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Autore: Alys93    05/01/2011    5 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Bene, eccomi a voi, ragazze! ho appena finito un nuovo cappy, spero vi potrà piacere. Noto con molto, molto piacere ch siete sempre più numerose ed è mio preciso dovere ringraziarvi tutte.
Ringrazio 
Marti_18  e visbs88 x aver messo la FF tra le preferite,  chariss, eien91 e Zakurio x averla messa tra quelle da ricordare e  Nicole221095sara1996, shadow_shine, shiroganegirl Targul e yako_chan x averla mesa tra le seguite. ragazze, vi adoro!

Capitolo 19: Una disputa… familiare

Kaori trattenne a stento un gemito nel vedere l’enorme cane argentato arrivare nella loro direzione.
Non avrebbe mai potuto sbagliare sulla sua identità, l’aura che emetteva era fin troppo chiara.
Maledizione! sibilò E ora, come la mettiamo? Se Inuken ci scopre, qui succederà un casino madornale!.
Strinse i denti, cercando rapidamente una soluzione a quel problema, e fissò il gigantesco cane argenteo stendersi nella radura sotto di loro.
Da come puntava il muso verso la foresta, dava l’impressione di aspettare qualcuno o qualcosa…
Di colpo, riprese le sue normali sembianze ed Inuyasha fremette nel sentire l’enorme potenza del padre.
Faceva davvero paura e, per di più, quella situazione non era molto tranquilla.
Se li avesse scoperti… non voleva neanche pensare a quello che sarebbe potuto succedere!
Inuken rimase a fissare per un altro istante la foresta, poi emise una leggera risata ed accese un fuoco.
La luce rossastra si rifletteva in maniera magnifica sulla sua armatura e sui suoi capelli argentei e Kaori deglutì a fatica.
Si sentiva leggermente imbarazzata anche solo a pensarlo, ma doveva ammettere che quel demone aveva un fascino non comune.
Un fascino più caldo di quello di Sesshomaru o di… quell’idiota di Reito, ma comunque era evidente che quel tipo non era di molte parole.
Accidenti a lei!
Ma perché pensava a quel lupo congelato in un momento come quello?
Seccata, fece una smorfia che mise in mostra le piccole zanne e tornò a controllare il padre del suo amico, che respirava appena, accanto a lei.
Un improvviso ululato le fece alzare lo sguardo e sentì il cuore mancarle un battito quando vide un grosso lupo avanzare verso la radura.
Il suo pelo era così scuro che, nonostante la sua vista acuta, lo scorgeva a stento dagli alberi neri che sovrastava.
E quello? Chi diavolo era?
Qualcosa, dentro il suo animo, le disse che le cose potevano solo peggiorare.
Inuyasha sgranò gli occhi e fissò la ragazza accanto a lui, sussurrando appena “E adesso? Qui le cose peggiorano sempre più!”.
“Non lo dire neanche per scherzo!” sibilò lei “Pensa positivo! Cerchiamo di non attirare l’attenzione”.
Con il cuore in gola, i due ragazzi continuarono ad osservare la scena, sperando vivamente che non venissero scoperti.
Sentendo l’ululato, Inuken si alzò in piedi e sollevò appena gli angoli della bocca in un leggero sorriso “Sei arrivato, finalmente”.
Il lupo nero lo squadrò con aria corrucciata e depose a terra un grosso cervo, catturato pochi minuti prima.
Poi, avvolto da un leggero alone di luce, assunse sembianze umane e lanciò un’occhiata nervosa all’altro demone, “Posso correre quanto voglio, ma non riesco proprio a tenere il passo! È assurdo!” .
Dalla cima della rupe, la giovane yasha dovette tapparsi la bocca con entrambe le mani per non lasciarsi sfuggire un gemito sorpreso.
Quel demone sbucato dal nulla era niente poco di meno che suo padre, di circa duecento anni più giovane!
