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Autore: MusicAddicted    05/01/2011    4 recensioni
Brian Molko è alle prese con un fan innamorato perso di lui, che lo assilla e non gli da tregua. Cosa c’è di strano in tutto questo? Forse, forse che questo fan ossessionato risponde al nome di Matthew Bellamy!!
[Matt/Dom, Bri/Stef, Bri/Matt, Stef/Dom... e si incasinerà ancora di più!!]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Della serie ‘non è mai troppo tardi ‘, aggiorno anche questa, puff, puff.
 
Come al solito, capitolo non previsto.. o meglio, credevo sarebbero state solo poche righe introduttive, invece… insomma, tutto quello che effettivamente avevo in mente di scrivere lo troverete nel prossimo capitolo, lol.
 
Ma prima, lasciate che vi ringrazi di cuore:
 
Roby: Tesowaaa, ma semmai quella in ritardo sono io!! Felicissima che ti sia divertita, grazie mille per i complimenti * arrossice *.
 
Lady: Tesowaaa, sono contentissima che ti abbia divertito lo scorso capitolo, spero lo faccia anche questo ^^ Zì, zì, Chris è un figo assurdo, concordo, ha il suo bello spazio anche qui, eh, eh.
 
MusaKakko: yaaaaaaaaaaaaaay!! Una nuova lettrice * danza della gioia * . Ti dirò, quel capitolo ha diviso i lettori in due, quelli che l’hanno trovato stucchevole  (ehmm, lo ammetto, m’ero lasciata un po’ troppo prendere la mano, ma avevo troppa voglia di zucchero) e quelli a cui è piaciuto, ma sono comunque felice che tu esponga il tuo parere. Ci tengo e spero che continuerai a farlo ;) .  Sono contentissima che ti sia piaciuto lo scorso capitolo che di per sé era finito, ma non la storia, tutt’altro… credo che andrà parecchio per le lunghe… ;). E sopporta anche la mia ‘rapidità ‘ con gli aggiornamenti, sono un disastro lo so.. lol!
 
Lilla: Carissima, ma grazie! Lol, mi fai morire sui commenti su Stef e Dom, puoi tirare un sospiro di sollievo, qui non ci son interazioni fra loro, ma c’è una parte puccia-puccia fra Stef e Bri e spero tu gradisca! ^^ Oh, sì questa storia sarà abbastanza intricata… se non mi complico l’esistenza non sono felice!
 
 
ok, si continua:
 
 
 
Capitolo IV: I know there’s something that you’re dying to tell me.
 
Brian aprì pigramente gli occhi, svegliato dai gabbiani e dal cullante  rumore delle onde del mare che lambivano la costa.
 
Rientrava nei pro e contro del possedere una villa sul mare.
 
Ma per Brian si trattava soltanto un pro. Lui amava tutto ciò.
 
Ancora di più se poteva girarsi verso il comodino, farsi informare dal suo orologio lì appoggiato che erano le nove passate e fregarsene bellamente, perché quel giorno non aveva nessun impegno, nessuna scadenza da rispettare.
 
Quello era solo il primo di una lunga serie di giorni in cui sarebbe stato libero come l’aria.
 
Il solo pensiero lo metteva di ottimo umore.
 
Sì rigirò, stavolta verso Stefan, che dormiva placidamente, incurante di ogni tipo di suono, dal flebile fruscio di una piuma che si posava al suolo a un Boeing 747 che passava a bassa quota.
 
Quando si trattava di dormire era irremovibile.
 
C’era giusto un punto debole che aveva e il suddetto punto debole provvide a stuzzicarlo, con audaci carezze sul petto denudato, scivolando velocemente prima sui suoi boxer e poi al loro interno.
 
Stefan emise un lungo mormorio d’approvazione che poi sfociò in un vero e proprio gemito, che gli fece aprire gli occhi.
 
