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Autore: Julia92Cullen    04/01/2011    4 recensioni
La storia parte circa un paio di mesi dopo la conclusione di Breaking Dawn. Finalmente la pace sembra essere arrivata per la famiglia Cullen. Tuttavia rivelazioni, nuovi arrivi e amori improbabili arriveranno a sconvolgere nuovamente le loro vite. Ma soprattutto, questa apparente tranquillità sarà stabile oppure il fato sarà di nuovo oscuro per loro?
Tratto dalla storia: La mia mente era completamente in bianco: non avevo la minima idea di come affrontare quello che stava per accadere. Eppure ero consapevole che prima o poi sarebbe successo, non potevo non rivedere più mia madre. Già anche solo questi mesi di lontananza mi avevano fatto soffrire: avrei tanto voluto parlarle di Renesmee, raccontarle che era diventata nonna. Mi sarei divertita un mondo a vedere la sua reazione a questa notizia.
Se solo Nessie non fosse cresciuta così in fretta.
Ora avevo di fronte solo due possibilità: o nasconderle del tutto l'esistenza di sua nipote oppure mostrargliela, come avevo fatto per Charlie, ma con la differenza che lei avrebbe fatto un milione di domande, sul fatto di come potessi avere già una figlia di cinque anni che ovviamente era biologica.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 1 prima parte
Sunrise

Chapter 1: February the thirteenth

(Part One)


(POV Bella)


Una luce soffusa e rosea si diffuse nella stanza attraverso la vetrata, mentre il sole con pigrizia faceva capolino da dietro le cime degli alberi. Una scena che già avevo visto così tante volte, e che avrei continuato a vedere per sempre, per tutta la durata di quell'astro splendente che ci infondeva calore e luce. Una scena che avrei osservato in eterno insieme al mio amato, avvinghiati in un qualsiasi posto, a goderci la reciproca compagnia. In quel preciso istante un'allodola cinguettò, un sottofondo perfetto di quel paradiso. Non c'era davvero definizione migliore, dato che ero sposata ad un angelo. 

Il sole ormai era completamente in vista, ma non vi prestavo la minima attenzione: ero persa a guardarne i riflessi diamantini sul volto di Edward. Fossi anche vissuta un milione di anni non mi sarei mai e poi mai abituata alla sua bellezza: i suoi zigomi e la mascella scolpiti nel marmo, la perfetta linea del suo naso, i capelli bronzei che in quel momento erano ancora più spettinati del solito, le sue dolcissime labbra tirate in un sorriso mozzafiato e i suoi occhi, color onice, che mi attraevano come due buchi neri e in cui potevo perdermi nella loro profondità, fino a scorgere i più reconditi dettagli della sua anima... La sua anima era proprio ciò che dava più luce al suo volto: non importava ciò che lui credeva, io riuscivo a vederla benissimo. E mentre lui ricambiava il mio stesso sguardo adorato, avrei giurato che potesse farlo anche lui.

Intrecciai le mani tra i suoi capelli, per poi sfiorargli il volto, il collo, il petto muscoloso per poi fermarmi sul suo ventre. Non mi permisi di andare oltre perché ormai era ora di alzarsi, dato che Nessie stava per svegliarsi, e se fossimo andati troppo in là avremmo ricominciato tutto da capo. Era sempre così: la mattina era difficile staccarsi da Edward, la sera complicato separarsi da Renesmee. Mi consolai pensando che questa routine sarebbe continuata per sempre e non riuscii a trattenere un sorriso. Avevamo l'eternità davanti e saremmo rimasti insieme per tutta la sua durata. Ed era giusto che fosse così: eravamo parte dello stesso essere, una mela divisa a metà che per qualche incredibile coincidenza era riuscita a ricongiungersi. Se pensavo a quante piccole cose sarebbero potute andare storte! Se Carlisle non avesse deciso di donare a Edward l'immortalità, se non fossimo stati a Forks nello stesso momento, se non fosse tornato dall'Alaska, se io fossi morta... se lui fosse morto...

Rabbrividii.

