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Autore: Kima    05/01/2004    1 recensioni
be'...è solo uno sclero! ^^;;;
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corro. Corro disperatamente. Nel buio che invade tutto tranne me. Sono solo. Come la luna nel cielo. Un cielo che non vedo e che bramo. La sogno. In sogni così lontani, remoti nella mia mente. Sogni sbiaditi alla luce della mia foga. Della foga che muove le mie gambe. Che ferma il mio cervello che non vuole pensare. Pensare di esser il solo ad essersi salvato. Io solo. Io l'unico ad essere scappato. In braccio al buio, in pasto alla notte. Notte fredda in un labirinto di nulla. Fredda da farti morire. Fa farti sentire ogni centimetro del corpo estraneo. Il sangue mi pulsa con forza nelle tempie. Il cuore come un pugno al petto. Non sembra più battere. Sembra anche lui voler correre via, lontano da me, da prima. Lontano da me. Un umiliante involucro per lui. Che vuole volare. Non correre. Volare dove le nuvole non ci sono più. Dove la luce non può più trafiggerle. Dove la luce è tutto. Vuole volare. E se io non fossi così debole, così timoroso, me lo strapperei dal petto. Gli regalerei le piume incrostate di rosso delle mie paure e lo lancerei verso l'altro. Ma non posso. Non ci riesco. Mi serve. O forse no, ma comunque non voglio. È mio. È la vittima a cui infliggo ogni colpa, ogni depressione, ogni castigo. E corro, mentre l'oscurità mi ingoia e mi rigurgita a non finire. Qualche luce. Neon bianchi e spettrali. Mi illuminano inspessendo ogni ombra. Mi illuminano e mi vedo sporco. Sporco di qualcosa che non riesco a capire. Che non voglio identificare. Qualcosa di così scuro da farmi paura. Le macchie se ne stanno immobili su di me. Ma ai miei occhi sembrano allargarsi e ingoiarmi. Sono dentro. Solo un braccio mi resta fuori. Un braccio, un polso, una mano, un dito. Alla luce. Di nuovo buio e una luce che saetta in alto. Non è cielo. Non è soffitto. È nulla. la luce scorre e passa. Passa e score. Sul nero. Su di me. Le gambe mi cedono all'improvviso. Cado in ginocchio. Non vedo nulla. Percepisco qualcosa di viscido che si arrampica sulla mia pelle. Mille ragni. Schifosi e viscidi. Hanno l'odore del sangue. Hanno l'odore del mio sangue. Il mio. Quello che verso. Ora. Sempre. Che verso da ogni graffio. Mi ritiro su di scatto. Mi scrollo i ragni di dosso. Via via. Non voglio! Continuo a correre. Li sento. Si muovono. Sotto i miei piedi nudi. Continuo a correre. Una luce, di nuovo. Blu. Sì, è blu. Una luce blu. Filtra. Una finestra. Una grata. Filtra dalla grata. Mi attacco al ferro. Fuori è notte. Il buio è blu. Sa dì umido. Rugiada. Subito rugiada sulle mie mani. L'erba sibila. L'erba si piega. E il vento sibila tra l'erba piegata. E vedo delle figure celesti. Chiare. Chiare alla luce scura della luna. Alla luce scura della notte che regna. Che mangia la luna. A pezzi. La copre. Me la nasconde. Le figure sono in circolo. Sono belle. Le belle figure sono soavi. Le soavi figure sono vestite di veli. Danzano. In circolo. E non si stancano mai...mai mai...
  
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