Non vorrei ammettere, che la premura con la quale Susan e Lucy, in qualche modo, mi insospettisce un poco, vorrei trovarla, invece, fluida, spontanea e vera. Come il sincero amore che prodigano ovunque. La trovo comunque una cosa dolce, poichè, se mi trattano così, anche se in parte artificialmente, un motivo ci deve pur essere. Motivo, che evidentemente Edmund e Peter, non vogliono apprendere.
Immensamente irritabile con il Sire dalle lentiggini, lo ero sempre stata. E lui con me, dall'istante in cui misi piede dentro l'enorme sala del loro palazzo, a quando mi sorrise per la prima volta con superiorità, a quando provò, con mio immenso stupore e forse piacere ad abbracciarmi.
Terribilmente maliziosa, sino a metterlo in disagio, con Peter, lo ero sempre stata. Coi miei sguardi ambigui, e l'avvicinarmi e allontanarmi, e tutte quelle volte in provai a baciarlo.
Eppure, infondo, c'era quell'affeto che teneva unite danze e giochi.
Avevo voglia di narrare una storia. Da quando mi chiesero di varcare una soglia, a quando scoprì la mia vera natura. Decisi di rilegare il tutto, in una fiaba qualsiasi, mentre assaporo l'odore aspro delle giornate autunnali qui a Narnia.
"Calipso, la cena è pronta."
Trilla radiosa Lucy, mentre la sua chioma folta e perfetta, fa capolino dalla porta della mia stanza. Mi alzo rispondendo alla smorfia, arricciando appena le labbra. Ancora una cena, ancora sguardi e lamenti, ce si apra una nuova danza.
Forse, vi conviene leggervi il mio primo manoscritto. O forse ve lo leggerò dopo, io.
Scendo dai miei Re e dalle mie Regine, sono solo una stupida ninfa, nient'altro. E ho un tremendo bisogno di disturbare Edmund e di far arrossire Peter. Saluti e tanti sorrisi
Calipso.
Angolo Me.
Sì questo è il prologo, che lei racconta. Spero vi possa piacere, al più presto il primo capitolo. :)
Valen.