Era strano pensare che fossero solo casualità. Era il destino ad averci uniti, non potevano esserci dubbi, perché sarebbe stato inutile crearci per non farci conoscere, per non farci vivere. Vivevamo l'uno per l'altra e non potevamo esistere separati, saremmo stati annichiliti. Eppure eccoci lì, ad illuminare reciprocamente la nostra vita non come una meteora, bensì come due stelle gemelle luminosissime orbitanti l'una attorno all'altra...

Gli occhi di Edward si illuminarono e con dolcezza appoggiò le sue labbra alle mie. Il leggero bacio crebbe a dismisura fino a raggiungere una passione che difficilmente sarei riuscita a sopportare da umana. La mia concentrazione si sbriciolò come se fosse fatta di cristallo. Ma come faceva?

Prima che i nostri respiri accelerassero e gettassi al vento la decisione di alzarmi, si staccò da me con un leggero sorriso sulle labbra.

Siamo piuttosto romantiche questa mattina, eh?” mi prese in giro.

Capii subito che si riferiva alla metafora sulle stelle e ribattei a tono: “Se non la smetti di commentare i miei pensieri e di usarli a tuo vantaggio, giuro che non ti faccio ascoltare più neanche una sillaba!”

In realtà stavo bluffando, desideravo troppo renderlo felice, ma tanto quel bacio aveva fatto ritrarre il mio scudo nella sua sede originaria e forse potevo trarlo in inganno.

Scusa tanto. Mi perdonerai mai per un tale affronto da parte mia?” mi rispose con tono dolce ma un po' sarcastico. Probabilmente non se l'era bevuta. Dovevo fare ancora molta pratica come attrice, ma io preferivo pensare che fosse lui che mi conosceva troppo bene.

Forse un giorno ci riuscirò. Sai com'è, essendo vampira non dimentico mai niente e tu dovrai fare un enorme sforzo in cambio” gli risposi nel suo stesso tono. Stava per aprire bocca ma gliela tappai con un dito e continuai: “In ogni caso, ritornando al tuo primo commento, non oso neanche immaginare tutte le sdolcinatezze che passano per la tua testa. Già mi immagino un tuo forbito discorso interiore stile Inghilterra-di-fine-Settecento, stracolmo di vezzeggiativi, metafore e iperbole che neanche i più grandi poeti Barocchi potevano concepire. Scommetto che nemmeno Darcy in persona avrebbe potuto descrivere meglio di te tali romanticherie e che a Romeo sarebbe venuto un mal di testa pazzesco per metterle in rima come fai tu. E poi parli dei miei pensieri!” esclamai divertita.

Rise. “E che ne sai tu di quello che penso io? Sappi che, per tua informazione, io non penso affatto in rima!”

Conosco i tuoi pensieri tramite le frasi che mi dici ogni giorno. Ognuna di esse sembra una poesia scritta appositamente per me. Solo una mente straordinariamente incline alla lirica sarebbe in grado di elaborarle così rapidamente.”

L'unica differenza tra noi due è che io sono nato in un altro secolo, in cui le galanterie non erano ancora fuori moda e la gente discorreva con una maggiore proprietà di linguaggio.”

Va bene, va bene, hai vinto tu” decisi di porre fine a quel discorso assurdo senza capo né coda.

E per evitare che lui continuasse incollai nuovamente la mia bocca alla sua. Ci lasciammo ancora una volta trasportare dalle emozioni. Le sue mani tracciavano leggere le linee del mio corpo, un tipico momento in cui il mio cuore avrebbe dovuto battere all'impazzata fino a schizzare fuori dalla gabbia toracica. Ma anche se non poteva più battere, lo sentivo gonfio di una felicità che nessun altro al mondo poteva provare ed ero sicura che un giorno o l'altro sarebbe esploso.

Cercai di portarmi sopra di lui, senza accorgermi che eravamo sul bordo del materasso. Cademmo senza neanche allontanarci di un centimetro portandoci dietro il lenzuolo martoriato che era stato vittima della nostra passione. In realtà in quella stanza molte cose erano ormai completamente distrutte e sicuramente sarei morta dall'imbarazzo se Esme fosse venuta a sapere di come avevamo ridotto la casa che lei aveva appositamente arredato per noi. Rotolammo per un po' sul pavimento fino a quando Edward non fu di nuovo sopra di me. Anche se i nostri corpi erano freddi come il ghiaccio avrei giurato che stessimo andando a fuoco.

