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Autore: Sentaku    14/12/2005    6 recensioni
Chi sono...? ... ...non ricordo.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“FORSAKEN”

-come sarebbe a dire “non lo so”?
La persona che mi sta di fronte sembra non intendere il significato delle mie parole. E in effetti, neppure io capisco i suoni che si articolano nella mia bocca, come se fossero una lingua sconosciuta.
Chi sono? Io non lo ricordo.
Non ho alcun ricordo di cosa mi è capitato prima che mi svegliassi in questa strada, con questa ferita all’addome che non so neppure come mi sono procurata.
Vuoto.
Non ricordo niente: non ricordo il mio nome...la mia età, la mia identità, quasi mi avessero fatto un
elettro-shock che mi ha cancellato la memoria.
Lo straniero (ho appurato sia un individuo maschile, quello che è piombato davanti a me) non accenna a smettere di accecarmi con quella dannata torcia o qualcosa di simile.
Mi sembra di perdere la vista, con quella luce sfolgorante...
Socchiudo gli occhi, acuendo la vista: sembra indossi una tuta, fisico piuttosto asciutto, atletico; tuttavia, non riesco ad individuare i lineamenti del viso, evidentemente celati da qualcosa. Il tizio che mi sta di faccia, sembra essere un tipo persino più misterioso di una senza-identità come me.
-potresti abbassare quella luce, per favore?- domando, un alito di voce, ma ugualmente infastidita.
Lo sconosciuto mi prende in parola: mi squadra con quella luce dall’alto in basso, soffermandosi per qualche istante sul taglio color cremisi che macchia la maglietta viola sbiadito che indosso.
Che brutto colore, se sono stata io, a mettermi una maglia come questa, dovevo avere il cervello un po’ annebbiato, in quel momento. E allora, adesso, si spiegherebbero molte cose...
-sei...ferita...- osserva l’estraneo; la voce profonda, altisonante.
Ma che scoperta, come se non si vedesse...ma forse, senza luce, se ne sarà accorto solo adesso.
Non sono riuscita a scorgere il suo viso, ma solo la sua sagoma scura, che si staglia contro il muro alle sue spalle, a chiudere il vicolo.
Mi chiedo ancora come diamine ho fatto a finire in questo posto.
E soprattutto...come mi sono fatta questo taglio.
Sembra che mi sia stato inferto con qualche arma acuminata: nessun uomo può procurare ferite così profonde, neanche il più forte.
-è profonda- continua il ragazzo, esaminandola dalla sua posizione, reclinando lievemente il capo, nel tentativo di avere una visione più netta e accurata. –mi chiedo come tu sia ancora cosciente.
Certo che un tizio più intuitivo di questo non potevo trovarlo!
-mi chiedo anche io come mai sono ancora lucida. È strano, non mi fa neppure male, so solo che sto perdendo sangue senza sosta...ma...non sento niente...
-lascia vedere.
Si avvicina a me velocemente, mentre sento gli occhi farsi pesanti.
Non sento alcun dolore, ma percepisco perfettamente la graduale perdita di sangue dallo stomaco.
Sto perdendo via via conoscenza...di questo passo, potrei morire dissanguata senza neppure accorgermene. Beh, se proprio deve accadere, meglio sia in fretta.
Chiudo gli occhi. Meglio accelerare le cose...
-stupida, non chiudere gli occhi. Mantieniti sveglia.
Ma che persona simpatica...l’unica cosa che mi scoccia è che questo tale possa assistere alla mia dipartita...avrei preferito rimanere sola, o perlomeno in compagnia di qualcuno di un po’ più confortante...
Comunque, decido di assecondarlo.
Se proprio devo andarmene, voglio guardare in faccia l’ultima persona che mi ha rivolto la parola...
È...un ragazzo...
-coraggio, resisti- mi incita, studiando la mia ferita, poi tornando a guardarmi negli occhi.
Che strano sguardo, che ha. Sembra...tormentato...
Mi chiedo per quale motivo.
Il mio improvvisato dottore possiede splendidi occhi castani, penetranti quasi potesse trapassarmi con lo sguardo da parte a parte; un viso meraviglioso, lineamenti duri e decisi; capelli di colore castano scuro, con ciocche a cadergli delicatamente sulla fronte. Beh, non potevo scegliere ricordo migliore con cui andarmene all’altro mondo.
L’unico ricordo nel mio cervello è il suo viso, ora...uno sconosciuto...
La sua immagine si va sempre più sfocata...sento la mente vuota, sgombra.
Che ho fatto di male? Non posso neppure morire sentendo dolore...
solo, devo aspettare che succeda...maledizione...
Poi, un inatteso schiamazzo, mi mantiene aggrappata alla vita per qualche ulteriore secondo.
Sento la vita scivolare via...inghiottita da un baratro di oscurità...
addio, mondo senza significato...
-PRENDIAMOLO!!- sento qualcuno urlare.
È solo uno strepito lontano, susseguito da eco moltiplicate nelle mie orecchie stanche. Il ragazzo a cui sembro essere appigliata, si volta verso la direzione di quel baccano insopportabile con uno scatto talmente rapido, da essere impercettibile.
Vorrei sapere come fa a muoversi così velocemente, o magari penso sia così solo perché i miei sensi si stanno affievolendo...
-dannazione, ancora qui- lo sento imprecare, al di sopra della mia testa.
Sento dei passi avvicinarsi...sempre più risonanti, pesanti...
Poi, improvvisamente, mi sento alleggerita.
Sto volando verso il paradiso?
No...sembra un salto...
Con un ultimo sforzo, apro gli occhi, giusto in tempo per notare la nuca del ragazzo che mi parlava qualche secondo fa e i suoi capelli dall’insolita acconciatura.
Ma che succede?
Percepisco le sue mani a tenermi ferme le ginocchia attorno alla sua vita, le mie mani accostate al suo torace. Un fiotto di sangue prende a sgorgarmi prepotentemente al movimento brusco e inaspettato.
Riesce a riportarmi aspramente alla realtà, a riacquisire lucidità ancora per qualche attimo.
Non ho pace neppure in punto di morte?
-che diamine fai?- chiedo, un filo di voce, oltretutto fiacca.
-tu cerca solo di mantenerti sveglia- si limita a ribattere.
Sarà avvenente quanto vuoi, ma non ha il minimo senso del tatto.
Sto per trapassare, e questo pure mi risponde male!
Vorrei poter vivere qualche istante in più solo per dargli una bella lezione...
-ECCOLO! È Lì!- ancora quelle voci, intercalate da quei passi militareschi.
Sembra corrano...e ci muoviamo anche noi...
questo ragazzo sta correndo, con me in spalla...
Ma che sta combinando?!
Quelli lo inseguono, e lui si carica di una ragazza in fin di vita!
Mi chiedo se magari io non lo conosca già, e forse non me ne ricordo...
No, non può essere.
Mi ha chiesto chi ero, quindi è esclusa una nostra conoscenza.
-lasciami andare, idiota- pronuncio piano, la testa poggiata sulla sua spalla, dondolata dal moto frenetico della fuga. Ormai ho perso anche io l’educazione, mi tocca ammettere.
Il ragazzo continua a correre, senza arrestarsi, mentre le voci e i passi paiono allontanarsi a mano a mano.
Lo sconosciuto mi parla, ma non capisco cosa stia dicendo...
è tutto confuso, sommesso...
-ah, maledizione!- si abbandona ad un turpiloquio sciolto, suscitando in me una risata debole.

Parole strascicate...

Voce incredibilmente rallentata...


Movimenti rapidi...


Salti...




Poi, il buio.

  
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