A guardarlo bene, non era poi così diverso dall’uomo che l’aveva cresciuta, dato che non dimostrava più di ventidue, venticinque anni.
Il suo sguardo però… quello sguardo che tante volte l’aveva rassicurata e protetta, adesso le incuteva timore.
La situazione era più intricata del previsto e non era molto promettente.
Ma che diavolo stava succedendo?
Lanciò un’occhiata incredula al mezzo-demone che le restituì la stessa espressione incredula.
Nessuno dei due si aspettava che Masaru fosse in compagnia di Inuken, anche se sapevano che avevano combattutto spesso fianco a fianco.
Il demone lupo si pulì un angolo della bocca, ancora sporco del sangue del cervo, e borbottò “Non c’è giorno che non mi alleni, ma tu sei sempre troppo oltre! Ma come accidenti fai?”.
Il demone scosse la chioma argentea e si sedette su di una roccia “Sei ancora giovane, Masaru. Ne hai di cose da imparare, te lo posso assicurare”.
“Ho trecentocinquant’anni, ormai” ribatté l’altro “Non puoi più usare la scusa che sono troppo giovane”.
Con uno sbuffo seccato, si sedette a terra ed iniziò a preparare la carne della preda, cuocendola sul fuoco.
“Inizio a pensare proprio che non riusciò mai a starti dietro” mormorò frustrato “Demoni come te sono dannatamente difficili da emulare! Un caso su un milione, ecco cosa sei!”.
“Lo prenderò come un complimento” rispose il Gran Generale Cane, poggiandosi una mano sul ginocchio.
Gli rivolse uno sguardo compiaciuto ed aggiunse “Ma devo essere sincero. Sei migliorato parecchio, dall’ultima volta che ti ho visto”.
Masaru sorrise appena e gli lanciò un pezzo di carne ben cotta “Questo vuol dire che i miei allenamenti non sono del tutto inutili…”.
Mentre mangiavano, i suoi occhi scuri come la notte incrociarono quelli ambrati di Inuken, mandando un messaggio silenzioso.
“Cosa vuoi dirmi, Masaru?” chiese lui, cogliendo il segnale “C’è qualcosa che ti turba?”.
Il lupo scosse la testa “No, niente d’importante. Ma… Ho sentito delle strane voci, ultimamente. Voci che ti riguardano”.
Inuyasha si sporse appena un po’ di più, curioso di vedere l’espressione di suo padre.
Se il suo intuito aveva fatto centro, quelle storie potevano riguardare sua madre e la sua futura nascita…
“Delle voci?” chiese Inuken, inarcando un sopracciglio scuro, “Che genere di voci, esattamente?”.
“Chiacchiere vaghe, ma voglio sentirlo dire da te se corrispondono a verità” replicò l’altro “Non voglio credere a scemenze messe in giro da chissà chi”.
Lo fissò a lungo negli occhi e disse “Si dice che tu stia frequentando una donna umana…”.
“È così” rispose il demone cane, per nulla turbato, “Le voci che ti sono giunte sono esatte. La cosa ti disturba?”.
Masaru si stese sulla schiena e sbuffò “Non m’importa quello che fai. È la tua vita, io non c’entro per niente”.
Lanciò uno sguardo al cielo stellato e mormorò “Non m’importa se frequenti un’umana. Io non faccio tante differenze, lo sai…”.
Lo guardò di nuovo e chiese tranquillo “È vero anche che lei aspetta un figlio da te?”.
“Sì” mormorò Inuken, alzando lo sguardo al cielo “Dovrebbere nascere a giorni, ormai”.
Inuyasha sentì il cuore balzargli in gola nel sentire una nota di tenerezza nella voce del padre.
Era una sensazione davvero strana, che non aveva mai sentito prima d’allora, ma gli piaceva; lo faceva sentire bene.