Si staccò leggermente e sussurrò: “A proposito, mi stavo quasi dimenticando... Auguri!”

Ero rimasta stordita dal suo alito dolce e mi ci volle qualche secondo per riordinare le idee.

Amore, hai perso la cognizione del tempo?” lo schernii affannata “È domani San Valentino”

Lo so, oggi è il tredici di febbraio. È per questo che ti ho fatto gli auguri.”

Scossi la testa. “Non ti capisco”

Era assurdo che si mettesse anche a festeggiare la vigilia di San Valentino. A parte che per lui ogni scusa era valida per una qualsiasi festa che comprendesse il fatto di farmi qualche regalo, ma questo era troppo!

Qualche giorno prima avevo a malincuore accettato che mi facesse un regalo, dato che io stessa avevo intenzione di fargliene uno, purché non fosse eccessivamente costoso. Avevo acconsentito solo perché questo era il primo San Valentino che passavamo insieme e il programma era che saremmo stati tutto il giorno solo noi due, affidando la piccola alla nostra famiglia.

Avevo il sospetto che Edward avesse intenzione di fare le cose in grande e di portarmi in qualche posto super-romantico. A me sarebbe bastato restare a casa nostra a fare l'amore per ventiquattr'ore di seguito. Il resto non importava.

Sospirò pesantemente e mise su una maschera da finto deluso: “Non posso credere che tu non te ne sia resa conto.”

Non sembrava avere intenzione di aggiungere altro.

Sbuffai. “Ok Edward, abbocco. Di quale occasione parli?”

Proprio non ci arrivi?” sembrava divertito.

Proprio no.”

Peccato.”

Edward!”

Ridacchiò baciandomi il collo. “Oggi è il nostro sesto mesiversario!” rispose finalmente.

Avevo ragione. Per lui ogni occasione è buona per festeggiare. Anche se effettivamente era vero che erano trascorsi sei mesi dal giorno del nostro matrimonio, mi sembrava stupido mettersi a contare anche i mesiversari, parola che tra l'altro neanche esiste, dato che auspicabilmente saremmo vissuti per secoli e secoli.

Alzai gli occhi al cielo, ma decisi ugualmente di accontentarlo. Tanto in ogni caso aveva sempre la meglio lui, quando si metteva in testa qualcosa. Non che io fossi meno testarda, ma insomma...

Oh tesoro!” gli risposi con una vocina stracolma di falso dispiacere, simile a quella di una bambina appena sgridata dai genitori che non si pentiva di quello che aveva fatto “Sono così costernata di aver scordato una tale ricorrenza! E adesso come faccio?”

Rise di nuovo. Oddio, come amavo quel suono!

Mi sa tanto che dovrai assolutamente trovare un modo per farti perdonare...” mi rispose con voce roca e assolutamente irresistibile.

Avvicinai le labbra al suo orecchio e con la punta della lingua ne leccai il lobo. Emise un leggero ringhio di piacere.

Cosa vorresti che facessi, allora? Sono ai tuoi ordini” gli sussurrai con fare seducente “Chiedimi quello che vuoi...”

Mmm” mi baciò di nuovo con dolcezza “Ora mi sa che è un po' tardi per certe cose, ma per stasera e per domani avevo in mente qualche ideuzza...”

Ma sai pensare solo a quello!” mi lamentai per finta. Ormai ero in iperventilazione ed ero io ad avere solo quello in testa...

Facciamo così” riprese a bassa voce, come per non disturbare quel momento “io cancello il tuo debito, e tu cancelli il mio”

È una proposta molto allettante. Non posso far altro che accettare. Ma sappi che se per il regalo di domani ti sei fatto prendere la mano, non te la caverai altrettanto facilmente” lo minacciai.

Credo che sarei in grado di farmi perdonare, in ogni caso” rispose sfoderando il mio sorriso sghembo preferito.

Lo sei sempre” replicai ridacchiando. Se fossi stata ancora umana probabilmente sarei arrossita. Strano che dopo sei mesi di matrimonio fossi ancora così timida. Magari era una caratteristica che mi sarei portata dietro per l'eternità.

Anche lui rise con leggerezza. “Mai quanto te!”

Ok, adesso vampira o non vampira un leggero rossore non me lo toglieva nessuno.

