feste e sono tornata solo Domenica...
Due giorni per scrivere questo capitolo e via... pubblicato!
Voglio parlare subito di questo nono capitolo: come avrete notato, è completamente diverso dai precedenti! All'inizio ho ripreso la stessa frase che tanto vi aveva messo in subbuglio alla fine dello scorso capitolo. Come molti di voi avevano capito, era una minaccia bella e buona più che un avvertimento di fine vacanza...
So che dopo questo capitolo molti di voi saranno scioccati: non è ciò a cui vi avevo abituato; qui vediamo una Kate molto più realistica, molto più dura e decisamente più combattiva. Oserei dire che la "principessa" che c'era in lei è stata cacciata ed è tornata la "bad girl" che tutti conosciamo...
Che dire del povero Castle? So che molti di voi non apprezzeranno il fatto che un uomo pianga; io l'ho trovato molto dolce e fidatevi, se si perde l'amore della propria vita, anche gli uomini sanno piangere.
In ogni caso non disperate: non è ancora tutto perduto... Mancano ancora dei capitoli!
Si ribalterà ancora la situazione?
Non vi resta che scoprirlo leggendo i prossimi capitoli che (prometto) si faranno aspettare sicuramente meno di questo!
Ancora una volta vi chiedo davvero di cuore di recensire lasciando un commentino: mai come ora la vostra opinione è stata importante per me... Spero che mi dedichiate qualche preziosissimo minuto del vostro tempo per farmi sapere cosa ne pensate.
A presto!
Berenike



La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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