“Uff, sei soltanto tu! Stavo sognando Michael Stipe!” sbuffò, contrariato.
 
Brian lo guardò malissimo e si allontanò da lui, adirato, dandogli le spalle.
 
“Ma dai! Che deficiente! Dopo tutto questo tempo ancora non l’hai capito che tu sei l’unico per me? Non posso credere che ancora cadi in questi giochetti di bassa lega!” lo prese in giro lo Svedese, ridendo.
 
“Ora te la faccio passare io la voglia di scherzare!” ridacchiò Brian, saltandogli addosso e dandogli un bacio da togliergli il respiro.
 
“Allora, bello starsene in vacanza, eh?” mormorò il bassista, non appena si separarono.
 
“Puoi dirlo forte, amore.” annuì Brian, stringendolo forte a sé. “Perché non ci facciamo un giretto in spiaggia? A quest’ora non ci sarà nessuno.” propose, subito dopo.
 
“Appunto proprio perché non c’è in giro nessuno. Sono tutti coscienziosi e, giustamente, di Domenica se ne stanno a poltrire a letto, dopo le fatiche del sabato sera. E noi ieri sera abbiamo faticato un bel po’ mi pare… “ gli ricordò Stefan, accarezzandogli i capelli.
 
“E’ vero, ma ci siamo anche divertiti. E il calore della folla è stato qualcosa di… “ commentò Brian e dopo le sue parole entrambi si richiusero in un silenzio che dura qualche secondo, ciascuno ripensando a qualcuno che, in quella folla, aveva catturato la propria attenzione.
 
Fu Brian il primo a spezzare quel silenzio.
 
“Se penso che quello era il nostro ultimo concerto. Per due mesi, due lunghi mesi, dovrò fare a meno di quell’adrenalina, di quelle emozioni, di quella sensazione di essere quasi divini. “ mormorò. rattristandosi un po’.
 
“No, no, tesoro! Stai guardando l’altro rovescio della medaglia, quello sbagliato. Non è così che funziona. Ricordi? Totale relax, niente impegni, più tempo per fare quello che vuoi, tutto quello che vuoi. “ ribattè prontamente Stefan, coccolandolo per tirarlo su di morale.
 
“Lo so, ma baratterei volentieri tutto questo tempo libero in più per poter tornare ai nostri concerti. “ sospirò Brian, sempre più giù di corda.
 
“No, no, Bri, non ce la faccio a vederti così. Ci sarà pur qualcosa, qualsiasi cosa che possa fare per farti sentir meglio?” si prodigò Stefan.
 
Brian aspettava solo quella domanda.
 
“Certo che c’è. Vieni a fare un giro in spiaggia con me!” esclamò, riaccendendosi in volto.
 
Stefan mangiò la foglia, cambiando decisamente espressione e dimenticando l’apprensione che aveva precedentemente provato.
 
“Allora la tua era tutta una tattica! Piccolo manipolatore!” sbottò lui.
 
“Certo! Sai che se voglio fortemente una cosa la ottengo. E io voglio fortissimamente andare in spiaggia… a meno che tu non abbia valide argomentazioni per farmi cambiare idea.” lo sfidò il cantante, con il suo sguardo.
 
Stefan capì all’istante a cosa alludeva il compagno e sparì sotto le lenzuola.
 
Pochi minuti dopo, Brian si ritrovò a gridare, schiavo del piacere.
 
 “Sì, sìì, sssìììììììì ! Decisamente, amore, hai delle argomentazion valide, validissime!” gemette, afferrandogli i cortissimi capelli per spingerlo più contro di sé.
 
“La spiaggia per il momento può anche andare a farsi fottere. E a proposito di farsi fottere… tu continua a… argomentare!” lo esortò, prima di perdersi nell’ennesimo oblio di godimento che il suo partner gli stava regalando, con un’abilità che nel corso degli anni non poteva che perfezionarsi.
 