Adoravo questi discorsi sconclusionati la mattina presto. La pace e la tranquillità di questi momenti erano una delle cose che adoravo di più di questa vita.

Anche se a dire la verità tutto di questa vita mi donava una gioia immensa.

E una delle migliori era la mia famiglia. Non solo avevo il marito più straordinario che si possa avere, ma anche una figlia adorabile, unica, perfetta, intelligente, affettuosa... Avrei continuato all'infinito con simili aggettivi e ancora non sarebbe stato abbastanza. Semplicemente la amavo alla follia.

Dobbiamo alzarci” affermai un po' a malincuore ma impaziente di tenere tra le braccia la mia bimba. Dopotutto, io ed Edward avevamo tutto il giorno seguente per stare insieme e tutte le notti che sarebbero seguite.

Sospirò. “Hai ragione. Sento che si sta già svegliando” ammise tirandosi su e lasciandomi libera.

Per un secondo posai lo sguardo sulla stanza, un vero e proprio campo di battaglia. Il letto non poteva più essere considerato tale dato che testiera, materasso e doghe erano distrutte. Schegge di mobili probabilmente molto costosi erano sparse sul pavimento e la poltrona di pelle era squarciata da cima a fondo.

Ma subito dopo mi fermai ad osservare i raggi del sole posarsi e riflettersi sul corpo nudo di Edward. Una visione paradisiaca. Mi tese la mano per aiutarmi ad alzare, anche se non ne avevo bisogno. I suoi tipici gesti cavallereschi.

Mano nella mano entrammo nell'enorme guardaroba opportunamente progettato e rimpinguato da Alice. Lui si diresse verso la sua piccola porzione accanto alla porta, mentre io proseguivo verso una cassettiera in fondo alla stanza e ne estraevo una camicetta bianca e un paio di jeans aderenti. Notai con orrore che erano gli ultimi e che se non facevo compere al più presto sarei stata costretta ad andare in giro in un succinto vestito di seta color rosa schocking, o qualsiasi altra mostruosità la mia adorata sorellina pazzoide aveva acquistato. Mi vestii ed indossai delle comode scarpe da ginnastica. Non che adesso avessi problemi di equilibrio con le scarpe con i tacchi, ma le vecchie abitudini erano dure a morire.

Mi voltai verso Edward, anche lui in jeans ma con una felpa blu con cappuccio che lo faceva sembrare ancora più giovane.

Mmm” dissi semplicemente.

Che c'è?” mi chiese, visto che non aggiungevo altro.

Dovresti smetterla di vestirti così. Non fai altro che ricordarmi di avere due anni in più di te. Ora sei un padre di famiglia, non puoi assomigliare ad un liceale!” lo presi in giro.

E come preferiresti che mi vestissi? Giacca e cravatta tutti i giorni? Girando per strada darei nell'occhio...”

Feci finta di pensarci un po' su picchiettando il dito indice sul mento.

Sai una cosa? Preferirei che non ti vestissi affatto!” e detto questo scoppiai a ridere insieme a lui.

Senza che le risa smettessero, mi si avvicinò abbracciandomi e mi sussurrò all'orecchio: “Credo che così sarei ancora più appariscente”

Senza dubbio” acconsentii “e di sicuro non ti permetterei mai di uscire di casa così senza prima aver sterminato tutto il genere femminile”

Sei adorabile quando sei gelosa, ma forse così esagereresti un po'”

Da che pulpito! L'altro giorno volevi azzannare il cassiere del supermercato solo perché mi ha dato un'occhiatina” ribattei.

Se anche tu avessi sentito i pensieri di quel vile, non avresti esitato a dargli uno schiaffo tale da staccargli la testa”

Il suo tono era ancora scherzoso, ma vedevo dal suo sguardo che era davvero irritato da quello che gli altri uomini pensavano di me. Quando ero ancora umana, insignificante e imbranata Edward giurava che c'erano un'infinità di ragazzi che mi facevano il filo, anche se io non ero mai riuscita a crederci fino in fondo, e trovavo la cosa veramente assurda. Ora perfino io ammettevo di essere bella e aggraziata, perlomeno tanto quanto qualsiasi altro vampiro, e non era difficile immaginare che il mio adorato marito fosse logorato dalla gelosia.

