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Autore: Chris_88    05/01/2011    4 recensioni
« Granger? » [...] « Cosa ci fai qui? » [...] « Chi.. Chi.. sei? », chiese con un filo di voce.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lucius Malfoy, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa è la storia che scrissi tanti anni fa, nel lontano 2006, soltanto che ora ho deciso di correggere qua e là alcune parti e ripubblicarla. Buona lettura! A proposito, ditemi voi se ne valga la pena o no continuarla! ^^
 

Il caldo abituale di agosto, protagonista di tutto l’emisfero settentrionale, non sembrava essere un peso per gli abitanti della Gran Bretagna. I cittadini di Londra sapevano bene che lì non sarebbe mai stato un caldo soffocante.
I babbani guardavano in malo modo degli strambi passanti vestiti con dei lunghi mantelli. D’accordo che era una temperatura sopportabile, ma perché alcuni avevano il mantello? Di gente matta ce n’era in giro.
Queste tipi stravaganti si aggiravano intorno a Charing Cross Road, davanti ad un locale dall’aspetto poco invitante che spesso veniva denigrato dai babbani perché lo vedevano sporco e dismesso. Molto meglio così, “Il Paiolo Magico” non era altro che un locale magico, luogo di passaggio tra la Londra babbana e Diagon Alley, la cittadina interamente incantata. Qui i maghi potevano esprimersi liberamente, anche se la tranquillità si era ripristinata solo qualche anno prima. Dopo che il Signore Oscuro venne sconfitto, il mondo magico si riprese pian piano. Era stato spazzato via, una volta per tutte, e questa volta per davvero. Con lui erano scomparsi anche i suoi seguaci, o per lo meno tutti quelli che furono rintracciati ora soggiornavano a tempo indeterminato o meglio, determinato dalla morte, ad Azkaban.
All’appello mancavano ancora alcuni nomi, tra i quali Lucius Malfoy, Antonin Dolohov e Travers. Nessuno sapeva dove fossero, o cosa fossero visto che probabilmente si aggiravano sottoforma di animali trasfigurati, ovviamente Animagus non registrati.
Sia il Ministro della Magia, sia gli Auror, cercavano di darsi da fare. Ma niente, tutti tentativi inutili. Oltre a loro, e alla decina di persone rimaste uccise nella celebre battaglia di Hogwarts, mancava qualcun’altro all’appello. Dove fosse, da quanto tempo precisamente, e il perché, era oscuro a tutti. Secondo alcuni era morta, secondo altri era diventata una Mangiamorte e, secondo la maggioranza della popolazione stava ancora tenendo duro da qualche parte, con la forza di volontà e il coraggio dei Grifondoro più puri.
Come ogni tipo di città, c’era anche qui il lato negativo: Notturn Alley. Qui vi si aggiravano persone losche, persone che cercavano di fare delle compere non proprio “sane”. Tendenzialmente un mago che si rispetti non gira per questa cittadina buia e spettrale. E tutti sapevano che di cose insolite ne capitavano in questo luogo..
 