Masaru fece un breve fischio “Sai che molti non la prenderebbero come me, ma ti faccio i più vivi complimenti. Sarai padre per la seconda volta”.
Gli rivolse un’occhiata incuriosita e chiese “Come l’ha presa Sesshomaru? L’ho incontrato appena pochi giorni fa, verso est. Più cresce e più ti somiglia…”.
Inuken scosse la testa “Sesshomaru non mi ha parlato. Ultimamente è diventato piuttosto taciturno”.
“Non è che sia un tipo di tante parole” commentò il demone lupo, alzando gli occhi al cielo “Sai che il figlio che sta per nascere serà un mezzo-demone, vero?”.
“Da come parli, sembra che tu abbia qualche conto in sospeso con uno di loro” disse l’inu-youkai.
Vide l’amico socchiudere pericolosamente gli occhi, mentre ringhiava “Non ho niente contro i mezzo-demoni, ma quella dannata ragazzina…!”.
“Di chi stai parlando?” chiese incuriosito “Della giovane mezzo-demone della tua tribù?”.
“Sì” borbottò Masaru “Quella Fumiyo è una cosa assurda! Non c’è giorno che non mi sfidi in un combattimento! Mi farà ammattire…”.
Kaori sgranò gli occhi nel sentire il padre parlare con tanto astio della futura moglie e si chiese quale fosse il loro rapporto prima del matrimonio.
Da quello che sentiva, non doveva essere stato esattamente dei più rosei.
“Per sfidarti ogni giorno, vuol dire che tu non accetti mai le sue sfide” commentò Inuken “O lei è dannatamente cocciuta”.
“Entrambe le cose” rispose lo youkai, stendendosi tra l’erba, “Non voglio perdere tempo con quella mocciosa, ma lei insiste! Un giorno di questi, le farò vedere cosa succede a chi m’importuna troppo!”.
Il demone dai capelli d’argento sorrise appena “Ne deve avere di fegato per sfidare tanto apertamente il figlio del capo tribù!”.
“Sì, è coraggiosa” ammise l’altro “Ma è una seccatrice nata. Non vuole proprio capire che, ormai, l’onore di Noriaki è macchiato”.
“Macchiato?” chiese il Generale “Perché ha avuto una figlia da un’umana?”, “Esatto. Non è una regola che approvo, ma le leggi sono queste. È ovvio che Noriaki sia stato messo da parte. Io non posso farci niente”.
Kaori lanciò uno sguardo incredulo all’amico, che fece una smorfia e sibilò “Tuo padre è davvero assurdo, lasciatelo dire!”.
Scosse la testa e tornò a fissare giù, dove Inuken stava osservando l’espressione del giovane davanti a lui.
“Perché ti sfida?” chiese incuriosito, “Per riabilitare l’onore del padre. Sconfiggendomi, avrebbe più rispetto nella tribù”.
Masaru fece una smorfia contrariata “Avrà anche sangue demoniaco nelle vene, ma è troppo… gentile! Ha ereditato troppo dalla madre. Un demone così non ha molte chance di sopravvivere”.
“Ne parli come se t’importasse davvero di lei” commentò il demone cane “E la nomini abbastanza spesso, da quando è arrivata”.
Lanciò uno sguardo penetrante al compagno e chiese “Non è che, sotto sotto, questa Fumiyo t’interessa?”.
Rimase sorpreso nel vederlo arrossire di botto e replicare con voce roca dall’ira “Neanche per idea! Ma che ti passa per la testa? Quella mocciosa mi fa letteralmente saltare i nervi!”.
Si voltò dall’altra parte e borbottò “Le darò una lezione che non scorderà tanto facilmente! Così la pianterà di rompermi le scatole…”.
Un leggero sospiro gli sfuggì dalle labbra, mentre aggiungeva “L’unica nota positiva è che si allena continuamente per riuscire a battermi. Tutto quell’esercizio l’aiuta molto, quando veniamo attaccati dai lupi dell’Ovest”.