In fondo lo ero anch'io, e parecchio: ogni volta che uscivamo tutte le donne presenti gli sbavavano dietro, e io non ero neanche costretta a leggerne i pensieri!

Mi dispiace tanto, amore. Immagino che ha volte sia fastidioso avere il tuo potere.” gli dissi comprensiva.

Non è poi così male. È molto utile. E poi è assolutamente fantastico quando mi permetti di entrare nella tua mente.”

Io mi riferivo alle menti degli uomini che mi vedono”

Sospirò. “In effetti è molto irritante, ma ormai ci ho fatto il callo. Dopotutto non posso certo biasimarli. Devo solo cercare di ignorarli... e concentrarmi su di te.” aggiunse malizioso.

In quel momento mi venne un'idea a cui avrei già dovuto pensare: “Facciamo così, allora, la prossima volta che usciamo proteggo con lo scudo tutti quanti tranne te, così non sentirai proprio nessuno e ti concentrerai meglio.” gli proposi.

Ci pensò un po' su prima di rispondere: “In effetti non è una cattiva idea. Sarebbe bello andare in giro senza quel ciarlare continuo di sottofondo. Però sarebbe anche strano: ho sempre fatto affidamento su questo mio senso supplementare che senza potrebbe essere difficile per me relazionarmi con altre persone”

Con me ti sei relazionato benissimo” gli feci notare.

Nient'affatto! All'inizio non riuscivo proprio a capirti e non sapevo mai come comportarmi di conseguenza. Durante la nostra prima conversazione hai capito molte più cose di me che io di te.”

Questo perché io ho una mente contorta e bacata” ribattei scherzosamente.

Mmm, sì anche questo e vero” ammise serio.

Gli diedi un coppino sulla nuca. “Dovevi negare!” esclamai fingendomi offesa.

Ma è la verità!” si difese. Subito dopo mi strinse a sé e cercai debolmente di divincolarmi.

Mi sussurrò all'orecchio: “Ho sempre pensato che tu avessi la mente più profonda, intrigante, sorprendente, favolosa e unica che esista e la prima volta che sono riuscito a sentirla ne ho avuto la conferma. E anche quando abbassi lo scudo, il filo di pensieri che segui mi stupisce sempre, non riesco mai ad anticiparti. La tua è la mente più bella che sia mai esistita e questo è uno dei motivi che mi affascina di più di te, insieme ad un'altra infinità di doti che possiedi e che solo ad elencarle impiegherei un'eternità.”

Tutte le volte che mi diceva qualcosa del genere non potevo fare a meno di sciogliermi. Letteralmente. Le mie gambe si fecero molli come se non fossero più in grado di sorreggermi.

Sapevo che era solo una reazione psicosomatica, ma non potevo farci nulla. Edward mi faceva quell'effetto.

Scommetto che anche i tuoi pensieri sono stupendi. Vorrei anch'io poter leggere nei tuoi” gli dissi.

Tu li conosci già i miei pensieri. Non ti nascondo mai nulla”

Non dicevo quello. So già che mi dici sempre tutto, solo che forse potresti avere qualche pensiero passeggero che non ritieni abbastanza importante da condividere con me, ma che io potrei considerare interessante. Come i miei pensieri di prima. A me non sembravano niente di che, tuttavia sembra che ti siano piaciuti”

Infatti”

In quel momento sentimmo entrambi un mugolio proveniente dalla camera di Nessie.

Schizzai immediatamente verso quel suono, seguita a ruota da Edward, ed entrai nella stanza.

Trovai la mia bambina seduta sul lettino che mi fissava con i suoi occhi color cioccolato ancora un po' assonnati. Mi avvicinai a lei e la sollevai con entrambe le mani alzandola fino all'altezza del mio viso. Ci guardammo entrambe negli occhi e sfoggiammo all'unisono un sorriso smagliante.

La strinsi al petto con dolcezza e le baciai la fronte.

Buongiorno, amore mio” le dissi.

Ciao mamma” mi rispose con la sua vocina squillante simile ad uno scampanellio.

