Il ballo delle
debuttanti
Tic tac
L’orologio a pendolo segnava
le 14.00.
Al centro della stanza, su un
divano, sedevano tre ragazze.
Andromeda, seduta sulla
destra, stava cercando di reprimere uno sbadiglio.
Tic tac
Narcissa, seduta in centro,
era composta, con la schiena diritta e lo sguardo perso davanti a lei.
Tic tac
Bellatrix cercava
disperatamente una scusa per potersene andare. Fissava i suoi genitori, seduti
sul divano di fronte a lei, come per sfidarli.
Tic tac
- perché
ci avete convocato?- chiese Bellatrix scocciata.
Se qualcuno fosse entrato nel
salottino in quel momento avrebbe subito notato che la
situazione era “elettrica”.
- Vi abbiamo convocato qui,
perché ormai, Narcissa ed Andromeda sono al sesto anno e tu, Bellatrix, sei al
settimo; quindi è arrivato il momento del vostro debutto in società. – disse
Dorian Black
Andromeda non era riuscita a
trattenere lo sbadiglio.
- Andromeda, se questo
discorso ti annoia, vattene – le consigliò Juliet Black
La ragazza rimase seduta
dov’era.
- Allora, stavamo dicendo: il
vostro debutto in società sarà tra cinque giorni e voglio che per allora voi
abbiate deciso cosa fare dopo la scuola. I vestiti dovrebbero essere già sui
vostri letti e se così non fosse avete il permesso di
punire gli elfi. Ora, andate su a provare i vostri nuovi abiti.- Dorian si alzò
dal divano seguito dalla moglie.
- noi andiamo
a Grimmauld Place, cenerete da sole. – disse Juliet e se ne andò con il marito.
Tic tac
Attimi di silenzio, nessuna
delle sorelle aveva intenzione di parlare.
Tic tac
- cosa
farete dopo la scuola? – chiese Narcissa rilassando la schiena
- mi unirò
al Lord oscuro – rispose Bellatrix con finto entusiasmo.
Il lord non le piaceva molto…
- io… non voglio
far parte della sua schiera – disse Andromeda – Tu?
- io… seguirò Lucius… - rispose Narcissa alzandosi dal divano e lisciandosi le
pieghe del vestito azzurro.
Anche Bellatrix ed Andromeda indossavano lo stesso vestito
della sorella, solo che la maggiore lo aveva nero e la minore lo aveva lilla.
Le ragazze si diressero nelle
loro rispettive camere.
Narcissa era estasiata! Non
aveva mai visto un vestito così bello!
Lo indossò velocemente e si
guardò allo specchio.
Era un vestito di raso
bianco, con un corto strascico.
Le stava
d’incanto, la faceva assomigliare ad un angelo.
In una scatola sul letto, la
ragazza, trovò uno splendido diadema. Lo appoggiò sulla testa, si guardò di
nuovo allo specchio ed esclamò:
- Wow! Sembro una
principessa! Sarò di sicuro la più bella!
- Hai
ragione… - esclamò una familiare voce strascicata alle sue spalle - …sei
davvero bella!
la ragazza non rimase sorpresa dall’apparizione del giovane.
- Grazie Lucius – esclamò
Narcissa prendendo una spazzola e cominciando a spazzolarsi lunghi e setosi
capelli biondi.
- Di niente, Narcissa.- Lucius
le si avvicinò.
Narcissa posò la spazzola sul
ripiano continuando a dare le spalle al nuovo arrivato.
Il ragazzo le spostò indietro
i capelli e le agganciò una collana al collo.
La ragazza la fissò.
Era un ciondolo a forma di
cristallo di neve.
- è cristallo
Swarosky – le disse lui all’orecchio.
- grazie Lucius… - sussurrò
Narcissa.
- mi permetterai di
accompagnarti per il tuo ballo di debutto in società? Ne sarei
oltremodo lusingato… - le disse lui all’orecchio.
- Certamente, sarai il mio
principe per il ballo. – le sue parole erano leggere.
- Allora tu sarai la mia
principessa.
La ragazza si girò e lo baciò
con trasporto.
Quando si lasciarono, un po’ ansanti, lui le chiese:
- Hai già deciso cosa farai
tra due anni, quando avrai finito la scuola? Mi seguirai? – chiese Lucius
- In capo al mondo. – rispose
Narcissa.