“Ancora cercando d’impossessarsi del territorio?” chiese Inuken, “Sì. Nell’ultimo scontro, quella scema si è pure fatta ferire! Come se il sottoscritto non sapesse difendersi!”.
Uno sbuffo seccato si fece largo nella sua bocca “E, ovviamente, l’ho dovuta difendere dai restanti avversari. Come se non avessi già altri problemi per la testa…”.
Kaori reprimette un attacco di risatine isteriche nel sentirlo parlare in quel modo così scocciato.
Lo conosceva abbastanza bene da capire che, sotto quel tono seccato, era davvero preoccupato per sua madre.
Anche Inuken se ne accorse, perché rivolse all’altro uno sguardo divertito e mormorò “Prevedo un bel matrimonio all’orizzonte per te, mio giovane amico”.
“Non dirlo neanche per scherzo!” ribatté il lupo del Sud “Io con quella mocciosetta? Tu stai dando i numeri!”.
“Che hai intenzione di fare, con la tua donna umana?” chiese improvvisamente, cercando di cambiare discorso, “Stai andando da lei?”.
“No, prima devo andare a sistemare un demone chiamato Ryokotsusei. Sta dando parecchie noie” replicò il demone “Ma spero di raggiungerla pirma che metta al mondo nostro figlio”.
“Perché sei così preoccupato?”, “La sua vita è minacciata da molti” rispose l’inu-youkai “Non accettano i sentimenti che prova verso di me. Temo che attacchino lei ed il bambino”.
Inuyasha sorrise commosso, sentendo il padre preoccuparsi così tanto per sua madre… e per lui.
Sentì la mano dell’amica stringere la sua e sospirò appena, Avrei voluto conoscerti meglio, padre. Sento che avrei potuto imparare molto da te.
Improvvisamente, il vento cambiò direzione e i due ragazzi rabbrividirono per il freddo.
Il fuoco alle loro spalle si mosse crepitando, mentre una serie di scintille li superava, cadendo nella radura.
Entrambi i demoni alzarono lo sguardo nel sentire odore di fumo ed il lupo commentò “Qualcuno ci sta osservando… Fin’ora il vento ha coperto il suo odore”.
Una smorfia stizzita gli contrasse il volto “Se c’è una cosa che non sopporto, sono quelli che origliano le conversazioni altrui!”.
Kaori sentì il cuore balzarle in gola e lanciò uno sguardo terrorizzato ad Inuyasha; li avevano scoperti! Erano nei guai, nei guai fino al collo!

Sango sospirò seccata e si sedette su di una roccia, mormorando “Speriamo che il loro viaggio vada bene”.
“E che tornino presto” aggiunse Shippo, accucciandosi accanto a lei “Kaori già mi manca”.
Il padre sorrise comprensivo e gli sfiorò la testa con una lieve carezza “Se ho capito bene il tipo, tornerà presto”.
Gli rivolse uno sguardo serio ed aggiunse “Nel frattempo, potrei mostrarti nuovi modi per sfruttare i tuoi poteri”.
Il piccolo kitsune si alzò di scatto “Davvero lo faresti? Oh, grazie! Grazie, papà! Così potrò aiutare meglio gli altri contro Naraku!”.
Kagome sorrise nel vederlo così allegro e Midoriko si unì a lei, prima di aggiungere “Vieni con me, Kagome. Devo parlarti di alcune cose che riguardano la Sfera dei Quattro Spiriti”.
La ragazza le rivolse uno sguardo sopreso, seguendola in una piccola grotta adiacente a quella principale. “So che vuoi ricomporre la Sfera” disse Midoriko con voce pacata “Anche se, tu stessa, non sai ancora se chiedere qualcosa al gioiello, o no”.
L’altra abbassò il capo, imbarazzata, “L’unica cosa che desidero è restare per sempre con Inuyasha. Ma non vorrei causare disastri, esprimendo questo desiderio”.
