IXXX
CAPITOLO
Francesca
dormì molto male quella notte. Sognava Luca, poi Giovanni, Luca… si trovò in
una stanza buia, pieno di fumo, seduta su una sedia.
L’unica
cosa che poteva vedere era un tavolo nero davanti a lei illuminato da una fioca
luce proveniente da una lampada verde li sopra.
Sopra
il tavolo c’erano due carte, bianche. A Francesca venne voglia di scoprirle, ma
una mano grossa e rugosa la bloccò, prendendola per il braccio. Alzò lo sguardo
davanti a lei:era comparso un uomo, pareva molto anziano, con lunghi capelli
grigi. La faccia era particolarmente brutta e inquietava. Due grandi occhi
azzurri la guardavano seriamente dall’alto. Si sedette tranquillamente. Le
disse con una voce roca e profonda: -tu non puoi scoprire quelle carte, tu non
hai nessuna decisione a riguardo…-
-chi
sei?- gli chiese Francesca, assai spaventata.
-il
destino, mi sembra logico. Allora vuoi scoprirle queste carte?- le chiese
avvicinando il suo viso a quello della ragazza con un espressione divertita che
segnava la sua brutta faccia,
-s..si-
mormorò lei.
L’uomo
scoprì la prima carta: si trattava di luca. era una foto abbastanza grande ma
aveva un qualcosa di strano, magico.. era animata.
Il
ragazzo la salutò dalla foto facendole un gesto. Francesca era atterrita: non
aveva mai visto niente di simile.
L’uomo
notando la sua espressione, con un ghigno sul viso scoprì la seconda carta a
destra della precedente. Ora comparì un Giovanni sorridente, come l’aveva
sempre visto. Nell’immagine stava pedalando fortissimo, ridendo. Francesca
guardò sbalordita l’uomo: ma cosa stava succedendo…?
-fai
un po’ tu- le disse flemmatico l’uomo, appoggiandosi con la schiena allo
schienale della sedia…
-BI
BIP! BI BIP!- Francesca si svegliò di colpo. Oddio. Era solo un sogno che
spavento.
Non
pensò al sogno fino a quando si trovò in bagno. Mentre si lavava i denti le
immagini delle carte del sogno ritornarono nella sua mente. Il significato di
quell’incubo era particolarmente significativo e facile da capire. Ma perché
doveva scegliere?? E perché quell’uomo all’inizio le aveva detto: “non hai
decisione a riguardo”?.
Il
sogno di quella notte le rimase nitido per tutta la giornata. Continuava a vedere
il volto del vecchio uomo, pensando se quella persona esistesse veramente e se
la conosceva. Ma non riusciva ad affiancare quel volto ad una sua conoscenza.
Mentre
legava la bici al solito palo si guardò in giro: non c’era la bicicletta di Giovanni. Si sentiva un po’
in colpa per aver nascosto il ritorno di Luca all’amico. Ma almeno il loro
rapporto non si era incrinato.
Francesca
entrò a scuola: aveva la prima ora di religione, decise di saltarla,
inventandosi che non stava bene e che doveva andare in infermeria. Ma invece
andò in biblioteca: amava moltissimo quel posto, stare in mezzo agli scaffali,
pieni di polverosi libri le trasmetteva un senso di tranquillità infinita.
Entrò e si trovò davanti la faccia simpatica della bibliotecaria.
-cerchi
qualcosa?- le chiese gentilmente prima di farla entrare.
-no
no, devo solo consultare dei libri per una ricerca- mentì Francesca.
Non
doveva fare nessuna ricerca, ma almeno li dentro sarebbe stata sola e non
disturbata da petulanti amiche.
-ah
ok, certo certo fai pure…- le disse la
signora.
Francesca
cominciò a passeggiare tranquillamente fra gli scaffali. Visto che la
biblioteca era grandissima, riuscì a sfuggire alle occhiate perplesse della
bibliotecaria che la guardava sonnacchiosa dalla sua scrivania.
Mentre
camminava notò dall’altra parte dello scaffale una testa bionda che si muoveva,
si avvicinò sorridendo, credendo il ragazzo Giovanni, ma sfortunatamente quando
il ragazzo si voltò a guardarla, Francesca si accorse che non era l’amico.
Andò
delusa nel reparto “STORIA” cominciò a passare le dita fra grossi e polverosi
volumi che parlavano di eroi, guerre, imprese. Amava leggere notizie e
curiosità sui grandi personaggi del passato, di cui spesso i libri di storia
scolastici non parlavano.
Prese
un grosso volume: “LA VITA DI ALESSANDRO MAGNO” sicuramente fra gli eroi del
passato era quello che preferiva.
Si
sedette su una grande poltrona e cominciò a leggere interessata. La sua lettura
fu interrotta dal suono della campanella un’ora dopo. Si alzò velocemente, si
mise in spalla la borsa e rimise a posto il grosso libro.
-cos’hai
preso cara?- le chiese la bibliotecaria.
-no,
niente, sig.ra Gardi ho solo letto un libro-
-ah
bene, allora ci vediamo la prossima volta!- la salutò mentre le apriva la
porta. Era la prof. Che le stava sicuramente più simpatica fra tutte.
Quell’ora
passata in quel luogo e sicuramente il libro le avevano fatto dimenticare il
sogno, a cui non pensò per tutta la giornata.
Corse
verso l’armadietto rosso, contenente i suoi libri. Lo aprì e prese il libro di
matematica. Sempre correndo corse verso l’aula di fisica. Non poteva arrivare
in ritardo.