********************** (Contemporaneamente)
 
Qualcun altro quella mattina si era dimostrato piuttosto mattiniero.
Infatti, Chris era già in piedi e si recò subito in cucina per far colazione.
Trovò la madre ad accoglierlo.
 
“Christopher!  Già in piedi a quest’ora? Di Domenica, per di più dopo un concerto. Non è da te, figlio mio.” esclamò stupita la donna, accingendosi a preparargli la colazione.
 
“Sì, lo so, che vuoi che ti dica?  Sarà stata l’adrenalina post-concerto. E’ stato favoloso. Avrei dovuto ascoltare Matt fin dall’inizio!” commentò il ragazzo, accendendo la televisione e facendo zapping, finché trovò qualcosa di suo interesse.
 
“Guarda, mamma, è proprio il concerto di ieri sera, ne stanno parlando al TG!” l’avvisò lui, mostrandole le immagini che stavano scorrendo. “Se riprendono le prime file, sulla destra, è facile che tu mi veda.” aggiunse.
 
“Tesoro mio, non riesco a trovarti in tutta quella confusione, però… un momento. Oh, mio dio, ma quello sul palco è il Signor Molko!” si stupì la donna.
 
Ma il più stupito era Chris.
 
“Scusa, ma… tu come fai a conoscere il frontman dei Placebo?”
 
“E’ un mio cliente!” spiegò lei.
 
“Mamma, spero che tu ti riferisca all’agenzia immobiliare per cui lavori… altrimenti c’è una doppia vita della quale dovresti cominciare a mettermi al corrente!” la prese in giro il figlio, sghignazzando.
 
“Screanzato! Ma… ti sembrano cose da dire a tua madre?” lo sgridò lei, dandogli uno scappellotto dietro il collo.
 
“Ahia! Ok, ora è un dato di fatto, il senso dell’umorismo devo averlo ereditato da papà, non certo da te. Stavo scherzando!” si lamentò il figlio, massaggiandosi il collo.
 
“Logico che stavo parlando dell’agenzia immobiliare. Ti dirò, un cliente più deciso di lui non l’avevo mai incontrato. Non appena gli ho fatto vedere la casa, gli è piaciuta così tanto che se n’è subito appropriato con un’offerta che credo nessuno si azzarderebbe anche solo ad eguagliare! Non ti dico che successo quando sono tornata in agenzia con il contratto firmato. Di sicuro sarò eletta agente del mese!” esultò la donna.
 
“Complimenti, mamma, l’ho sempre detto che tu sei la migliore!” si congratulò il figlio. “Quindi, questo significa che… Brian Molko ora vive qui?” si accertò.
 
“Credo proprio che ne abbia tutte le intenzioni. Non è che ha affittato quella casa solo per una settimana, l’ha proprio comprata. “ spiegò la donna, mentre gli riempiva il piatto di frittelle fumanti.
 
“E, così, giusto per curiosità, quale sarebbe la casa in questione?” domandò casuale Chris, mentre si preparava a quell’abbuffata, cospargendo le frittelle di sciroppo d’acero.
 
“Non sarei tenuta a dirtelo, lo sai… il segreto professionale… “ tentennò la donna.
 
“E dai, mica sei un medico che ha fatto il giuramento d’Ippocrate. A me puoi dirlo, che vuoi che succeda? E poi lo sai che vuoi dirmelo… “ la esortò Chris.
 
“E va bene. E’ la villetta che hanno messo in vendita i Philligans, sai, quella vicino alla spiaggia. Ad ogni modo, io non ti ho detto niente!” rivelò lei.
 
“Ok, ma devo almeno dirlo a una persona, anzi, due, almeno così lo tiene sotto controllo. “ fece le sue considerazioni ad alta voce il ragazzo.
 
“Chris! mi raccomando.” lo redarguì la madre, pentendosi di avergli fornito quella preziosa informazione.
 