Arrossì ulterioremente, mentre aggiungeva “Dopo che l’ho involontariamente distrutta… Per ora, cerco solo di impedire a Naraku di completare la Sfera”.
“Il tuo è un intento molto nobile, giovane Kagome” disse la sacerdotessa “E posso aiutarti, permettendoti di scoprire tutte le tue potenzialità”.
Davanti all’espressione sorpresa della giovane, aggiunse “Non sei ancora riuscita a sviluppare del tutto i tuoi poteri. Posso aiutarti a risvegliare il tuo dono assopito”.
Le prese le mani nelle proprie ed una sfera d’energia rosata comparve di colpo, sotto gli occhi stupiti della giovane miko.
“Puoi creare barriere incredibilmente potenti” le spiegò Midoriko “E sfere d’energia che ti permetterebbero di sconfiggere nemici molto potenti”.
Un sorriso materno le ingentilì il viso candido “Devi solo credere in te stessa”.
Kagome sorrise a sua volta “Questa è una delle frasi preferite di Kaori. Scommetto che mi direbbe lo stesso…”.
Alzò lo sguardo sulla sacerdotessa, mostrando la scintilla di determinazione che lo illuminava “D’accordo, Midoriko-sama. Sono pronta ad ascoltare i tuoi insegnamenti”.
Miroku si appoggiò al suo bastone, chiedendosi cosa avrebbero dovuto affrontare i suoi amici in quel tuffo nel passato. Sicuramente, non sarebbe stato facile riuscire a trovare la Pietra della Notte.
Conosceva i poteri di quella gemma ed era fiducioso nel fatto che, se fossero riusciti ad ottenerla, Naraku avrebbe avuto non pochi problemi in futuro.
Un leggero sospiro gli sfuggì dalle labbra quando il suo sguardo si poggiò sulla figura di Sango, che stringeva l’Hiraikotsu.
Ormai, la conosceva abbastanza da capire che era preoccupata e le rivolse uno sguardo comprensivo.
“Anch’io avrei voluto accompagnarli” mormorò alla ragazza “Ma, evidentemente, c’è qualcosa che dobbiamo fare qui”.
“Esattamente, figlio mio” disse suo padre “Ci sono cose che devo spiegarti e che potrebbero esserti molto utili”.
Gli poggiò una mano sulla spalla e lo condusse in un angolo della grotta, dicendo “Purtroppo ti è toccata una grave maledizione, come colpì me, tempo prima”.
Miroku scosse la testa “Sono fiducioso nel coraggio dei miei amici. Sento che abbiamo buone speranze di eliminare Naraku, una volta per tutte”.
Il padre sorrise, prima di tornare maledettamente serio “Ne sono certo, ma il tuo vortice continua ad allargarsi, ogni giorno che passa”.
Lo guardò negli occhi, blu come i suoi, e disse “Ma posso svelarti un metodo per rallentare questa maledizione”.
Il monaco scattò in piedi con lo sguardo che brillava “Come, padre? Ogni giorno guadagnato potrebbe essere fondamentale!”.
Soprattutto perché non sono ancora riuscito a confessare a Sango che desidero sposarla mormorò cupo.
Lanciò un rapido sguardo alla sterminatrice, che stava parlando con il padre, e un nuovo sospiro gli invase il petto Non voglio perderla. È anche per lei che voglio vincere questa battaglia e tornare normale. Perché Sango ormai è tutto per me.
Il padre intercettò il suo sguardo e sorrise “So cosa provi. Per questo sono sicuro che farai del tuo meglio”.
“Ascoltami bene, figlio mio” disse serio “Non sarà facile, ma sono certo che ce la farai”.
“Vi ascolto, padre” rispose il giovane “Sono pronto a tutto”, “Lo so. Te lo leggo neglio occhi”.

