Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Zeu483    05/01/2011    1 recensioni
-Non è mica la fine del mondo,no? Una piccola bugia!-
Piccola sì,ma abbastanza piccola da non far sentire in colpa Bill? Piccola quanto? Forse come il forellino nell'incavo del suo gomito?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tom gli sorrideva, proprio come aveva sempre fatto, con quell'inconsapevolezza disarmante nello sguardo. E Bill gli sorrideva a sua volta, con gli angoli della bocca forzosamente curvati verso l'alto, come se qualche mano invisibile li stesse strattonando per fargli assumere un'espressione quantomeno naturale.

Tom posò con cura una della sue svariate chitarre e mentre lo faceva chiese:

- Andi come sta? - Bill sentì una fitta al fianco, i sensi di colpa che già si erano insinuati dentro di lui cominciarono a farsi sentire.

- Ehm,sì sì, bene.- si grattò la nuca, un gesto familiare che gli veniva sempre spontaneo in situazioni di stress. Tom riconobbe immediatamente quell'atteggiamento.

- Che hai? - disse con tono quasi scocciato, rivolgendogli un'occhiata indagatrice.

Bill arricciò le labbra e scosse il capo,cercando di apparire tranquillo.

- Nulla.-

Il chiatarrista incarcò le sopracciglia, ficcandosi le mani in tasca. Si sedette di nuovo sull'alto sgabello di ferro dove di solito si metteva a provare pezzi alla chitarra e fece cenno a Bill di sedersi nell'altro posto libero davanti a lui.

- Non c'è bisogno che ti ricordi ancora che devi dirmi la verità,no? Già lo sai che non voglio sentire stronzate da te!-

- Sì, lo so. - Bill adagiò a malapena il sedere allo sgabello, quasi avesse paura di scottarsi, con le mani giunte in grembo.

Incredibile: erano passate poche ore dall'accaduto e Tom lo aveva già messo con le spalle al muro. In una situazione del genere, costituirsi sembrava essere l'unica via d'uscita. Ma ogni verità strappata ha il suo prezzo.

E le conseguenze di quella confessione erano per Bill troppo rischiose.

- Bhe, ho solo paura che ci ricaschi. - tagliò corto e fece per alzarsi. Un'altra piccola bugia. A fin di bene.

- Sì,anche io ne ho. Non può passare il resto della sua vita in una clinica, Cristo. - anche Tom adesso era in piedi, accanto alla finestra, con una spalla poggiata al muro.

- La vita è ingiusta. - borbottò Bill, carezzandosi il braccio tatuato con il polpastrelli.

- Non hai idea di quanto questo mi faccia incazzare! - sbottò Tom, colpendo il vetro con il pugno chiuso. Gemette e cominciò a massaggiarsi la mano lesa, mormorando imprecazioni. Bill si morse il labbro inferiore e sgattaiolò via silenziosamente, non sapendo quanto ancora avrebbe retto prima di raccontare la dolorosa verità a Tom.

Il chiatarrista già soffriva per i problemi del suo migliore amico..chissà come avrebbe reagito sapendo che erano anche quelli del suo gemello.

  
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