“Tranquilla. Vedrai che Matt e Dom saranno discretissimi.” le assicurò il figlio. “E comunque li avviserò dopo, ora ho una colazione da onorare!” aggiunse, subito dopo.
 
********************************** (Contemporaneamente)
 
“SOMEONE TRIED TO DO ME ACHE/ IT’S WHAT I’M AFRAID OF” cantava a squarciagola Matthew, insieme al Brian che imperava nel suo stereo.
 
Anche lui era già sveglio, ma per una ragione ben precisa: sua madre gli aveva concesso di andare al concerto a patto che il giorno dopo avesse riordinato la sua stanza.
 
Perciò, per quanto gli sarebbe piaciuto poltrire a letto, si era alzato già da un’oretta e si era messo al lavoro.
Dopo le nove, considerandolo un orario accettabile, aveva deciso di farsi tener compagnia da uno dei CD dei suoi adorati Placebo, scegliendo ‘Placebo‘ e quando era passata ’36 Degrees ‘ non aveva resistito alla tentazione di cantarla.
 
Del resto, a casa sua erano già tutti svegli, quanto ai suoi vicini, beh… dopo tutte le innumerevoli sessioni di Matthew alla chitarra o al piano, soprattutto se era in vena di comporre, ormai si erano rassegnati.
 
“4 7 2 3 9 8 5 I GOTTA BWEATHE TO STAY ALIVE/ AND 1 4 2 9 7 8 FEELS LIKE I’M GONNA SUFFOCATE “ cantò Matt, saltando con un agile balzo felino sulla scrivania, per spolverare le mensole e i suoi amatissimi poster.
 
“14 16 22 THIS SKIN THAT TURNS TO BLISTER BLUE/ SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES” si sgolò , saltando dalla scrivania al letto, appena rifatto.
 
“SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES/ SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES / SHOULDERS…”
 
“Matthew! Ti vogliono al telefono!” lo interruppe la madre, entrando nella stanza, spegnendo lo stereo e consegnandogli il cordless.
 
“E chi è?” si stupì Matt, non gradendo affatto ciò che aveva fatto la madre.
 
“Chris.” rispose lei.
 
“E che diavolo ci fa già sveglio a quest’ora?” si domandò il ragazzo.
 
“Hai solo un modo per scoprirlo: chiediglielo. “ replicò la madre, lasciandolo solo.
 
“Hai appena interrotto una delle mie migliori cover di Brian. Spero solo che tu abbia un valido motivo per averlo fatto!” borbottò Matthew.
 
“Innanzitutto, buongiorno anche a te, Bells, sì, tutto bene, grazie!” esclamò Chris, sarcastico. “Quanto al motivo valido, fidati, ce l’ho.”
 
“Ti ascolto.” brontolò l’altro.
 
“Te li ricordi i Philligans?” domandò Chris.
 
“La famiglia che si è trasferita a Londra da più di tre mesi? Sì, ma che c’entra? Sai già che io e Ralph non siamo mai stati grandi amici, tutt’altro. Quindi non c’è nessuna remota possibilità che io ne possa sentire la mancanza!” commentò Matt.
 
“Sì, ma non si tratta di Ralph, né dei Philligans in generale. Piuttosto riguarda la loro villetta. Sai che l’avevano messa in vendita?” continuò Chris.
 
“Sì, ma… Chris, che accidenti vuoi che me ne freghi della villetta dei Philligans? Non sto dannatamente cercando casa!” sbottò l’altro.
 
“Bells, se non la pianti di fare l’idiota, giuro che mi passa la voglia di dirti quello che so. E, credimi, tu vuoi davvero sapere quello che so!” si impunta Chris.
 
“Ok, non t’interrompo più. Avanti, dimmi quello che sai.” lo esortò l’amico.
 
 
All’incirca un minuto dopo, Matthew tirò un urlo colossale che fece accorrere alla porta sia sua madre che sua nonna, preoccupatissime.
 