Capendo che la situazione stava per mettersi davvero male, Kaori si voltò verso Inuyasha e lo trascinò in piedi.
“Vattene!” sibilò spaventata, spingendolo con forza verso la foresta, “Va’ via! Corri, fa’ presto!”.
“Ma cosa vai blaterando?” chiese lui, fissandola sconcertato, “Vuoi affrontare i nostri genitori? Sei diventata matta, per caso?”.
“Io non sto per venire al mondo!” replicò la yasha “Sono più difficile da riconoscere. Vattene, Inuyasha! Vai nel bosco, subito!”.
Vedendo che non si muoveva, sfruttò tutta la propria forza e lo lanciò letteralmente tra gli alberi, sussurrando “Scusami, ma lo faccio per te”.
Alle sue spalle, sentiva il fruscio degli abiti dei due inu-youkai che scalavano la parete; ancora pochi istanti e sarebbero arrivati in cima.
Deglutendo a fatica, pensò febbrimente ad un modo per nascondere l’odore di Inuyasha, troppo familiare per Inuken.
Doveva fare in fretta. Stringendo i denti, si ferì il braccio con gli artigli e lasciò che il sangue macchiasse il terreno, cancellando l’odore del mezzo-demone.
Adesso devo fare qualcosa per nascondermi mormorò spaventata Se non faccio qualcosa, sono spacciata!.
Presa dal nervosismo, iniziò a correre il più velocemente possibile verso la foresta dove aveva spedito l’amico, ma inciampò in un lembo del kimono e cadde in una grossa pozza di fango, macchiandosi il viso.
Con una smorfia stizzita, pensò che, almeno, il suo odore sarebbe stato più difficile da riconoscere…
Sentì dei passi sull’erba e pregò tra sé Ti prego, nonna Nazuna! Se puo sentirmi, aiutami! Aiutami a diventare più umana! Aiutami!.
Sapeva che, entro pochi istanti, suo padre ed Inuken l’avrebbero raggiunta e, se la vedevano nelle sue vere sembianze, con tanto di coda nera, sarebbe successo un macello colossale.
Doveva concentrarsi sul proprio aspetto umano, fare qualcosa per risolvere quella situazione!
Un alone di luce verde l’avvolse di colpo e sentì la sua forza demoniaca attenuarsi notevolmente.
Grazie, nonna sussurrò sollevata, mentre cercava di rialzarsi e correre via.
Non aveva fatto un passo, che si sentì afferrare per il colletto dell’abito e si ritrovò a fissare gli occhi scuri di suo padre, visibilmente seccato.
Deglutì a fatica, sentendo il cuore batterle all’impazzata nel petto, e provò istintivamente a liberarsi.
Era in guai seri e la cosa peggiore era che non sapeva come uscirne.
Se suo padre l’avesse riconosciuta…
No, non poteva farlo.
Lei non era ancora venuta al mondo ed i suoi genitori avevano tutta l’aria di essere perennemente ai ferri corti.
Non mostrarti debole si disse come un mantra Non mostrarti debole. Guardali negli occhi e mantieni la calma!.
Masaru inarcò un sopracciglio, commentando “Un’umana. Eravamo spiati da una mocciosa umana”.
“Mollami subito!” esclamò la ragazza, divincolandosi come una matta, “Lasciami andare, o giuro che ti concio per le feste!”.
L’altro scoppiò a ridere fragorosamente “Tu, cosa? Vorresti davvero affrontarmi, ragazzina? Questa sì che è buona!”.
Mentre la scherniva, allentò appena la presa  sull’abito e la figlia ne approfittò per liberarsi e correre via.
Sapeva di non avere molte speranze, ma doveva almeno provarci!
Prima che potesse allontanarsi abbastanza, il demone la riafferrò per il colletto, sollevandola da terra.
Quella situazione le ricordò tantissimo il suo primo incontro con Sesshomaru e sentì il cuore batterle con forza nel petto.