Ormai sembrava avere quasi sei anni. Non mi sembrava vero che crescesse così in fretta: avrei preferito che si godesse la propria infanzia un po' più a lungo. E invece fra sei anni e mezzo o poco più avrebbe avuto lo stesso aspetto di una ragazza adulta, mentre la sua intelligenza si sarebbe sviluppata ancora più in fretta. Ma cercavo di non pensarci e di godermi ogni attimo possibile, consolandomi con il fatto che nonostante la sua crescita accelerata sarebbe stata comunque immortale.

E io? Non mi saluti neanche?” le chiese Edward facendo l'offeso.

Papà!” esclamò lei.

La prese in braccio, facendola volteggiare a due metri da terra. Lei si mise a ridere a squarciagola, i suoi boccoli ramati ondeggiavano su e giù come delle molle.

Papà, mettimi giù!” gli disse, ma sapevo che in realtà si stava divertendo da matti.

Neanche per sogno, così impari ad ignorarmi!” le rispose ridendo.

Erano un quadretto adorabile: sembrava di vedere un film oppure una pubblicità. Invece era tutto reale. Avevo sempre affermato di essere perseguitata dalla sfortuna, ma in certi momenti mi sembrava che fosse esattamente l'opposto. Infondo, tutti i problemi e le avversità la avevamo sempre superate al meglio, no?

Decisi di andare in cucina a preparare la colazione a Nessie. Aveva sempre preferito bere sangue, ma Nahuel ci aveva raccontato che quando da piccolo si nutriva per un certo periodo principalmente di cibo umano la sua crescita appariva leggermente rallentata.

Tuttavia la transizione non era facile e per semplificarle le cose avevo inventato qualche ricetta che avrebbe disgustato sia un umano che un vampiro, ma che lei sembrava gradire abbastanza.

Questa mattina avevo deciso di prepararle delle frittelle. Niente di strano fino a qua, tranne per il fatto che invece che con lo sciroppo d'acero le ricoprivo con sangue di puma.

Da genitori iperprotettivi quali eravamo non le avevamo mai concesso di cacciare grandi predatori per paura che si facesse male, solo alci o cervi, quindi la possibilità di assaggiare anche animali più saporiti l'entusiasmava.

Sii, le frittelleee!!!” urlò la mia piccola correndo in cucina. Suo padre la seguiva con calma, arricciando il naso a quell'odore nauseabondo.

Tesoro, te l'ho detto tante volte di non correre in casa” la rimproverai flemmaticamente.

Sapevo che grazie alla sua natura non poteva ferirsi facilmente: la sua pelle era in tutto e per tutto simile a quella dei vampiri e avevamo scoperto che anche nella remota possibilità che si facesse del male sarebbe guarita molto rapidamente, un po' come accadeva per i licantropi. In ogni caso volevo che crescesse in una casa con delle normali regole, anche se di normale in questa casa c'era davvero poco.

Posai la sua colazione sul tavolo e lei balzò immediatamente sulla sedia, cominciando a mangiare avidamente. Quando ebbe finito non era rimasta neanche una piccola traccia del cibo sul piatto, ma lei non si era macchiata affatto, cosa che sarebbe stata impossibile per una bambina normale con la sua stessa età apparente.

Hai ancora fame?” le chiesi.

Lei scosse la testa.

Vieni, Renesmee, andiamo a trovare i nonni e gli zii” le propose Edward prendendola per mano e accompagnandola fuori.

Io sparecchiai in un lampo e li seguii immediatamente.

E sfrecciammo serenamente attraverso la foresta appena svegliata, felici di correre solo per puro divertimento.

ANGOLO AUTRICE

Questa è la mia prima fanfiction, quindi se fa schifo o se è noiosa o quant'altro non esitate a dirmelo. Questo è solo un capitolo di introduzione che serve per dare un input temporale alla storia e descrivere una normale giornata in famiglia. Insomma, dopo tutte le catastrofi che hanno subito i protagonisti nei libri della saga un po' di pace potremmo anche dargliela, giusto?

Avverto fin da subito che gli aggiornamenti non saranno frequenti, soprattutto a causa della scuola. Cercherò in ogni caso di postare ogni due o tre settimane. 

Ringrazio vivamente chi si è apprestato a leggere questa "cosa" che ho scritto e vi invito a recensire, anche solo per dire che devo cambiare mestiere e concentrarmi sullo studio...

Un bacio a tutti!

   
 
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