Ma non fecero in tempo ad entrare nella sua stanza, perché fu lui a precipitarsi fuori, con l’entusiasmo alle stelle.
 
“IodevouscireatuttiicostigiurochepoiquantotornoSEtornofiniscodisistemaretuttomaoradevopropriouscire!” esclamò il ragazzo, tutto d’un fiato, sparendo dalla loro vista.
 
Fece ritorno, qualche istante dopo, sempre di corsa.
 
“Masonoancorainpigiamaehnononpossofarmivedereinquestostato!” asserì, sempre dimenticandosi di quella fondamentale azione chiamata ‘respirare’.
 
Come un tornando, puntò in direzione del suo armadio, dove estrasse a caso il primo paio di blue jeans e la prima felpa che riuscì ad agguantare, cambiandosi e sistemandosi i capelli a tempo di record.
 
“Orasìchesonoprontociaoadopo!” salutò madre e nonna, correndo via.
 
“Io tuo nipote non lo capirò mai!” esclamò la donna più giovane.
 
“Nemmeno io, ma è così un caro ragazzo.” replicò la più anziana, sorridendo. “Un momento. Com’è che quando ha un comportamento degno di nota è *tuo figlio * e quando invece è un po’ più strambo diventa * mio nipote * ? “ aggiunse, subito dopo.
 
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Dopo nemmeno mezz’ora, Matthew giunse a destinazione, trafelato per la lunga corsa forsennata.
 
Rimpianse di non aver fatto le cose con più calma, perché se avesse agito diversamente si sarebbe presentato in condizioni migliori.
 
Tuttavia, a quella che era stata la villetta dei Philligans, appostato vicino al cancello, lo attendeva qualcuno che raramente, per non dire mai, si era trovato nella condizione di non essere presentabile.
 
“Dom! E tu che ci fai qui?” domandò sbigottito Matt, andando verso di lui.
 
“Davvero credevi che Chris l’avesse detto solo a te? E poi, scusa, qualcuno dovrà pur tenerti d’occhio!” spiegò il suo ragazzo, passandosi una mano fra i suoi perfetti capelli vistosi e aggiustandosi meglio il colletto della camicia bianca, sotto  il giubbino nero di jeans, in coordinato coi jeans.
 
“Accidenti a te, Dominic. Se sei venuto per impedirmelo, sprechi il tuo tempo, perché io non ho nessunissima dannata intenzione di… “ si mise sulla difensiva il suo compagno.
 
“Cos’è, sei diventato sordo? Ho detto che sono qui solo per controllarti. Non ti impedirò proprio un accidenti. Mi assicuro solo che tu mantenga un contegno decoroso.” lo tranquillizzò Dom, avvicinandosi ulteriormente a lui.
 
“Ah. Se è così… allora grazie.” bofonchiò Matt, guardando a terra, sentendosi un  idiota per averlo aggredito in quel modo.
 
Dominic sorrise, sollevandogli il viso con un dito sotto il mento, di modo che lo guardasse.
 
“Non c’è di che!” mormorò, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
“Hey, ma come fai ad essere così impeccabile? Non hai nemmeno un capello fuori posto. E poi tu abiti più lontano da qui di me… eppure non sei venuto di corsa, vero?” lo interrogò Matt, guardandolo con circospezione.
 
“No, ma sai com’è, papà era sulla strada e s’è offerto di darmi uno strappo fin qui.” spiegò Dom.
 
“Non vale. Io non ho un padre molto presente, il contrario direi.” si rabbuiò Matthew. “E mamma per il momento non si fida ancora a lasciarmi la sua auto.” si lamentò.
 
“Vedrai che prima o poi te la presterà.” lo confortò Dominic. “Se ti consola, sappi che a me fai impazzire con questo look trasandato!” aggiunse, scompigliandogli affettuosamente i capelli, prima di tirarlo a sé per un bacio a cui Matt di certo non si oppose.
 