Proprio in quel momento una ragazza dai capelli ricci stava avanzando con difficoltà trai i vicoli di Notturn Alley: il corpo era ricoperto di ferite ancora sanguinanti, i vestiti lacerati la coprivano a mala pena. Arrancava, trascinava il suo corpo come se fosse un peso insopportabile, stava cercando di raggiungere la via principale appoggiandosi alle pareti scivolose, ricoperte da uno strato di muschio melmoso. La forza di urlare? No, non ce l’aveva. Il suo grido disperato era nei suoi occhi, chiunque l’avrebbe potuto udire al solo guardarla. Un passo era un’agonia, una lenta agonia che l’avrebbe portata alla morte.
Si accasciò esanime, scivolando lungo la parete. Si era arresa? No, non poteva.. Era sopravvissuta per due anni, poteva resistere ancora.
Lottò con il suo stesso corpo, poggiando le mani sul pavimento di pietra. Con tutta la sua forza di volontà, di forza fisica non ne aveva più, si tirò in piedi. Appoggiò prontamente la spalla al muro e continuò la sua avanzata, mentre il sangue le colava da tutte le ferite. Bruciavano, Dio solo sa quanto.
« Ehi », esclamò una voce. Qualcuno l’aveva vista finalmente. Chiunque fosse le sarebbe andato bene, chiunque avrebbe potuto aiutarla.
La ragazza cercò di mettere a fuoco l’ombra che si stava avvicinando, ma tutto fu inutile. La sua vista era sfocata, senza contare che aveva un occhio nero che le impediva di aprire il suo occhio destro.
« Granger? », la voce era ovattata, ma la ragazza percepì una nota di sorpresa, « Cosa ci fai qui? », domandò afferrandola per le spalle.
Doveva riuscire a parlare, a tutti i costi. Qualcuno la conosceva.. Che fosse in pericolo?
« Chi.. Chi.. Sei? », chiese lei con un filo di voce.
« Non mi riconosci? Sono io, Malfoy.. », si ripresentò. A quel nome lei si ritrasse. Il ragazzo storse il naso. Tra loro non era mai corso buon sangue, ma non capiva il perché di tale gesto schifato. Per specificare meglio aggiunse, « Draco Malfoy.. Cosa ci fai qui? In queste condizioni? » domandò, nascondendo una leggera nota di sbigottimento.
« Io.. Io.. », tentò di dire lei, ma sentiva gli occhi cederle.
« Basta, andiamo al San Mungo », disse spicciolo.
Hermione gli bloccò il polso, facendogli una richiesta che mai Draco si sarebbe aspettato e che, probabilmente, lei non avrebbe mai fatto in condizioni normali, « Ho una richiesta da farti.. », ansimò, sentendo che le sue ultime forze la stavano abbandonando.
Il biondo non poté che annuire.
« Baciami.. Prima di morire vorrei riscoprire il sapore di un bacio.. », una supplica disperata. Una pretesa dettata da quell’adolescenza che le era stata strappata per due anni.
Che diamine sta succedendo?, si chiese l’ex Serpeverde, esterrefatto dal comportamento della ragazza. Quella non era la Granger dei tempi della scuola, qualcuno l’aveva sostituita, doveva essere così. La Granger che lui conosceva, o per lo meno che era abituato a vedere, era cambiata. Due anni possono trasformare le persone, lui stesso era cambiato dopo due anni in America, lontano da tutto e tutti. Ma aveva comunque mantenuto quel suo fare cinico. Invece lei no, lei era soltanto lo spettro della vecchia Granger.
Cosa doveva fare adesso? Doveva baciarla o doveva portarla di corsa al San Mungo? La diatriba lo stava logorando. Perché mai la Granger aveva chiesto a lui di baciarla? D’accordo, l’America aveva fatto posto ad un Draco meno razzista, ad un Draco pentito di tutto ciò che aveva fatto ai tempi di Voldemort; ma poteva lasciarsi alle spalle sei lunghi anni di disprezzo verso quella ragazza che giaceva tra le sue braccia?
Più ci pensava e meno era convinto, poi però vide gli occhi nocciola di lei: vi lesse una disperata richiesta d’amore, pur finto che sia, ma di amore.
Ricacciò indietro gli anni della scuola, chiudendoli in un cassetto della sua mente e si avvicinò al viso della ragazza, baciandola dolcemente. Con stupore trovò le sue labbra ancora morbide, anche se rilasciavano un sapore amaro di ferro. Il sangue stava uscendo dai piccoli tagli sulla bocca di lei. Nonostante ciò, lasciò che il loro bacio divenne profondo poi, improvvisamente, Hermione perse conoscenza.
Senza esitare Malfoy si smaterializzò. In un batter d’occhio si trovò al San Mungo, con in braccio un’esanime Hermione, quasi irriconoscibile sotto tutte quelle ferite.
« Un medimago, in fretta », disse Malfoy entrando nella Hall dell’ospedale con il mantello nero che si muoveva ai suoi movimenti.
Detto fatto, un medimago comparve da un corridoio alla loro destra. Con una bacchetta fece apparire davanti a Draco una barella, sulla quale vi adagiò la ragazza.
Il Serpeverde sapeva che ora avrebbe dovuto rispondere ad alcune domande, era la prassi.
« Nome della ragazza? Cos’ha? Lei chi è? Che rapporti è con la paziente? », domandò mentre una piuma svolazzava accanto a lui pronta a scrivere su un taccuino.
« Si chiama Hermione Granger. Ha 20 anni. Io sono Draco Malfoy, sono un suo compagno di scuola », disse.
Il mago annuì e portò via Hermione lasciando un Draco che seguì con gli occhi la barella, curioso e allo stesso tempo leggermente spaventato.
Si mise seduto sulle scomode sedie della sala d’aspetto, prese una vecchia edizione della “Gazzetta del Profeta” e la lesse.
Dopo la battaglia di Hogwarts e la caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato era andato all’estero ed era tornato proprio quel giorno. Bel rientro, si disse.
Il quotidiano magico conteneva tutti gli aggiornamenti del mondo di Malfoy, essendo stato semi esiliato dal Ministro per l’espiazione dei suoi peccati da Mangiamorte aveva perso ogni notizia. Sfogliò le pagine con superficialità, ma un trafiletto sulla sinistra della quarta pagina lo colpì. Iniziò a leggerlo con gli occhi, spiacevolmente colpito.
 