Era semplicemente terrorizzata, ma non doveva assolutamente mostrare quello che provava.
Doveva farsi forza!
“Mollami!” sbottò furiosa, cercando di colpire il genitore con un pugno “Lasciami andare! Ma che cavolo vuoi da me?”.
Inuken si avvicinò silenziosamente ed inarcò un sorpacciglio “Perché ci stavi spiando? Vuoi ottenere qualcosa, ragazzina?”.
La vide deglutire a fatica e, nonostante i suoi sforzi per nasconderlo, lesse il terrore nei suoi occhi; era consapevole di rischiare la vita.
“Io non stavo spiando proprio nessuno!” sussurrò lei, cercando di non far tremare la voce, “Non mi ero accorta che ci fosse qualcun altro nella radura”.
Deglutì di nuovo e mormorò “Volevo solo trovare un posto tranquillo… Non so neanche chi siete, perché dovrei spiarvi?”.
Mentire così spudoratamente le costava molto, ma che altra scelta aveva per salvarsi la pelle?
Masaru la fece voltare verso di sé, fissandola per un lungo istante, poi fece una smorfia e commentò “Quello sguardo…”.
Lanciò un breve sguado all’altro demone e disse “Mezzo-demone. La sua aura è molto debole, ma ne sono sicuro”.
“Può darsi” mormorò il demone cane “Questa dev’essere la notte in cui perde i suoi poteri demoniaci…”.
“Avete qualcosa contro i mezzi-demoni?” chiese Kaori con voce dura “Beh, troverete pane per i vostri denti! Posso crearvi problemi anche così! Non mi fate paura!”.
Sperava che non la prendessero sul serio; era perfettamente consapevole di non avere alcuna speanza contro di loro.
Erano demoni maggiori, mica dei demoni qualunque!
“Certo che hai bella lingua tagliente!” commentò Masaru “E con quegli occhi… Non è che sei imparentata con una mezzo-demone di nome Fumiyo?”.
“No” sussurrò l’altra con un filo di voce “Non ho la minima idea di chi sia questa Fumiyo”.
“Perché? È una tipa che non puoi vedere?” chiese poi, con tono incuriosito, “Non credo che la cosa ti riguardi, mocciosa” ribatté il demone lupo.
“Allora, che ci facevi qui?” domandò seccato, “Stavo cercando un posto dove restarmene tranquilla. Tutto qui”.
La yasha tornò a divincolarsi ed esclamò “Ti dispiace lasciarmi? Così mi rovini tutto il kimono, pezzo d’idiota!”.
Nonostante sapesse a cosa rischiase di andare incontro, provò a rifilare al padre un pugno in faccia, che lui evitò tranquillamente.
Sarebbe stato un avversario formidabile in combattimento; un avversario contro il quale non aveva la minima speranza.
“Piantala di agitarti come un’anguilla. Non risolvi niente” le disse il lupo con aria seccato, poi si accorse del sangue che le scorreva dal braccio sinistro.
“Sembri reduce di un combattimento” mormorò “E ancora ti ostini a fare la dura! Però, che tipetto energico!”.
Vide una scintilla di sfida brillarle nello sguardo e si sorprese nuovamente nel notare la somiglianza con Fumiyo.
Eccetto il colore dei capelli e certi tratti del viso, più decisi, ma comunque delicati, era molto simile alla mezzo-demone che lo importunava continuamente.
Nonostante il fango che le macchiava il viso, riuscì avedere che aveva i suoi stessi occhi, la stessa aria impertinente… che poteva nascondere un animo dolce.
No, non aveva voglia di pesnare a quella seccatrice; doveva smetterla!
Ma da quando era così sentimentale?
“Torna sui tuoi passi” le disse serio “Rifugiati in qualche buco e restaci fino a domattina”.
La lasciò andare di botto e la ragazza evitò per un soffio di slogarsi una caviglia.