“Mm, grazie, ne sono felice. E che non credo che lui gradirà allo stesso modo… “ borbottò, indicando con lo sguardo la villa, da dove non era possibile scorgere nulla, e guardandosi la felpa grigia ormai chiazzata di sudore.
Sì sentiva terribilmente a disagio.
 
“Immaginavo che ti saresti ridotto così, ma non temere. Ho pensato anche a quello. Togliti la felpa. “ lo esortò Dom, estraendo dal suo zainetto una confezione di salviettine rinfrescanti che passò a Matt, rimasto a torso nudo. Quando ebbe finito gli passò anche il deodorante e come tocco finale estrasse una camicia rossa piegata con cura.
 
“Forse ti andrà un po’ larga, ma sono sicuro che ti starà divinamente.” commentò, aiutandolo ad indossare quell’indumento.
 
E, come previsto da Dom, gli stava divinamente.
 
L’ex biondo estrasse anche lacca e gel dal suo zaino.
 
“E ora vediamo di sistemarti anche i capelli.” borbottò, aggiustandogli le ciocche blu, donando loro un piacevole effetto bagnato.
 
“E sì, ora è decisamente tutta un’altra storia!” commentò, soddisfatto dal risultato finale.
 
“Ma tu guarda cosa mi tocca fare, ti faccio bello per farti incontrare… un altro! Sono o non sono il miglior compagno che esista?” sorrise lui, baciandogli la punta del naso.
 
“Tu sei il mio angelo custode!” mormorò Matt, guardandolo con occhi colmi di gratitudine.
 
“No, non direi proprio. Con gli angeli certe cose non le potresti fare!” ammiccò Dom.
 
“Tipo *questa* ?” domandò retoricamente Matt, tirandolo a sé per un lungo bacio appassionato.
 
Quando si separarono, l’attenzione di Matt fu totalmente catalizzata da qualcos’altro. O meglio qualcuno.
 
“Oddio, è lui!” esclamò, scalpitante.
 
Dom seguì lo sguardo di Matt e vide che Brian Molko era appena uscito dalla sua casa.
 
Visto che Stefan non si decideva ad alzarsi dal letto, il bel moro aveva deciso che la spiaggia l’avrebbe vista per conto suo.
 
Ma non appena si avviò verso il cancello, vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di rivedere. O meglio, qualcuno.
 
< Oddio, è lui, ma allora esiste sul serio! >
 
TBC
 
Lo so, lo so, punto perfido per fermarsi… ma io *sono* perfida!
 
ok, scherzi a parte, giusto qualche nota:
 
- Non ho la più pallida idea di che lavoro faccia la mamma di Chris , ma qui mi serviva a tutti i costi che facesse quel lavoro! ^^
 
- Pagherei per sentir Matthew cantare ’36 Degrees ‘ , sono sicura che sarebbe prodigioso! <3
 
- Ma quanto non è puccio Dom?
 
Ok, la smetto
 
Disclaimer : come già detto (ma non si precisa mai abbastanza ) la canzone che canta Matthew è ’36 degrees ‘ dei Placebo e il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Ashamed ‘ dei Muse.
 
Spero che questa storia continui a piacervi, ma liberissimi di dirmi qualunque cosa, ormai lo sapete quanto conti per me il vostro parere! ^^ Pwetty pleeeeeease...
 
grazie anche a chi segue in silenzio.
 
Tra i prossimi aggiornamenti, per chi le segue, dovrebbero esserci ‘I can’t get it right since I met you ‘ e ‘A natural disaster ‘ … mi sa che ora che finiamo e traduco la prima è + probabile che aggiorni prima la seconda… vabbè tenete d’occhio entrambe le sezione, qualcosa arriverà! ^^
 
Notte notte… che novità? E’ di nuovo tardi…
   
 
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