Andromeda, in camera sua, si
stava osservando allo specchio.
Il vestito le piaceva molto,
ma trovava il diadema un po’ esagerato.
“Cosa farò?”
si chiese la giovane Black riferendosi alla decisione che avrebbe dovuto
prendere.
Andromeda voleva che per una
volta i suoi genitori fossero orgogliosi di lei. Non chiedeva poi molto, solo
un po’ più entusiasmo. Come quando erano arrivati i G.U.F.O. suoi e di
Narcissa. Entrambe avevano ricevuto la bellezza di dieci G.U.F.O., e i loro genitori
avevano esclamato: - potevate fare di meglio. –
Un conato di vomito l’assalì.
Andromeda corse nel bagno
privato. Ormai, era da una settimana che continuava a stare male.
Forse era… no, impossibile.
“Forse è meglio se mi decido
a farlo…”
Andromeda aprì le antine
dell’armadietto e recuperò una scatola azzurra. Lesse attentamente le
istruzioni e le eseguì alla lettera. Dopo novanta secondi di puro terrore osservò il risultato del test.
“Positivo…maledizione!”
pensò furente prima di scoppiare a piangere.
Lei non poteva
essere incinta… lei, non poteva rovinarsi il resto della sua adolescenza
con un bambino! Lei, non poteva diventare madre!
L’unica possibilità era di parlarne con Ted.
Di una cosa sola era sicura:
non sarebbe mai diventata una seguace del Lord Oscuro.
Bellatrix si fissava
attentamente allo specchio.
Magari con qualche
aggiustatina il vestito sarebbe stato perfetto!
La ragazza al momento non
riusciva a sopportare in nessunissimo modo quello
strascico che le impediva di camminare con la solita scioltezza.
“Grr…che
fastidio!”
Si mise in testa, senza molta
delicatezza, il diadema.
Che schifo, la faceva sembrare una principessina delle
fiabe!
“ Il ballo delle debuttanti…”
pensò Bellatrix “…che orribile ed inutile perdita di tempo! I nostri genitori
ci useranno come se fossimo degli oggetti da esibire…”
Già si immaginava
la madre che le presentava in giro, orgogliosa di quei tre fiorellini che si
trovava come figlie…
“Per Morgana, siamo esseri
umani, non bamboline da mostrare alle amiche!!!”
Bellatrix si fissò scioccata attraverso lo specchio: questa era la prima volta
che pensava qualcosa nell’interesse delle sorelle. Era la prima volta che non
pensava solo a sé stessa…
Ora, doveva riflettere su
cosa avrebbe fatto dopo i M.A.G.O..
Ormai era decisa: sarebbe
diventata una seguace del Lord Oscuro.
Se lo sarebbe fatta piacere…
Non che non avessero gli
stessi ideali di purificazione di razza, ma lei non si sarebbe mai abbassata ad
essere una serva!
Per Morgana, lei era una
Black, e i Black non servivano nessuno, tanto meno uno stupido, sporco,
mezzosangue. Mai e poi mai.
Se lo faceva era solo per rispetto alla famiglia. I Black
erano molto devoti alla famiglia, e lo sarebbe stata
anche lei!
Uscì nel corridoio e bussò
alle porte delle camere delle sorelle.
Poco dopo uscirono.
Andromeda aveva
gli occhi rossi, sicuramente aveva pianto.
Narcissa era tutta spettinata
e dietro di lei fece capolino Lucius con la camicia fuori dai
pantaloni e la cravatta allentata.
- Siete pronte? – chiese Bellatrix
– Siete pronte per affrontare le nostre decisioni?
- Sì – risposero in coro le
due ragazze.
“
Bugiarde ” pensò Bellatrix.
Due giorni dopo, in un
sobborgo babbano, un gufo consegnò in
una casa, una lettera.
Caro Sirius,
volevamo informarti che il
venticinque luglio alle ore 21.00 si terrà l’annuale ballo delle debuttanti.
Le tue cugine
Andromeda, Bellatrix e Narcissa faranno il loro debutto in società.
Io e tua zia Juliet,
gradiremmo la tua presenza.
Dorian Black
“ Uff,
ma non ero mica il disonore della famiglia? ” si chiese Sirius passandosi una
mano tra i capelli.
“
Non ero mica quello indegno di stare nella stessa stanza di un vero
Black? ”