Gli rivolse uno sguardo furioso e si sistemò l’abito “Ne ho incontrati di demoni, in vita mia, ma nessuno era così… dannatamente antipatico! Che razza di tipo!”.
“Dì un po’, la tua compagna ce la fa a sopportarti?” chiese con aria seccata “Perché io perderei subito la pazienza”.
Vide suo padre ridurre gli occhi a due fessure color onice e capì di aver parlato troppo.
Nonostante ciò, bloccò i lineamenti in una maschera impassibile, decisa a non mostrare la sua paura.
Inuken si concesse una lieve risata, mormorando “Mi sbaglio, o la ragazzina ti sta sfidando?”.
“Non le conviene” ribatté l’altro, gelando la giovane con lo sguardo “Non sono in vena di clemenza, questa sera”.
La sentì sbuffare e strinse gli occhi; quella mocciosa si stava cacciando in grosso guaio.
Ancora una parola della sua lingua impertinente e non ci avrebbe pensato due volte a metterla a tacere.
Kaori si sistemò i capelli e mormorò “Se a voi gentil demoni non dispiace, io me ne andrei. Non ho molta voglia di attaccar briga”.
Ignorando l’istinto, che le urlava di non voltarsi, diede loro le spalle e si avviò verso la foresta.
Mentre si allontanava, sentì chiaramente Inuken dire “Quella ragazzina ha coraggio. Sapeva che avremmo potuto farla fuori in pochi istanti e non ha mostrato nessuna debolezza”.
“Sarà, ma è una saccente!” sbottò Masaru “Su questo somiglia maledettamente a Fumiyo… Non mi stupirei se fossero parenti!”.
L’altro gli diede una pacca sulla spalla “Sono sicuro che quella donna ti cambierà totalmente la vita. Come ha fatto Izayoi con me”.
Kaori sentì suo padre sbuffare seccato e trattenne un sorriso, mentre s’inoltrava verso gli alberi. Quando fu sicura che i due non avrebbero potuto sentirla, sussurrò “Inuyasha! Inuyasha, dove

sei?”. L’hanyou sbucò da un albero pieno di fiori e sbottò “La prossima volta che fai una cavolata del genere, giuro che ti strozzo! Hai idea di quello che hai rischiato, razza di scema?!?”.
“Lo so, ma che altra scelta avevo?” replicò lei, concentrandosi per riassumere le sue sembianze demoniache.
Si massaggiò il braccio ferito e mormorò “Sai se c’è una fonte, da queste parti? Avrei bisogno di un bagno”.
“Di là” disse l’altro, indicandole una piccola fonte calda tra gli alberi, “Certo che sei davvero una scema! Potevi rimetterci le penne!”.
“Beh… Tutto quello che posso dire è che è stata un’esperienza piuttosto interessante” ridacchiò la yasha.
Si avviò alla fonte e, dopo aver lasciato il kimono e la parrucca sulla sponda, lasciò che l’acqua calda l’avvolgesse totalmente.
Sospirando soddisfatta, iniziò a pulire la ferita, imprecando tra sé su quanto l’avesse resa profonda.
Un fruscio la fece voltare verso la sponda e tirò un sasso contro il mezzo-demone, che si stava avvicinando.
“Inuyasha!” sbottò furiosa, coprendosi al meglio con le mani, “Vuoi fare la fine di Miroku, per caso?”.
Il giovane si massaggiò la fronte colpita e sbuffò “Ho sentito odore di sangue. Ti hanno ferita?”.
“No, me la sono fatta da sola, per coprire il tuo odore” ripose l’altra “Adesso sparisci, prima che ti conci per le feste!”.
Inuyasha si allontanò con una smorfia ed iniziò a preparare il fuoco, pensando che quella ricerca sarebbe potuta dirare più del previsto.
  
 

Ok, è andata. ci vediamo presto cn un altro cappy! bacioni a tutte!
   
 
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