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Autore: Back To Vegas Skies    05/01/2011    5 recensioni
Non poteva rovinare tutto così. Frank era l’unico amico che aveva, non doveva mandare tutto a farsi benedire innamorandosi di lui. E poi era un uomo sposato, con una moglie, una figlia. No, non doveva, continuava a ripetersi. Ma probabilmente il suo cuore non l’aveva capito: batteva così forte che sembrava volergli saltare fuori ed entrare nel petto dell’altro, che ora premeva contro il suo. Frank si staccò dall’abbraccio e si sedette, Gerard lo imitò, ancora perso nei suoi pensieri e con le guance in fiamme.
Frerard, ovviamente. Non è la prima che scrivo, ma la prima che trovo il coraggio di pubblicare. Siate clementi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Until we find our Way in the dark and out of heart.


- Che stupido! – Pensò Gerard, arrossendo. Si era fatto cogliere mentre lo guardava come un pesce lesso. Guardava i suoi capelli, il suo naso, il collo, poi di nuovo gli occhi… Distolse in fretta lo sguardo, imbarazzato, e Frank sorrise.
Gerard aveva il cervello che gli urlava: - Pensa a Lindsay, pensa a Lindsay! – Chiuse gli occhi e continuò a ripeterselo mentalmente.
Ma come poteva lei essere meglio di lui?
Lei che gli lasciava la figlia giorni interi per andare chissà dove? Lei che gli aveva fatto perdere gli amici e che lo aveva fatto allontanare dalla sua famiglia? Lei che lo trattava come un cane, urlando e lanciandogli oggetti anche davanti alla bambina, che di fronte alle sfuriate della madre si rifugiava sotto il tavolo?
Guardò di nuovo Frank, che lo osservava preoccupato. Finse un sorriso, ma sapeva che lui non l’avrebbe bevuta, infatti ricevette in cambio uno sguardo ancora più preoccupato.
 
 
Decisero di incontrarsi, senza le bambine, la sera stessa. Frank era tesissimo. Aveva lasciato le gemelle a sua madre, con un triliardo di inutili raccomandazioni che la donna ascoltò sospirando.
Si incamminò a piedi, le mani in tasca e il cuore a mille, ripetendosi che era inutile  preoccuparsi, era solo una serata tra amici, una semplice serata tra amici.

 
 
Gerard uscì di casa canticchiando. Sua moglie aveva portato Bandit con sé a fare shopping, quindi non aveva dovuto rispondere alle domande tempestive che lei sicuramente gli avrebbe posto. Spense il cellulare, niente e nessuno avrebbe dovuto disturbarlo. Si accorse di essere in ritardo e cominciò a camminare velocemente verso il parco, sorridendo per il fatto che si sentiva come una ragazzina al suo primo appuntamento.
 
 
Frank arrivò per primo e dopo dieci minuti nella sua testa cominciarono a susseguirsi una serie di immagini catastrofiche nelle quali l’ipotesi più allegra era che Gerard fosse stato rapito dagli alieni e portato in chissà quale galassia sperduta. Poi pensò a quanto era stupido, che probabilmente lui aveva di meglio da fare che uscire con un vedovo troppo giovane che cresceva due figlie.
- Sarebbe un impegno troppo grande uscire con uno come me. – Pensò sospirando.
Però poteva essere semplicemente in ritardo… O forse aveva frainteso le sue intenzioni e aveva capito male. Forse lo aveva solo assecondato senza ascoltarlo, forse aveva voluto accontentarlo perché gli faceva pena. Magari ora era con sua moglie a raccontargli di quel povero sfigato che lo aveva reso parte integrante della sua vita in pochi mesi, fidandosi ciecamente di lui dal primo momento. Sì, probabilmente la risposta era questa.
Ma mentre stava per andare via, sentì un rumore di passi che si avvicinavano e alzando lo sguardo, vide Gerard che gli sorrideva da sotto i capelli rossi e si sentì così sollevato da pensare di stare per volare.

