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Autore: CastelliPerAria    05/01/2011    4 recensioni
I will move away from here, you won't be afraid of fear, no thought was put into this.
Let me clip your dirty wings, let me take a ride, don't hurt yourself.
I know I can make enough of the words for you to follow along.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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hei - Scusi, conosce per caso una ragazza di nome Stella? Capelli biondo-rossi, occhi grandi blu e giaccone di renna?- chiese Kurt, un po’afflitto per quei continui rifiuti.
La vecchia lo osservò bonariamente:- Sì.-
- Sul serio?-
- Sì, ma ci sono tante ragazze così a Seattle…ma poche di loro si chiamano Stella.-
- Sa se per caso ha la passione del grunge?-
- Del che?-
- Grunge. E’uno stile di musica simile al punk.-
- Il che?!-
- Oh, insomma…sa se ascolta cantanti che strepitano come maiali al macello e chitarre elettriche rumorose?-
- Oh, sì…nel suo bar c’è sempre quella musica odiosa. Si chiama Stella Jones.-
- Jones…sa dirmi dov’è il suo bar?-
- Oh, sì, è proprio dietro l’angolo…ci lavora con suo fratello Kevin. Brava gente.- asserì la signora, allontanandosi.
- Grazie!- urlò Kurt, sorridendo e infilandosi le mani ghiacciate in tasca.
Girò l’angolo fino a trovarsi davanti ad un bar dall’aria dimessa con un’eloquente insegna luminosa spenta che recava il nome Bleach.
Kurt entrò, trovandosi in un locale buio con piccoli tavolini di legno, pavimento di legno, bancone di legno e la assordanti note di Breed che riempivano l’aria.
Si guardò attorno individuando subito l’oggetto del suo interesse:Stella stava pulendo un tavolino canticchiando a fior di labbra la canzone.
I capelli erano raccolti in una coda e indossava un morbido maglioncino grigio e un paio di jeans scoloriti.
Kurt si bloccò, pensando che non aveva nemmeno un buon motivo per interromperla mentre lavorava. Ma d’altronde aveva camminato per tutta Seattle in lungo e in largo.
Si sedette silenzioso al bancone, mentre la ragazza lo osservava con la coda dell’occhio:lasciò lo straccio polveroso sul tavolo e si avvicinò al bancone.
- Buongiorno, cosa desidera?- chiese, la voce ed il sorriso cortese.
Kurt per poco non sussultò:- Un bicchier d’acqua, grazie.-
Non gli venne in mente niente di più intelligente da dire. E comunque aveva sete davvero.
Stella si mosse silenziosa riempiendo un bicchiere d’acqua naturale e glielo porse.
Kurt osservò le goccioline che disegnavano il bordo del bicchiere e ne bevve un sorso timoroso.
Stettero in silenzio, lui beveva e lei lo osservava bere.
Kurt finì l’acqua.
- Lo prendo io…signor Cobain.- rispose Stella abbassando lo sguardo.
Kurt ammutolì:- Come…come?-
- I suoi occhi si riconoscono anche dietro quei ridicoli occhiali.-
- Non sono ridicoli.-
- Se lo dice lei.- rispose Stella risciacquando e asciugando il bicchiere con gesti esperti.
- Dammi del tu, Stella.- si lasciò sfuggire Kurt.
Lei alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi blu intenso con quelli azzurri di lui, sbalordita, ma non disse nulla.
Kurt provò un brivido quando incontrò quelle iridi cerulee ma rimase impassibile.
- Sono due dollari.-
- Mi fai pagare un misero bicchier d’acqua?- chiese incredulo Kurt.
Stella trattenne un sorriso di scherno:- Qua non si fanno sconti alle rockstar.-
Kurt sorrise e le porse due banconote. La ragazza le prese e le infilò nel registratore di cassa, continuando però a fissare Kurt nel contempo.
- Pausa sigaretta.- annunciò Stella, infilandosi il giaccone di renna e prendendo un pacchetto di sigarette da una tracolla di pelle nera consunta.
Kurt la seguì silenziosamente e la stette ad osservare mentre azionava un piccolo Zippo argenteo e la brace del piccolo cilindretto bianco si accendeva.
La ragazza prese una boccata, inspirando il fumo azzurrino, e poi espirò una nuvola biancastra.
Si passò distrattamente una mano tra i capelli e poi, sempre guardando la linea retta dell’orizzonte, fece una domanda all’uomo in piedi accanto a lei.
- Com’è essere famosi?-
- Stancante. Il giorno prima ti sfottono perché pensano che tu sia gay e il giorno dopo vorrebbero che tu glielo metta nel culo. Devi farci l’abitudine, ma non credo nessuno ci sia mai riuscito.-
- Non sembra una bella prospettiva. Ma almeno hai soldi.-
- E’l’unica cosa positiva. Ma poi c’è continuamente merda da mandare giù se fai questo lavoro del cazzo.-
- Non ti piace più suonare?- chiese Stella volgendosi verso di lui e fissandolo con i suoi occhioni blu improvvisamente enormi.
- Sì…ma ecco, ormai è un lavoro, non un motivo di vita. – rispose Kurt rimanendo ad osservarla mentre lei annuiva.
- Non è più la tua passione.- replicò lei, scuotendo la testa. – Che peccato. Sei bravo.-
Ecco perché a Kurt lei piaceva:gli rispondeva come se fosse semplicemente Kurt, non Kurt Cobain dei Nirvana.
Era schietta, semplice e diretta:un libro aperto ma difficile da leggere.
Stella aspirò un’ultima boccata e gettò il mozzicone lontano.
- Beh, però…io a un tuo concerto ci sono già stata e mi sembra che tu ti diverta molto.-
- Più che altro mi sfogo.-
- Per me liberarsi del dolore è divertimento.-
Stella rientrò nel bar per prendere un mazzo di chiavi e abbassare le serrande del bar.
- Ok, io chiudo qua tanto non ci verrà nessuno.- asserì Stella dando un’energica doppia mandata con una vecchia chiave.
- Ma il bar è solo tuo?-
- No, lo gestisco con mio fratello Kevin. Era dei nostri genitori ma sono morti in un incidente.-
- Capisco. Mi…-
- Non dire che ti dispiace. In fondo non li conoscevi nemmeno.-
- Ma conosco te.-
- Come fai a dire di conoscermi se sai solo il mio nome?-
Kurt rimase zitto per poi rispondere:- Sei Stella Jones, lavori al bar Bleach, sei un’appassionata di grunge e vivi a Seattle con tuo fratello Kevin anche dopo la morte dei tuoi genitori.-
La bionda sorrise:- Colpita e affondata.-
I due camminarono per un po’fino ad arrivare di fronte ad un condominio fatiscente.
- Ok, io abito qui. Grazie della compagnia, Kurt. - disse Stella sorridendo. Kurt non aveva mai visto un sorriso così genuino e pulito. Nemmeno quello di Frances, sua figlia.
- Ciao Stella.- rispose lui facendole un cenno mentre saliva le scale pericolanti.
A metà rampa Stella si girò:- Vi ascolto da quando avevo tredici anni, il mio colore preferito è il rosso, ho un gatto di nome Papavero, non ho finito il college e tua moglie Courtney mi sta sulle palle. Ora mi conosci.-
Kurt sorrise:le piaceva il rosso. Era il suo colore preferito.

Ok, magari sarà un po'melenso a volte ma vorrei davvero che Kurt avesse trovato una degna compagna di conversazioni, per il resto c'è tempo...spero di avervi incuriosito^^

  
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