“Ancora nessuna notizia della scomparsa di Hermione Granger, la ragazza probabilmente catturata dai Mangiamorte ancora non ritrovati durante la battaglia alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Le ricerche continuano, anche sembra ormai inevitabile pensare al peggio per la strega più brillante della sua età”

 
Era allibito. La Granger sequestrata? Perché lui, da ex Mangiamorte, non ne sapeva nulla? Si guardò intorno, dopo un attimo di esitazione decise di chiedere informazioni ad un mago appena entrato intento a chiacchierare con la moglie, « mi scusi », e si avvicinò leggermente, « saprebbe dirmi cosa è successo a questa ragazza? », ed indicò la foto di Hermione che sorrideva alla fotocamera.
« Oh, povera ragazza », commentò, « fu rapita a scuola, una perdita di una strega eccellente, a quanto dicono! Da quello che so, fu catturata per ordine di Tu-Sa-Chi, ora non si hanno tracce di lei. Che Merlino la salvi! », si augurò con aria triste.
« Grazie mille, mi scusi per il disturbo »
L’uomo sorrise, lasciando solo Draco con i suoi pensieri. Senza volerlo aveva rivelato il nome al medimago. Che non avesse dovuto? Impossibile, tutti dovevano sapere che era viva, come una speranza per il mondo magico.
Il tempo passava inesorabilmente, ma Draco era ancora lì in attesa di notizie. Poi doveva parlare con il medico curante.
« Signore », era il medimago che lo chiamava, « Venga, la sua amica sta riprendendo conoscenza ».
Draco si alzò dalla sedia e andò verso l’uomo.
« Mi scusi », disse a bassa voce, « anche lei avrà capito che la ragazza è l’Hermione Granger scomparsa, presumo. Pertanto mi aspetto discrezione da tutto il San Mungo. Provvederò io a chiamare il Ministro per l’articolo sulla Gazzetta, chiaro? », il suo tono rimase fermo, non avrebbe ammesso un “no”. Il mago capì ed annuì, indicando la stanza della ragazza. Hermione giaceva sul letto, sembrava addormentata. Sebbene l’avessero pulita da tutto il sangue e suturato le ferite, i tagli e i lividi erano ancora ben visibili.
Malfoy si avvicinò, sedendosi su una sedia bianca accanto al letto. Le sfiorò delicatamente la mano, tirandola via subito. Ok il bacio, ma ora sarebbe tornato il Malfoy di sempre.
« Granger, mi senti? », domandò piano.
La ragazza aprì lentamente gli occhi, il suo color nocciola si scontrò in quello azzurro degli occhi del Serpeverde per poi abbassare lo sguardo e osservare la stanza.
« Sei stato tu a portarmi qui, vero? »
« Esatto, ti ho trovata a Notturn Alley. Ascolta, ho letto l’articolo che parlava di te sulla Gazzetta del Profeta, io non vengo a Londra né ho notizie da qui da due anni.. Granger, perché ti hanno presa? »
Lo sguardo di Hermione si rabbuiò all’istante, Malfoy era conosciuto per la sua freddezza e per il suo poco tatto.
« Per Harry, ovviamente, io ero solo l’esca. Ma, come è ben noto, Voldemort ha fallito. Ero a conoscenza della scarsa attitudine di Harry nell’Occlumanzia, mi è bastato mettermi in contatto con lui nella sua mente. Ovviamente ha funzionato », rivelò Hermione compiaciuta, anche se lo disse in tono amaro.
« Perché non ti hanno liberata? »
« Ti facevo più intelligente. Credi davvero che mi avrebbero lasciata andare? Avrei potuto rivelare tutto. Sono fuggita.. »
« Come hai fatto a scappare? »
« Blaise, siamo evasi insieme. Per un po’ siamo andati dalla stessa parte, ma poi ho proposto di dividerci. Eravamo in Scozia, ne sono certa. Oggi sono arrivata qua. Non avevo le forze per smaterializzarmi né avrei potuto farlo e sono stata costretta a scappare, mi hanno inseguita giorno e notte, in più avevo una sorta di maledizione che non mi permetteva di usare i poteri.. E la mia bacchetta.. Non so dove sia », disse quasi piangendo.
« Meno male sia tutto finito, e tu ora sei qui. Stai bene »
« Bene? Oh no, non sto affatto bene! Non puoi immaginare ciò che mi hanno fatto, le maledizioni che ho subito. Le pozioni che ho bevuto.. », l’ex Grifondoro si interruppe, dagli occhi ambrati scesero delle lacrime, lacrime dal sapore doloroso..
Draco non era abituato a vedere una ragazza piangere, tantomeno Hermione. Non sapeva come comportarsi così le strinse la mano, era il massimo gesto che potesse fare.
« Grazie », mormorò lei apprezzando il gesto. Draco la lasciò, poi le chiese se volesse un succo di zucca, una bevanda calda l’avrebbe aiutata. La ragazza accettò di buon grado e osservò Malfoy uscire dalla stanza.
Aveva nella mente un bacio, un bacio tra i due. Impossibile, si disse.
Poco dopo tornò la serpe, ed Hermione era sempre più curiosa.
« Scusa, ma ho un dubbio.. Cosa è successo esattamente quando mi hai trovata? »
« Farfugliavi frasi sconnesse, e poi mi hai chiesto di baciarti », rispose tranquillo.
« Non dire cavolate, non è vero.. »
« Certo che lo è, non sono io quello che elemosina amore », ribadì secco.
« Sei sempre il solito », berciò lei.
« Buono a sapersi, ora devo andare.. Ad ogni modo sì, ti ho baciata », e si alzò per uscire.
La ragazza arrossì, passandosi una mano trai i capelli, nel tentativo inutile di sistemarli.
Aveva baciato Malfoy? C’era stata un’inversione dei poli, senza dubbio.
   
 
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