 
 
Non appena Gerard vide quel dolcissimo e familiare sorriso allargarsi verso di lui, ebbe la sensazione che le sue gambe si fossero improvvisamente trasformate in gelatina. Ma non appena lo raggiunse, scusandosi per il ritardo, si accorse di non sapere come comportarsi. Cosa doveva fare?
Salutarlo con la mano? Squallido e freddo.
Abbracciarlo? Mh, forse troppo confidenziale.
Dargli un bacio sulla guancia? Magari! Ma avrebbe fatto la figura di una ragazzina…
Infine, ancora indeciso su cosa fare, tese la mano verso di lui.
 
 
Frank guardò perplesso la mano che Gerard gli porgeva e alzò lo sguardo verso di lui, incontrando un’espressione imbarazzata. Sorrise, prese la mano tesa dell’altro e lo tirò verso di sé. Lo abbracciò e disse: - Sono contento che tu sia venuto.

 
Gerard fu piacevolmente sorpreso da quell’abbraccio. Strinse forte a sé il più basso e avrebbe voluto che quella sensazione non finisse mai. Si sentiva a suo agio tra le sue braccia, immerso nel profumo dei suoi capelli e della sua pelle che era, scoprì, qualcosa di meraviglioso. Quell’abbraccio però era già durato più del dovuto e così, appellando a tutta la sua forza di volontà, si separò da Frank, rendendosi improvvisamente conto di quanto facesse freddo quella sera.

 
Forse si stava solo impressionando. Forse. Ma gli era parso che quell’abbraccio non fosse stato proprio una cosa da amici. Ma non volle pensarci troppo, non voleva crearsi false illusioni e, dopotutto, era solo un abbraccio.
Si incamminarono lentamente verso un bar che si trovava all’angolo della strada. Era un posticino caldo e accogliente e, non appena arrivarono, presero posto ad un tavolino in fondo alla piccola sala. Cominciarono a chiacchierare proprio come facevano ogni mattina, ma Frank sentiva che c’era qualcosa di diverso. Probabilmente era dovuto all’ambiente, al fatto che fosse sera, che non ci fossero le bambine.
Si ritrovarono a parlare di donne, Frank non sapeva come, dato che il suo cervello era andato in stand-by dopo aver guardato troppo gli occhi verdi che gli stavano di fronte.
- Io sono sempre stato una frana con le donne! Per me gli uomini sono molto più semplici da capire. Non credi anche tu?
Frank annuì, confuso. Un lato di lui era felice della piega che aveva preso il discorso, l’altro desiderava che tornassero a parlare del guasto della macchina di Gerard, sorridergli e annuire, solo per ascoltare la sua voce.
- Ad esempio, - continuò il rosso – quando ero al liceo, è stato molto più facile per me trovare un ragazzo, piuttosto che una ragazza. È stato meglio, anche se non è stato tutto rose e fiori all’inizio…Non è facile per tutti accettare una cosa del genere. Ricordo ancora la faccia di mio fratello quando ci scoprì in bagno a baciarci! – concluse ridendo.
Frank, che stava per bere, rimase a bocca aperta, con il boccale di birra a mezz’aria e gli occhi sgranati davanti a sé.

 
 
Probabilmente aveva esagerato. Cioè, era vera la storia del fidanzato e tutto il resto, ma forse Frank non era pronto ad ascoltarla. Cazzo, pensò Gerard, non lo aveva mai sentito fare un commento su una donna o qualcosa di simile, mai che avesse guardato una bella ragazza o fatto apprezzamenti ad alta voce, era sicuramente un ragazzo dai sani principi, quindi era molto probabile che il discorso lo avesse sconvolto.
Così, ridendo, disse: - Scusa, devo averti scandalizzato. – continuò a ridere -  avresti dovuto vedere la tua faccia!
- No, no! Niente affatto! – Rispose subito l’altro, arrossendo violentemente.
 
 
A Gerard piacevano gli uomini. E si dava il caso che Gerard fosse l’unico uomo verso il quale avesse mai provato un’attrazione fisica (e non solo).
Lo guardò negli occhi e gli sorrise. Un sorriso sincero, sollevato.
Poi sospirò, e guardandosi le mani disse: - Anche io sono non sono un granché con le donne. Pensa che nella mia vita mi sono innamorato solo due volte.
- C’è stata qualcun’altra prima di tua moglie? – Chiese Gerard.

Frank chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e continuò: - Beh, no. D-dopo di lei.
 
 
 
 
 
   
 
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